Le caratteristiche epidemiologiche, biologiche e virologiche dei coronavirus e, in particolare, la capacità di questo gruppo di virus di superare facilmente le barriere infettive tra diverse specie animali, impone una speciale attenzione alle possibili implicazioni e ripercussioni dirette ed indirette che potrebbero estendersi agli animali di interesse zootecnico e quindi al settore zootecnico in generale.
Il settore zootecnico è uno dei principali sistemi produttivi della Regione Emilia Romagna sul quale si basano diverse filiere agro-alimentari di eccellenza, riconosciute a livello internazionale (quali ad es. la filiera del Parmigiano Reggiano e la filiera del Prosciutto di Parma, tra molte altre).
Le diverse specie animali sono infettate da coronavirus specifici ma anche aspecifici e vi è un continuo passaggio e la comparsa di nuovi virus appartenenti alla famiglia dei Conoraviridae (cioè i coronavirus), alcuni dei quali provocano infezioni gravi anche negli animali di interesse zootecnico. Gli animali domestici e selvatici potrebbero fungere da serbatoio infettivo asintomatico oppure subire ulteriori salti di specie anche con provenienza inversa, quindi dall’uomo. Questo aspetto non è al momento conosciuto e non sono disponibili elementi che permettono di definire il livello di rischio che può variare anche a seconda della resistenza/suscettibilità dei singoli animali, definita dalla loro individuale predisposizione genetica alle infezioni, come già dimostrato, almeno in parte, nell’uomo per COVID-19..