Progetto

Il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne (LILEC) dell’Università di Bologna e il Museo Civico di Modena hanno avviato una collaborazione formale che prevede, tra altre iniziative, la progettazione di una mostra da realizzarsi a partire da dicembre 2025 negli spazi del Museo Civico di Modena (e da trasferirsi parzialmente in Brasile nel 2026) e di una mostra dedicata alla letteratura indigena contemporanea da realizzarsi presso la Biblioteca A. Cabral.

L’interesse a collaborare da parte delle due istituzioni sul tema dell’Amazzonia, anche in relazione alla Coop 30 di Bélem do Pará, è nato dalla recente e parallela acquisizione di materiali radunati da Loretta Emiri nel corso di lunghi soggiorni a scopo umanitario in terra Yanomami fra il 1976 e il 1986. Il LILEC ha ricevuto in dono da Loretta Emiri nel novembre 2022 un fondo documentario e bibliografico sull’Amazzonia e sulle popolazioni indigene composto da volumi, immagini, poster e videocassette, che è stato ordinato e reso consultabile. Il fondo Emiri del Museo Civico di Modena è composto da circa 200 oggetti acquisiti in due momenti diversi, nel 2001 e nel 2023.

Il progetto ha preso avvio da queste connessioni ma ha poi sviluppato linee di ricerca e collaborazione più ampie, aprendosi a una riflessione su tutti i materiali provenienti dall’Amazzonia, acquisiti dal Museo nell’Ottocento, sulle possibili forme di decolonizzazione del Museo e sulla connessione con il presente delle comunità indigene rappresentate.

Il gruppo di docenti ha cominciato a riunirsi personalmente e online nel 2022. Nel 2023, attraverso la mediazione della professoressa Camila do Valle, la professoressa Alessia Di Eugenio è stata docente visiting presso l'UFRRJ, per tenere brevi corsi presso l'Istituto Multidisciplinare. L'anno successivo, nel 2024, la professoressa Camila do Valle è stata docente visiting presso il LILEC. Questi scambi hanno dato forma al presente progetto, avviando una collaborazione con il progetto del CNPq (Consiglio Nazionale dello sviluppo scientifico e tecnologico) Literatura e Antropologia: curadorias, cartografias e outras formas narrativas coordinato dalla prof.ssa Do Valle. Attraverso di lei si è inoltre avviata una collaborazione con il Projeto Nova Cartografia Social da Amazônia e si è formata l'attuale rete di collaborazione ovvero il progetto di ricerca Letterature e Patrimoni indigeni, musealizzazione e decolonialità che coinvolge diversi campi disciplinari e varie istituzioni brasiliane e italiane. Oltre alla partnership che porterà alla mostra intitolata "Voci, saperi e patrimoni. Dall'Amazzonia al Museo" presso il Museo Civico di Modena, la Biblioteca Amílcar Cabral ospiterà una mostra sulla storia dell'unica casa editrice brasiliana specializzata esclusivamente in letteratura di autori e autrici indigeni/e, la Wei Editora, fondata otto anni fa. Molte altre iniziative avranno sede presso il LILEC.

Il gruppo è così costituito :

  • Coordinamento (Dipartimento LILEC, Università di Bologna): Alessia Di Eugenio 
  • Docenti del Dipartimento LILEC, Università di Bologna (Roberto Vecchi, Nicola Biasio)
  • Archeologi e storici dell’arte del Museo Civico di Modena (Francesca Piccinini, Elena Righi e Cristiana Zanasi)
  • Docente dell’Universidade Federal Rural do Rio de Janeiro (Camila do Valle)
  • Docente dell’Universidade do Estadual do Maranhão (Cinthya Martins)
  • Docente Universidade Federal do Pará (Jurandir Novaes)
  • Docenti e ricercatrici dell’Universidade Federal de Roraima (Veronica Prudente e Sony Ferseck).

