Maria Giovanna Bertani - A scuola di humanitas: dalla ricerca d’archivio alla scrittura creativa

STORIE (MATTE) IN ARCHIVIO - Due progetti didattici del Liceo “Laura Bassi” nell’archivio dell’ex ospedale psichiatrico “Francesco Roncati”

 

Da molti anni il Liceo “Laura Bassi” svolge progetti di valorizzazione di beni culturali di tipo archivistico: dai registri e incartamenti dell’archivio storico del Liceo (che conserva i documenti a partire dalla sua istituzione, nel 1860) a documenti risalenti alla I e alla II guerra mondiale conservati presso il Museo civico del Risorgimento di Bologna; dalle tessere dei partigiani dell’archivio dell’A.N.P.I. presso l’Istituto Storico Parri alle bobine digitalizzate di Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia; fino all’archivio dell’ex ospedale psichiatrico “Francesco Roncati”.

Negli anni questi progetti si sono sempre rivelati di particolare efficacia: non solo infatti consentono di svolgere una didattica attiva, coinvolgendo gli studenti in effettivi compiti di realtà, ma generano consapevolezza e competenze civiche e culturali, consentono di far apprezzare l’importanza storica dei beni archivistici e di conoscere da vicino varie istituzioni culturali della città; permettono di svelare storie vere meravigliose e toccanti; infine, poiché molti degli archivi esaminati si trovano nella stessa via della scuola, via Sant’Isaia, fanno sì che gli studenti possano tessere una rete territoriale di scoperte e, in diversi casi, anche di emozioni.

 

I progetti riguardanti l’archivio del “Roncati” - che comprende i registri, i documenti e le cartelle cliniche (18.000 ca) relativi all’intero arco di attività dell’Ospedale, dal 1810 al 1980 - sono stati svolti nel 2016-2017 e 2017-2018 (stesso progetto, proseguito con classi diverse nei due anni scolastici) e di nuovo nel 2021-2022, con i colleghi P. Franceschini, S. Mancini Lombardi, P.A. Nerozzi e A. Selvidio; in entrambi i casi in collaborazione con l’Istituzione “Gian Franco Minguzzi” della Città metropolitana di Bologna, che cura l’archivio, e con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna ottenuto grazie alla partecipazione, rispettivamente, alla VII e alla X edizione del concorso “Io Amo i Beni Culturali” [i].

Nel primo progetto – Impazzire di guerra: storie di ricoverati al manicomio provinciale “Francesco Roncati” durante la I Guerra mondiale. Un percorso dalle carte alle persone, tra ricerca e narrazione[ii] – le cinque classi coinvolte (quattro seconde e una terza) hanno preso in esame trentotto cartelle cliniche di ricoverati tra il 1915 e il 1918 “per cause di guerra” durante il I conflitto mondiale (si era negli anni del centenario). In rapporto all’intero archivio il campione esaminato è minimo, tuttavia è assai rappresentativo degli internati a motivo del conflitto bellico, che nel complesso risultano essere poco più di un centinaio: si tratta di militari colpiti da nevrosi traumatica o sospettati di “alienazione mentale”, spesso trasferiti al Roncati dopo un primo ricovero negli ospedali militari, e donne, in maggioranza profughe dalle zone di guerra, alle quali i disagi cui furono sottoposte causarono o fecero emergere gravi disturbi psichici.

Nel secondo progetto – Storie matte di bimbi interrotti: biografie e fantasie di/su minori ricoverati al “Roncati” – le classi coinvolte (due seconde) hanno invece esaminato dodici cartelle di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, dai 4 ai 15 anni, che furono ricoverati al Roncati in un arco di tempo che va dal 1907 al 1938. Data la giovane età degli studenti destinatari del progetto (15 anni anch’essi), per i quali accostarsi al tema della “follia” avrebbe potuto essere eccessivamente perturbante, sono state selezionate cartelle cliniche di pazienti le cui diagnosi non fossero troppo gravi e i cui “esiti manicomiali” fossero abbastanza positivi (guarigione, miglioramento, trasferimento in altro istituto di cura...), e che tuttavia testimoniassero con evidenza come i ricoveri e la marginalizzazione venissero a colpire in grandissima maggioranza classi sociali molto disagiate, in cui le famiglie non riuscivano (o non volevano) farsi carico dei figli variamente problematici.

Di tutte queste persone le cartelle cliniche (dagli inizi del ‘900 in poi, rosa per gli uomini e verdi-azzurre per le donne) registrano i dati biografici, la Tabella nosologica, le Notizie anamnestiche e l’Andamento della malattia e cura, e fanno così emergere segmenti di esistenze e di sofferenze; i documenti acclusi nelle cartelle comprendono notifiche alle autorità e certificati, ma anche lettere dei familiari, e a volte letterine dei ricoverati o trascrizioni di racconti dei pazienti o diari autografi delle loro vicende: gli uni delineano le tappe, standardizzate ma non anodine, dei ricoveri e delle dimissioni; le altre, le lettere, evocano affetti, sollecitudini e ansie dei malati e dei congiunti; i resoconti poi, spesso molto toccanti, permettono di sentire direttamente voci, dolenti, di tanti anni fa e di ricostruire aspetti sociali e clinici, ma anche personali e affettivi di queste vite lacerate.

