Appunti brutti di una giornata bella

di Patrizio Agostini

Pubblicato il 09 luglio 2023 | 17giugno

- Arrivati alla stazione di Ferrara abbiamo notato che la stazione non è molto bella. Poi abbiamo concordato che è più bella quella di Milano (Milano 1, s'intende).
- La sala del Ridotto del Teatro Comunale è sontuosa: grossi lampadari, stucchi, ori, soffitto affrescato. Anche il cartello "vietato fumare" è inserito in una cornice color oro.
- Eugenio Barba quando parla incanta e, come in una partita di tennis, ti viene da seguire ogni suo movimento con la testa. Nel suo intervento ha mischiato la Comune di Parigi, la sua esperienza norvegese, Grotowski e dimostrazioni di teatro. Wikipedia lo definisce "l'ultimo maestro teatrale occidentale vivente" e io credo che abbia proprio ragione.
- A Ferrara fa caldo, va considerato però che è metà giugno.
- A Ferrara gli autobus sono uguali a quelli di Bologna con la differenza che quelli sono di Ferrara.
- Il Teatro Julio Cortazar si trova vicino al confine tra il Veneto e l'Emilia-Romagna. Eppure lì, al Teatro Julio Cortazar, non sembra né di essere in Veneto né in Emilia né in Romagna. La facciata ti catapulta direttamente in Argentina, o almeno, mi è sembrato così perché io, in Argentina, non ci sono mica mai stato.
- Dal workshop di Julia Varley ho capito che anche le cose che sembrano facili, tipo camminare, sono molto difficili. Non molto confortante.
- Con la professoressa Ottaviani ci siamo messi a lavorare sullo spettacolo. Proveremo a trasformare in azione il cherem di Spinoza perché, sul cherem di Spinoza, si è detto e scritto tutto ma forse non si è mai danzato.
- Alla fine siamo tornati a prendere il treno per Bologna. La stazione di Ferrara, però, non ci è sembrata più bella.

 

di Patrizio Agostini