Il primo incontro del gruppo UniBo con Eugenio Barba e Julia Varley a Bologna

Il resoconto dell'incontro di Giovanni Migliore

Pubblicato il 13 aprile 2023

L’incontro, tenutosi in aula magna in via Zamboni 35 a Bologna, è stato presidiato da Eugenio Barba e Julia Varley per “Umberto Eco lectures”. Personaggi di spicco nel mondo del teatro, i nostri ospiti hanno voluto dimostrare prima teoricamente e poi praticamente quanto la voce non sia soltanto un mero suono ma un potenziale conglomerato di espressioni che ci rendono unici.

Eugenio attraverso la sua lectio ha espresso un concetto fondamentale di importanza della voce e del corpo come strumenti che ci dicono e trasmettono quello che effettivamente siamo, poiché la voce non è solo suono ed atto comunicativo ma una pluralità di espressioni correlate. Eugenio stesso ha ricordato l’importanza del dialetto sottolineando che i suoni accompagnano sempre dei comportamenti,  in una sorta di sincronia comportamentale tra voce e comportamento. Dopo aver iniziato la lectio citando Eros e le sue sfaccettature , Eugenio ha parlato brevemente della sua biografia, ripercorrendo le sue origini , i suoi primi contatti con il mondo del teatro e della sua crescita professionale arricchitasi in modi e contesti diversi; dalla Norvegia alla Polonia, dall’Italia alla Danimarca, ogni incontro è stato per Eugenio fondamentale per la sua crescita umana e professionale arrivando a sostenere e a riconsiderare il ruolo dell’attore attraverso il suo modo di parlare, intonare e contestualizzare la voce.

Il regista italiano vede una sorta di plasticità nella voce dell’essere umano. Quando è ritornato in Norvegia da regista i suoi attori ascoltavano e intuivano il suono della voce così che potessero avere maggiore fantasia. La vera capacità dell’attore è sì di improvvisare ma soprattutto di ritrovare la situazione originaria. In seguito Eugenio ha esposto la differenza tra cinema e teatro, sostenendo che nel cinema non c’è spontaneità. 

Successivamente il regista italiano ci ha esposto le caratteristiche dell’attore. Bisogna considerare in primis l’aspetto sonoro; poi le reazioni fisiche che sono di vitale importanza in quanto non solo ci indicano una complessità di espressioni in generale ma lo spettatore, essendo più vicino all’azione dell’attore, viene più coinvolto a livello intellettuale e fisico; infine Eugenio ha parlato della voce come azione vocale per poi poter coinvolgere Julia Varley che ha applicato dal punto di vista pratico i consigli e la lezione preziosa di Eugenio.

Julia nella sua dimostrazione nell’uso della voce come azione vocale ha ribadito e soprattutto dimostrato che la voce non è soltanto mero suono ma una complessità di espressioni che ci rendono effettivamente unici. La voce non è mai solo voce ma c’è sempre un corpo che emana il suono e anche il corpo esprime azione. Julia ha dapprima voluto utilizzare le parole come riferimento per dire lo stesso testo in modi diversi con la frase “il teatro è un tappeto che deve volare lontano” dimostrando così che l’evocazione è diversa a seconda dalla lingua di riferimento e dal contesto o immagini. Nella seconda dimostrazione Julia, utilizzando l’evocazione della prima dimostrazione, ha interpretato poesie con testi di lingue diverse per evidenziare che poesia e musicalità di una frase è abbastanza diversa in altre lingue .

 

Giovanni Migliore, studente UniBo