Scuola e università tra digitale e intelligenza artificiale
Le questioni più urgenti che affrontano in questo periodo le discipline riconducibili all’area dell’italianistica sono numerose: riguardano diversi ambiti istituzionali, come il rapporto tra scuola e università, i requisiti d’accesso alle classi di concorso o le proposte di modifica delle Indicazioni Nazionali,[i] ma anche riflessioni più generali e di stringente attualità come quella sugli strumenti didattici digitali adatti ai nuovi studenti e sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale. L’avvento dell’Artificial Intelligence, spesso definito un cambiamento di portata epocale, comporta infatti un decisivo impatto sul processo d’apprendimento. La tecnologia coinvolge numerosi aspetti che riguardano tanto il piano teorico quanto quello didattico, richiamato del resto anche da apposite linee guida istituzionali (Intelligenza Artificiale generativa e il futuro dell’educazione è ad esempio il titolo di un recente documento unesco) e inevitabile oggetto di attenzione e mobilitazione tanto da parte del Ministero dell’Istruzione quanto dei singoli Atenei.[ii] Il mondo accademico, inclusa l’area umanistico-letteraria, non può non interrogarsi sulle nuove frontiere di lavoro e riflessione rispetto all’impiego dell’AI a scuola o nella ricerca. Scrittura, analisi e lettura di narrativa, o letteratura in genere, sono infatti attività interessate oggi da profondi interrogativi rispetto alle potenzialità d’azione degli assistenti artificiali come ChatGTP, ormai pienamente integrati nella vita quotidiana di moltissimi scrittori, docenti, studenti e fruitori di testi letterari.[iii]
Proprio per affrontare queste emergenze istituzionali ed educative sono stati recentemente organizzati anche diversi incontri da parte di studiosi delle discipline linguistiche e letterarie, volti a individuare possibili strategie comuni da adottare per l’integrazione dell’AI nella didattica e nella ricerca. Il 27 maggio 2024 presso “La Sapienza” diverse associazioni dell’area dell’italianistica si sono riunite attorno ad un tavolo di lavoro sulla Didattica delle discipline dell’Italianistica tra Scuola e Università;[iv] panel dedicati alla didattica digitale e alla divulgazione della letteratura[v] sono stati presentati nell’ambito dell’ultimo congresso dell’Associazione degli Italianisti (Palermo, 12-14 settembre 2024) cui è seguito, il 16 settembre, il Convegno Letteratura e intelligenza artificiale: un dialogo interdisciplinare,[vi] nel quale sono emersi temi nevralgici anche per la didattica: dalla comprensione di linguaggi specifici e peculiari come quelli del romanzo, all’utilizzo di strumenti come i Large Language Model (il sistema di intelligenza artificiale che utilizza tecniche di predizione probabilistica per comprendere e generare linguaggio umano), che possono aiutare un utente a comprendere ed analizzare testi letterari; dalle implicazioni dell’AI con le questioni del canone, fino a quelle con l’innovazione della ricerca e al sorgere di interrogativi etici.
I numerosi interventi che si sono susseguiti in queste molteplici occasioni di scambio hanno contribuito, con diversi approcci e secondo differenti prospettive, a portare al centro del dibattito temi nevralgici per l’inquadramento teorico della didattica nell’ambito dell’italianistica; si sono presi in considerazione non solo gli aspetti disciplinari in sé, ma gli obiettivi che si trova davanti, oggi, l’insegnante di italiano. Esempio princeps, in questa direzione, riguarda la questione della digitalizzazione e del ruolo che le nuove tecnologie ricoprono attualmente – e ricopriranno nel futuro – per la creazione di possibili percorsi didattici. L’esperienza del digitale può rappresentare infatti una fase diversificata dell’approccio formativo a discipline letterarie, come la filologia, grazie alla visualizzazione diretta dei materiali di studio e del processo elaborativo delle opere letterarie. Ne sono un esempio i percorsi tematici digitali, rivolti a docenti delle scuole superiori ma anche a studenti universitari e a un pubblico non specialista, ai quali è stato dedicato il Panel Migrazioni e contaminazioni dal cartaceo al digitale. Per una nuova didattica della letteratura italiana, svoltosi a Palermo il 13 settembre,[vii] In questa occasione è stato presentato il progetto, promosso dal Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna, finalizzato alla creazione di nuovi strumenti per una didattica della letteratura italiana che, sfruttando le risorse del digitale, parta non tanto dalle linee critiche e storiografiche della storia letteraria o dalle vite degli autori quanto piuttosto dai testi stessi; testi intesi come oggetti materiali (libri, volumi, manoscritti) con la loro storia fisica e specifica, che non esistono indipendentemente dal sistema materiale che li trasmette o dal loro percorso storico. La letteratura è una storia di libri, ed è proprio con la finalità di valorizzare il patrimonio librario della biblioteca universitaria Ezio Raimondi che si è sviluppata l’iniziativa. Le opere selezionate sono state digitalizzate integralmente per divenire il perno attorno a cui ruotano le unità didattiche come, ad esempio, quella costruita per le Prose della Volgar Lingua di Pietro Bembo.[viii] Un approccio di questo tipo può fornire concretezza all’insegnamento di una materia spesso percepita dagli studenti come astratta, teorica.
