Giusi Quarenghi - Certi delle parole che corrono

 

Giusi Quarenghi

Certi delle parole che corrono

 

 

Per dire in poco il più di Gianni Rodari - il suo pensiero, la sua rivoluzione, la sua poetica, il suo magistero, la sua consegna - basta, per me, nominare la ‘fantastica’, riconoscendolo suo fondatore, su ispirazione di Novalis, e soprattutto libero quanto fedele praticante, con l’allegra e consapevole complicità di chi a scuola va e la scuola fa, intendo bambine e bambini maestre e maestri (non la totalità, quanto basta). A far da cuore e da motore di questa ‘fantastica’ il riguardo, il credito e l’attenzione riservati all’errore, all’errare, all’erranza. L’errore come spazio amabilmente e ‘fantasticamente’ sempre aperto, aperto ad altro, all’altro e a quello che fa, delle parole, altro, per nominare le cose, «per dirle le cose così, che a quel modo, esse stesse, / nell’intimo, / mai intendevano d’essere» (R.M.Rilke, Nona elegia duinese - Einaudi, 1978, p 57). Questo è il grande gioco del pensare-dire-fare, fare-dire-pensare, mettendoli in circolo. Così i bambini, e le parole giocate, smontate e rimontate da loro e con loro, per provare mondi, altri mondi, con i pezzi di questo, soprattutto quelli nei quali si rischia di inciampare…

 

Certi delle parole che corrono

le prendiamo al volo    quelle

che in quel momento vanno 

le tiriamo giù    le buttiamo

lì         Funzioneranno, punto

Pensare è un sovrappiù

richiesto raramente

 

i bambini oh i bambini

invece   mentre imparano scoprono

tengono insieme parole pensieri cose   

pensare fare dire         mai uno per volta       mai

che ne lascino fuori uno         E procedono  

trini     divini   e bambini

 

 

27 aprile 2021