La diversità etnica e culturale è notevolmente aumentata nelle società moderne per via dei processi di migrazione. Tuttavia, le implicazioni che questo aumento della diversità ha per gli adolescenti, i quali affrontano il fondamentale compito di sviluppare le loro identità, sono per lo più sconosciute. Infatti, sia per gli adolescenti con un background migratorio (e.g., rifugiati, immigrati di prima o seconda generazione) che per gli adolescenti italiani, crescere in società che mostrano crescenti livelli di diversità può essere complesso, dal momento che devono gestire le loro identità con la consapevolezza che il modo in cui risponderanno alla domanda “chi sono io?” potrebbe essere il risultato di un processo dinamico, basato su molteplici e differenziate interazioni sociali.
Il progetto IDENTITIES adotta un “cross-fertilization approach”, andando ad integrare modelli evolutivi e socio-psicologici, al fine di fornire una conoscenza innovativa sui processi che portano al benessere degli adolescenti con e senza background migratorio. Proponendo una prospettiva multidimensionale ecologica ed intergruppo dello sviluppo, il progetto si pone l’obiettivo di esaminare:
1. Come le esperienze intergruppo nei diversi contesti ecologici (dai microsistemi della famiglia, degli amici, della scuola e del tempo libero ai macrosistemi culturali) influenzino lo sviluppo delle identità (personale, sociale e umana) degli adolescenti;
2. Come l’interazione tra le varie identità influisca sul benessere (fisico, psicologico e sociale) degli adolescenti;
3. Come le esperienze intergruppo in contesti ecologici multipli influiscano sul benessere degli adolescenti andando a esaminare sia gli effetti diretti sia quelli indiretti (mediati dai processi dell’identità).
Al fine di raggiungere questi obiettivi sarà condotto uno studio longitudinale con 2.250 adolescenti appartenenti a due coorti. I dati saranno raccolti con cadenza annuale, mensile e giornaliera mediante un disegno multi-informatore (ottenendo dati sia dagli adolescenti che dai genitori, insegnanti, presidi delle scuole, assessori comunali e integrandoli con dati di archivio e dati raccolti tramite dispositivi medici non invasivi). Lo studio longitudinale sarà integrato da uno studio di caso, in cui sarà indagata in profondità, mediante un approccio narrativo, l’esperienza di 50 adolescenti che abbiano vissuto all’estero per almeno tre mesi.