Sharon Nozzolino - Mettiamo in scena Le Straordinarie avventure di Caterina di Elsa Morante

Un progetto didattico in una classe terza di scuola primaria

 

Premessa

Nel settembre del 1942 venne pubblicata per Einaudi la fiaba illustrata che prendeva il nome di Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina arricchita da disegni realizzati dall’autrice stessa. È un testo scritto dalla Morante all’età di tredici anni. Infatti, la scrittrice fin da bambina cominciò a comporre filastrocche e brevi racconti pensati per essere letti in occasione di incontri con parenti e amici.

Come afferma la studiosa Savina Tamborini:

 

Nelle Avventure l’iniziale povertà delle due sorelle Rosetta e Caterina è il motore che dà avvio alla narrazione. Rimasta sola dopo che la sorella maggiore si è allontanata da casa alla ricerca di un lavoro, la piccola Caterina decide di partire per ritrovare la bambola di stoffa, Bellissima, che le è stata rubata da uno stracciarolo. In compagnia dell’impavido Tit, Caterina vive avventure fantastiche in cui compaiono esseri fatati e animali parlanti, fino al felice ricongiungimento con l’amata bambola e con Rosetta.[1]

 

Dopo la guerra, la Morante cominciò a pensare a una nuova ristampa. L’edizione del 1959, rivista e integrata con nuove storie, venne pubblicata con il titolo Le Straordinarie avventure di Caterina, segnando l’inizio della «Nuova collana Einaudi per la gioventù», in seguito nota come «Libri per ragazzi». Questa versione, ancora disponibile sul mercato, è stata ripubblicata nel 1969 e nel 2007.

 

Il volume narra la storia di due sorelle povere, Rosetta, la più grande, e Caterina, la minore. Quando Rosetta lascia la casa in cerca di lavoro, Caterina, in preda a un impeto di rabbia, abbandona la sua bambola, Bellissima. Uno stracciarolo la raccoglie e la porta via, dando inizio al viaggio fantastico di Caterina, insieme all’eroe Tit, alla ricerca della bambola perduta. Nel corso della loro avventura, incontrano fate, principesse, principi, animali parlanti e piante animate, fino a giungere al Palazzo dei Sogni. Qui ogni bambina e bambino ha la propria casetta, e mentre dormono e sognano, vivono in questo luogo incantato.

 

Questa fiaba è collegata anche alla mia di infanzia. Quando frequentavo la scuola primaria ricordo che mia madre mi regalò Le straordinarie avventure di Caterina nell’edizione del 1992 per i tipi di Einaudi scuola. Mi ricordo che rimasi affascinata dalla storia di Caterina e dalle avventure vissute da lei e dal coraggioso Tit per ritrovare la bambola Bellissima. Oggi, diventata docente, conservo ancora il ricordo piacevole di quella lettura e ho pensato di proporla ai miei alunni della classe terza della scuola primaria «Don Milani» di Montevarchi. La mia idea è quella di proporre, in primo luogo, la lettura integrale del libro (dal capitolo 1 all’8) seguita dalla messa in scena dell’opera. Attraverso l’esperienza teatrale, i bambini diventano attori e vestono i panni dei personaggi del racconto.

 

Il progetto

Questo progetto vuole mettere al centro lo sviluppo dell’immaginazione e della creatività nei bambini. La Morante nei suoi racconti giovanili mostra una certa disposizione all’umorismo e all’invenzione fantastica. Come scrive Carlo Sgorlon, «leggendoli attentamente, si possono scoprire in essi alcune caratteristiche della scrittrice futura: il piacere dell’avventura, la tendenza a proiettare il reale nell’ambigua luce della fantasia»[2], la capacità di reinterpretare ciò che ci circonda attraverso l’immaginazione.

La realtà si trasforma, filtrata da emozioni, sogni e visioni personali, diventando un terreno fertile per storie e significati nuovi. Questa combinazione crea una tensione affascinante tra ciò che è concreto e ciò che è immaginario, aprendo le porte a narrazioni infinite. Per questo motivo, ho deciso di impostare il mio progetto didattico in modo che i bambini potessero avere modo di sviluppare la propria immaginazione e creatività attraverso la costruzione di una vera e propria scenografia, disegnata da loro, e attraverso la riscrittura di un copione per la messa in scena della storia. Ciò che volevo era far sì che ciascuno di loro potesse «salire sul treno delle meraviglie» e scoprire qualcosa di nuovo che non avevano mai fatto.

