Daniela Marcheschi - Le letterature nordiche

1 - Le letterature dei paesi nordici (Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Islanda, Groenlandia, Isole Åland e Fær Øer; abitanti 25 milioni) vantano una presenza editoriale più che centenaria in Italia, grazie al danese Hans Christian Andersen (1805-1875), al norvegese Henrik Ibsen (1828-1906), allo svedese August Strindberg (1849-1912), all'altro norvegese Knut Hamsun (pseudonimo di Knut Pedersen; 1859-1952). A questi autori spesso riproposti, indipendentemente dalle occasioni, si aggiungono gli svedesi Selma Lagerlöf (1858-1940), Nobel nel 1909 e Pär Lagerkvist (1891-1974), pure Nobel nel 1951, ma meno presente sul nostro mercato [1].
La fortuna vera della danese Karen Blixen (1885-1962) inizia nel 1985 con il successo del film La mia Africa di Sydney Pollack, tratto dall'omonimo romanzo della Blixen (Den Afrikanske Farm; ingl. Out of Africa, 1937: Milano, Feltrinelli, 1959, versione dall'inglese di Lucia Drudi Demby). Nel 1987, l'altro film Il pranzo di Babette (Babettes gæstebud) di Gabriel Axel - da un omonimo racconto della Blixen – indirizzava ulteriormente l'attenzione del pubblico sull'autrice [2].
In un'accezione più ampia del termine "letteratura", è importante la diffusione in Italia delle opere del filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-1855), specie a partire dal secondo dopoguerra con l'affermazione dell'esistenzialismo.

2 - In Finlandia, in Svezia e negli altri paesi del Nord Europa, l'editoria maggiore pubblica da sempre molta poesia, e buona. Se nel 1984 appariva nei «Millenni» di Einaudi, a cura di Ludovica Koch, il volume Gli Scaldi, che raccoglieva la poesia cortese di epoca vichinga, poche erano però in Italia, in quegli anni, le iniziative per dar risalto alle voci poetiche significative, ai nuovi classici contemporanei della poesia. Chi scrive presentava allora la svedese Karin Boye (1900-1941) e una scelta dei componimenti della poetessa, vera e propria apripista della letteratura svedese novecentesca, insieme con la cosmopolita Edith Södergran (1892-1923), Pär Lagerkvist (1891-1974), e pochi altri. La Boye spiccava per la novità "classica" del linguaggio poetico, in cui coniugava chiarezza e musicalità senza eccessi cantabili, complessità di pensiero e semplicità espressiva. Se ne legga ad esempio Ciò che non ha nome:

Fanno male molte cose che non hanno nome.
Meglio tacere e stringerle fra le braccia.

Molto è segreto e oscuro e pericoloso.
Meglio portarlo cauti e con rispetto.

Meglio aver serena fiducia in quanto è segreto
senza turbare il seme che germoglia.

«Qui il pensiero non andò mai in esplorazione.
Madre di tutti, guidami con incitamento sicuro!»

È bene ascoltare la voce della propria Madre -
Un'inquietudine senza parole ha un conforto senza parole. [3]


Alla Boye si devono anche la traduzione delle opere di Thomas S. Eliot, l'aver favorito l'introduzione della psicanalisi in Svezia, con la creazione nel 1931 della rivista «Spektrum», e l'impegno politico nel movimento pacifista Clarté. Consapevole delle mistificanti dittature di Hitler e di Stalin, la Boye volle denunciare la prepotenza, l'orrore di ogni regime totalitario, che crea un essere-massa annientando la capacità dell'individuo di farsi soggetto autonomo. Nacque così nel 1940 il «romanzo del XXI secolo» Kallocaina (Kallocain. Roman från 2000-talet), il cui titolo corrisponde al nome di una potente droga della verità, inventata dallo scienziato Leo Kall in una cupa e gelida società totalitaria del 2000. Per quanto ligio al potere Kall, il cui farmaco mira a controllare anche i pensieri più nascosti, giungerà infine a riscoprire se stesso e il senso autentico della vita. Kallocaina - edito in Italia dalla milanese Iperborea nel 1993 (con traduzione di Barbara Alinei) - è un classico del genere fantascientifico e delle distopie o romanzi anti-utopici [4]. In ottica comparativa, l'opera poetica e narrativa della Boye è profondamente europea, perché aperta sia all'antichità sia ai fermenti della cultura contemporanea (la Boye fu una lettrice degli scritti filosofici di Friedrich Nietzsche). Dell'autrice, in Italia poco nota [5], stampavamo una prima scelta organica di versi: In fondo alle cose. Tredici poesie, con un breve saggio introduttivo in «Almanacco dello Specchio», 11 (1983), pp. 55-74 [6]. La scelta era stata preceduta e sarebbe stata seguita negli anni Ottanta da altre pubblicazioni, la più importante delle quali è nella sezione Proposte agli editori in «Poesia» nel 1988 [7]. Chi scrive traduceva anche altri poeti: la finlandese-svedese, cresciuta in Russia a San Pietroburgo, Edith Södergran, una delle voci culturalmente più ricche ed innovative sul piano dell'invenzione ritmica del dettato, e non solo, della poesia nordica del primo Novecento [8]. La poesia della Södergran fa perno in un dolente grumo esistenziale, che si traduce in immagini di forte pregnanza, come accade ad esempio nel testo Il mondo fa il bagno nel sangue:

Il mondo fa il bagno nel sangue, perché Dio possa vivere.
Perché la sua magnificenza perduri, ogni altro deve perire.
Cosa sappiamo noi, esseri umani, di come quell'eterno anela
e cosa bevono gli dei, per nutrire la sua forza.
Dio creerà di nuovo. Egli vuol trasformare il mondo in un più chiaro segno.
Per ciò, si cinge di una cintura di lampi,
per ciò, porta una corona di spine fiammeggianti,
per ciò, vela la terra di cecità e notte.
Per ciò, guarda crudele. Le sue mani di creatore stringono la terra con forza.
Che cosa crei nessuno lo sa. Ma va come un fremito
sui sensi intorpiditi. È come una vertigine alla vista degli abissi.
Prima che cori di giubilo esclamino in un canto di lode,
c'è silenzio, come nel bosco avanti che il sole si levi [9].


C'era di nuovo spazio anche per volumi più corposi, fra i quali segnaliamo l'ampia antologia Camminando nell'erica fiorita. Poesia contemporanea scandinava, a cura di Fulvio Ferrari uscita a Milano, presso Lanfranchi, nel 1989. Nel 1987 era apparsa la versione di Alfabeto della poetessa danese Inger Christensen (1935-2009). Un'antologia di versi della Christensen è poi uscita nel 2003, nella rivista di poesia e filosofia «Kamen'» [10], ad opera di Bruno Berni. La Christensen era capace di intrecciare logica matematica ed espressività poetica, come in Alfabeto che presenta una struttura basata sulla successione numerica di Fibonacci; e vertiginosa ricerca ritmico-metrica con profondo scavo dei significati; e sperimentalismo e virtuosismo da poeta antico e forza visionaria. La Christensen è ancora oggi non notissima in Italia, pur rappresentando uno dei vertici della poesia mondiale contemporanea. A prova una poesia dalla raccolta d'esordio Luce (Lys; 1962) nella traduzione di Berni:

Dopo il primo mattino


Dopo il primo mattino cerco
la tenue fumaria della lingua

Ancora e ancora bacio la memoria del
destami! destami! Il sole e le frul-
lanti ali nel bruno vapore del mattino

Ciò che hai dato ai miei pensieri è l'opposizione
dell'aculeo nascosto nel mio librante
fiore

Ciò che hai dato a me è mero mattino

Il mio ardente desiderio: svegliarmi [11].