Il progetto vede inoltre anche la collaborazione del Projeto Nova Cartografia Social da Amazônia (PNCSA). Questo progetto promuove laboratori di autocartografia con le comunità di moltissime aree dell'Amazzonia brasiliana. Dai disegni prodotti sui propri territori (croquis), in cui vengono delineate zone di conflitto, aree a rischio, territori sacri ecc.  in relazione alla percezione del gruppo e ai suoi bisogni, vengono poi realizzate mappe del territorio che sono usate come strumento di rivendicazione della terra, di autorappresentazione e di supporto alle attività delle comunità. Nei suoi più di venti anni di esistenza,  PNCSA ha realizzato più di 3500 mappe dei territori amazzonici. Oltre ciò, il progetto ha sostenuto alcune iniziative delle comunità che hanno condotto alla creazione dei "Musei vivi" o CCS - Centri di Scienza e Sapere, dei musei realizzati dalle comunità, scegliendo e classificando i propri oggetti al fine di autorappresentarsi e di preservare i propri patrimoni materiali e immateriali, facendo della spazio museale uno strumento di organizzazioe e rivendicazione identiaria volto a supportare cammini di demarcazione delle terre e di giustizia sociale.  

Tra i vari obiettivi della collaborazione tra Museo, università e realtà brasiliane:

  • la co-costruzione di una mostra presso il Museo di Modena, da inaugurarsi il 6 dicembre 2025, a pochi giorni dalla COP30 sul clima che si svolgerà proprio in territorio amazzonico brasiliano. L’organizzazione della mostra vorrebbe coinvolgere anche studenti e studentesse Unibo attraverso un seminario didattico e avviare la progettazione del trasferimento e adattamento della mostra in un museo brasiliano progettato dalle comunità.

La mostra sarà incentrata sulla riflessione sul concetto di museo e sulle possibili forme di museo, sul tema dell’Amazzonia e del ripensamento dei patrimoni indigeni e quilombolas negli spazi museali europei a partire dall’autorappresentazione e prospettiva dei popoli della foresta che la abitano oggi, in contrasto con narrazioni occidentalocentriche e (neo)colonialiste. L’intento è quello di mantenere un piano divulgativo e di ricostruzione storica e geografica sul contesto specifico a cui si fa riferimento e allo stesso tempo quello di permettere un approfondimento culturale e geopolitico rispetto a temi che connettono lo spazio amazzonico a quello in cui la mostra è situata. Il lavoro del gruppo, in vista dell’esposizione, vorrebbe connettersi ai temi che saranno al centro della discussione (tra i tanti: cambiamento climatico, terra, beni comuni).

In particolare si è scelto di co-costruire la mostra insieme a 7 dei 19 CCS - "Centri di scienza e sapere" o "Musei vivi" indigeni e quilombolas che esistono in Amazzonia, relazionati al progetto Nova Cartografia Social da Amazônia 

  • Lavoro di ricerca e di formazione congiunto, con il gruppo di ricerca e con ulteriori figure esterne, su gestione dei patrimoni indigeni e quilombolas nei Musei europei e su possibili interlocuzioni per ripensare congiuntamente rappresentazioni e immaginari, in un dialogo tra antropologia e letteratura;
  • Invito presso il dipartimento LILEC e il Museo di Modena di tutti gli esponenti brasiliani del gruppo di ricerca e di Projeto Nova Cartografia da Amazônia insieme a 6 esponenti dei popoli tradizionali e/o indigeni amazzonici per permettere loro di partecipare alle discussioni del gruppo e di collaborare con il dipartimento e il Museo di Modena nella realizzazione della mostra, nella co-progettazione della sua devoluzione in Brasile e in altre eventuali attività di ricerca e di divulgazione tra Modena e Bologna.
  • Attività di divulgazione ed eventi correlati al progetto da realizzarsi tra Museo di Modena, Università di Bologna e le due città.

L’esposizione sarà il risultato finale di un lavoro di ricerca condotto in collaborazione con il gruppo  Nova Cartografia Social da Amazônia e di un lavoro didattico inquadrato attraverso il seminario intitolato “Patrimoni indigeni, musealizzazione e decolonialità”, coordinato dalla prof.ssa Alessia Di Eugenio, in collaborazione con il Museo di Modena (svolto da febbraio a maggio 2025).

Tutto il progetto sarà costruito in stretta connessione con comunità, indigene e quilombolas, che abitano gli spazi che saranno al centro dei percorsi di approfondimento della mostra.

L’intento della ricerca è da un lato quello di riflettere sulla rappresentazione dell’Amazzonia e dei suoi popoli nel contesto contemporaneo italiano/europeo (significati, figure, prospettive di approfondimento, traduzioni, immaginari letterari e culturali ecc.), dall’altro quello di riflettere sulla decolonizzazione dello spazio del museo rispetto alla presenza di patrimoni indigeni brasiliani in Europa (costruendo percorso e prospettive in connessione allo sguardo e alle problematiche contemporanee delle comunità amazzoniche).