 

Per quanto riguarda la metodologia, ovvero i modi con cui condurre il progetto, ho scelto di utilizzare diverse tecniche: storytelling, apprendimento cooperativo (cooperative learning), giochi di ruolo (role playing), teatro, brainstorming. Il coinvolgimento attivo degli studenti può essere ulteriormente potenziato chiedendo loro di scegliere autonomamente il testo da rappresentare e di suddividere i ruoli. Integrando metodologie come il cooperative learning, la classe può essere divisa in piccoli gruppi, ciascuno responsabile di un aspetto del lavoro teatrale. I gruppi possono selezionare i brani, individuare i punti salienti, definire le scene da mettere in scena e assegnare i compiti a ogni membro. Alla fine del progetto, l’insegnante può valutare il lavoro di ogni gruppo e incoraggiare l’autovalutazione, stimolando così un processo di apprendimento più partecipativo e consapevole. Nello specifico, per il mio progetto ho utilizzato diverse modalità: la lezione frontale durante la lettura del libro; la discussione e il lavoro in grande gruppo nel brainstorming; la collaborazione nella creazione del copione, e attività individuali per quanto riguarda i disegni.

Metodologie come il lavoro di gruppo, il brainstorming e la discussione rientrano nelle cosiddette modalità attive, che stimolano la partecipazione diretta degli studenti. Accanto a queste, ho adottato strumenti per il monitoraggio, come il diario di bordo. Il monitoraggio riveste un ruolo cruciale, poiché consente di documentare non solo il risultato finale, ma anche le diverse fasi del progetto e il suo processo di sviluppo. La documentazione riveste un ruolo fondamentale, in quanto consente di monitorare le attività e offre a chiunque lo desideri la possibilità di prendere spunto per sviluppare un progetto simile in futuro. Nel mio caso, ho utilizzato diversi strumenti per documentare il lavoro svolto. Ad esempio, i disegni e il copione creati dai bambini costituiscono una testimonianza tangibile del percorso educativo.

Il progetto è articolato in sei fasi, ciascuna con un obiettivo specifico e alterna momenti di lavoro in piccoli o grandi gruppi a momenti dedicati alla riflessione e alla discussione. In queste occasioni, assume particolare importanza il valore delle opinioni di ogni alunno, che contribuiscono a dare profondità e significato al tema trattato. Le fasi sono:

1. Lettura del libro in classe: l’insegnante legge ai bambini il libro Le straordinarie avventure di Caterina. Non legge tutto il libro in un solo giorno, ma ne legge due al giorno per un totale di quattro incontri circa.

2. Discussione a grande gruppo sui personaggi incontrati e brainstorming sulle diverse ambientazioni: una volta terminata la lettura del libro, i bambini cominciano una discussione con l’insegnante sui personaggi incontrati in tutto il racconto; ogni bambino prende la parola e dice agli altri qual è il personaggio che ha apprezzato di più e quali aspetti lo hanno colpito maggiormente di quel personaggio. Un lavoro analogo viene fatto per quanto riguarda i diversi luoghi incontrati durante la lettura del libro; questa fase è particolarmente importante ai fini della fase successiva.

3. Disegnare la scenografia: dopo la discussione sull’ambientazione e sui disegni realizzati dall’autrice, tocca adesso ai bambini disegnare le diverse ambientazioni che andranno a comporre la scenografia.

4. Riscrivere il copione: ogni gruppo sceglie quale capitolo mettere in scena e, attraverso la guida dell’insegnante, ne riscrive alcune parti, tagliando e mettendo didascalie.

5. Messa in scena: dopo aver preparato il materiale, i bambini vanno in scena per rappresentare una versione teatrale de Le straordinarie avventure di Caterina.

6. Feedback di restituzione: alla fine di tutte le attività, l’insegnante distribuisce un foglio con domande per capire quali sono stati punti di forza e criticità delle attività proposte e come i bambini hanno vissuto questa esperienza. Il progetto si sviluppa in un totale di quindici incontri.

 

Le fasi dell’attività

La lettura del libro non si è svolta in un solo incontro, ma ha richiesto quattro incontri di un’ora ciascuno nei quali ogni volta venivano affrontati due capitoli. Ho deciso di non utilizzare l’aula in cui normalmente la classe svolge le attività didattiche, ma ho preferito la biblioteca. Il plesso, infatti, è dotato di una biblioteca in cui sono presenti cuscini, se i bambini preferiscono sedersi per terra, e sedie a disposizione per tutti. È un luogo tranquillo con un’atmosfera che permette agli alunni di rilassarsi e godersi appieno la lettura senza le distrazioni dei materiali scolastici presenti nell’aula.

Prima di cominciare con la lettura, ho illustrato ai bambini il progetto. Ho spiegato le varie fasi del lavoro, ma in maniera non troppo dettagliata perché i dettagli li ho comunicati via via al momento dello svolgimento di ogni specifica attività. Intanto, ho presentato loro l’autrice del libro, Elsa Morante.