3 - Nel complesso il quadro dei primi anni Ottanta appariva segnato da pubblicazioni originate più da varie necessità d'impresa che da programmi editoriali organici. In tal senso è pure l'edizione Mondadori, nel 1980, e nella versione di Ervino Pocar, del romanzo Niels Lyhne (1880), uno dei capolavori del danese Jens Peter Jacobsen (1847-1885), a cui sarebbero seguiti Marie Grubbe (Fru Marie Gubbe; 1876), con la traduzione di Amos Nannini, presso la milanese Fabbri, nel 1985 [12]; e, nel 1986, l'antologia di poesie Arabesk (Pisa, Giardini), con le versioni di Alessandro Fabbrini.
Le letterature nordiche erano un insieme di nicchia, eccetto alcuni autori quali, appunto, Strindberg, di cui la milanese Mursia ristampava fra il 1984 e il 1987 Tutto il teatro, a cura di Andrea Bisicchia; oppure Ibsen, il cui Teatro era edito dalla UTET nel 1982, con introduzione di Alda Castagnoli Manghi, e traduzioni della stessa e Hanne Coletti Grunbaum (e Tutto il teatro nel 1987, a cura di Paolo Chiarini, anche a La Spezia, presso le edizioni remainders dei Fratelli Melita). E, ancora, Hamsun, oppure la Lagerlöf. Il suo capolavoro per l'infanzia, fra i libri dell'autrice svedese più noti nel mondo e più stampati in Italia [13], Il Viaggio meraviglioso di Nils Holgersson (Nils Holgerssons underbara resa genom Sverige; 1906-07) era stampato da Mondadori nel 1982, con traduzione di Francesco Saba Sardi. In quegli stessi anni, la Mondadori – grazie al suo settore librario di letteratura infantile -, pubblicava diversi volumi di Astrid Lindgren (1907-2002), la cui popolarità era in crescendo: da Voglio andare a scuola (Jag vill också gå i skolan; 1951), con traduzione di Isabella Fanti, nel 1983, a Suona il mio tiglio, canta il mio usignolo (Spelar min lind, sjunger min näktergal; 1984) nella versione di Ferrari nel 1985. Un altro editore della Lindgren era il fiorentino Salani, che ne stampava nel 1988, con traduzione di Annuska Palme e Donatella Ziliotto, Rasmus e il vagabondo (Rasmus på luffen;1955): volume già edito per la prima volta da noi negli ultimi anni Cinquanta [14], e nel 1986 presso Le Monnier. Nella versione Palme-Ziliotto, e nello stesso 1988, Le Monnier e Salani pubblicavano ancora Pippi Calzelunghe (Pippi Långstrump; del 1945). Il capolavoro della Lindgren – che dà voce ad un'anticonformista bambina dalle buffe trecce, capace di vivere da sola, indipendente, forte e ricca sia di immaginazione sia di spirito d'iniziativa - è stato introdotto nel nostro paese proprio grazie alla Ziliotto che, insieme con la Palme, ne aveva pubblicato la prima versione italiana nel 1958, presso il fiorentino Vallecchi, inserendola nella collana «I classici di domani per la gioventù». Vallecchi ripropose Pippi della Lindgren, come il libro è oramai noto fra i bambini con una abbreviazione d'affetto, nel 1970 e 1971, e nel 1984 e 1987, quando oramai questo editore aveva allestito una collezione dal significativo titolo «I Lindgren».
Intanto la torinese UTET, che svolgeva con Fabbri un ruolo meritorio di diffusione dai larghi orizzonti, riproponeva nei «Grandi scrittori stranieri» Carl Jonas Love Almqvist (1793-1866). Di questo autore svedese dalla vita avventurosa, influenzato tanto dall'utopismo sociale di Jean-Jacques Rousseau quanto dal misticismo di Emanuel Swedenborg, erano nel 1981 ristampati alcuni racconti, Novelle (1ma ediz. 1966), con traduzioni di Italo Grilli e introduzione della Castagnoli Manghi. Importante anche l'uscita, presso Einaudi, nel 1982, del volume I Markurell (Markurells i Wadköping; 1919) di Hjalmar Bergman (1883-1931) [15], con introduzione di Carlo Emilio Gadda, traduzione di Adamaria Terzani, e una nota della Koch. Questo vivace romanzo, ristampato in Italia anche negli anni Novanta, ha i toni della commedia e del grottesco, che sono in realtà l'altra faccia dello sguardo tragico proprio dell'autore svedese. Nel 1982, usciva ancora una volta la traduzione dal norvegese delle memorie del celebre e discusso esploratore Roald Amundsen, La conquista del Polo Sud. La spedizione norvegese del Fram verso il polo australe: 1910-1912 (Sydpolen. Den norske sydpolsfærd med Fram: 1910–12) [16]. Con preziosa operazione editoriale, il volume compariva in anastatica a Roma presso l'editore Savelli, che riproduceva l'edizione Treves del 1913, cogliendo l'occasione del concomitante arrivo dal Polo Sud di impressionanti dati sul clima sottolineati dalla stampa.
Le culture nordiche mantengono viva l'attenzione per i miti, le saghe e le leggende popolari, e ciò non sfuggiva alla nostra editoria: nel 1983, a cura di Vittoria Grazi, presso l'Istituto Orientale di Napoli, era pubblicata La saga di Grettir (Grettissaga; XIII secolo), un testo canonico della letteratura islandese antica [17].

4 - Un mutamento culturale nell'ambito della narrativa lo avrebbe innescato la casa editrice Iperborea, fondata a Milano nel 1987 da Emilia Lodigiani. Specializzata nella pubblicazione della letteratura del Nord-Europa, Iperborea ha ampliato il raggio di ricerca e proposizione editoriale alle letterature islandese, olandese ed estone.
Iperborea, che ha stimolato gli altri editori italiani a una maggiore concorrenza nel settore, a guardare con altra ottica commerciale il mondo letterario nordico, ripubblicava subito opere da noi meno note o meno valorizzate di classici nordici famosi a vario titolo. Ad esempio, nel 1988 in ambito svedese, con traduzione di Carmen Giorgetti Cima e introduzione di Ferrari, appariva di Lagerkvist Pellegrino sul mare (Pilgrim på havet; 1962 [18]): un romanzo intenso, in cui richiamo dell'infinito e della conoscenza e mistero della vita umana, senso di profonda solitudine e spinta dell'amore, si intrecciano in modo suggestivo. Oltre ai miti e alle leggende, le culture nordiche, a maggioranza protestanti, hanno attenzione per le narrazioni bibliche. Nel 1988, nella versione della Giorgetti Cima, usciva Betsabea (Batseba; 1984) di Torgny Lindgren (1938), uno degli scrittori svedesi contemporanei più autorevoli, che proprio negli anni Ottanta aveva avuto la consacrazione [19]. Nel romanzo il tema biblico (Betsabea è la bella sposa che David prende al fedele soldato Uria, mandato a morire in guerra, e la madre di Salomone) è l'occasione per esplorare gli eterni intrecci fra bene e male, ma soprattutto dell'amore fra uomo e donna, che diventa lotta di potere fra i due sessi, e in cui la donna è modernamente sempre più consapevole di sé. Nel 1989 usciva invece, ancora a cura della Giorgetti Cima [20], Morte di un apicultore (En biodlares död; 1978) del narratore e poeta Lars Gustafsson (1936). Il romanzo è fra le opere più vendute da Iperborea. Da allora in poi Gustafsson – prima se ne conoscevano da noi solo saggi dell'opera poetica [21] - sarebbe diventato uno scrittore apprezzato nel nostro paese. Fra gli autori danesi pluripremiati anche all'estero, compariva per la prima volta in italiano Peter Seeberg (1925-1999). Iperborea ne pubblicava nel 1988 il volume L'inchiesta (Eftersøgningen; 1962), ristampato anche nel 1999, a Milano, da Lampi di stampa. I 17 racconti che lo costituiscono, con traduzione di Anna Cambieri e introduzione di Maria Giacobbe, colpiscono per l'intreccio di umorismo e grottesco, per il modo in cui il quotidiano trascolora nell'assurdo. Nel 1989, a cura di Berni, era la volta del romanzo Lagoa Santa (Vejen til Lagoa Santa; 1981) di un autore pure mai prima tradotto in Italia e in seguito con maggior fortuna editoriale di Seeberg: Henrik Stangerup (1937-1998). Attraverso la figura del protagonista, il naturalista Lund, egli affronta tra scienza e natura, conoscenza e verità, intense problematiche etiche ed esistenziali. Nel 1989 – con traduzione di Danielle Braun Savio e introduzione di Ferrari – usciva il romanzo Lillelord (1955) del norvegese Johan Borgen (1902-1979), anche giornalista, critico e drammaturgo, noto in patria per la sua resistenza al Nazismo. Il romanzo, l'unico in Italia di questo autore norvegese [22], è stato ristampato in digitale nel 1999 da Lampi di stampa. Nel 1990, è la ripubblicazione del romanzo di Tarjei Vesaas (1897-1970), scrittore già conosciuto ma non notissimo nel nostro paese [23]: Gli uccelli (Fuglane; 1957), a cura di Silvia De Cesaris Epifani. In ambito finlandese, Iperborea ha riproposto la scrittrice finlandese-svedese Tove Jansson (1914-2001), nota presso il pubblico infantile italiano fin dagli anni Cinquanta per la sua felice serie dei Mumin, libri per l'infanzia introdotti in Italia ancora dalla Ziliotto, attraverso l'editore fiorentino Vallecchi. In particolare, a cura della Giorgetti Cima, Iperborea ha edito i libri per gli adulti della Jansson: dal Il libro dell'estate (Sommarboken; 1972), nel 1989, a La barca e io (Meddelande; 1971-1997) nel 2005.
Vari i frutti di quello che potremmo definire "l'effetto Iperborea". Ad esempio, nel 1989 Guanda pubblicava del danese Herman Bang (1857-1912), innovatore delle tecniche narrative, il romanzo Lungo la strada (Ved Vejen; 1886), nella versione di Eva Kampmann. Salani e Giunti rilanciavano la scrittrice danese anticonformista Karin Michaëlis (1872-1950), già famosa in Italia negli anni Trenta-Quaranta, quando Vallardi aveva pubblicato Bibi, serie di libri per ragazze [24] divenuta celebre in tutto il mondo. Nel 1988 Salani stampava 6 x 2 non fa 12 (Lotte Ligeglad; 1936), nella versione della Kampmann; e nel 1989 Giunti, con traduzione della Kampmann e della Ziliotto, ne ristampava il romanzo di successo internazionale L'età pericolosa (Den farlige Alder; 1910): la storia di una quarantenne a un bivio della sua vita sentimentale e a tu per tu con i propri desideri di donna e il bisogno di autonomia.