Il mondo del digitale, nel suo rapporto con letteratura e filologia, è un tema vasto sul quale si è continuato a riflettere, negli ultimi decenni, anche attraverso iniziative di riflessione collettiva da parte dell’italianistica: si pensi, solo per fare alcuni esempi, ai numerosi interventi pubblicati nella sezione didattica per la scuola di «Griselda online» e su «I Quaderni della Ricerca», alle sezioni «Percorsi, tecnologie didattiche, inclusione» e «filologia digitale» incluse nei manuali a cura di G. Ruozzi e G. Tellini o, ancora, al recente testo di Fabio Ciotti sulle Digitals humanities.[ix] Sull’insegnamento di Leopardi e Manzoni mediante percorsi di didattica digitale è, per altro, appena edito il volume Manzoni e Leopardi in digitale. Idee e progetti per la scuola, rivolto principalmente ai docenti di italiano delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, che raccoglie i più recenti progetti sviluppati dalla ricerca accademica per la proposta didattica dei due grandi classici sotto una nuova luce.[x]
Il web coinvolge poi altre prospettive, anch’esse strettamente legate alle questioni didattiche, come quella dell’editoria scolastica; la manualistica per la scuola si impegna infatti a rispondere ai continui cambiamenti, primo tra tutti proprio il rapporto tra l’apprendimento interattivo e multimediale e la didattica tradizionale. L’esigenza di nuove soluzioni per bisogni educativi in costante mutamento coinvolge il rinnovamento non solo delle pratiche didattiche, ma anche degli strumenti; il mondo dell’editoria e della manualistica scolastica ha da tempo iniziato a confrontarsi con il contesto pan-digitale nel quale è immersa la popolazione scolastica e del rinnovato ambiente fisico delle aule; ma si presentano oggi nuove possibilità per le integrazioni offerte dalla case editrici al lavoro didattico svolto a scuola, o a casa. A tal proposito, un lavoro di ricerca applicata, in corso presso l’Università di Macerata nell’ambito del laboratorio di Umanesimo digitale del Dipartimento di Studi Umanistici, ha instaurato un dialogo e una collaborazione con l’editore Principato.[xi] Il progetto ha effettuato alcune indagini presso insegnanti e studenti sull’utilizzo delle risorse digitali connesse ai manuali scolastici, evidenziando la non piena soddisfazione per un apparato on-line che troppo spesso si presenta come mera replica, in altro formato, di alcune sezioni della manualistica cartacea. In linea con gli indirizzi di ricerca di indire,[xii] si intende dunque raccogliere la sfida di rendere le sezioni online qualcosa di nuovo e autonomo rispetto al testo, potenziando l’interattività e la pluralità dei linguaggi ivi contenuti.
La fruizione di prodotti letterari in digitale riguarda poi, più ampiamente, la disponibilità di testi, filologicamente curati e affidabili, disponibili in rete e comporta la possibilità per un ampio pubblico di fruirne in maniera facile e gratuita. Le applicazioni del web per la letteratura sono state proficuamente proposte da numerose iniziative che, a partire dal portale ideato da Amedeo Quondam, Biblioteca Italiana, hanno iniziato a costruire una cultura del testo digitale diffusa e che potenzialmente raggiunge un ampio pubblico. Questi argomenti sono stati affrontati nel corso dei convegni citati, a partire dalla riflessione sulle piattaforme digitali già esistenti e con il fine di costruire possibili strategie di consolidamento e miglioramento per il futuro. In occasione dell’incontro romano Didattica delle discipline dell’italianistica tra scuola e università sono stati presentati dai rispettivi curatori diversi progetti: le mostre virtuali su Ludovico Ariosto e Lucrezia Borgia, nate nell’ambito del Centro di ricerca dipartimentale dell’Università di Bologna Archivio Ricerche Carteggi Estensi, che rendono possibile la visualizzazione dei documenti nella veste materiale originaria e all’interno della loro dimensione storica e diacronica; la Digital Library del Dipartimento di Filologia del medesimo Ateneo, con le relative potenzialità di spoglio delle edizioni e la possibilità di mettere a sistema i vari documenti, rendendoli punti di partenza per percorsi didattici su specifici autori; infine, il portale monografico in corso di allestimento Tasso Online, dedicato alle opere e alla biblioteca di Torquato Tasso (1544-1595), che propone a un pubblico differenziato l’accurata presentazione della figura dell’autore e la catalogazione di opere, manoscritti e lettere attraverso riproduzioni digitali.[xiii] L’obiettivo di rendere possibile la visualizzazione di testi scientificamente fondati in maniera interattiva è comune a questi progetti e agli altri, numerosi, che negli ultimi anni sono stati dedicati alla digitalizzazione di manoscritti e opere letterarie; tra tutti, si pensi almeno a quelli dedicati a Pirandello, Dante e Petrarca o ai progetti curati da Paola Italia su Manzoni, Leopardi e altri autori nell’ambito del Digital Humanities Advanced Research Centre.[xiv] In questo modo è possibile ispirare, attraverso il lavoro filologico, possibili pratiche educative e assolvere al compito di stimolare, a partire dalla ricerca accademica, aggiornamenti metodologici per l’approccio al testo in classe.
