Questioni di genere

Giovanni Marinelli - Gli ornamenti delle donne

 

Tra le più note del Marinelli, Gli ornamenti delle donne è un’opera - in un certo senso monumentale - in cui l’autore racconta, con grande dovizia di particolari, “come vaghe, & belle possono con l'arte apparir le donne”. Il libro, stampato nel 1610 a Venezia, è diviso in quattro sezioni e consta di ben 335 carte. Quella del 1610 è la terza edizione italiana (le prime, sempre veneziane, risalgono al 1562 e al 1574), ma il testo fu edito anche in traduzione francese a Parigi e a Lione. Gli interessi di Giovanni Marinelli riguardano soprattutto la filosofia e la medicina, ma è evidente che l’autore riserva una particolare predilezione per l’universo delle cose femminili: un anno dopo aver dato alle stampe Gli ornamenti delle donne, infatti, Marinelli scrive Le medicine partenenti alle infermità delle donne, in cui l’autore fornisce sì consigli pratici in materia di ginecologia e ostetricia, ma disquisisce soprattutto di temi caldi quali matrimonio, procreazione ecc.

Oggi, l’opera di Marinelli può senz’altro strappare un sorriso ai lettori e soprattutto alle lettrici, ma contemporaneamente fornisce uno spunto di riflessione su quanto profondamente, nei secoli addietro, i corpi femminili siano stati soggetti a prescrizione da parte degli uomini (“Li peli, quando siano superflui sopra tutto il corpo, si come molte donne si veggono pelose sì, che paiono una fiera, si hanno da rimuovere; il che potete ottimamente fare nel bagno"). Giovanni Marinelli tratta nel dettaglio diverse tematiche legate all’estetica dei corpi; in particolare dedica il primo libro ai difetti e ai rimedi per attenuarli, il secondo alla cura dei capelli e del viso, il terzo e il quarto ad altre parti del corpo come la gola, il collo, il petto, le mani.

Rivolgendosi direttamente al pubblico femminile con il “voi”, Marinelli consiglia, suggerisce, spiega, enfatizza, prescrive e soprattutto incita le donne a perseguire la bellezza con ogni mezzo possibile, poiché “una eccellente virtù in un corpo lordo è seppellita in letame”. Insomma, secondo Marinelli la bellezza va coltivata e messa in atto quotidianamente tramite la cura del corpo e l’utilizzo di artefatti, prodotti e stratagemmi che elenca minuziosamente nella “Tavola di alcune cose particolari”. Tra le tante voci, meritano una menzione “Aceto forte con sterco di colombo, cura le lentigini”; “Bagni che rimuovono il sudore de’ piedi & il puzore insieme”; “Ciglia cadenti come si ritengano, &fermino”; “Fiato, che puzza con che si renda odorifero”; “Lagrime che cadono dagli occhi senza cagione, come si fermino”; “Mammelle grandi, & tenere come si facciano piccole,& sode”; “Riccio nimico a capelli delle donne”; “Spiriti afflitti da che consolati”; “Vino che ferma le lagrime de gli occhi”.

 

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Marinelli

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Lodovico Domenichi - La nobiltà delle donne

 

Questo libro contiene un trattatello di Lodovico Domenichi che, come accertato solo molto tempo dopo la pubblicazione, è in realtà la rielaborazione di un’opera precedente: De nobilitate et praecellentia foemimei sexus di Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim. Il volume, stampato nel 1549 in prima edizione, si presenta in stato di conservazione non ottimale: la legatura è fragile e alcune carte riportano sottolineature e prove di penna.

Il trattato di Domenichi, essendo in buona parte una rielaborazione del De nobiltate di Agrippa, rientra in quel filone di “femminismo” ante litteram inaugurato, tra le altre, da Christine de Pizan. Agrippa sostiene, senza mezzi termini, la superiorità della donna rispetto all’uomo, confutando la tesi teologica contenuta nel Malleus Maleficarum secondo cui le donne sarebbero più soggette a cedere alle lusinghe del demonio, in quanto esseri dall’intelletto inferiore.

 

https://dl.ficlit.unibo.it/s/lib/item/3266

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