Una delegazione impegnata nel progetto di costruzione di un Recovery College bolognese, si è recata a Rovereto per conoscere il recovery college locale
Pubblicato il 19 dicembre 2022
Negli ultimi tempi nel Dipartimento di Salute Mentale si respira aria di cambiamento: da mesi si susseguono incontri (in aule universitarie, in sedi territoriali più istituzionali, in luoghi informali quali bar e scuole) per iniziare ad immaginare e cercare di costruire un Recovery College bolognese inteso come un luogo dove poter essere “studenti del proprio benessere”, non solo per gli utenti dei nostri servizi, ma anche per ciascun cittadino della nostra comunità che desideri occuparsi della propria salute.
In questi incontri in cui i Servizi hanno incontrato la comunità, utenti del Servizio, operatori dei Servizi Sociali, accademici, cooperatori sociali e membri di varie associazioni, sia già “sensibili” che “nuove” al tema della salute mentale, si sono gettate le basi di questo nuovo progetto che potrebbe essere un prototipo per favorire un cambiamento più sistemico per rendere “co-produzione” e recovery personale gli ingredienti dei percorsi di cura per chi si rivolge ai servizi di salute mentale valorizzando speranza ragionevole, autodeterminazione, ed una identità che vada oltre la dimensione della malattia arricchita dalla scoperta di nuovi significati personali.
All’interno di questo percorso, venerdì 2 dicembre u.s. una cospicua e variegata “delegazione“ bolognese, da tempo impegnata nella co-produzione di questo progetto, si è recata a Rovereto per conoscere l’esperienza di Futuro in Circolo, il recovery college locale.
L’appuntamento alle 10 del mattino aveva come destinazione il Mart, il bellissimo Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, partner importante di Futuro in Circolo.
La mattinata è stata dedicata ad una illustrazione del percorso effettuato da parte dei Servizi di Salute Mentale e dei suoi principali partner.
Il pomeriggio è stato dedicato a uno scambio più attivo e diretto tra i servizi di Bologna e Rovereto, per individuare buone pratiche, suggerimenti ed eventuali possibili problematiche, utili alla realizzazione di questo percorso nella realtà bolognese.
L’esperienza roveretana è iniziata nel 2020, a partire da incontri tra operatori, utenti, familiari e cooperative già operanti nell’ambito della recovery per la creazione di un linguaggio comune.
Attraverso alcuni workshop interattivi si è aperto uno scambio di idee tra tutti gli attori in gioco, in cui si sono definiti il nome del progetto, gli obiettivi, le modalità, partendo da alcune domande, quali: “cosa vogliamo imparare”, “come vogliamo imparare/insegnare”, “che tipo di attività ci piacerebbe fare”, “perché è importante che ci sia un Recovery College”, “cos’è per noi la salute mentale” e tanto altro. Da qui è nato un ricco scambio di idee che ha portato alla definizione del primo catalogo di corsi, che si sono poi rinnovati ad ogni quadrimestre.
Il gruppo di lavoro ha coinvolto operatori dei Servizi di salute Mentale, utenti, privato sociale, partner esterni “sensibili” (fra cui la Foresta e l’Associazione movimento Creativo, realtà già esistenti e vivaci), il Servizio Civile, volontari.
La co-progettazione ha portato a lavorare in una logica orizzontale e di decisioni partecipate, nel tempo si è lavorato con una cultura comune sempre più forte.
I cataloghi e i corsi si sono strutturati attorno a tre grandi aree: la salute mentale, l’area espressiva, il “fare insieme”. Si tratta di corsi coprodotti e facilitati, aperti a tutti e gratuiti.
Un utente esperto (ESP) e/o un familiare seguono 1 volta alla settimana, uno sportello informativo che garantisce informazioni ai cittadini e accoglie nuovi iscritti e nuovi partner.
Grande importanza è data alla comunicazione degli eventi, che vengono pubblicizzati attraverso passaparola e invito diretto (il più importante), social-network, volantini…
Fondamentale la collaborazione con i partner esterni, individuati in fase embrionale e che nell’esperienza roveretana appaiono essere stati protagonisti fin dall’inizio della progettazione di Futuro in Circolo. La mappatura delle risorse del territorio e delle possibili collaborazioni continua con entusiasmo anche tuttora, cercando una sempre maggiore radicalizzazione nella realtà locale, cercando e valorizzando in un percorso comune ciò che di virtuoso già esiste.
Lo scambio di esperienze del pomeriggio ha fatto emergere il grande entusiasmo che anima questo gruppo di lavoro che ci ha contaminato facendo nascere in noi curiosità e idee, che giunti a casa speriamo di riuscire a realizzare nelle nostre realtà.