Progetto

Il progetto “Verso una nuova didattica nelle scienze umane: per un contributo pratico-teorico delle arti teatrali” si avvale dei finanziamenti erogati per i vincitori del Bando PROGETTI INNOVATIVI NELL’AMBITO DEGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE (Bando Strutture 2022) Alma Mater - Dipartimento FilCom.

Esso si pone come obiettivo il confronto costruttivo tra le realtà didattiche universitarie italiana e argentina sia in campo teorico che pratico e la sperimentazione nei due diversi contesti di nuove pratiche didattiche mutuate dai laboratori teatrali di matrice grotowskiana.

La riflessione innescata dalle considerazioni successive all’emergenza pandemica (covid19) in merito allo svolgimento della didattica esclusivamente a distanza ha permesso che venissero indagate e analizzate alcune pratiche tradizionali del “fare lezione”; la lezione frontale, ancora largamente in uso, soprattutto nelle università europee, mette in mostra le sue debolezze e le sue limitazioni. La stessa logistica delle aule universitarie mostra alcuni presupposti teorici che gli studi di pedagogia, soprattutto riferita alla prima infanzia, hanno da tempo messo in evidenza: la necessità di ambienti “strutturati” per creare un clima collaborativo e produttivo della conoscenza e non unicamente atti a favorire un semplice trasferimento di conoscenze. Tutto questo è quasi del tutto assente negli ambienti universitari dedicati alla didattica. Le aule con i tavoli ben fissati nel pavimento, la pedana frontale su cui è poggiata la cattedra, la distanza che separa l’area destinata ai discenti e quella dedicata al docente sono solo alcune delle caratteristiche dell’aula universitaria che mostrano come la lezione frontale e unidirezionale sia largamente proposta nei corsi universitari. D’altro canto è da sottolineare come la progettazione di ambienti che permettano ai discenti di sentirsi protagonisti del proprio sapere vada di pari passo con la proposta di metodi didattici che riducano la supremazia dell’insegnante e lo trasformi da detentore unico della conoscenza a facilitatore nel processo di apprendimento di ogni discente. In questi metodi didattici l’aspetto della produzione collaborativa e quello della attiva partecipazione del discente alla propria formazione sono presupposti inalienabili. Inoltre l’attenzione all’aspetto collettivo tra pari va a illuminare un’altra caratteristica di questo cambiamento di paradigma didattico: la crescente importanza che viene attribuita alla componente corporea del discente stesso.

La valorizzazione della comunicazione cinestetica si inserisce in questo quadro e l’uso delle arti, in particolare modo quella teatrale, ne costituisce una realizzazione pratica di successo. Del resto anche recenti studi in campo neurobiologico mostrano la stretta correlazione tra una buona gestione del proprio corpo e una buona capacità di apprendimento. Se tutto questo è già considerato pratica sperimentata e usata in larga parte per le scuole elementari, via via che si passa dalla scuola secondaria all’ambiente universitario si nota una carenza di sensibilità e consapevolezza a questi mutamenti pedagogici. Soprattutto nell’Europa continentale con il predominio della lezione frontale su altri tipi di modalità di fare didattica questo fatto è evidente. In campo teatrale la riflessione pedagogica a partire da Stanislavskij è diventata punto focale nelle proposte dei cosiddetti “laboratori teatrali” che seguono la grande rivoluzione grotowskiana e più in generale del cosiddetto fenomeno del Terzo Teatro. A differenza del teatro tradizionale e del teatro d’avanguardia, il Terzo Teatro trasforma l’esigenza estetica in progetto etico rivitalizzando il senso primo di estetica come indagine e analisi delle sensazioni e quindi proponendo quella che viene definita come “pedagogia teatrale”. Ed è proprio questa eticità a poter costituire un punto di contatto con la pedagogia generale e con la conseguente analisi e critiche delle pratiche didattiche in uso. Questa riflessione pedagogica ha il suo punto forte nella rivalutazione del ruolo del corpo dell’attore nel processo creativo. Obiettivo del presente progetto è quello di incrociare la pedagogia teatrale che soggiace alle diverse forme di fare teatro e le pratiche didattiche in ambiente universitario per proporre una riflessione critica e una sperimentazione di nuove pratiche didattiche che siano partecipative e che coinvolgano il corpo e la mente del discente per un maggior successo del processo di apprendimento.

Il lavoro sinergico di realtà accademiche e dei centro di studi e pratica di antropologia teatrale (Fondazione Barba-Varley  e CATA ) costituisce un punto di forza di questo progetto. Infine occorre ricordare l’impegno del Centro Internazionale di Studi Spinoziani Sive Natura volto a promuovere una riflessione e pratica artistica nel mondo accademico a partire da riflessioni filosofiche (vedere sezione V dal sito Sive Natura). 

