VIOLENZA E COERCIZIONE NEL MONDO BIZANTINO. Il concetto di ‘violenza’ è polisemico giacché è impiegato per designare situazioni che possono essere molto differenti l’una dall’altra. Esso si relaziona prima di tutto alla sfera semantica della ‘potenza’ o ‘forza’ (vis ‘forza’ donde il latino violentia) che costringe una persona a fare o accettare una determinata cosa contro la propria volontà. La ‘violenza’ può essere, però, anche un’espressione verbale o gestuale, nonché una pressione psicologica di minaccia nei confronti degli altri. La costrizione, inoltre, può essere autoinflitta nella misura in cui essa è volta alla dominazione degli istinti e delle pulsioni nel tentativo di rispettare un codice di comportamento educativo. Vi è poi la violenza compiuta contro la divinità e la religione che consiste nel compiere atti di empietà che perturbano l’ordine naturale delle cose. Lungi dall’essere un fenomeno limitato alla sfera privata, le pratiche della violenza costituiscono una estesa forma di relazioni sociali. Proprio in funzione del loro disciplinamento, infatti, tanto le culture antiche quanto quelle moderne ne hanno teorizzato un uso legittimo e illegittimo, nel quale la prima forma ― l’uso legittimo ― è di norma riservato alla autorità pubblica. Si costituisce così uno stretto legame, apparentemente quasi ossimorico, tra violenza e legalità. Il ciclo di seminari mira, dunque, ad esplorare le varie dimensioni della nozione e pratica della violenza nell’impero romano d’Oriente in una diacronia che va dall’impero costantiniano fino all’età paleologa. La scelta delle proposte include temi legati alla guerra, alle armi e ai riti di supplizio, ma si estende alla descrizione letteraria o alla rappresentazione visuale della violenza e della sua gestualità, nonché alle offese contro le donne, i bambini, i familiari, i servi, i prigionieri di guerra, così come agli atti di brutalità contro cose e oggetti sacri, ai rituali di magia, agli atti di penitenza, ai modelli educativi, fino ad arrivare alla regolamentazione giuridica di abusi e delitti. Il ciclo di seminari di quest’anno prevederà, se richiesta dai frequentanti, anche una sezione ‘Nuove ricerche’ alla quale possono chiedere di partecipare tutti coloro che afferiscono al gruppo di discussione e che avrebbero piacere di presentare il proprio lavoro per avere suggerimenti e/o osservazioni da parte degli altri membri.
Ravenna, Dipartimento di Beni Culturali, Sala Conferenze
Discussione a cura di Giorgio Vespignani (Università di Bologna)
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Seminario a cura di Silvia Donadei (Università di Bologna)
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Seminario a cura Georgios Deligiannakis (Open University of Cyprus)
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Seminario a cura di Giorgio Vespignani (Università di Bologna)
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Seminario a cura di Giulia Marsili (Università di Bologna)
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Seminario a cura di Isabella Baldini (Università di Bologna)
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Seminario a cura di Salvatore Cosentino (Università di Bologna)
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Una discussione con l’Autrice L. Arcifa (Università di Catania) sulla Sicilia altomedievale
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Seminario a cura di Elena Gritti (Università di Bergamo)
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Seminari a cura di Enrico Cirelli (Università di Bologna)
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Seminario a cura di Claudia Lamanna (Università di Bologna)
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Seminario a cura di Margherita Elena Pomero (Università di Bologna)