Approccio al testo che si deve misurare, oggi, anche con la più recente realtà dell’intelligenza artificiale. L’AI, in quanto generatrice e ‘manipolatrice’ di testi, interessa infatti a pieno titolo anche la ricerca filologica, il rapporto testo cartaceo-testo digitale e le nuove potenzialità di lettura.
Riflettere sull’AI per un docente universitario significa considerarne gli impatti sulla ricerca ma anche sulla didattica, valutare i benefici forniti da un approccio multi e intra disciplinare che tenga conto delle novità implicate, inevitabilmente, anche sul piano educativo in termini di strumenti cognitivi e modificazioni neurologiche. Pensando solo ad alcuni degli interrogativi che l’utilizzo di questa tecnologia pone nel suo rapporto con la letteratura, si possono senz’altro cogliere le enormi implicazioni psico-pedagogiche di una sua inclusione nella didattica ‘2.0’: quali sono le peculiari caratteristiche dei modelli artificiali, che leggono i dati globalmente e tutti insieme, non in maniera gerarchica o ordinata, dall’inizio alla fine? Quali le differenze di un sistema puramente neurale e simbolico rispetto alla lettura operata dal cervello umano, capace di interpretazione e mèta-riflessione? Qual è la reale capacità di comprensione profonda delle richieste da parte di un motore di ricerca artificiale e quali gli spazi lasciati ancora al solitario dominio del ricercatore e dell’utente consapevole?
Gli interrogativi posti dall’impiego delle AI, al netto degli entusiasmi per questi artificial reserach assistent, stimolano una riflessione riguardo l’attenzione e il senso critico necessari per verificare le risposte fornite dall’assistente artificiale in materia di stili, rapporti intertestuali e produzioni creative. Proprio questi temi sono stati al centro del Convegno di studi organizzato dal Dipartimento di Ingegneria informatica, Automatica e Gestionale e quello di Lettere e Culture Moderne de La Sapienza il 16 settembre scorso, durante il quale molti interventi hanno preso in considerazione anche gli interessanti risvolti pratici dell’utilizzo dei software di conversazione per l’analisi e la produzione di testi con studenti, sia liceali sia universitari. Le sperimentazioni svolte attraverso dialoghi con l’assistente artificiale negli insegnamenti disciplinari offrono in primis uno stimolo per la capacità di andare oltre quello che appare; è sempre necessario, infatti, vagliare le risposte che può fornirci un motore di ricerca artificiale per accertarne il tasso di correttezza, individuarne gli stilemi retorici e i meccanismi di funzionamento.[xv] Interpretare il sistema, evitando un approccio passivo, risulta tanto necessario quanto utile non solo perché le risposte sono spesso sbagliate o incomplete, ma anche perché la capacità di comprensione del software che abbiamo di fronte può renderci padroni dello stesso e aiutarci ad usarlo con estrema consapevolezza; un esercizio didattico, questo, prezioso ed estremamente valido per tutti gli utenti e, tanto più, per gli studenti, nelle aule universitarie come nelle classi scolastiche (anche considerata l’ormai diffusa pratica di utilizzo dell’AI per i compiti a casa e per lo svolgimento di ricerche).[xvi] Il vaglio critico è legato a specifiche esperienze e competenze settoriali e chiama dunque in causa una molteplicità di saperi, dalla linguistica alla lessicografia, dalla filologia alla letteratura, dalla logica alla filosofia. Le discipline dell’italianistica non si sono sottratte a questo confronto e hanno raccolto la sfida di sperimentare con e per gli studenti, nella consapevolezza che l’AI rappresenti un cambiamento radicale anche nel processo di apprendimento e di insegnamento. Se per la linguistica diversi dialoghi con i chatbot sono stati sperimentati ad esempio durante alcune esercitazioni di produzione scritta di lingua inglese per studenti universitari,[xvii] per quanto riguarda la letteratura e la scrittura accademica possono essere presi in considerazione i laboratori svolti presso l’Università di Padova da Valentina Gallo o presso l’Università di Tor Vergata da Fabio Ciotti.[xviii] Appare estremamente interessante il confronto tra una reale analisi del testo e un semplice assembramento e montaggio di informazioni, specialmente a livello della comprensione dello stile, dell’allusività pronominale, delle figure retoriche, del livello allegorico o simbolico di un testo; all’interno di specifiche attività laboratoriali si possono allora confrontare un lettore reale ed esperto, con una raffinata capacità di lettura, con lo status attuale delle potenzialità d’analisi di un Language model; se questi ultimi si possono ovviamente allenare ad orientare la risposta su livelli più avanzati di osservazione, questo è possibile solo a partire da una profonda cognizione di causa di quale potrebbe essere una risposta soddisfacente per le nostre aspettative. Lo studente viene allora coinvolto attivamente, chiamato a giocare un ruolo di primo piano, diventando a sua volta ‘docente’ e valutatore della tecnologia e mettendo in campo competenze di critical e ethical thinking.