 

Proyecto

 

 El proyecto "Verso una nuova didattica nelle scienze umane: per un contributo pratico-teorico delle arti teatrali"  aprovecha la financiación prevista para los ganadores de la Convocatoria PROGETTI INNOVATIVI NELL’AMBITO DEGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE (Bando Strutture 2022) Alma Mater - Dipartimento FilCom.

El proyecto tiene como objetivo la comparación constructiva entre las realidades docentes universitarias italianas y argentinas tanto en el campo teórico como práctico y la experimentación en los dos diferentes contextos de nuevas prácticas docentes tomadas de los talleres de teatro grotowskianos.

La reflexión suscitada por las consideraciones a raíz de la emergencia pandémica (covid19) en torno al desarrollo de la enseñanza exclusivamente a distancia ha permitido indagar y analizar algunas prácticas tradicionales de “enseñanza”; la lección frontal, todavía muy utilizada, especialmente en las universidades europeas, muestra sus debilidades y limitaciones. La misma logística de las aulas universitarias muestra algunos presupuestos teóricos que los estudios pedagógicos, especialmente referidos a la primera infancia, han destacado desde hace tiempo: la necesidad de ambientes “estructurados” para crear un clima de conocimiento colaborativo y productivo y no sólo apto para facilitar una simple transferencia de conocimiento. Todo esto está casi completamente ausente en los entornos universitarios dedicados a la docencia. Aulas con mesas bien fijadas al suelo, la tarima frontal sobre la que descansa la silla, la distancia que separa la zona destinada a los alumnos de la dedicada al profesor son solo algunas de las características del aulario universitario que muestran cómo la lección frontal y unidireccional es ampliamente propuesto en los cursos universitarios. Por otro lado, cabe destacar que el diseño de ambientes que permitan a los educandos sentirse protagonistas de su propio conocimiento va de la mano con la propuesta de métodos de enseñanza que reduzcan la supremacía del docente y lo transformen de único poseedor de conocimiento a facilitador. en el proceso de aprendizaje de cada alumno. En estos métodos de enseñanza, el aspecto de la producción colaborativa y el de la participación activa del educando en su propia formación son presupuestos inalienables. Además, la atención al aspecto colectivo entre pares ilumina otra característica de este cambio de paradigma didáctico: la creciente importancia que se atribuye al componente corporal del propio aprendiz.

La potenciación de la comunicación cinestésica encaja en este marco y el uso de las artes, especialmente la teatral, constituye una realización práctica exitosa. Después de todo, incluso estudios recientes en el campo neurobiológico muestran la estrecha correlación entre un buen manejo del propio cuerpo y una buena capacidad de aprendizaje. Si todo esto ya se considera una práctica experimentada y utilizada en gran medida para las escuelas primarias, a medida que avanzamos de la escuela secundaria al ámbito universitario notamos una falta de sensibilidad y conciencia de estos cambios pedagógicos. Este hecho es evidente especialmente en Europa continental con el predominio de las lecciones frontales sobre otros tipos de métodos de enseñanza. En el campo teatral, la reflexión pedagógica a partir de Stanislavskij se ha convertido en un punto focal en las propuestas de los llamados “talleres teatrales” que siguen a la gran revolución grotowskiana y más en general al llamado fenómeno del Tercer Teatro. A diferencia del teatro tradicional y del teatro de vanguardia, el Tercer Teatro transforma la necesidad estética en un proyecto ético al revitalizar el sentido primario de la estética como investigación y análisis de las sensaciones y por tanto proponiendo lo que se define como “pedagogía teatral”. Y es precisamente esta ética la que puede constituir un punto de contacto con la pedagogía general y con el consiguiente análisis y crítica de las prácticas docentes en uso. Esta reflexión pedagógica tiene su punto fuerte en la revalorización del papel del cuerpo del actor en el proceso creativo. El objetivo de este proyecto es cruzar la pedagogía teatral que subyace en las diferentes formas de teatro y prácticas docentes en el ámbito universitario para proponer una reflexión crítica y la experimentación de nuevas prácticas docentes que sean participativas e involucren el cuerpo y la mente del educando para un proceso de aprendizaje más exitoso.

El trabajo sinérgico de las realidades académicas y el centro de estudio y práctica de la antropología teatral (Fondazione Barba-Varley y CATA) constituye un punto fuerte de este proyecto. Finalmente, cabe recordar la apuesta del Centro Internacional de Estudios Spinozianos Sive Natura por promover la reflexión y la práctica artística en el mundo académico a partir de las reflexiones filosóficas (ver apartado V de la web de Sive Natura).