5 - Negli anni Novanta le letterature nordiche conoscono in Italia il boom. Accade ciò che non era forse mai avvenuto prima nella nostra cultura: la raggiunta, effettiva, reciprocità degli scambi editoriali fra Europa del Nord e Italia. Se i paesi nordici stampano da sempre opere letterarie di ogni genere provenienti dal nostro paese, ora si fa altrettanto ampia e variegata la scelta dei titoli delle loro letterature comparsi su un più aperto mercato librario italiano.
Nel 1990 Mondadori aveva edito l'antologia di Racconti dalla Scandinavia in cui erano autori importanti, alcuni dei quali sarebbero stati protagonisti a vario titolo dell'editoria negli anni successivi: da Per Olof Enquist e Torgny Lindgren a Birgitta Trotzig (svedesi); da Dag Solstad a Einar Økland (norvegesi); da Inger Christensen a Klaus Rifbjerg (danesi). Intanto la letteratura nordica proposta da Iperborea – fra opere di autori classici e moderni molto vendute, come ad esempio L'imperatore di Portugallia (Kejasaren av Portugallien; 1914) della Lagerlöf, Il nostro bisogno di consolazione (Värt behov av tröst; 1955) di Stig Dagerman (1923-1954) o L'anno della lepre (Jäniksen vuosi; 1975) del finnico prima sconosciuto nel nostro paese Arto Paasilinna (n. 1942) -, costituiva una presenza oramai consolidata sul mercato.
Quanto agli autori classici, se ne potevano reperire diverse opere e varie edizioni; e bastano pochi dati-campione del rapido ampliamento delle offerte di lettura. Del controverso Hamsun – che per le sue simpatie naziste subì processo e internamento in manicomio fino al 1948 - Mondadori aveva ristampato nel 1988, nella versione di Pocar e con introduzione di Anton Reininger [25], il romanzo Pan (1894): una esaltazione del legame profondo, quasi mistico, che esisterebbe per l'autore norvegese fra natura ed esseri umani e che ha nella figura del vagabondo uno dei suoi emblemi. Nel 1990 la milanese Adelphi ne proponeva il romanzo in parte autobiografico Fame (Sult; 1890); nel 1991 Mondadori ne pubblicava, a cura di Ferrari, Frammenti di vita (Livsfragmenter: ni noveller, 1988). Poco dopo, a cura di Ferrari, per Iperborea ne usciva nel 1992 Sognatori (Sværmere; 1904), più volte ristampato in quella decade. Ancora di Hamsun e a cura di Ferrari, nel 1995 appariva Sotto la stella d'autunno (Under høststjærnen.En Vandrers Fortælling; del 1906), ristampato per il Club degli Editori nel 1996; mentre a Roma, per Fazi, era nel 1995 uscito anche il libro frutto dell'esperienza manicomiale dopo la guerra, Per i sentieri dove cresce l'erba, nella traduzione di Maria Valeria D'Avino. Una simile, positiva escalation di titoli concerneva pure Lagerkvist, il cui capolavoro Barabba (Barabbas; 1950) riusciva nel 1993 presso l'editore milanese TEA, nella versione storica di Giacomo Oreglia e Carlo Picchio. Diventato pure dramma nel 1953, pubblicato a cura di Franco Perrelli da Iperborea nel 2004, Barabba è una penetrante interrogazione sul mistero dell'incontro fra umano e divino, davanti al quale restano slanci e dubbi, in un lancinante bisogno di verità. La milanese Jaca Book nel 1998 ne riproponeva la versione (già edita nel 1985) di Oreglia e Picchio con la prefazione di Alessandro Ceni: edizione, questa, ripubblicata più volte nel 2001, 2004 e 2011.
A riprova dell'aria mutata nel nostro mercato editoriale, l'inserimento di August Strindberg nella collana «I Meridiani» di Mondadori: i Romanzi e racconti di questo classico svedese, a cura della Koch, apparivano in due volumi nel 1991 e nel 1994.
Gli anni Novanta sono anche quelli del successo di autori nuovi in tutti i sensi: ad esempio il norvegese Jostein Gaarder (n. 1952) con il romanzo Il mondo di Sofia (Sofias verden; 1991), tradotto da Margherita Podestà Heir per Longanesi nel 1994. Quest'opera ben confezionata ha avuto versioni in alcune decine di lingue ed è stata un best-seller anche nel nostro paese, dove ha ricevuto il Premio Bancarella nel 1995. Da allora i libri di Gaarder sono presenti sul nostro mercato librario, così come, nell'ambito dell'editoria per ragazzi, accade con quelli dell'altro norvegese Klaus Hagerup (n. 1946), pubblicati da Fabbri e Salani [26]. Hagerup è anche un poeta e drammaturgo, nonché il fortunato creatore del personaggio teenager Markus – in italiano Olle - , un ragazzo insicuro e complessato, a cui ha dedicato dal 1994 una serie di libri pieni di ironia. Si riaffacciavano con forza anche autori i cui libri non avevano riscosso grandi successi nei decenni precedenti, come l'islandese Halldór Kiljan Laxness, di cui Iperborea proponeva nel 1996 (e nel 2000) L'onore della casa (Ungfrúin gótha og húsith; 1933), a cura di Paola Daziani Róbertsson, per proseguirne altre pubblicazioni negli anni successivi [27].
Si potevano reperire libri di saghe e leggende nordiche, anche in corrispondenza di un ritorno del gusto del fantastico nelle generazioni più giovani: nel 1996 nei «Millenni» Einaudi inseriva Miti e leggende del Nord (Nordiske myter og Sagn; 1927) del danese Vilhelm Grønbech (1873-1948); Mondadori pubblicava nel 1997 due volumi corposi di Antiche saghe nordiche, a cura di Marcello Meli; TEA, nello stesso anno, Edda. Racconti mitologici dal mondo del Nord, a cura di Gianna Chiesa Isnardi. Per non dire, infine, di altri nomi nuovi per l'Italia, e interessanti o comunque da leggere con piacere, quali ad esempio i norvegesi Jan Wiese (n. 1928) e Tove Nilsen (n. 1952) [28], ma anche il filosofo, scrittore e drammaturgo di Bergen Ludvig Holberg (1684-1754), padre della letteratura danese (Norvegia e Danimarca formavano allora uno stato unico): Adelphi ne pubblicava nel 1994, a cura di Berni, il romanzo tra il favoloso e il paradossale Il viaggio sotterraneo di Niels Klim (Nicolai Klimii iter subterraneum, 1741; Niels Klims underjordiske Rejse; 1789).
Si affermava più saldamente lo scrittore, drammaturgo e sceneggiatore svedese, Per Olof Enquist (n. 1934) [29], di cui si stampavano nel 1991, 1992, 1996, il dramma su Andersen I serpenti della pioggia (Från regnormarnas liv; 1981) [30]; il romanzo La partenza dei musicanti (Musikanternas uttåg; 1978), sulla realtà dei lavoratori svedesi nel primo Novecento, e Processo a Hamsun (Hamsun, en filmberättelse; 1996), sceneggiatura di un film presentato alla Mostra di Venezia nel 1996 [31].
Riguardo ai danesi e al genere della letteratura di intrattenimento, iniziava nel 1994 la serie dei successi editoriali in Italia Peter Høeg (1957), di cui Mondadori stampava, nella versione di Berni, Il senso di Smilla per la neve (Frøken Smillas fornemmelse for sne;1992). Ambientato fra Groenlandia e Danimarca, questo giallo, in cui potere scientifico ed economico sono intrecciati all'insegna del male, è diventato un best-seller internazionale e, nel 1997, un film di Bille August. Più volte ripubblicati anche altri volumi di Høeg: da I quasi adatti (De måske egnede; 1993) nel 1996, alla Storia dei sogni danesi (Forestilling om det tyvende århundrede; 1988) nel 1998 [32].
La diffusione delle letterature nordiche, nell'ambito della prosa, incrementava la domanda di poesia. Nel 1990, l'editore Passigli pubblicava l'antologia delle Poesie di un autore multiforme quale Lars Forssell (1928-2007), a cura di Oreglia; le Poesie di Lagerkvist, sempre a cura di Oreglia, già edite nel 1969 da Rusconi, erano ristampate in nuova edizione a Forlì, presso Guaraldi, nel 1991, con la prefazione di Mario Luzi. Nello stesso anno uscivano un'antologia delle Poesie di Kjell Espmark (n. 1930) [33], studioso svedese e poeta autorevole e, dal 1981, membro dell'Accademia di Svezia; e la raccolta Conversazioni (Samtalet; 1987) di Katarina Frostenson (n. 1953), pure membro dell'Accademia svedese [34]. Nel 1992, era il turno dell'antologia Canti Lapponi, a cura di Giorgio Pieretto (Venezia, Università degli Studi di Venezia); e nel 1994 di Finlandia raccontata dalle donne. Antologia dei canti popolari, a cura di Paula Loikala (Bologna, CLUEB). Potevano anche essere stampate, a cura nostra, ampie antologie sia in rivista sia in volume. In rivista da ricordare, nel 1994, la traduzione di versi di Karin Boye (con l'aggiunta del saggio Il linguaggio oltre la logica), in «Kamen'» [35] ; di Poeti svedesi del Novecento, in «Trame» [36]; dell'altra poetessa svedese Birgitta Trotzig (1929-2011), fra le più alte voci della poesia contemporanea, sempre in «Kamen'», ma nel 1996 [37]. Quanto ai volumi, invece, ancora a cura di chi scrive: Karin Boye, Poesie. Con testo a fronte, Firenze, Le Lettere, 1994; e Edith Södergran, La Luna e altre poesie, Pistoia, Via del Vento Edizioni, 1995 e 1997, II edizione riveduta e corretta; infine l'antologia di versi di Birgitta Trotzig, Il sonno del mondo (Poesie 1954-1996), Roma, Fondazione Piazzolla, 1997 (Premio Internazionale di Poesia Calliope), nella cui poesia sono un originale cesello della parola e una forma poetica, che potremmo definire poesiaprosa o prosapoesia, ben attenti a non confonderla con le esperienze tardo-simboliste e ad evitare ogni distinzione artificiosa di genere, in cui la Trotzig non credeva. La voce della Trotzig, così innovativa anche nell'intreccio espressivo, risalta per nettezza e concretezza verbale, forza delle immagini e pathos, come ad esempio in «vedo dentro il verde», un componimento tratto dalla raccolta Anima del 1982:

vedo dentro il verde, superficie all'infinito, sussurrante infinito, corpo dei sussurri, lingue, il verde è lingue e occhi, riflessi e mobilità, umidità, scintille di luce – in che modo ne sono separata, io non ne sono separata, io sono in un occhio, tutto è miraggi e sussurri, luce in uno specchio oscuro erra sempre più lontana dentro il bosco riflesso.

Accanto ai volumi citati prima, e ancora a cura di chi scrive, uscivano altri testi preziosi, fra poesia, prosa d'arte e riflessione teorico-saggistica, di uno dei maggiori artisti contemporanei dell'area nordica: lo scultore svedese Staffan Nihlén (n. 1929) [38]. Altre le traduzioni culturalmente notevoli: ad esempio, a cura della Loikala, nel 1996, Il nord come destino. Liriche finlandesi moderne al femminile (Bologna, CLUEB); l'ampia Antologia della poesia svedese contemporanea a cura di Helena Sanson e Edoardo Zuccato, edita a Milano, presso Crocetti, nel 1996; e, a cura di Tuula Haapiainen, l'antologia della Södergran il Giardino dolente. Poesie 1916-1922 (Napoli, Filema), nello stesso 1996. A cura della Chiesa Isnardi, nel 1997, usciva pure Lirica scandinava del dopoguerra. Voci e tendenze più significative, Pisa-Roma, Istituti editoriali e poligrafici internazionali; mentre erano ristampate le poesie Notti di sonnambulo ad occhi aperti di Strindberg, a cura di Oreglia, sia presso Einaudi nel 1994, sia, nel 1997, presso Fabbri e l'editore fiorentino Passigli. Nella collana di poesia, sempre a cura di Oreglia, quest'ultimo riproponeva nel 1997 Lars Gustafsson; nel 2000 l'antologia di Artur Lundkvist (1906-1991), Il poeta nel vento e altre poesie. È però l'editore milanese Crocetti ad essere fra i più attivi propositori di versi e autori dell'Europa settentrionale, anche grazie alla rivista «Poesia», dove a partire dagli anni Ottanta si potevano trovare diversi spazi per le voci nuove e meno nuove della poesia nordica: da Ekelöf a poetesse norvegesi o poeti danesi [39]. Infine, è da citare l'edizione delle poesie religiose di Hallgrímur Pétursson (1614-1674), fra i vertici della letteratura islandese: I salmi della passione (Passiusálmar, del XVII secolo), a cura di Silvia Cosimini e Diego Rossi, Milano, Ariele, 1998.

6 – Durante gli ultimi anni, il mercato editoriale ha percorso la strada aperta in precedenza: e con punte di particolare rilievo culturale, sebbene un'ottica fin troppo commerciale si sia spesso insinuata anche nel campo della selezione delle voci nordiche per i nostri lettori. Fra le maggiori proposte è il volume Fiabe e storie del danese Hans Christian Andersen, uscito a Roma, presso Donzelli nel 2001, con introduzione di Vincenzo Cerami: un'impresa di traduzione completa, a cura di Berni, del corpus delle 156 fiabe anderseniane (Eventyr og historier; 1862; e Billedbog uden Billeder; 1840), mai realizzata prima in Italia; ma anche i volumi Racconti e leggende popolari norvegesi (Norske Huldre-eventyr og Folkesagn; 1845), a cura di Luca Taglianetti, pubblicate da Controluce (Nardò), nel 2012. Per non dire della pubblicazione dei componimenti di Birgitta Trotzig, Nel fiume di luce. Poesie 1954-2008, Milano, Oscar Mondadori, 2008: un'antologia di versi, la cui traduzione italiana (a nostra cura), specie per i punti di più complessa interpretazione, è stata discussa insieme con la stessa autrice svedese, cosa che aggiunge valore filologico all'edizione.
La poesia e i classici nordici non hanno del resto cessato di ottenere uno spazio editoriale significativo nel nostro paese sia in rivista sia in volume. Quanto alla Svezia, ad esempio, non si tratta solo di Strindberg, di cui sono stati ripubblicati per le edizioni di Repubblica due gioielli narrativi da tempo non reperibili sul mercato, quali Gli abitanti di Hemsö e Il capro espiatorio [40], oppure della finlandese-svedese Södergran e della stessa Trotzig [41], ma anche del poeta, Premio Nobel per la Letteratura nel 2011, Tomas Tranströmer (n. 1931), che proprio nell'ultima decade ha goduto di meritata fortuna, sebbene relativa per le condizioni dell'editoria di poesia in Italia. Dopo l'uscita nel 1996 di vari testi nell'Antologia della poesia svedese contemporanea, a cura di Sanson e Zuccato (pp. 15-53) e nel 1999 di Poesie, con prefazione di Stanislao Nievo e traduzione di Oreglia (presso le edizioni del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati), dell'autore sono apparsi in Italia volumi singoli e antologie: Sorgegondolen. La lugubre gondola, Milano, Herrenhaus, 2003 (poi Milano, BUR, 2011), a cura della Chiesa Isnardi; le antologie Tomas Tranströmer, in «Almanacco dello Specchio», 2005, pp. 29-50 (a cura nostra e in collaborazione con Karin Hellbom) e Poesia dal silenzio, a cura di Maria Cristina Lombardi, Milano, Crocetti, 2001 (ristampa 2011). Nel 2011 sono inoltre uscite, ancora presso Crocetti, le poesie in forma di haiku, Il grande mistero (Den stora gåtan; 2004), e l'unica opera narrativa pubblicata da Tranströmer I ricordi mi guardano (Minnena ser mig; 1993), edita da Iperborea: a far conoscere una poesia in cui le cose e le creature si caricano di risonanze metafisiche, grazie al processo pendolare di focalizzazione del linguaggio (preciso, chiaro) e dilatazione in una dimensione intemporale, in cui, nel sapiente rapporto fra durata e intemporalità, nello sfasamento degli stati psicologici, legati alle varie percezioni della vita vissuta, si esaltano le sfere della corporeità, dell'intelligenza o del ricordo. Fra le contemporanee voci poetiche svedesi, da leggere dei volumi e antologie in rivista di personalità come Göran Sonnevi (n. 1939), Katarina Frostenson (n. 1953), Jesper Svenbro (n. 1944), e Magnus William-Olsson (n. 1960). Del primo si veda Variazioni mozartiane ed altre poesie, a cura di Bruno Argenziano, Firenze, Pagliai Polistampa, 2006; della Frostenson Dalla nuda terra al corallo, Spinea, Edizioni del Leone, 2006, a cura di Enrico Tiozzo; Poesie, Falloppio, LietoColle, 2007, nell'ottima versione di Raffaella Giuliani; e La fonte del suono, ancora a cura di Tiozzo, Milano, Crocetti, 2011. Di Svenbro Apollo blu, Novara, Interlinea, 2007, a cura della Lombardi, con l'introduzione di un fine critico quale Lars-Håkan Svensson e una traduzione di Giuseppe Conte [42]. Di William-Olsson l'antologia di versi (a cura nostra) Poesie, XX, 38, Gennaio 2011, pp. 23-60. A tali titoli si deve aggiungere (a nostra cura) l'antologia Poeti dell'Accademia di Svezia in «Almanacco dello Specchio», 2010-2011, pp. 85-106, con testi di Kjell Espmark, Katarina Frostenson, Kristina Lugn, Anders Olsson, Jesper Svenbro, Birgitta Trotzig, Per Wästberg. Quanto alle altre letterature nordiche, segnaliamo l'antologia poetica Sei voci finniche, a cura di Pieretto, nel n. 2 del 2000 della rivista «In forma di parole»; mentre del 2006 è l'edizione delle poesie Aperto di notte (Nattåpent; 1985), Bologna, Edizioni di LucidaMente, a cura di Randi Langen Moen e Christer Arkefors, del norvegese Rolf Jacobsen (1907-1994), i cui versi sono ispirati alla libertà metrica tipica del modernismo scandinavo. Negli ultimi quattro anni, poi, il fermento editoriale nel campo della poesia si è fatto più vivo anche per la nascita di collane editoriali ad hoc: ad esempio la «Collana Alfabet», che la casa editrice Kolibris ha cominciato nel 2010 a dedicare alla poesia nordica contemporanea e in cui sono apparsi finora testi dei poeti danesi Morten Søndergaard e Inger Christensen [43]; oppure la collana di «Poesia» internazionale di Del Vecchio Editore, in cui è apparso il volume di versi A Vinci, dopo. Gli alberi hanno ragione. Blog, ancora del danese Søndergaard [44].
Infine, merita segnalare che, nell'antologia AAA Europa cercasi, a cura di Lino Angiuli e Maria Rosa Cesareo, edita nel 2014 dalla milanese La Vita Felice, figurano versi del danese Henrik Nordbrandt (n. 1945), dello svedese Harry Martinson (1904-1978), dei finlandesi Aino Suhola (n. 1950) e Nils-Aslak Valkeapää (1943 – 2001): quest'ultimo un poeta, scrittore, saggista, compositore e cantante in lingua sami [45].