[xix] Coinvolgendo gli studenti nella riflessione sulle proprie competenze di lettura e analisi, si può testare la differenza tra il potenziale dell’AI di effettuare una rielaborazione, anche avanzata, di testi già visti, e l’intelligenza umana con la sua capacità creativa;[xx] ciò implica anche una considerazione sul ruolo specifico del critico letterario e della filologia rispetto alle possibilità artificiali. Le sperimentazioni con i modelli linguistici dell’AI per la lettura e la generazione di testi sviluppano dunque l’autocoscienza interpretativa, che prevede una serie di competenze linguistiche, testuali e semantiche, valutabili empiricamente. È stato visto ad esempio come un Modello artificiale possa intervenire sulla previsione di uno sviluppo narrativo nei testi di finzione ed è stata comparata questa capacità con le relazioni intuitive dei lettori umani, approfondendo così lo studio dell’intersezione tra Intelligenza Artificiale e ricezione letteraria.[xxi] Ancora, ci si interroga sullo statuto dell’intelligenza artificiale come (possibile) autore e sul mutato ruolo del lettore, sovrano indiscusso all’interno dell’ecosistema digitale. Si registra infatti l’emergere di nuovi canoni narrativi attraverso piattaforme online e comunità digitali di ‘narrativa social’, che vedono la strettissima partecipazione del pubblico di lettori all’atto creativo. Siti e piattaforme basate su algoritmi di preferenze vengono diffusamente utilizzate per leggere, scrivere e, soprattutto, condividere da parte di studenti e giovani lettori, fruitori attivi che, attraverso le interazioni con gli autori e gli indici di gradimento, possono influenzare, dal basso, scelte autoriali e canoni narrativi (mostrando ad esempio di gradire, e dunque favorendone la scrittura, storie già predisposte alla trasposizione in un codice cinematografico).[xxii]
La funzione del lettore subisce però ulteriori e veloci mutamenti con l’avvento e con lo sviluppo dei modelli di Artificial Intelligence che lo rendono in qualche modo soggetto meno selettivo e meno capace di discernere gli innumerevoli contenuti disponibili rapidamente e velocemente online. La sua curiosità è più bassa, la sua conoscenza scarsamente approfondita perché le letture che gli si offrono sono tante e, necessariamente, devono essere scorse velocemente e non attraverso un’analisi prolungata. Questo lettore ‘statico’ interagisce con un nuovo ‘autore’, un autore artificiale, del quale può analizzare le strategie comunicative e individuare eventuali errori e punti di forza. L’interpretazione delle risposte dell’AI si trasformano allora in utili esercizi di textual literacy.[xxiii]
L’AI è del resto una rivoluzione epistemologica profondissima, le cui implicazioni pongono in discussione concetti cardine legati alle nostre discipline, come quello di responsabilità autoriale e di fonte. Una visione complessiva e critica del fenomeno chiama dunque ad un rinnovato orientamento della didattica universitaria, a partire dalla centralità di una valutazione filologica del rapporto tra autore e opera e dell’approccio storico-genetico ai testi. Didattica e ricerca accademiche, così impostate, possono rafforzare quell’allenamento alla complessità funzionale ad arginare le possibili derive dell’utilizzo di questi strumenti da parte degli studenti. Non sfugge, infatti, il nesso tra l’aumento della disponibilità semantica e della facilità di reperimento di informazioni con il possibile impatto negativo sulla capacità di ragionamento, in direzione di un impoverimento intellettuale degli utenti qualora l’AI venisse utilizzato come sostituto del proprio spirito di ricerca e senza un elevato livello di coscienza. L’inserimento dell’Intelligenza Artificiale nella didattica scolastica e universitaria potrebbe invece arginare proprio questo uso autonomo e spesso inconsapevole delle nuove tecnologie. Si guarda ormai in maniera diffusa alla costruzione di un’offerta formativa accademica che integri sempre più le Digital humanities nei corsi di studi umanistici. È auspicabile infatti un lavoro metodologico, anche a livello universitario, che vada a costruire competenze linguistiche, testuali e cognitive proprio attraverso la comprensione del funzionamento di sistemi digitali: un’operazione di smontaggio dei modelli artificiali e delle loro ‘macchine’ di funzionamento, finalizzato ad una piena comprensione del loro utilizzo. Un’educazione digitale, in definitiva, che sia anche educazione al testo, diffusione di una cultura dell’affidabilità e della verifica delle fonti, acquisizione della capacità di utilizzo, per i nostri fini, dei risultati forniti dal web o da Chatgpt. L’esercizio di consapevolezza risulta del resto uno degli obiettivi più urgenti oggi a livello didattico.