 

La scelta delle cartelle da esaminare e l’approccio metodologico ha risposto, in entrambi i progetti, ai medesimi criteri. In primo luogo, con l’indispensabile aiuto dell’archivista, sono state selezionate cartelle cliniche relative a casi abbastanza comprensibili ma che contenessero una documentazione piuttosto ricca, tale da consentire l’applicazione, per quanto “in miniatura”, del metodo storiografico, dal riordino cronologico dei documenti, alla loro lettura, analisi e interpretazione. Inoltre il lavoro è stato pianificato per essere svolto da gruppi di tre o quattro studenti, ciascuno assegnatario di una cartella clinica. Infine si è sempre prevista una parte di rielaborazione creativa: nel primo progetto in forma di racconto in prosa, con la voce narrante e spesso l’idioletto del ricoverato, seguendo le suggestioni di un “tutor” d’eccezione, Ermanno Cavazzoni; nel secondo progetto in forma di sceneggiatura radiofonica, poi recitata e registrata con la regia di Roberto Benatti, così da realizzare un podcast per Radiooltre, stazione web radio dell’Istituto Cavazza.

 

Nel loro insieme i progetti si sono proposti in primo luogo lo sviluppo di competenze trasversali quali:

- imparare ad imparare e sviluppare uno spirito progettuale e di iniziativa (competenze sottese all’insieme delle azioni);

- acquisire competenze sociali e civiche, mediante lo sviluppo dell’attenzione a soggetti fragili e marginalizzati, il potenziamento delle capacità di cooperazione nei lavori di gruppo, la consapevolezza della ricchezza del patrimonio culturale e della cura richiesta dai beni archivistici;

- accrescere la consapevolezza dell’importanza della conoscenza per la crescita, per l’espressione personale e per la costituzione di un’identità storicamente radicata e insieme aperta al futuro;

- sviluppare l’humanitas, intesa come empatia e immedesimazione nelle sorti di persone che in dolorosi periodi della loro vita hanno vissuto così vicino alla scuola, ma in tempi e condizione così diversi.

Inoltre, come obiettivi specifici, interdisciplinari tra Italiano e Storia, il progetto ha inteso promuovere negli studenti:

- l’attenzione per la specificità dei materiali d’archivio;

- le competenze di analisi, induzione e deduzione e l’acquisizione del metodo storiografico;

- il piacere per la ricerca e per la narrazione (delle storie e delle vite), e il gusto per l’originalità espressiva e per l’efficacia della comunicazione.

Nello specifico, il lavoro è stato svolto prevalentemente in modalità di apprendimento cooperativo e si è articolato:

- in una fase di studio delle cartelle cliniche (una per ciascun gruppo), che ha comportato il riordino cronologico e l’elencazione dettagliata dei documenti; la loro lettura (con decifrazione delle grafie) e la trascrizione di quelli principali, talora tentando anche di riprodurre graficamente le caratteristiche dei testi originali; l’analisi e l’interpretazione delle vicende descritte, con la formulazione di ipotesi in casi controversi;

- in un lavoro di redazione dei segmenti biografici dei ricoverati, desumibili dall’insieme dei documenti analizzati, con attenzione alla sequenza temporale e causale e producendo testi di taglio oggettivo il più possibile completi, precisi, chiari e coerenti;

- nella riproposizione creativa delle storie esaminate.

Gli alunni hanno dunque sperimentato, nei limiti evidentemente fissati dalla loro età, dal loro percorso, dalla loro formazione, il particolare e diverso lavoro dell’archivista, dello storico, del narratore, dello sceneggiatore e in alcuni casi anche dell’attore, e hanno efficacemente decifrato, letto, ordinato, narrato e interpretato documenti, storie, vite, voci.

In entrambi i progetti gli esiti hanno risposto pienamente alle attese, anzi forse le hanno superate: sono stati raggiunti tutti gli obiettivi prefissati sul piano educativo e didattico e in tutte le fasi il lavoro ha suscitato negli studenti curiosità, empatia ed entusiasmo e si è dunque rivelato molto soddisfacente, anzi gratificante per gli alunni e per i docenti.

 

Così, il progetto Impazzire di guerra. Storie di ricoverati al manicomio provinciale “Francesco Roncati” durante la I guerra mondiale. Un percorso dalle carte alle persone, tra ricerca e narrazione ha dato come esito un volume, decisamente ponderoso, che raccoglie saggi di sintesi, le biografie dei ricoverati con la relativa documentazione, i testi narrativi che hanno ridato voce ai pazienti di cui si sono studiate le storie e un ricco apparato iconografico;

il progetto Storie matte di bimbi interrotti: biografie e fantasie di/su minori ricoverati al Roncati ha invece prodotto (per ora, solo) un volume che raccoglie le biografie dei piccoli pazienti e le sceneggiature tratte da cinque delle storie esaminate, nonché un podcast radiofonico.

 

Alleghiamo i due volumi, in formato pdf e liberamente scaricabili, mentre il podcast è fruibile (dal 20 ottobre 2022) al link https://www.radiooltre.it/.

Gli stessi materiali sono disponibili alla pagina web dedicata sul sito del Liceo “Laura Bassi” (https://laurabassi.edu.it/storie-matte/) e a breve anche sulle pagine dell’Istituzione “Gian Franco Minguzzi”.

 


[i] https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/io-amo-i-beni-culturali/settima-edizione/impazzire-di-guerra

https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/io-amo-i-beni-culturali/decima-edizione-2021-2022/storie-matte-di-bimbi-interrotti-biografie-e-fantasie-di-su-minori-ricoverati-al-roncati

[ii] Cfr. anche https://www.doc.mode.unibo.it/impazzire-di-guerra-storie-di-ricoverati-al-manicomio-provinciale-francesco-roncati-durante-la-i e https://psicologia.unibo.it/it/eventi/40anni-di-apertura-mentale-impazzire-di-guerra

 

 

28 ottobre 2022