In un simile flusso di iniziative, vi sono anche studiosi, come la norvegese Siri Nergaard, che hanno cominciato a riflettere sulle modalità in cui si intrecciano culture nordiche (in particolare la norvegese) e cultura italiana, come nel volume La costruzione di una cultura. La letteratura norvegese in traduzione italiana edito a Rimini, da Guaraldi, nel 2004.
Sarebbe in ogni modo lungo un elenco degli autori presentati per la prima volta in Italia, che hanno riscosso successo o sono significativi in modo diverso, nella varietà dei generi letterari praticati. Valgano per i tanti lo svedese Björn Larsson (n. 1953) e la norvegese Linn Ullmann (n. 1966). Il primo è scrittore e velista, i cui libri - editi da Iperborea - hanno ottenuto numerosi premi anche in Italia: solo per citare due dei primi titoli in italiano, dal Boccaccio Europa 2000 per Il cerchio celtico (Dem keltiska ringen; 1992) del 2000, nella versione di Katia De Marco e con postfazione di Paolo Lodigiani, al Premio Elsa Morante Opera Straniera 2002 per L'occhio del male (Det onda ögat; 1999), apparso con traduzione della Cangemi e postfazione di Philippe Bouquet nel 2002. La seconda è venuta alla ribalta con il successo Prima che tu dorma (Innan du somnar, 1999), edito nello stesso 1999 da Mondadori - e negli Oscar nel 2000 -, con la traduzione di Pierina M. Marocco [46]. L'ultimo romanzo della Ullmann, apparso in Italia, La ragazza dallo scialle rosso (Det dyrebare; 2011) è stato invece pubblicato da Guanda, nella versione di Lisa Raspanti, nel 2013. E ancora un norvegese, Erlend Loe (n. 1969), i cui romanzi – fra i quali Naif. Super (Naiv. Super; 1997) - sono pure editi da Iperborea [47]; e tra i finlandesi Leena Lander (n. 1955), il cui romanzo La casa delle farfalle nere (Tummien perhosten koti; 1991), uscito per Feltrinelli nel 2003, è diventato anche un film di successo nel 2008. Quanto agli autori danesi, da ricordare Morten Ramsland (n. 1971), autore di Testa di cane (Hundehoved; 2005), tradotto da Eva Kampmann, Milano, Feltrinelli, 2006 (vincitore del Premio Berto, 2007), in cui reale e surreale sono legati in una vera e propria danza narrativa; o Carsten Jensen (n. 1952), scrittore e critico autore del grande affresco epico La leggenda degli annegati (Vi, de druknede; 2006), edito a Milano, da Rizzoli, 2007, nella versione di Berni. Riguardo agli scrittori islandesi è da leggere Thor Vilhjálmsson (1925-2011), i cui libri di suggestione fantastica e mitica, come Il muschio grigio arde (Grámosinn glóir; 1998), e Cantilena mattutina nell'erba (Morgunþula í stráum; 1998), sono pure stampati da Iperborea, rispettivamente nel 2002, a cura della Cosimini, e nel 2006, a cura di Paolo Turchi. Un contributo alla ulteriore conoscenza dei giovani scrittori del Nord Europa è venuto anche dalle antologie di narratori danesi e groenlandesi Apparenze, a cura di Berni, Roma, Avagliano, 2002; di giovani narratori danesi, svedesi, norvegesi, Nordic lights a cura di Silvia Rota Sperti, Milano, Mondadori, 2006. Oppure da volumi singoli, ad esempio quello del danese Jan Sonnergaard (n. 1963), i cui racconti ambientati in tristi periferie urbane, come in Radiator. Dieci storie a Copenaghen (Radiator; 1997), sono stati editi a Bologna, presso Pendragon, nel 2003.
La prima decade del nuovo millennio è stata contrassegnata dall'apparizione di un numero di successi editoriali, che hanno portato la letteratura svedese, e le letterature nordiche in genere, a livelli di vendite prima impensabili per il nostro mercato. Fra i libri di un certo valore sono Il medico di corte (Livläkarens besök; 1999) di Enquist, pubblicato da Iperborea nel 2001, a cura della Giorgetti Cima. Questo romanzo, oltre ad aver venduto molto, ha anche ricevuto i premi Super Flaiano e Mondello; mentre lo stesso autore - con il romanzo tra realtà e fantasia su Blanche Wittman e Marie Curie, Il libro di Blanche e Marie (Boken om Blanche och Marie; 2004), ancora edito da Iperborea nel 2006, con traduzione della De Marco -, si è poi aggiudicato il Premio Napoli 2007 e il Premio Scrivere per Amore.
La scuola del giallo nordico ha mietuto successi in Italia e non solo, già con la serie dei polizieschi incentrati sulle indagini del commissario Martin Beck: il personaggio fatto vivere fra il 1965 e il 1975 da Maj Sjöwall (n. 1935) insieme con Per Wahlöö (1926-1975), dei quali l'editore palermitano Sellerio, nella versione di Renato Zatti, ha riproposto nel 2011 anche Terroristi. Romanzo su un crimine (Terroristerna. Roman om ett brott; 1975), decimo e ultimo volume del loro lavoro di coppia [48]. I loro libri delineavano una critica della società contemporanea e dei mali del capitalismo «più efferato» [49], sotto la veste leggera della letteratura d'intrattenimento. Ora sovrabbondano i libri polizieschi nordici, capaci di diventare rapidamente best- sellers, forse anche perché sono meno stringenti, come osserva la Sjöwall. Fra gli autori conosciuti sono Anne Holt (n. 1958), scrittrice-avvocato ed ex ministro norvegese le cui opere sono edite in Italia anche da Einaudi, che ne ha pubblicato i romanzi di maggior successo: da Quello che meriti (Det som er mitt; 2001), tradotto da Luca Lamberti, a La vendetta (Salige er de som tørster; 1994), ristampato nel 2010 e nel 2012 (1ma ediz. Bresso, Hobby & Work, 1999) nella versione di Maria Teresa Cattaneo. Noti anche i polizieschi dell'altra autrice norvegese Karin Fossum (n. 1954), che hanno come protagonista il commissario Konrad Sejer. Da uno dei primi romanzi, Lo sguardo di uno sconosciuto (Se deg ikke tilbake!; 1996), tradotto da Pierina M. Marocco, edito nel 2002 da Frassinelli (e più volte ristampato), è stato ricavato nel 2007 il film La ragazza del lago di Andrea Molaioli. Ancora, notevole successo hanno riscosso gli svedesi Henning Mankell (n. 1948) e Arne Dahl (n. 1963). Il primo è il creatore del poliziotto Kurt Wallander con tratti di sofferta umanità, le cui indagini hanno ispirato una fortunata serie televisiva inglese. Tradotti da Giorgio Puleo per Marsilio, che ha proposto una serie di nove suoi volumi dal titolo complessivo Le inchieste del Commissario Wallander, i numerosi gialli di Mankell, che si fanno apprezzare perché meno truculenti o compiaciuti di altri del genere, sono stampati in Italia anche da Mondadori (versione di Barbara Fagnoni), Mondolibri e BUR Ragazzi. Dahl, pseudonimo dell'editor e critico Jan Arnald, è giunto invece al successo con la serie del «Gruppo A», una unità investigativa specializzata in delitti internazionali. Anche i suoi libri sono editi da Marsilio nella collana «Farfalle» [50].
Tantissimi sono, però, i gialli nordici famosi. Del resto, il successo del genere del romanzo poliziesco o thriller in Italia fa sì che diversi nostri editori scelgano spesso di proporre i corrispettivi narrativi provenienti dall'estero, paesi nordeuropei inclusi, magari a scapito di prove narrative anche più raffinate e di interesse: basti dire soltanto che i romanzi di una grande scandinava come la Trotzig non sono ancora tradotti in italiano.
Riguardo ai libri gialli, si pensi ancora a quelli di altri autori svedesi come ad esempio Håkan Nesser (n. 1950), "padre" del commissario Van Veeteren, la cui «inchiesta» La rete a maglie larghe (Det grovmaskiga nätet; 1993), nella traduzione della Giorgetti Cima, già apparsa presso Guanda nel 2001, è stata riproposta nel 2014 dal medesimo editore. Nesser ha creato anche una appassionata investigatrice: l'ispettore di polizia Ewa Moreno [51]. Oppure si tenga conto, fra i vari nomi possibili, di Liza Marklund (n. 1962), creatrice della figura della giovane reporter Annika Bengtzon [52]; o quelli del musicista della band dei Di Derre e scrittore norvegese Jo Nesbø (n. 1960), i cui gialli/thriller o best-sellers - proposti pure nei "Libri parlati" o da Mondo. libri - , a partire dal 2006 sono stati pubblicati e sono ripubblicati in Italia, prima, dalla casa editrice Piemme [53], quindi da Einaudi. La casa torinese, che ha acquisito le opere di Nesbø dal 2011, fra questo stesso anno e il 2014 ne ha edite addirittura cinque, con più ristampe fra volumi cartacei – perlopiù nella collana «Stile libero Big» - ed eBook: Il Leopardo (Panserhjerte; 2009) nel 2011 e 2012; Lo spettro (Gjenferd; 2011) nel 2012 e 2013; Il cacciatore di teste (Hodejegerne; 2008) nel 2013 e 2014; Polizia (Politi; 2013) nel 2013; Il Pipistrello (Flaggermusmannen; 1997) nel 2014, nelle versioni della Kampmann e della Cattaneo. Senza dimenticare che alcuni romanzi di Nesbø, della divertente serie «Il dottor Prottor» dedicata ai ragazzi, sono stati editi pure da Salani [54].
Non bisogna tralasciare neanche il giallista danese Jussi Adler-Olsen (n. 1950), il cui libro La donna in gabbia, nella versione della D'Avino, è apparso nel 2011 nella già menzionata collana delle «Farfalle» di Marsilio, casa editrice da considerare leader nell'ambito di simili titoli scandinavi e nordici; oppure dell'islandese Arnaldur Indriðason (1961), autore di Sotto la città (Mýrin; 2000), primo nel 2005, nella versione della Cosimini, di una serie di romanzi pubblicati da Guanda.
Ha però toccato il culmine delle vendite la trilogia romanzesca e poliziesca Millennium dello svedese Stieg Larsson (1954-2004). I tre romanzi, Uomini che odiano le donne (Män som hatar kvinnor; 2005), La ragazza che giocava con il fuoco (Flickan som lekte med helden; 2006) e La regina dei castelli di carta (Luftslottet som sprängdes; 2007), che sono presto diventati film e miniserie, sono stati pubblicati dall'editore Marsilio fra il 2007 e il 2009. Le avventure dei protagonisti – il giornalista Mikael Blomkvist e l'esperta di pirateria informatica Lisbeth Salander - fra complotti, antichi e nuovi misteri e colpi di scena, che hanno per teatro Stoccolma e i luoghi di maggiore appeal dall'Italia e l'Inghilterra ai Caraibi e all'Australia, hanno "incantato" i lettori in tutto il mondo e in Italia. Nonostante Larsson sia tanto popolare quanto non particolarmente amato dai critici letterari scandinavi, le sue opere sono l'ennesima testimonianza della forza attuale di letterature capaci di non trascurare mai i propri "fondamentali": maestria tecnica, strutture narrative solide, lingua disinvolta, stile diretto.
Intanto, sempre più numerose sono le case editrici minori che attingono negli ultimi anni all'area scandinava, come, giusto per dare qualche riferimento fra i molti possibili, la romana Elliot, la milanese Nord, la latinense Ortica e Nord-Sud, casa editrice per ragazzi acquisita da Salani e ora parte del gruppo editoriale Mauri Spagnol. Elliot ha ad esempio pubblicato - rispettivamente nel 2011 e nel 2012, a cura di Laura Cangemi – i romanzi Il tizio della tomba accanto (Grabben i graven bredvid; 1999), un libro molto venduto, da cui è stato tratto anche un film; e gli altri Tomba di famiglia (Familjegraven; 2005) e Taci! Sei morto (Tyst! Du är död!; 2001) della ironica scrittrice svedese Katarina Mazetti (n. 1944). Nel 2013, Nord ha edito, del norvegese Jørgen Brekke, il thriller di successo Il silenzio del carnefice (Drømmeløs; 2012) nella versione di Alessandro Storti. Ortica, che ha precisamente sede ad Aprilia, ha invece riproposto, ancora nel 2013, un romanzo – peraltro non sempre convincente - dello svedese Gustav af Geijerstam (1858-1909): Il libro del piccolo Sven (Boken om lille-bror; 1900), nella versione di Laura Colombo. Nel medesimo 2013, infine, Nord-Sud recupera nella traduzione di Annuska Palme e Donatella Ziliotto, la sempreverde ed eccellente Pippi Calzelunghe (Boken om Pippi Långstrump; 1949) della Lindgren.
Che le letterature nordiche siano oramai una presenza dalle basi ben salde sia nell'orizzonte di scelta imprenditoriale degli editori grandi e piccoli sia nel gusto dei lettori italiani lo dimostra pure l'attenzione riservata a un autore come Erling Jepsen (n. 1956), uno dei più noti drammaturghi danesi, che si è dedicato però anche alla narrativa. La sua seconda prova romanzesca, L'arte di piangere in coro (Kunsten at græde i kor; 2002), edita da Voland nel 2013, spicca per la capacità di coniugare tragedia e umorismo amaro, nell'idea della famiglia come follia ed orrore [55]. In una simile prospettiva della vita familiare come ambiente distruttivo, Jepsen sembra dover molto al più anziano drammaturgo e poeta svedese Lars Norén (n.1944), i cui Tre quartetti (Tre borgerliga kvartetter; 1992) sono stati pubblicati dalla milanese Ubulibri nel 1995. Solamente più di recente, nel 2010, il Piccolo Teatro di Milano ne ha riproposto Dettagli (Detaljer; 2002) per la regia di Carmelo Rifici e 20 Novembre (20 November ; 2006) con la regia di Fausto Russo Alesi: in ogni modo una piccola parte dell'opera di Norén.
Concludendo questa rapida sintesi sulla fruizione e diffusione delle letterature nordiche in Italia nell'ultimo trentennio, è comunque un fatto che - da qualsiasi punto di vista se ne consideri il fenomeno della fortuna - quelle letterature continuano a rappresentare, oggi, una opportunità di utile confronto culturale per la letteratura italiana, e anche nei loro aspetti più popolari e di mercato.