La questione dell’AI, oltre ad avere chiare e rilevanti conseguenze culturali, riguarda anche aspetti di carattere etico e politico, in relazione alle quali si è evidenziata la necessità di un più serrato coinvolgimento della scuola nello studio della didattica come disciplina scientifica, basata sull’esperienza pratica e sulle prassi quotidiane d’insegnamento. La trasformazione di una pratica educativa avviene infatti, in primo luogo, attraverso il coinvolgimento diretto di chi insegna e saggia quotidianamente l’applicazione di tecniche laboratoriali attive e l’approfondimento del processo di comprensione e d’interpretazione delle opere, elementi centrali per la didattica dell’Italianistica come campo di ricerca[xxiv]. Ecco allora che la formazione dei docenti non solo in ambito digitale ma, anche, rispetto alle inedite possibilità di scrittura di un testo mediante l’assistenza artificiale di software come chatgpt, risulta necessaria per vigilare sulle competenze espressive, linguistiche e analitiche degli studenti di oggi. L’abilità espressiva nello scritto risulta, tra giovani e sia a scuola che all’università, profondamente carente. Risulta perciò necessario mettere in campo maggiori risorse, anche a livello di riforme e interventi istituzionali, e considerare attentamente le risorse e i rischi legati all’abitudine di ricorrere agli assistenti artificiali nella produzione di testi.
Scrittura, didattica linguistica e letteraria, potenziale utilizzo dell’AI nella didattica, sono questioni che chiamano in causa una pluralità di approcci (letterario, linguistico, storico, filologico, digitale...) che costituiscono lo specifico statuto dell’Italianistica; un pluralismo da rivendicare come scelta culturale e di cui il coordinamento condiviso permette la difesa di una specifica tradizione scientifica e didattica. Proprio a partire da questa molteplicità di approcci sembra infatti possibile anche l’intensificarsi del dialogo tra mondo della scuola e dell’università. Tra le proposte di lavoro futuro sul versante del coordinamento vi è infatti quella della creazione di portali digitali comuni, ambienti condivisi che vadano nella direzione di una federazione di portali online: fare sistema, pur nella salvaguardia delle varie specificità permetterebbe di unire le risorse, nell’ottica della valorizzazione di un accesso alle fonti che rimanga il più ampio e democratico possibile ma risulti anche maggiormente orientato e guidato. Dispositivi come quelli delle piattaforme digitali nate nell’ambito della ricerca accademica mirano infatti, indirettamente, anche a sostenere un rinnovato utilizzo delle opere letterarie in classe, a partire dal contesto di formazione nel campo letterario del docente stesso: le aule universitarie. L’obiettivo congiunto di pianificazioni, finanziamenti e gruppi di ricerca afferenti ai diversi settori dell’Italianistica diviene, secondo questa prospettiva, quello di porre in sinergia tanto le iniziative quanto le ricerche e le riflessioni teoriche di ogni ambito, valorizzando i contributi delle singole discipline al rafforzamento del confronto tra Scuola e Università.
Alla finalità di porre al centro del tavolo di lavoro di diverse associazioni il tema del dialogo tra mondo accademico e scolastico sono riconducibili, del resto, tutte le iniziative citate in questa breve panoramica ma anche le tante altre che negli ultimi anni e mesi hanno riunito studiosi e studiose attorno a snodi centrali riguardanti la didattica delle discipline letterarie e che, proprio a partire da quegli elementi che coinvolgono tanto la scuola quanto l’università, hanno permesso l’individuazione di concrete strategie di miglioramento; penso in particolare alla proposta di una consulta inter associativa di area 10 che lavori, a livello istituzionale, sulla didattica della letteratura o alla maggior presenza della filologia nella formazione dei docenti di scuola secondaria (anche grazie ai corsi nazionali di aggiornamento posti in campo dalla Società dei filologi della letteratura-Sezione didattica).
Tra i progetti in campo per rafforzare le zone di contatto si sottolineano, in particolare, quello di affidare agli insegnanti di scuola moduli di didattica disciplinare all’interno degli atenei e, anche, nell’ambito del nuovo sistema di formazione degli insegnanti quello della creazione di ambienti misti, che vedano il coinvolgimento concreto sia di docenti di scuola sia di componenti accademiche. Un’altra proposta, come già ricordato, è poi quella di porre a fattor comune le piattaforme online dedicate ad autori della nostra letteratura dal momento che il digitale, oltre a fungere da collante tra ricerca e pratiche di analisi del testo in classe, può essere terreno fertile per la collaborazione tra diverse associazioni.
L’elemento più significativo emergente dal fitto dialogo di voci che hanno animato gli incontri che questa sintetica panoramica ha inteso richiamare, è proprio quello della necessità di un cammino condiviso nella direzione di un rafforzamento di tutti gli ambiti dell’italianistica; le problematiche attuali e le sfide già aperte che riserva il futuro invitano, in definitiva, a promuovere altri momenti di riflessione finalizzati al rafforzamento della rete tra le associazioni e del processo di incontro tra ricerca e didattica su temi nevralgici tanto per il mondo dell’università quanto per quello della scuola.