 

Arrivati al quinto incontro, ho spiegato ai bambini che cosa avremo fatto una volta terminata la lettura del libro. Man mano che venivano letti e commentati i capitoli, i bambini, col mio supporto, costruivano una tabella riassuntiva nella quale erano raggruppati i luoghi della vicenda e i personaggi, ognuno con una breve descrizione. Questa tecnica si è rivelata particolarmente efficace perché ha permesso ai bambini di avere a disposizione un supporto ogni volta che era necessario. I personaggi che hanno colpito di più l’attenzione dei bambini, oltre a Caterina e a Tit, spesso erano presenti nel libro anche solo una volta, come ad esempio la piccola principessa che incontriamo la prima volta nel capitolo finale, o la topina che è una delle compagne di viaggio dei protagonisti. Questo perché la scrittrice ha saputo creare personaggi che, pur non essendo onnipresenti, sono autentici e con caratteristiche che attirano l’attenzione dei bambini. I personaggi che non sono stati indicati dai bambini spesso erano gli antagonisti della storia: lo Stracciarolo, per esempio, è colui che rapisce Bellissima e quindi visto dai bambini come un personaggio cattivo; oppure i tre briganti che vogliono intrufolarsi nel castello della Signora delle Querce e che fanno del male a Tit e Caterina.

Poi, grazie all’aiuto della nostra tabella riassuntiva, ci siamo soffermati sui diversi luoghi che abbiamo incontrato durante la lettura della storia e in cui si sono svolte le avventure dei nostri protagonisti. È interessante notare, come mi ha detto un mio alunno, che tutto inizia e finisce con la casa di Caterina e Rosetta. Il primo luogo preferito dai bambini è, invece, il Palazzo dei sogni. Si tratta di un luogo bellissimo in cui ogni bambino ha un proprio appartamento: e infatti, il palazzo è l’insieme di tutti questi appartamenti. Ai bambini è piaciuto molto un dettaglio sottolineato dall’autrice, vale a dire che «spesso i bambini che sembrano i più poveri qui dove siamo, hanno invece i più ricchi possessi in quel palazzo»[3]. Infine, il secondo luogo che ha colpito di più l’attenzione dei bambini è il treno, descritto nel terzo capitolo del libro. Questo luogo ha affascinato i bambini per l’atmosfera e per i personaggi che Tit e Caterina hanno incontrato. Il treno è un luogo dove è sempre possibile incontrare persone nuove che hanno vite diverse dalle nostre, come nell’esempio del libro: la rondine volava verso l’Africa, la topina era in viaggio per raggiungere un posto nuovo perché aveva in mano una grande valigia, lo scoiattolo mangiava tranquillo sul treno e tanti altri.

 

Ci siamo concentrati poi sulla scenografia e ho deciso che a fare da contorno alle scene dovevano essere i disegni dei bambini. Ho diviso quindi la classe in quattro gruppi di quattro bambini ciascuno e un gruppo di cinque. Poiché i disegni da realizzare erano otto, non tutti i bambini hanno disegnato; infatti, due gruppi si sono occupati della scenografia e gli altri tre della realizzazione dei copioni.

Per il copione, ci siamo concentrati principalmente sul selezionare i dialoghi tra i personaggi, crearne di nuovi e utilizzare brevi descrizioni prima di ciascun dialogo (descrizioni che, dopo, in scena, sono state lette dal narratore). Le parti più rilevanti sono state sottolineate e scritte su un foglio bianco. Dopo aver sottolineato le parti da utilizzare, il bambino deputato a questo compito si è confrontato con me, in modo da capire se aggiungere o modificare qualcosa. Una volta che ha ricevuto l’approvazione, è iniziata la fase di riscrittura.

Il lavoro, quindi, è stato incentrato sul rendere più colloquiale possibile i dialoghi, come se i bambini parlassero con un loro familiare o un amico, senza ovviamente stravolgere il senso del testo. Per i bambini è stato molto divertente immaginare i dialoghi e scriverli come se fossero farina del proprio sacco; cosa che era proprio l’obiettivo di questa fase: osservare come il testo morantiano si trasformi nelle mani e nella mente dei bambini. Si tratta, quindi, di una vera e propria riscrittura, un po’ come è stato fatto con La torta in cielo di Gianni Rodari, scritta dai bambini di una scuola elementare di una borgata romana.

 

Una scelta su cui voglio porre l’attenzione è quella di aver mantenuto inalterate, al contrario delle altre battute, le filastrocche all’inizio di ogni capitolo. Questa è stata un’idea che ho voluto proporre ai bambini, in quanto ho pensato che, poiché si tratta di filastrocche, con rime e scelte stilistiche precise, cambiarle avrebbe voluto dire riscriverle totalmente. Per esempio, la filastrocca che apre il primo capitolo recita così:

 

Incomincia la bella storia

di Rosetta e di Caterì

e di una bambola senza boria

che dice solo: No e Si[4].

.