Pubblicato il 20/04/2014 inShare Note:


[1] Ad esempio, edizioni Fabbri e UTET a parte, il romanzo La Sibilla, nella versione di Attilio Veraldi, era apparso presso Feltrinelli, Milano, nel 1961; nella collana «Gli Astri» della medesima casa editrice, e nelle versioni di Clemente Giannini, sarebbero usciti nel 1967, in un volume unico, i romanzi brevi La morte di Assuero, Pellegrino sul mare, La Terra santa. Le Poesie, nella traduzione di Giacomo Oreglia, erano pubblicate a Milano, nel 1969, presso Rusconi; Mariamne usciva presso Le Edizioni Paoline, a Francavilla al Mare, nel 1971; il romanzo più fortunato e noto, Barabba (già stampato con prefazione di Giovanni Papini: Roma, G. Casini, 1951, 1952, 1953, 1960, 1962, 1965), era ripubblicato ancora con la prefazione di Papini a Reggio Emilia presso Città Armoniosa nel 1978, 1979 e nel 1983, nella traduzione di Oreglia e Carlo Picchio; quindi a Milano, Jaca Book, nel 1985.

[2] Cfr. Sette storie gotiche, Milano, Adelphi (ovvero Seven Gothic Tales; 1934), Milano, Adelphi, 1986 (ma I ediz. Nel 1978) nella traduzione di Alessandra Scalero riveduta da Adriana Motti; Lettere dall'Africa (Breve fra Afrika 1914-1931; 1978), Milano, Adelphi, 1987, traduzione di Bruno Berni; o La verità vendicata. Una commedia di marionette (Sandhedens hævn; 1926), Pisa, Giardini, 1989, versione di Inge Lise Rasmussen e Daniela Curti. Fortuna che non sembra conoscere pause, se l'editore Garzanti poteva pubblicare nel 2000 e 2003, nella versione di Laura Cangemi, Tamburi africani. Una vita romanzata di Bror Blixen (Drömmen om Ngong; 1998) dello svedese Lennart Hagerfors (I1946). Il Barone Bror Blixen era ovviamente il marito della scrittrice danese la cui opera non è però esente da cedimenti: cfr. Daniela Marcheschi, Alcune figure scandinave, in AA. VV., Le Eccentriche. Scrittrici del Novecento Atti del Symposium, Firenze, Palazzo Strozzi, 11-12 maggio 2000, a cura di Anna Botta, Monica Farnetti, Giorgio Rimondi, Mantova, Tre Lune Edizioni, 2003, pp.207-214.