[i] Si veda, in proposito, la Lettera delle Associazioni di Linguistica Letteratura e Filologia al Ministro Valditara sulla revisione delle Indicazioni Nazionali del 10 maggio 2024, pubblicata sul sito dell’Adi.
[ii] Oltre al documento e alle linee guida redatte dall’Unesco nel 2023 nell’ambito dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’istruzione, si ricordino le direttive della Commissione Europea del 2022 (Ethical guidelines on the use of artificial intelligence (AI) and data in teaching and learning for Educators», Publications Office of the European Union), il Progetto AI4T (AI4T - Artificial Intelligence for and by Teachers), il progetto pilota europeo nel campo della formazione docenti sull’Intelligenza artificiale, finanziato da Erasmus+ e promosso dalla Commissione europea nell’ambito del Piano d’azione per l’educazione digitale 2021-2027 e le linee guida sull’uso etico dell’Intelligenza Artificiale e sulla Digital Literacy. Per quanto riguarda direttive e corsi di formazione ministeriali si leggano invece le recenti disposizioni promosse dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Anche il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un documento in proposito (Proposte per una Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale), mentre nel Libro Bianco per l’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino a cura dell’Agenzia per l’Italia Digitale, vengono illustrate eventuali strategie di utilizzo di IA nel settore dell’istruzione. Anche Sapienza, recependo le indicazioni nazionali e internazionali, ha posto in campo moduli formativi riguardanti l’AI sia in ambito dottorale (si pensi al Dottorato di Interesse Nazionale in Intelligenza Artificiale) sia in quello dei corsi di laurea: sono attivi corsi di laurea in Filosofia e Intelligenza Artificiale, in Artificial Intelligence and Robotics - Intelligenza Artificiale e Robotica e in Artificial Intelligence – Intelligenza Artificiale.
[iii] Si vedano, su questo, L. Baratta, L’Intelligenza Artificiale e le nuove (?) frontiere della letteratura, in Anna Papa (a cura di), Intelligenza artificiale tra valori costituzionali e ambiti applicativi: quali spazi nella transizione digital, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, in c.d.s e D. Raffini, Italo Calvino e l’estetica dell’intelligenza artificiale: giochi linguistici, morte dell’autore e teoria della ricezione, in «Diacritica», fasc. 53, 25 agosto 2024. Più in generale su rapporto AI- educazione e sviluppo professionale dei docenti si vedano anche F. Marchesani, Intelligenza artificiale a scuola. Guida pratica per docenti, in «I Quaderni della Ricerca» n. #75, 2024, A. Iannella (2024) The transitional space. Generative Artificial Intelligence as an opportunity for growth, Italian Journal of Educational Technology, Accepted Manuscript Online; doi: 10.17471/2499- 4324/1330 (e bibliografia ivi citata) e W. Douglas Heaven, ChatGPT is going to change education, not destroy it, articolo del 6 aprile 2023 sul MIT Technology Review. Meno recenti (in un contesto di velocissima mutazione come quello relativo all’Intelligenza artificiale) ma interessanti anche le proposte didattiche contenute in A. Iannella, Interagire con l’Intelligenza Artificiale: Proposte Didattiche per la Storia dell’Arte e la Letteratura, 2022, Bricks, XII (6) e Idem, Ok Google, vorrei parlare con la poetessa Saffo: Intelligenza Artificiale, assistenti virtuali e didattica della letteratura, in «Thamyris», 10/2020. Sull’AI in generale si veda anche InterArtes [online], n. 3, “ArtIntelligence” (Francesco Pigozzo ed.), dicembre 2023, in particolare gli articoli di D. Raffini (La ridefinizione dell’autorialità nell’AI novel, ivi pp. 1-13 ) e C. Bocchi (Insegnare con ChatGPT. Esempi di utilizzo di ChatGPT in laboratori linguistici universitari, citato anche in seguito).
[iv] Il convegno ha visto la partecipazione di numerose ADI, MOD, ASLI, SFLI, Compalit, Consulta di Critica letteraria e Letterature comparate e si è sviluppato attorno a tre tavole rotonde: la prima, Insegnamento universitario delle discipline dell’Italianistica, è stata coordinata dalla Presidente dell’Associazione degli Italianisti Silvia Tatti e ha visto la partecipazione di Mauro Tulli, Massimo Fusillo, Daniela Gionta, Giuseppe Langella, Sergio Lubello, Marina Paino, Franca Sinopoli e Sebastiano Valerio; il secondo tavolo di lavoro, dedicato all’Insegnamento dell’Italianistica a scuola, è stato animato dalle voci di Gabriella Alfieri, Paola Cantoni, Claudia Corfiati, Annalisa Nacinovich, Attilio Scuderi, Massimiliano Tortora e dal coordinatore Andrea Manganaro; nella sezione Italianistica digitale e insegnamento della letteratura, coordinata da Floriana Calitti, sono intervenuti infine Valentina Gallo, Loredana Chines, Paola Italia, Laura Melosi ed Emilio Russo. Sul rapporto tra scuola e università (non solo dal punto di vista delle discipline dell’italianistica ma secondo una prospettiva più generale) segnalo anche un ulteriore, recentissimo, convegno: Ricerca con la scuola. Scuole e università in dialogo per fare e essere un po’ meglio (Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione dell’Università di Roma La Sapienza, 2 dicembre 2024).
