Nel Dicembre 2023 si è formalmente concluso il progetto BE NEW. Mentre i partner accademici stanno assemblando i dati raccolti e preparando le pubblicazioni, abbiamo cercato di capire come sono andate le cose per le organizzazioni sportive sul piano pratico.
» Il progetto – analizza Elisa Gaggioli - ha rappresentato una grande opportuntà per rendere lo sport davvero per tutti, per ampliare la nostra platea di sportivi e per renderci conto dei bisogni che le persone diabetiche possono avere. Ci ha permesso di creare legami transnazionali con diversi partner: si tratta di un fattore utile per migliorare i nostri metodi«.
»Il diabete – prosegue la project manager di UISP Bologna - talvolta non viene percepito come problema ma come una malattia: le persone diabertiche possono anche vivere una vita normale, tuttavia spesso devono fronteggiare una sorta di stigma sociale legato alle malattie croniche. Non bisogna trascurare che alla base del diabete a volte ci possono essere anche fattori socio-economici o familiari, che vengono spesso ignorati, sottolineando oltremodo il comportamento del singolo. Di conseguenza, una persona diabetica, può sentirsi stigmatizzata e, pur sapendo che lo sport fa bene alla salute, non sentirsi incluso e accettato nell'ambiente sportivo, può avere paura. Attraverso BE NEW abbiamo fatto vedere a queste persone che il nostro obiettivo è farle stare bene senza giudicarli, il che è un fattore molto positivo«.
»La formazione degli istruttori sportivi è estremamente importante– conclude Elisa Gaggioli – dato che permette di rendere l'ambiente sportivo sicuro per tutti, migliorando la qualità dei programmi e riducendo le barriere che magari una persona con il diabete può avere. In questo modo si amplia davvero l'offerta sportiva«.
L'intervista completa è disponibile al seguente link:
https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/175020427?s=radio_ita
L’incontro dei partner a Suceava, nel nord della Romania, è stato l’ultimo del progetto BE NEW, che si chiude a Dicembre. Come sono andate le cose? Ce lo spiega Milena Raffi, coordinatrice del progetto per conto dell’Università di Bologna: “E’ stato utile perché abbiamo fatto il punto su tutti i risultati finora ottenuti. Per quanto riguarda i corsi di formazione per gli insegnanti, ci siamo dati una metodologia per raccogliere gli ultimi dati sull’impatto dei corsi e su come impostare il lavoro in vista degli articoli scientifici. Abbiamo anche stabilito anche il calendario per l’ultimo corso per gli studenti, che ancora una volta coinvolgerà tutti i partner. Per quanto riguarda invece i dati raccolti sulle persone diabetiche che hanno preso parte ai programmi, dati rilevati con intervalli periodici, abbiamo ulteriormente affinato la metodologia in vista delle pubblicazioni scientifiche programmate per i prossimi mesi. Durante il meeting inoltre, abbiamo condiviso importanti informazioni in vista della chiusura del progetto dal punto di vista burocratico-finanziario, perché dovremo presto fare il rendiconto: ogni partner sa cosa deve inviare e a chi”.
“Per noi dell’Università di Bologna - prosegue la coordinatrice del progetto - è stato utile essere parte di BENEW perché ci ha permesso di interfacciarci oltre che con altre università, che hanno un modo di ragionare e una forma mentis simile a noi, anche anche con organizzazioni sportive e con Radio Capodistria, di conseguenza abbiamo potuto vedere nuovi modi di lavoro applicati a contesti diversi, strumenti di lavoro che non conoscevamo. E’ stato bello rendersi conto di quello che c’è al di fuori dell’Università, che rimane prettamente teorica. Abbiamo toccato con mano come le nostre teorie vengono applicate nella pratica e nella vita quotidiana” conclude Milena Raffi.
L'intervista completa è disponibile a questo link, a partire dal minuto 21.33: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174988517?s=radio_ita
"Sicuramente l'attivita fisica e sportiva è una delle parti piu importanti della vita di qualsiasi persona, normodotata o meno: io, essendo anche diabetico, la considero come la parte più importante, se non la parte fondamentale, della mia giornata. Per tenere la glicemia bassa e non andare in iperglicemia, è fondamentale fare sport: fa bene fare movimento, fa bene socializzare, fa bene migliorare la salute, prevenendo anche tante malattie cardiovascolari e infarti. Dopo la qualificazione ai Giochi Paralimpici di Tokyo, dopo aver vinto i campionati mondiali assoluti, credo che nulla sia impossibile. Lavorando, si puó arrivare a tutto: ci vuole tantissimo coraggio, tanta voglia di fare, di sudare in palestra". Parola di Matteo Parenzan, rappresentante di eccellenza della nazionale italiana di tennis tavolo paralimpico, nominato portabandiera nella cerimonia di chiusura a Tokyo 2020, intervistato qualche mese fa da Radio Capodistria.