[3] Pubblicata, nella versione di chi scrive, in «Kamen'», IV, 5, Luglio 1994, p. 67.

[4] Cfr. almeno RICHARD B. VOWLES, Introduction in KARIN BOYE, Kallocain, translated by Gustaf Lannestock, Madison, The University of Wisconsin Press, 1966, pp. VII-XXI; e Helen Small-Trudi Tate (a cura di), Literature, Science, Psychoanalysis, 1830-1970. Essays in Honour of Gillian Beer, Oxford-New York, Oxford University Press, 2003, pp.225-226.

[5] Se ne conoscevano poche e sparse poesie: ad esempio Il conforto delle stelle (Stjärnornas tröst ) e In movimento (I rörelse) in Poeti svedesi(1888-1942) a cura di Augusto Guidi, Roma, Documento, 1945, pp.119-123; Le pietre (Stenarna) e Gli angeli scuri (De mörka änglarna) in Poesia svedese, a cura di Giacomo Oreglia, Milano, Lerici, 1966, pp. 193-197. Un'altra bella antologia di poesia del Nord Europa era 50 anni di poesia nordica, a cura di Mario Gabrieli, Napoli,Quaderni degli Annali, Istituto Universitario Orientale di Napoli, 1967.

[6] Ma il lavoro era iniziato in Svezia anni prima e aveva suscitato l'interesse e riscosso l'apprezzamento di Eugenio Montale e Vittorio Sereni, nonché di Giuseppe Pontiggia. Nell'«Almanacco» uscirono proprio i testi della Boye che avevano suscitato più interesse in loro e ovviamente nell'ambito della redazione.

[7] I, 9, Settembre 1988, pp.58-64.

[8] Si veda Antologia Poetica. Sette poesie di Edith Södergran, in «Rassegna Lucchese», 8 (1981), pp. 6-8, Edith Södergran tradotta da Daniela Marcheschi, in «Salvo Imprevisti», XII, 35-36, maggio-dicembre 1985, p. 20.

[9] La versione, a nostra cura, è ora in Edith Södergran, La Luna e altre poesie, Pistoia, Via del Vento Edizioni, 1997 (II edizione rivista e corretta), p. 15.

[10] XII, 22, Giugno 2003, pp.40-81.

[11] In «Kamen'», XII, 22 cit., p. 41.

[12] L'edizione di Marie Grubbe sarebbe stata ristampata in seguito da Fabbri nel 1991 e 1995.

[13] La prima edizione italiana, con il titolo Il Viaggio miracoloso del piccolo Nils Holgersson in compagnia delle oche, fu quella milanese Baldini & Castoldi, del 1914, con traduzione di Georg Reisinger e Francesco Bartoli.

[14] Firenze, Vallecchi, 1958, nella traduzione della Palme e della Ziliotto.

[15] Bergman visse in Italia, a Firenze, dal 1901 al 1907. Cfr. Yria Haglund, Di storia in storia. La biblioteca italiana di Hjalmar Bergman, Pistoia, C.R.T., 2001.

[16] La prima edizione italiana di questa opera era apparsa nel 1913 a Milano, presso l'editore Treves. È stata ristampata di recente: se ne veda l'edizione Vercelli, White Star, 2007 (in «I classici dell'avventura di National Geographic»); e ristampa Bresso (MI), Hobby &Work, 2008, con guida alla lettura.

[17] Altre saghe sarebbero uscite poco dopo: cfr. ad esempio La saga di Gisli figlio di Surr, a cura di Gianna Chiesa Isnardi, Milano, Jaca Book, 1985 (titolo orig.: Gísla saga Súrssonar; 1200) e, a cura della stessa, Leggende e miti vichinghi, Milano, Rusconi, 1989 ecc.

[18] Già riproposto in volume nel 1967, da Feltrinelli, nella traduzione di Clemente Giannini (è l'edizione della trilogia: La morte di Assuero – Ashverus död,1960; Pellegrino sul mare, La Terra Santa -Det heliga landet; 1965), e nel 1968 dalla UTET (collana «Scrittori del mondo: i Nobel», insieme con la trilogia, l'autobiografia Ospite della realtà -Gäst hos verkligheten, 1925 -, e i romanzi Il sorriso eterno - Det eviga leendet 1920; Il nano – Dvärgen, 1944; La Sibilla - Sibyllan; l956 - nelle versioni di Giacomo Prampolini, del medesimo Giannini e di Attilio Veraldi), questa versione Iperborea di Pellegrino sul mare avrà diverse edizioni negli anni successivi.

[19] In Italia era uscito soltanto Il sentiero del serpente sulla roccia (Ormens väg på hälleberget, en kritikerroman; 1982), Torino, Il Quadrante, 1987 traduzione di Fulvio Ferrari.

[20] La Giorgetti Cima è stata insignita nel 2011 del Tolkningspris dall'Accademia di Svezia; come chi scrive qui lo era stata nel 2006, principalmente per le sue traduzioni e gli studi di poesia svedese. Riconoscimenti a così poca distanza di tempo per il nostro paese sono un motivo di orgoglio e sottolineano il particolare pregio della scandinavistica italiana in genere, dai traduttori agli studiosi e agli editori, senza dimenticare il pubblico di appassionati lettori.

[21] Oltre che in pubblicazioni sparse, le sue poesie sono nei o, meglio, costituiscono i seguenti volumi antologici: Dikter, edizione bilingue a cura di Giacomo Oreglia, Stockholm-Roma, Italica, 1980; Poesie, a cura di Giacomo Oreglia, Firenze, Passigli, 1997; Sulla ricchezza dei mondi abitati, a cura di Maria Cristina Lombardi, Milano, Crocetti, 2011.

[22] Un suo racconto – Anche gli alberi crescono (Elsk meg bort fra min bristende barndom; 1945), nella traduzione di Francesca Viola Lundgren - era comunque apparso nel volume Le più belle novelle di tutti i paesi, a cura di Domenico Porzio, Milano, Aldo Martello, 1956, pp.31-43.

[23] Rizzoli, nel 1954, ne aveva pubblicato Il cavaliere selvaggio ed altri racconti (Vindane; 1952), nella traduzione di Alfhild Motzfeldt; Feltrinelli, nel 1963, Gli uccelli , ma con il titolo Il perdigiorno, sempre nella versione della De Cesaris Epifani, che è stata poi rivista per l'edizione Iperborea.

[24] Ad esempio Bibi di sorpresa in sorpresa (Bibi på ferie: en lille piges liv; 1935), Milano, Vallardi, 1936, traduzione di Emilia Villoresi; Bibi si fa contadina (Bibi bliver landmand: en lille piges liv; 1939), sempre nella versione della Villoresi, ivi, 1938, 1942, 1949 ecc.

[25] Nel recupero dell'edizione mondadoriana del 1955. Più volte ristampato a partire dal 1919, quando ne era uscita la prima edizione italiana a Napoli, presso Giannini, a cura di Federigo Verdinois, Pan aveva avuto una edizione anche nel 1986 (Milano, Fabbri), nella traduzione della De Cesaris Epifani.

[26] Proprio con Jostein Gaarder, Hagerup ha firmato il romanzo per ragazzi Lilli de Libris e la biblioteca magica (Bibbi Bokkens magiske bibliotek; 1993), Firenze, Salani 2001, con la traduzione di Alice Tonzig.

[27] Presso Iperborea, a cura di Silvia Cosimini, nel 2004, appariva l'imponente romanzo Gente indipendente (Sjálfstætt Fólkh; 1934-1935); e nel 2007, Il concerto dei pesci (Brekkukotsannál; 1957), con la prefazione di Nicola Lecca; nel 2011 Sotto il ghiaccio (Kristnihald undir jökli; 1968) con traduzione di Alessandro Storti e postfazione di Susan Sontag.

[28] Del primo, si veda il romanzo tradotto in ben 15 lingue La Madonna nuda (Kvinnen som kledte seg naken for sin elskede;1990), traduzione di Susanna Nocchi, Assago (MI), Biblioteca del Vascello, 1995; della seconda La fame dell'occhio (Øyets sult; 1993), a cura di Danielle Braun Savio, Milano, Iperborea, 1999.