[v] Da quello organizzato da Paola Italia e Loredana Chines (Migrazioni e contaminazioni dal cartaceo al digitale. Per una nuova didattica della letteratura italiana), di cui si parlerà anche in questa sede, fino al Panel sulla divulgazione della letteratura (Rotte critiche nella letteratura italiana) proposto da Ambra Carta, Simone Giusti, Tiziana Piras e Lucia Rodler o a quello proposto da Marco Leone e Natascia Tonelli (Il Mediterraneo come spazio per la didattica della letteratura italiana); si ricordi, infine, anche il Congresso che in questa occasione è stato organizzato dall’Adi-Sezione didattica: la scuola del pensiero meridiano (il programma completo dei panel e del Congresso sezione didattica è consultabile al link).
[vi] Letteratura e intelligenza artificiale. Un dialogo interdisciplinare, svolto lo scorso 16 settembre 2024 presso l’Università di Roma La Sapienza e organizzato da Tiziana Catarci, Roberto Gigliucci, Antonella Poggi e Daniel Raffini. Il video della diretta streaming del Convegno è disponibile sul Canale YouTube del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale.
[vii]Il programma completo del Panel, coordinato da Paola Italia, è disponibile al link riportato nella nota n.5. I relatori del panel (Matilde Passafaro, Jacopo Pesaresi, Giacomo Ventura, Roberta Priore, Milena Giuffrida, Christian D’Agata, Giulia Gerratana, Mariangela Giglio) hanno per altro curato altri progetti o studi riguardo la didattica e la letteratura digitale, quali ad esempio il portale online Leggo Manzoni, lo studio «In aedibus Aldi»: una breve proposta didattica per conoscere i sogni e le fatiche di Aldo Manuzio (G. Ventura, in «L’Italianistica oggi: ricerca e didattica,» Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti, Roma, 9-12 settembre 2015, a cura di B. Alfonzetti, T. Cancro, V. Di Iasio, E. Pietrobon, Roma, Adi editore, 2017, pp. 1-10), il progetto Wiki Leopardi (per cui cfr. anche Roberta Priore, Paola Italia, Leopardi: Wiki Leopardi, Leopardi Ecdosys, Leopardi 3D, in «Italianistica digitale», 2021, 20, pp. 65 – 75) e il progetto di digitalizzazione delle opere di Luigi Pirandello (cfr. L. Giurdanella, M. Giuffrida, C. D’Agata, Pirandello Nazionale: per un nuovo modello di edizione digitale, collaborativa e integrata in AIUCD 2021 Conference, DH per la società: eguaglianza, partecipazione, diritti e valori nell’era digitale, pp. 208-216).
[viii] La descrizione del progetto è disponibile sul portale dedicato.
[ix] Su Griselda è per altro reperibile anche una sitografia che riunisce gli strumenti digitali dell’Italianistica attualmente disponibili in rete. Per I Quaderni della Ricerca si prendano in considerazione a titolo esemplificativo i numeri #72 (Le tecnologie per una scuola di comunità aperta e inclusiva, a cura di Giuseppina Rita Jose Mangione, Francesca De Santis, Maeca Garzia, Loescher 2023), #75 (il già citato L. Marchesani Intelligenza artificiale a scuola. Guida pratica per docenti, Loescher, 2024) e #78 (Elementi di etica digitale. Opportunità, impatti e rischi delle tecnologie, a cura di Pietro Jarre e Gianni Garbarini, Loescher, 2024). Vd. anche Gino Ruozzi, Gino Tellini (a cura di) Didattica della letteratura italiana. Riflessioni e proposte applicative e Filologia della letteratura italiana (Firenze, Le Monnier Università, rispettivamente 2020 e 2024). Si vedano infine F. Ciotti, Digitals humanities. Metodi sturumenti e saperi, Roma, Carocci, 2023 e S. Giusti, Didattica della letteratura 2.0, Nuova edizione, Roma, Carocci, 2020.
[x] Manzoni e Leopardi in digitale. Idee e progetti per la scuola, a cura di Ersilia Russo, Bologna, Clueb, 2024. Il libro illustra, tra le altre iniziative del panorama dell’Umanistica digitale, la piattaforma di filologia digitale PhiloEditor, i portali Manzoni Online e Wiki Leopardi, La Biblioteca Digitale Leopardiana. Estremamente interessante la scelta di lasciare all’interno del volume ampio spazio alla descrizione dell’esperienza diretta svolta in classe dai docenti che hanno utilizzato i vari strumenti. Si ringrazia la curatrice per aver potuto visionare l’indice del volume ancora in corso di stampa e si rimanda al testo per l’approfondimento delle più recenti esperienze di ricerca e didattica digitale. Il libro è stato recentemente presentato nel corso del Convegno Alma Leopardi 2024 seconda edizione, Il libro delle Canzoni (28 novembre 2024 presso l’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna).