Ovviamente, il discorso vale anche per chi fa sport a livello di base, così come racconta Marco Maccaferri, diciottenne bolognese intervistato da Leonardo Businaro, protagonista di un tirocinio nei mesi scorsi nell'ambito del progetto BENEW. "Ho scoperto di avere il diabete circa 10 anni fa - spiega Maccaferri - E' stata una scoperta che definirei "normale": è stato facile superare questo trauma, credo sia pesato più ai miei genitori, dato che io preso tutto alla leggera. Di sicuro bisogna imparare a gestire la glicemia, bisogna abituarsi a capire quanto magiare e quanto vale ció che si mangia. Per fortuna avevo i genitori di fianco che mi hanno aiutato tanto, di seguito, con calma, ho imparato a farmi le punture da solo. La vita è poi divenuta piu semplice con la scienza che sta andando avanti anche sul piano tecnologico: oggi tutto è digtale. Ho giocato a calcio per 12 anni, da 3 anni faccio arti marziali miste: lo sport aiuta tanto a gestire il diabete. Allenatori e insegnanti di educazione fisica sono stati sempre comprensivi" conclude Maccaferri.
Testimonianze come queste, dovrebbero indurci a ragionare su cosa è possibile fare piu che su ció che sembra impossibile. Darsi degli obiettivi e impegnarsi a raggiungerli rimane uno dei metodi migliori per migliorarci e per migliorare la qualità della nostra vita indipendentemente dal fatto di essere diabetici o no. E lo sport è li che ci puó aiutare, in qualsiasi momento in questo percorso.
Le interviste complete sono disponibili seguendo questi link:
Matteo Parenzan: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174950706?s=radio_it
Matteo Maccaferri: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174909840?s=radio_ita
Le attività del progetto BE NEW si stanno svolgendo anche a Bologna, dove l'Università sta iniziando a raccogliere dati e informazioni. Che cosa sappiamo fino a questo momento?
»Durante le mie ricerche per la tesi di laurea – spiega la ricercatrice Alessandra Laffi - abbiamo scoperto che le persone diabetiche mostrano uno stato di attività generale compromesso rispetto alla popolazione sana, a parità di età e di sesso. In particolare, i soggetti diabetici presentano una ridotta capacità muscolare e una maggiore oscillazione sulle pedane di forza, quindi un controllo motorio compromesso, maggiore instabilità e peggiore equilibrio. Avere il diabete – prosegue la ricercatrice dell'Ateneo Felsineo – significa avere livelli elevati di glucosio nel sangue, il che genera vari effetti negativi sulla persona, inclusi gli arti inferiori: di conseguenza, i soggetti diabetici hanno un rischio maggiore di perdita di equilibrio e di conseguenti cadute: abbiamo testato persone di circa 50 anni, per cui un'età in cui si perdono massa e forza muscolare per ragioni fisiologiche connesse all'invecchiamento«.
»Con l'esercizio fisico – conclude Alessandra Laffi - ci aspettiamo che l'attività muscolare migliori, soprattutto in relazione a equilibrio e stabilità. Dall'altra parte, devo dire che i partecipanti non reagiscono nel modo in cui ci aspettiamo e che vorremmo. Le abitudini sono infatti sedimentate, per cui i soggetti sono spesso pigri di indole: si pensa inoltre che una pastiglia o un'iniezione possano risolvere tutti i problemi legati al diabete. In realtà il discorso è piu vasto: l'attività fisica può agire sia nella prevenzione, sia nella guarigione, specie se abbinata a un'adeguata alimentazione«.
L'impressione quindi è che i partecipanti siano stati raggiunti, ma molti hanno deciso di non allenarsi, così come conferma il professor Alessandro Piras: »Le difficoltà sono tante, dato che questo tipo di persone non ha mai svolto attività fisica, per cui spesso si trovano a disagio a recarsi presso una piscina o una sala cardio-fitness, dato che incontrano altre persone, che sono già in forma o magre, mentre loro si vergognano, non sentendosi adeguati. Si tratta di un fattore importante e limitante, che li porta a rinunciare, dicendo che si alleneranno da soli: noi non sappiamo né se sia vero né se i loro allenamenti sono adeguati per ottenere risultati reali«.
»Non abbiamo ancora trovato la soluzione – chiosa il Professore dell'Università di Bologna -tuttaviala durante il covid abbiamo scoperto il tele-esercizio, che potrebbe essere un aiuto importante. Il paziente si trova infatti a casa sua, interagisce con una sola persona, un istruttore qualificato, che vede tutti i partecipanti. Questo sistema annulla l'effetto disagio, ci si allena in casa, in una zona di confort, e si fa esercizio, monitorati da istruttori competenti. Si potrebbe anche creare un gruppo, con le persone che non si conoscono tra loro ma che, lentamente, possono iniziare a interagire, prima di invitarle in palestra. E' un'iniziativa che potremmo sviluppare in futuro« conclude il professor Piras.
