E' online la nuova biblioteca digitale del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica
È online FICLIT Digital Library (DL), la nuova biblioteca digitale del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna. La DL è liberamente accessibile e raccoglie una parte del patrimonio librario e archivistico digitalizzato appartenente alla “Biblioteca Umanistica Ezio Raimondi”, oltre che materiale proveniente da archivi e biblioteche d’Ateneo e del territorio regionale.
Con il duplice obiettivo di conservare e valorizzare il patrimonio culturale, la DL mira ad essere uno strumento di consultazione, di studio e ricerca, ma anche di didattica delle discipline filologico-letterarie.
La storia della DL è strettamente connessa a quella del laboratorio Analogico Digitale (AD Lab), nato nel 2019 presso il FICLIT, nell’ambito del Progetto di Eccellenza. Il laboratorio, che a pochi anni dall’avvio delle attività vanta numeri rilevanti e commesse significative, si occupa dell’acquisizione digitale di varie tipologie documentali tramite scansioni ad alta definizione. Una volta ottenuti, dagli oggetti fisici, gli oggetti digitali, questi vengono organizzati e pubblicati sulla DL.
Non solo fondi e collezioni della “Biblioteca Umanistica Ezio Raimondi”: la DL ospita anche materiali di archivi, enti e biblioteche del territorio con cui avvia progetti di collaborazione. Proficua, ad esempio, è la sinergia in essere con l’archivio di Casa Carducci, alcuni dei cui manoscritti sono stati sottoposti a scansione e risultano oggi in lavorazione per la pubblicazione online.
Lungi dall’essere un progetto definitivo o concluso, la DL è in costante evoluzione, sia nei numeri (grazie alla periodica aggiunta di nuovo materiale scansionato e metadatato tramite lo standard Dublin Core), sia nell’eterogeneità delle tipologie documentarie che ospita (libri, carte, riviste ecc.), sia per quanto riguarda l’ampliamento degli obiettivi e del target di riferimento (non solo supporto alla ricerca, ma anche alla didattica e alla terza missione).
Ad oggi, su FICLIT DL sono presenti quattro collezioni (Fondo Giuseppe Raimondi, Fondo Piero Camporesi, Collezione Tristan Corbière e Da altre raccolte), mentre molte altre risultano in lavorazione. Le tipologie documentali trattate, dunque, spaziano dai quaderni manoscritti di Raimondi ai volumi antichi della biblioteca di Camporesi, passando per i disegni di Corbière. In cantiere, inoltre, ci sono materiali che andranno ad aumentare l’eterogeneità delle collezioni: riviste, mappe, pergamene ecc. La scelta di organizzare il materiale per collezioni, oltre a conformarsi all'organizzazione originaria delle fonti, risponde a esigenze di standardizzazione tecnica e coerenza scientifica degli oggetti digitali e delle relative descrizioni. La sfida rappresentata dalla necessità di tenere insieme diverse tipologie di documenti e di fondi, armonizzandoli il più possibile senza alterarne le singole specificità, richiede un lavoro tecnico e di ricerca continuo e fortemente improntato alla sperimentazione.
Per rispondere alle esigenze di diversi tipi di utenza e permettere livelli di accesso più o meno specialistici, è possibile navigare in maniera più generalista attraverso le collezioni digitali e i percorsi proposti, oppure effettuare ricerche mirate per parametri o di singoli oggetti.
La DL si appoggia alla piattaforma cms Omeka S e utilizza la tecnologia iiif (International Image Interoperability Framework), che setta lo standard condiviso per la visualizzazione, l'annotazione, la condivisione e la manipolazione delle immagini ad alta definizione. Come visualizzatore, invece, viene utilizzato Mirador, le cui numerose funzionalità e il cui ampio utilizzo in progetti analoghi, favoriscono il dialogo e l’interoperabilità tra le biblioteche digitali presenti oggi in rete.
Questo vuol dire, per esempio, che l’utente ha la possibilità di lavorare in sincrono, sulla propria “scrivania” di Mirador, su vari oggetti digitali, anche se collocati in diverse biblioteche. Dunque, oltre a fornire una visualizzazione eccellente del singolo oggetto e la possibilità per l’utente di scegliere l’opzione più adatta alle sue esigenze, lo strumento Mirador prevede la visualizzazione contemporanea e comparata di più oggetti digitali, non solo facenti parte della DL stessa, ma collocati in qualsiasi altra biblioteca digitale che adotti lo standard condiviso iiif.
Il progetto di FICLIT DL si inserisce a pieno titolo nel cambio di paradigma che ormai da anni ha investito la ricerca umanistico-letteraria. Conservare e rendere fruibile attraverso il digitale è certamente il primo e il più basilare degli intenti ma, se si fermasse solo a questo, un progetto del genere perderebbe molte delle sue potenzialità. La risignificazione e la valorizzazione del patrimonio documentale sono ciò che permette alla DL di impattare nel panorama degli studi e della ricerca: (ri)creare una collezione digitale non vuol dire solo traslare dall’analogico, ma impone un nuovo approccio critico alla fonte e al suo contesto di riferimento. Non solo, nell’atto di progettare la digitalizzazione di un certo fondo o di una certa collezione, si aprono prospettive inedite e nuovi approcci alle collezioni stesse che, in qualche modo, vengono riscoperte e rimodulate per il medium digitale. Ne è un esempio il processo di acquisizione e digitalizzazione del Fondo Piero Camporesi che, grazie alla collaborazione con il Centro Studi omonimo, ha prodotto una serie di avanzamenti sullo stato della ricerca di settore (https://centri.unibo.it/centro-camporesi/it/officine-autore/fondo-camporesi).
28 settembre 2022