Progetto

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Perché i 'Luoghi Sacri Naturali'

I luoghi sacri naturali (in inglese sacred natural sites, 'SNS') sono definiti dall'IUCN come porzioni di terra o acqua che hanno rilevanza spirituale per persone e comunità. Dal 1972 e sopratutto negli ultimi 20 anni, un crescente filone di ricerca in campo ecologico ha dimostrato che oltre a rivestire un ruolo fondamentale per l'identità e la storia di tante popolazioni, questi luoghi sono spesso importanti centri di diversità biologica e paesaggistica. Questo è vero anche in Italia. Già alcuni studi hanno infatti provato come le aree naturali che circondano eremi, monasteri e santuari campestri siano particolarmente ricche di biodiversità, in modo simile a quanto avviene in contesti a noi lontani quali l'India, l'Indonesia, il Tibet o l'Africa sub-Sahariana. 

Implicazioni per la conservazione della biodiversità

Queste caratteristiche dei luoghi sacri naturali li rendono particolarmente rilevanti per le azioni di conservazione della biodiversità. Alcuni, ad esempio, hanno paragonato questi luoghi a una rete 'ombra' (in quanto informale e non censita) di aree protette, che va a complementare quelle 'ufficiali'. In particolare, i luoghi sacri potrebbero contribuire a salvaguardare certi ambienti che tendono a essere poco rappresentati nelle aree protette ufficiali, anche se ricchi di biodiversità. Altri hanno sottolineato come i luoghi sacri offrano forme di conservazione spontanee, economiche e coerenti coi valori delle popolazioni locali. In questo senso, possono considerarsi parte di quella categoria che l'IUCN definisce 'altre misure efficaci di conservazione' (OECMs) e che avrà sempre più importanza nel raggiungere gli obiettivi di conservazione. 

Nonostante queste potenzialità, tante domande restano aperte sulle caratteristiche biologiche dei luoghi sacri naturali a diverse scale, su come queste caratteristiche si trasformino o meno in benefici pratici per gli esseri umani (o 'servizi ecosistemici') e su come luoghi sacri e aree protette possano interagire al meglio a fini di conservare la biodiversità. Una forte limitazione è la carenza di database su scala nazionale, che permettano di analizzare come i luoghi sacri naturali si distribuiscono rispetto a diversi habitat e zone geografiche. 

Leccio S. Francesco

Perché BioESSaNS

Per rispondere ad alcune di queste domande, grazie al supporto ministeriale abbiamo lanciato il progetto di rilevanza nazionale (PRIN) BioESSaNS (acronimo inglese di Biodiversità e Servizi Ecosistemici dei Luoghi Sacri Naturali). Il progetto parte dalla realizzazione di un database georeferenziato (il primo nel nostro Paese e uno dei primi al mondo) di luoghi sacri naturali in tutta Italia e ha l'obiettivo di investigare un campione rappresentativo di questi luoghi lungo tre dimensioni principali:

  1. La loro diversità a livello di paesaggio, vegetazione e suolo, considerati come indicatori di biodiversità in senso lato. 
  2. La loro possibile relazione con servizi ecosistemici di stabilizzazione geologica.
  3. La loro possibile relazione con le conoscenze tradizionali relative all'ambiente mantenute dalle comunità locali. 

Per testare l'ipotesi che c'è una relazione positiva tra luoghi sacri naturali e queste tre dimensioni, BioESSaNS utilizza un approccio multidisciplinare che si avvale della collaborazione tra quattro gruppi di ricerca all'interno dell'Università di Bologna, il Centro Nazionale Ricerche (CNR) e l'Università di Scienze Gastronomiche.

Proprio in virtù di questo carattere multidsciplinare, i risultati di BioESSaNS non si limiteranno a migliorare la nostra comprensione di dinamiche ecologiche e del rapporto tra esseri umani e ambiente: offriranno anche indicazioni pratiche circa le politiche di conservazione e contribuiranno al dialogo tra mondo scientifico e mondo religioso su temi ambientali.