Nel 2016 è stata firmata una Convenzione per lo studio e lo scavo dell'Insula III del quartiere ellenistico-romano di Agrigento tra l'Università di Bologna ed il Parco Archeologico e Paesaggistico di Agrigento, all'epoca diretto da Arch. Giuseppe Parello e attualmente da Arch. Roberto Sciarratta. Il progetto intende approfondire, in particolare, la conoscenza del quartiere abitativo di una della maggiori poleis del mondo magno greco e siceliota. Agrigento, infatti, nasce come sub-colonia di Gela agli inizi del VI sec. a.C. e diventa, in breve tempo, un centro in grado di rivaleggiare con "megalopoli" come Siracusa e Selinunte. Il progetto prende in esame una intera Insula del cosiddetto quartiere "ellenistico-romano", messo in luce da scavi del secolo scorso: dopo l’analisi di tutta la documentazione pregressa, si procede ora a nuove indagini geofisiche e a un rilievo moderno (laser scanner) per giungere, in una seconda fase, all'indagine archeologica vera e propria. La ricerca coinvolge tre professori dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (sedi di Bologna e Ravenna) ai quali afferiscono diversi insegnamenti di Archeologia classica e di Metodologia della ricerca archeologica (Giuseppe Lepore, DBC; Enrico Giorgi e Vincenzo Baldoni, DiSCi) ed è co-diretto dalle archeologhe del Parco (Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo). I principali temi di ricerca sono: genesi e sviluppo urbano (VI a.C. - VIII d.C.); urbanistica della città greca; studio della cultura materiale; archeologia preventiva; metodologie di analisi e documentazione; diagnostica per la conservazione.
Il Progetto Agrigento Insula III è diretto dal prof. Giuseppe Lepore a partire dal 2016 e tuttora sono in corso le ricerche all'interno del Parco Archeologico e Paesaggistico "Valle dei Templi".
Le prime ricerche
Il Quartiere ellenistico-romano rappresenta una delle aree abitative più interessanti e significative dell’antica città di Akragas, antica fondazione da parte di Gela e di genti provenienti dalle isole di Rodi e Creta del 580 a.C. La città era enorme: più di 400 ettari, circondata da mura (12 km, con 9 porte), collocata a 3 km dalla costa e circondata strategicamente da colli: la collina di Girgenti e la rupe Atenea a nord (probabili acropoli con i due santuari di Zeus Atabirio e di Atena) e la collina dei Templi a sud. Il Quartiere ellenistico-romano si colloca proprio al centro della città e rappresenta uno dei contesti abitativi meglio documentati della Sicilia: almeno quattro insulae (isolati), divisi a metà da un ambitus longitudinale, comprendono le abitazioni dal periodo arcaico fino all’alto medioevo. Le abitazioni presentano, per lo più, il ben noto schema della “casa a pastàs”, spesso trasformato in peristilio durante l’età romana.
PROGETTO DI STUDIO E RICERCA:
La Casa IIIM è stata motivo d'interesse fin dalle prime ricerche condotte nel Quartiere Ellenistico-Romano di Agrigento, da parte della Missione Insula III, ed è tuttora in corso di scavo. La sua storia contemporanea coincide inizialmente con gli scavi nell'Insula III del 1954. In quel momento però sarà terreno di risulta degli scavi e non verrà più intaccata fino alla ripresa delle ricerche da parte dell'Università di Bologna nel 2016.
La sua denominazione segue quella formulata dal prof. Ernesto De Miro, il primo che cercò di delineare una sintesi storica e archeologica dell'area presa in esame.
La zona è stata indagata inizialmente attraverso analisi geofisiche sistematiche, volte a studiare la porzione dell'abitato e alla fine è stata messa in luce una nuova abitazione di ca. 500 mq, strutturata secondo lo schema della casa "a pastas" (tipico delle abitazioni del Quartiere).
L'abitazione sorse tra la fine del III e il I secolo a.C. e subì diverse fasi: alla fine del II-I a.C. fu oggetto di una ristrutturazione e un cambio di proprietà da parte di un dominus di lingua latina per poi subire un crollo e il progressivo abbandono nel II d.C.