[xi] Sia il progetto che i sondaggi svolti al suo interno sono stati presentati da Laura Melosi nel suo intervento al convegno Didattica delle discipline dell’italianistica tra scuola e università (Roma, La Sapienza, 27 maggio 2024).
[xii]In particolare una linea di ricerca è stata offerta al progetto in corso presso l’Università di Macerata dagli studi della ricercatrice Indire Alessandra Anichini sul tema della testualità digitale e della trasformazione degli strumenti didattici dal cartaceo al digitale: cfr. A. Anichini, Libri di scuola e lettura digitale. Proposte di ricerca (Firenze University press 2013), ma anche Il testo digitale. Leggere e scrivere nell'epoca dei nuovi media (Apogeo 2010) e Testo, scrittura, editoria multimediale (Apogeo Editore, 2003) e La didattica del futuro (Pearson, 2012).
[xiii] Si veda anche la descrizione presente sullo stesso portale.
[xiv] Si tengano presenti i diversi progetti menzionati alle note n. 6 e 7 e nel corso del testo.
[xv] Cfr. F. Ciotti, Digitals humanities. Metodi sturumenti e saperi, cit., e W. Douglas Heaven, ChatGPT is going to change education, not destroy it, cit.
[xvi] Sul rischio di un utilizzo non consapevole di ChatGPT cfr. anche l’articolo online del 4 maggio 2023 sul blog di Tiziana Catarci, scritto in collaborazione con D. Raffini (ChatGPT alla prova del rischio).
[xvii] Caterina Bocchi, «Insegnare con ChatGPT. Esempi di utilizzo di ChatGPT in laboratori linguistici universitari», in InterArtes [online], n. 3, “ArtIntelligence” (Francesco Pigozzo ed.), dicembre 2023, pp. 45-61.
[xviii] Del laboratorio di scrittura accademica dell’Università di Padova è stato dato conto da Valentina Gallo durante la tavola rotonda dedicata al Digitale nell’ambito del convegno Didattica delle discipline dell’italianistica tra scuola e università; dell’esperienza di Fabio Ciotti ha parlato il docente durante la prima sessione del convegno del 16 settembre nel medesimo Ateneo (Letteratura e intelligenza artificiale. Un dialogo interdisciplinare). Sul tema cfr. anche F. Ciotti, Digitals humanities. Metodi sturumenti e saperi, cit.
[xix] Su questo cfr. ancora Caterina Bocchi (art. cit.) e l’approfondimento, ivi citato, di Qadir Junaid, docente alla Hamad Bin Khalifa University del Qatar, sulle diverse tipologie di competenze necessarie per far fronte alle sfide poste dall’avvento di ChatGPT («Engineering Education in the Era of ChatGPT: Promise and Pitfalls of Generative AI for Education», TechRxiv).
[xx] Per un’analisi della ridefinizione delle funzioni della scrittura creativa in relazione all’IA, sulla quale si è già scritto molto, cfr. almeno D. Raffini, Italo Calvino e l’estetica dell’intelligenza artificiale: giochi linguistici, morte dell’autore e teoria della ricezione, in «Diacritica» fasc. 53, 25 agosto 2024 (online) e S. Natale, L. Henrickson, The Lovelace effect. Perceptions of creativity in machines, in «New Media and Society», v. 26, n. 4, 2022, pp. 1909-26. Si tenga inoltre presente la prossima uscita di un volume che raccoglierà un’antologia di poesie prodotte da autori umani affiancate da testi critici generati da IA (Bit in versi, a cura di Carlo Caloro, Britta Lenk e Daniel Raffini).
[xxi] T. Underwoord, articolo del 5 gennaio 2024 Can language models predict the next twist in a story. L’esperimento è stato esposto nell’intervento di Fabio Ciotti nel convegno Letteratura e intelligenza artificiale (vd. nota n. 6 per i riferimenti specifici al convegno).
[xxii] Di questo sistema di funzionamento del mondo digitale e delle piattaforme di narrativa, in particolare Wattpad, nonché delle loro implicazioni con la teoria della letteratura ha dato conto l’intervento di Francesca Medaglia (Wattpad e le dinamiche grassroots: la teoria letteraria e i nuovi canoni narrativi) nell’ambito del convegno sull’intelligenza artificiale già citato (vd. supra, nota n.6).
[xxiii]Queste argomentazioni sono state al centro dell’intervento L’Autore artificiale, a cura di Paola Italia, ancora nell’ambito del succitato convegno del 16 settembre 2024 (ibid.)
[xxiv] Si veda su questo R. Trinchero, Manuale di ricerca educativa, Franco Angeli, Milano, 2002, p. 78 e S. Giusti, Didattica della letteratura italiana. La storia, la ricerca, le pratiche, Roma, Carocci, 2023 (in partic. pp. 99-104).