[29] Di Enquist era stato rappresentato in Italia (Genova, Teatro Duse, febbraio 1991) il dramma del La notte delle Tribadi (Tribadernas natt;1975), sull'arduo rapporto fra Strindberg e la prima moglie. Il dramma fu pubblicato con la traduzione di Maria Pia D'Agostini in «Rivista quadrimestrale di Studi sul Teatro contemporaneo», 3 (1985). Nel 1988, era uscito presso Iperborea anche August Strindberg: una vita (Strindberg: ett liv; 1984), nella versione di Andrea Mazza.

[30] Con la regia di Franco Però, il dramma è stato interpretato nel 1990 da Elisabetta Pozzi.

[31] Nell'ordine i libri appaiono a Genova, presso Marietti, nella versione della D'Agostini, con gli scritti di Jørgen Stender Clausen, La famiglia Heiberg e Hans Christian Andersen. Quadretto Biedermeier con screpolature, pp.9-24; Beatrice Solinas Donghi, Ritratto di Hans Christian Andersen, pp. 25-30 e di Fulvio Ferrari, L'opera di Enquist nella letteratura e nel teatro svedese, pp.31-42; e a Milano, presso Iperborea, rispettivamente nella traduzione della Alinei e della Giorgetti Cima.

[32] Editi ancora da Mondadori, nelle traduzioni di Berni e più volte ristampati negli anni Novanta. Un solo titolo nuovo di Høeg, La bambina silenziosa (Den stille pige; 2006), compare invece nei cataloghi della prima decade del Duemila: uscito nel 2006 e ripubblicato nel 2008, ancora nella versione di Berni, presso la Mondadori.

[33] Frosinone, Ed. Bibo, traduzione e prefazione di Enrico Tiozzo, che ha tradotto negli anni Novanta diverse opere di Espmark, fra le quali il romanzo L'oblio, Roma, Aracne, 1998.

[34] A cura di Massimo Ciaravolo, Brazzano, Braitan, 1991.

[35] Nel numero IV, 5 cit., pp. 61-102; un manipolo di altre poesie era apparso in «Pagine», II, 2 (1991), pp.12-14; e altri versi, a mo' di recensione del volume pubblicato da Le Lettere, saranno ristampati in «Pagine», V, 10-11, gennaio-agosto, 1994, p. 37.

[36] VI, 13 (1994), numero monografico.

[37] V, 9, novembre 1996, pp. 31-93.

[38] Si trattava in particolare di Mediterraneo. Poesia e scultura, Lund, ellerströms, 1996; e Dialogo con Leonardo, Firenze, Maschietto e Musolino, 1999. Nel frattempo chi scrive continuava l'attività di pubblicazione in rivista di traduzioni poetiche e non solo: ad esempio di Pär Lagerkvist in «Panta», 18, 1999, p.139; di Staffan Nihlén, gli aforismi Sull'Arte, in «Kamen'. Rivista di Poesia e Filosofia», VI, 10, giugno 1997, pp. 77-88, ecc. Di Nihlén (ancora a cura di chi scrive) nella decade successiva cfr. pure Sculture nel paesaggio, in «Kamen'. Rivista di Poesia e Filosofia», XII, 21, gennaio 2003, pp. 91-110.

[39] Da segnalare, in particolare, oltre a quanto indicato finora, i numeri seguenti di «Poesia»: VI, 61, Aprile 1993 su Gunnar Ekelöf (traduzioni di Susanna Gambino); VIII, 85, Giugno 1995 sulla finlandese Eeva-Liisa Manner (traduzioni di Maria Antonietta Iannella-Helenius); IX, 101, Dicembre 1996, dedicato ai poeti svedesi (traduzioni di Helena Sanson e Antonello Satta Centanin); X, 105, Aprile 1997 sulla finlandese-svedese Södergran (traduzioni di Piero Pollesello); XI, 114, Febbraio 1998, dedicato a otto poetesse norvegesi (traduzioni di di Paola Carù e Ann-Magritt Sævold); XI, 120, Settembre 1998, dedicato ai poeti danesi (traduzioni di Berni) ecc.

[40] Traduzione e nota a cura di Daniela Marcheschi, Introduzione di Anna Maria Segala, Roma, «La Repubblica», 2004. Ha collaborato alle traduzioni Karin Hellbom.

[41] Le poesie della Södergran, raccolte con il titolo Notturno ed altre poesie, sono state curate da Bruno Argenziano, Firenze, Mauro Pagliai editore, 2009. Quanto alle (nostre) versioni della Trotzig, cfr. Birgitta Trotzig con una Nota di Maurizio Cucchi, in Annuario di Poesia 2002, a cura di Guido Oldani, Milano, Crocetti, 2002, pp.75-81. Testi della poetessa svedese (a nostra cura) sono stati ristampati in «Anterem. Rivista di ricerca letteraria» (Birgitta Trotzig. Scritture, ivi, I, 62, 2001, pp.8-9; e I, 66, 2003, pp.50-51) e in Poesia Europea Contemporanea. Antologia di scritture, a cura di Agostino Contò e Flavio Ermini, Verona, Biblioteca Civica-Cierre Grafica-Anterem Edizioni, 2001, pp.60-65, con il titolo Birgitta Trotzig. Si veda anche l'antologia (a cura nostra) Poesia svedese del Novecento, in «Stazione di Posta», 75/88, Febbraio 2000 (numero monografico).

[42] Di Svenbro poeta era uscita in precedenza solo la raccolta, con testi a fronte e commento in italiano e francese, a cura della Koch, Epē, Bari, Levante, 1992.

[43] Cfr. Morten Søndergaard, Ritratto con Orfeo e Euridice (Portræt med Orfeus og Eurydike; 2005), Bologna, Kolibris, 2010, nella traduzione di Bruno Berni, con Postfazione di Elisabeth Friis; e, di Inger Christensen, sia Scale d'acqua (Vandtrapper; 1969) sia Lettera in Aprile (Brev i April. Digte; 1979), Ferrara, Kolibris, 2012 e 2014, a cura degli stessi.

[44] Testo danese a fronte, a cura di Bruno Berni, Roma, Del Vecchio Editore, 2013.

[45] Nordbrandt è tradotto da Berni (pp.30-31); Martinson da Giacomo Oreglia (pp.52-53); Suhola da Hanna Suni (pp.94-95); Valkeapää da Antonia e Viola Parente (pp.34-35).

[46] Fra i romanzi della Ullmann pubblicati segnaliamo ad esempio quello giudicato migliore dai critici norvegesi: La luce sull'acqua (Et velsignet barn; 2005), Milano, Mondadori, 2008, nella traduzione di Margherita Podestà Heir.

[47] Naif. Super è uscito nel 2002, nella versione di Giovanna Paterniti; il romanzo è poi stato ripubblicato da Feltrinelli nel 2006.

[48] I gialli della pionieristica coppia furono pubblicati in Italia negli anni Settanta dall'editore Garzanti, prima di essere recuperati da Sellerio intorno alla metà della prima decade del Duemila.

[49] Così lo ha definito la stessa Sjöwall, in una intervista di Giuliano Aluffi, Carissimi scrittori svedesi siete giallisti immaginari, in «Il Venerdì di Repubblica», 7 ottobre 2011, p.127.

[50] Cfr., solo per alcuni titoli più recenti, Misterioso (Misterioso; 1999), Venezia, Marsilio, 2009; La linea del male (Ont blod; 1998), ivi, 2010 e 2013, Falso bersaglio (Upp till toppen av berg; 2000), ivi 2011; Europa blues (Europa blues; 2001), ivi, 2012; Brama (Viskleken; 2011), ivi 2014, tutti nella traduzione della Giorgetti Cima.

[51] Si veda, ad esempio, Un caso per Ewa Moreno (Ewa Morenos fall; 2000), stampato nel 2012 da Guanda, che ha in catalogo diversi libri di Nesser, anche ricomperati dalla milanese TEA: prima casa editrice a pubblicare Nesser in Italia negli anni Novanta.

[52] I gialli di questa autrice, nelle versioni di Laura Cangemi, sono editi in Italia da Mondadori (fra 2001 e 2005) e da Marsilio a partire dal 2008.

[53] Cfr., nella traduzione di Giorgio Puleo, Il pettirosso (Rødstrupe, 2000), Casale Monferrato, Piemme, 2006; Nemesi (Sorgenfri ; 2002), ivi, 2007; La stella del diavolo (Marekors; 2003), ivi, 2008; La ragazza senza volto (Frelseren; 2005), Milano, Piemme, 2009; L'uomo di neve (Snømannen; 2007), ivi 2010.

[54] Cfr. Il dottor Prottor e la Superpolvere per Petonauti (Doktor Proktors prompepulver; 2007), Milano, Salani, 2009; Il dottor Prottor e la vasca del tempo (Doktor Proktors tidsbadekaret; 2008), ivi, 2011; Il dottor Prottor e la distruzione del mondo. Forse (Doktor Proktor og verdens undergang. Kanskje; 2010), ivi, 2012; Il dottor Prottor e il grande furto d'oro (Doktor Proktor og det store gullrøveriet; 2012), ivi, 2013. Autori delle versioni Lucia Barni e, principalmente, Alessandro Storti.

[55] Erling Jepsen, L'arte di piangere in coro, traduzione di Bruno Berni, Roma, Voland, 2013.