La sua ampia articolazione spaziale prevede un cortile centrale e un portico sul lato breve (la pastas), che disimpegna la parte più prestigiosa della casa, composta da un sistema a tre vani in sequenza: un'esedra, luogo in cui il dominus riceveva gli ospiti ed esponeva gli arredi più prestigiosi; ai lati due andrones, stanze dedite alla pratica del simposio e della convivialità con ospiti privilegiati. I due ingressi alla casa avvengono dallo stenopos III, e probabilmente portavano a percorsi funzionali differenti: il vestibolo all'ingresso con annesse scale che portavano al piano superiore, era un punto di smistamento verso le diverse aree funzionali della casa (di servizio, private e di rappresentanza). Oltre al cortile (l'aulè), e gli altri ambienti già citati è stato intravisto un vano (a), probabilmente di ricevimento, il quale ha restituito durante le campagne di scavo diversi elementi che ne connotano il prestigio: un pavimento in cocciopesto rosso con tracce di sovradipintura e tessere bianche di calcare con motivo a losanghe mentre alle pareti sono presenti tracce di un raffinato sistema di intonaco dipinto con zoccolatura blu-nerastra e parte mediana bianca. In questo vano è stato ipotizzata una decorazione pittorica in Stile a Zone (diffusione in età ellenistica). Anche la pastas (vano b) ha restituito dei dati: una pavimentazione in cocciopesto di colore rosso e decorazione di tessere bianche di calcare a "puntinato sparso".
Per la destinazione d'uso, probabilmente i vani al piano terra avevano una funzione pubblica mentre è ipotizzabile la presenza al piano superiore di stanze (almeno due), dedicate alla sfera privata: forse cubicola, ovvero ambienti adibiti al riposo. Queste aree della casa, hanno restituito nel corso delle campagne di scavo (in crollo sul vano a), una notevole quantità di frammenti pittorici e cornici in stucco che hanno portato a ipotizzare tre diverse decorazioni pittoriche: un sistema strutturale con l'imitazione di litotipi, un sistema architettonico-illusionistico "chiuso" con pannelli sormontati da bugne policrome e un sistema architettonico-illusionistico "aperto", con in primo piano elementi della trabeazione simulata e colonne, fregi e soffitto a cassettoni.
Articolo di Unibo Magazine sugli ultimi scavi delle campagne archeologiche 2023 ad Agrigento e Phoinike (Dipartimento di Beni culturali)
Articolo del Corriere della Sera sulle ultime novità dello scavo 2023 di Missione Agrigento.
Lo puoi leggere QUI
Alcune immagini dei restauratori del Parco, a lavoro sul nuovissimo ritrovamento presso la Casa IIIM: un pavimento a cubi prospettici proveniente dal piano superiore crollato.
Il momento del ritrovamento di una lucerna: un oggetto che richiama un'azione rituale legata alla distruzione e l'abbandono della casa.
Scavo della Casa IIIM (2016-in corso)
Ricerca e lavoro sul campo del direttore della Missione, prof. Lepore
Alcuni frammenti di intonaco ritrovati nella Casa IIIM
Lavori di restauro nella Casa III M
Scavo archeologico in corso
Pulizia di frammenti di pavimentazione della Casa IIIM.
Le prime ricerche
Scatti dallo scavo: in foto il prof. Lepore e il prof. Baldoni in un momento di confronto e studio nella Casa IIIM.
Parte del team di ricerca della Casa IIIM: in foto il prof. Lepore (Università di Bologna) e le funzionarie archeologhe, dott.ssa Caminneci, dott.ssa Parello e dott.ssa Rizzo (Parco "Valle dei Templi").
Il direttore del Parco, Arch. Sciarratta e il prof. Lepore insieme durante una visita alla Casa IIIM.
Il gruppo di lavoro della campagna 2022.
Una scoperta straordinaria: una lucerna con ancora tracce del rituale effettuato nella zona dell'eschara della Casa IIIM, al momento della chiusura e abbandono della Casa IIIM.
Momenti di lavoro sullo scavo per il direttore prof. Lepore.
I partecipanti della Missione 2023 durante la visita dei convegnisti AIRPA al cantiere di scavo.