I bambini non conoscevano il significato di boria e avrebbero voluto cambiarlo con «arroganza», ma in questo modo sarebbe andata persa la rima e anche la musicalità dei versi e per questo motivo abbiamo deciso di lasciare tutto come era stato scritto dall’autrice. Come ha poi fatto notare un bambino:

«È bello lasciare le filastrocche come sono, così anche Elsa è contenta di essere nel nostro teatro».

 

Siamo giunti alla fase più significativa del progetto, ovvero la rappresentazione teatrale dei copioni realizzati dai bambini. Attraverso la riscrittura operata con gli alunni, la storia della Morante è rimasta la stessa, ma sono state apportate delle modifiche nel linguaggio e nella terminologia, adattandola al parlato attuale e più accessibile a dei bambini di terza elementare. Inoltre, sono stati operati dei tagli che hanno prodotto modifiche alla storia e ai personaggi (che sono diminuiti). Le scene che abbiamo deciso di rappresentare sono:

 

- Prima scena: apertura del racconto (Caterina, Rosetta e Bellissima)

- Seconda scena: incontro tra Tit e Caterina

- Terza scena: festa al castello della Signora del Pineto

- Quarta scena: Pic tenta di rubare nel castello

- Quinta scena: incontro con il mercante

- Sesta scena: finale e saluto tra Tit e Caterina

 

Per rendere la rappresentazione il più reale possibile e per far entrare i bambini nei personaggi che dovevano interpretare, ho fornito loro dei costumi in base a come si erano immaginati i vari personaggi. Per esempio: per Caterina ho portato una gonna a pois, per Rosetta un vestito verde, per Tit un gilet di colore bianco, per Bellissima un grembiulino. I bambini erano molto divertiti, e l’idea di indossare i costumi ha permesso loro di immaginarsi ancora meglio la storia nella loro mente.

I bambini, durante la rappresentazione, hanno avuto la possibilità di tenere in mano il copione della scena da loro realizzato. Questa scelta è stata compiuta in modo da rendere i bambini più sicuri.

 

Riflessioni finali

A conclusione del progetto ho deciso di preparare una sorta di questionario con domande aperte a cui i bambini dovevano rispondere. Queste domande sono state sviluppate sulla base delle varie fasi del progetto svolto, sul libro letto e sull’autrice per valutare il livello di soddisfazione dei bambini e comprendere punti di forza e criticità.

1. Cosa ne pensi del racconto che abbiamo letto?

2. Qual è il personaggio che ti ha colpito di più? Perché?

3. Quale parte del racconto hai preferito?

4. Secondo te questo racconto ha una morale? Quale?

5. Tra tutte le attività che abbiamo fatto quale ti è piaciuta di più? Perché?

6. C’è un’attività che non ti è piaciuto svolgere?

 

È stato assolutamente gratificante osservare la gioia e l’impegno dei bambini nella realizzazione del progetto. Ogni fase per loro era una sfida nuova ed emozionante che li avrebbe portati ad ottenere il risultato desiderato: diventare attori per un giorno e mettere in scena il racconto che li ha tanto colpiti.

Credo che proporre attività come il teatro alla scuola primaria, a partire da un testo letterario,  possa avere numerosi punti positivi; innanzitutto, contribuisce a creare una maggior coesione nel gruppo classe e ad istaurare una fiducia reciproca, non solo tra i bambini stessi ma anche tra loro e l’insegnante che assume il ruolo di coordinare di tutte le attività. Si tratta, inoltre, di una proposta assolutamente inclusiva, alla quale prendono parte tutti gli alunni della classe.

Di seguito un breve estratto da uno dei copioni rivisitati dai bambini. Si tratta della scena iniziale in cui vi sono le due sorelle, Rosetta e Caterina:

 

Caterina: Rosetta io ho un po’ di fame, mi daresti un po’ di carne e contorno di patate?

Rosetta: Oh Caterina, oggi non posso. Sto lavorando poco ultimamente perché in questo paese i bambini stanno diventando grandi e non hanno più bisogno di me. Mi dispiace.

Caterina: Ho capito, allora va bene anche solo la carne senza patate.

Rosetta: Non posso nemmeno questo Caterina.

Caterina: Un pezzetto di pane c’è?

Rosetta: Non c’è

Caterina: E mezzo pezzettino allora?

Rosetta: Nemmeno.

 

 

18 marzo 2025

 


[1] Savina Tamborini, La storia di una bambina: Studio intertestuale de ‘Le straordinarie avventure di Caterina’ di Elsa Morante, Romanska och klassiska institutionen, Magisteruppsats Italienska, Stockholm University, 2017, Relatore: Cecilia Schwartz.

[2] Carlo Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, Milano, Mursia, 1972, 2012, p. 33.

[3] Elsa Morante, Le straordinarie avventure di Caterina, Torino, Einaudi, 1959, 20165, pp. 55-56.

[4] Ivi, p.11.