Paradiplomazia e processi d'integrazione regionale

I processi di integrazione regionale costituiscono un'importante via di accesso al paradigma e, in alcuni casi, la prima e unica per alcuni governi sub nazionali.

  • Data: 03 GIUGNO 2021  

  • Luogo: Canale Youtube del Programa de Estudios Europeos UdeC: https://www.youtube.com/watch?v=vY0604vGAmM&t=1s

  • Tipo: Eventi

Moderatori: Nahuel Oddone (Istituto Sociale del Mercosur) e Paulina Astroza (Università di Concepción)

I processi di integrazione regionale costituiscono un'importante via di accesso alla paradiplomazia. Tuttavia, nell'attuale contesto internazionale, si osserva che le relazioni internazionali sono in crisi in termini globali e regionali, sia per la crisi del multilateralismo, anche sorta prima della pandemia COVID19, nonché dalla crisi dei processi di integrazione. Basta pensare al Brexit dell'Unione europea o allo stato attuale dei regionalismi latinoamericani.

Asse di domande: L'integrazione regionale è ancora un importante scenario per la costruzione del progetto paradigmatico? Esiste una storia sub-statale dell'Unione europea che evidenzi gli interessi e le prospettive delle regioni all'interno dell'Unione europea? Han è emerso elementi nuvos da COVID-19?

Espositori:

- Susana Beltrán García. Professoressa all'Università Autonoma di Barcellona (España)

- Gustavo Oliveira Vieira. Professore all'Università Federale dell'Integrazione Latino-Americana (Brasile)

- Marcela Petrantonio. Secretaria Esecutiva della Rete Mercociudades e Coordinatore dell'Ufficio di Relazioni Internazionali del comune di Tandil (Argentina)

- Nahuel Alvaredo. Studente di Master in Processi d'Integrazione Regionale all'Università di Buenos Aires (Argentina).

In effetti, il processo di globalizzazione continua il suo corso con la trasformazione strutturale delle nostre società, istituzioni e Stati verso uno scenario di relazioni post-nazionali. L'integrazione regionale continua a svolgere un ruolo significativo nel mitigare gli impatti negativi della globalizzazione, consentendo la creazione di organizzazioni regionali che fungono da organi di mediazione tra la regione e i processi globali. Inoltre, come ha dimostrato la costruzione della Comunità europea e del Mercosur, i progetti di integrazione servono a produrre la pace tra potenze rivali e regioni conflittuali, trasformando le relazioni bilaterali di conflitto in processi cooperativi. In un certo senso, l'integrazione è un progetto civilistico comune.

Per quanto riguarda il contesto attuale, è necessario rafforzare le istituzioni e i meccanismi autonomi dell'integrazione, in termini di salute, commercio, turismo e cooperazione, per creare blocchi forti in grado di difendersi dagli shock esterni che la pandemia produrrà nei prossimi anni. L'integrazione deve essere riformata, diventando un processo bottom-up che coinvolga i governi locali e i provinciali e una cittadinanza che, essendo diventata più globale, è oggi più esigente. Una maggiore partecipazione dei cittadini può e deve obbligare i governi locali e le istituzioni di integrazione a cercare soluzioni ai problemi reali della società, che possono avere un canale di accesso al paradigma e alla cooperazione regionale. Aprire il gioco alla cooperazione substatale permetterebbe di approfondire il processo di integrazione del Mercosur, un organismo che soffre di una grave paralisi anni fa, a causa della sua scarsa autonomia istituzionale e dei problemi creati dalle agende politiche volatili della diplomazia presidenziale.

È possibile pensare ad un processo più integrale e meno politicizzato, più istituzionalizzato e incentrato anche su questioni culturali, sociali ed economiche, che vadano oltre il mero interesse commerciale. L'esperienza europea dimostra infatti che la costruzione di reti regionali e locali, coinvolgendo diversi livelli di governo e i rispettivi interessi, favorisce l'integrazione e conferisce maggiore legittimità a tutte le decisioni. Al contrario, la struttura fortemente intergovernativa del Mercosur pregiudica il funzionamento delle sue istituzioni e dei suoi consigli. Le istanze decisive sono gestite in modo top-town, non vengono convocati i rappresentanti delle comunità frontaliere, né delle unità subnazionali, partecipano soltanto i governi nazionali. Considerando i limitazioni e del contesto della pandemia, vista la necessità di tessere nuove reti di cooperazione e di approfondire il processo di integrazione, la paradiplomazia diventa un percorso accessibile di pubblico interesse per le amministrazioni locali e regionali e le comunità transfrontaliere.