Le interviste complete sono disponibili seguendo questi link:
Alessandra Laffi - https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174941932?s=radio_ita
Alessandro Piras – https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174943809?s=radio_ita
Tra la fine di Febbraio e l'inizio di Marzo i partner del progetto si sono ritrovati a Logroño, in Spagna, per un incontro organizzato dall'Università La Rioja. Nel primo giorno c'è stato un tavolo di lavoro con una dimensione pratica, relativa al coordinamento delle attività dei partner, e una dimensione tecnica, relativa agli »intellectual output«, cioè quei documenti che includeranno tutto ciò che sarà stato appreso attraverso il progetto, che saranno messi a disposizione anche a persone, enti e istituzioni esterne al consorzio (per esempio, i programmi di allenamento più idonei per persone che hanno il diabete). Nel secondo giorno si è svolta una conferenza sulla salute, cui hanno partecipato vari ricercatori universitari provenienti da varie nazioni europee. Il progetto BE NEW, presentato attraverso una tavola rotonda cui hanno contribuito tutti i partner.
I partner hanno anche avuto modo di scoprire il patrimonio artistico-storico e culturale di Logroño, attraversato anche dal Camino di Santiago, che di visitare una cantina, essendo la produzione del vino un perno fondamentale della vita della regione della Rioja.
»Posso dire che l'incontro è andato bene – analizza Milena Raffi, che coordina il progetto a nome dell'Università di Bologna – tutti i partner hanno discusso ampiamente sia i risultati raggiunti finora che gli obiettivi da raggiungere entro la fine dell'anno: ci siamo anche confrontati su come proseguire le attività dopo la chiusura del progetto. Sarà importantissimo - Guardando avanti – prosegue la Raffi – lavorare sugli intellectual output, che saranno scritti in maniera semplice e comprensibile a tutti proprio perché lo scopo del progetto è di avvicinare il più possibile le persone con il diabete, ma anche a persone senza patologie, alla pratica costante dell'esercizio fisico, che deve divenire un aspetto importante della vita e che non deve essere mai tralasciato: va sempre incluso nella routine quotidiana«.
L'intervista completa è disponibile a questo link: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174940781?s=radio_ita
Sono inoltre disponibili due interviste con Antonio Saccone di Radio Capodistria sull'incontro di partner (https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174939578?s=radio_ita) e sulla conferenza (https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174940146?s=radio_ita )
Tra la fine di Febbraio e l'inizio di Marzo, i partner del progetto si ritroveranno a Logroño, in una tre giorni che sarà divisa tra un incontro tecnico e una conferenza accademica.
Come sta andando il progetto dal punto di vista del partner spagnolo?
Risponde Angela Durante dell'Università della Rioja: "Abbiamo coinvolto oltre 50 volontari nei nostri programmi. La maggior parte svolge attività in autonomia, dato che non è obbligatorio venire in Facoltà. Ci sono tre opzioni: passeggiare, nuotare o fare pesi. Ci sono poi delle tabelle che vengono complilate o modificate dai partecipanti. Per me, la cosa più bella da vedere sono le attività che svolgiamo all'interno delal facoltà, proprio davanti al mio ufficio. Abbiamo attivato un percorso basato sullo sviluppo della forza muscolare e sul lavoro aerobico. Le sessioni si basano sui protocolli di BE NEW, che vengono adattati alle persone: in sostanza, si lavora sulla ripetizione dell'esercizio. Cambiamo regolarmente i programmi per farli risultare attrattivi per i partecipanti, in modo che ci siano continuità e aderenza, che poi sono gli elementi che garantiscono l'esito ottimale del progetto".
Come sono organizzati gli allenamenti?
Risponde sempre Angela Durante: "le sessioni si dividono in tre parti: riscaldamento, in modo che non ci siano problematiche per i partecipanti; di seguito una parte centrale, in cui si lavora per esempio sulla forza, sia nella parte siuperiore che inferiore, per poi chiudere con lo stretching, per non danneggiare il tessuto muscolare e permettendo il rilassamento dei muscoli stessi dopo lo sforzo. I partecipanti abbassano anche la frequenza cardiaca tornando a una fase di normalità. Le sessioni durano circa un'ora. Per quanto riguarda invece gli allenamenti aerobici, che si svolgono all'esterno o all'interno a seconda delle condizioni climatiche, si tratta sostanzialmente di passeggiare a un ritmo adeguato, con l'obiettivo di prolungare il percorso ogni circa due mesi. Anche in questo caso, ci sono fasi di riscaldamento e defaticamento. Abbiamo 3 sessioni al mattino, 2 di pomeriggio, in modo che tutti possano aderire e partecipare".
"E' anche un momento di condivisione - chiosa la Durante - dato che c'è anche un rilevante aspetto psicosociale: questi percorsi migliorano la qualità di vita della persona, che fa effettivamente parte di un gruppo, nel quale si parla anche di quotidianità, di altri aspetti della vita, si tratta di elementi di socializzazione particolarmente importanti per tutti, ma soprattutto per persone sopra una certa età".
Ci sono già dei risultati?
"I primi risultati parziali saranno presentati a Marzo - conclude la Durante - tra i feedback indiretti, direi che il primo elemento positivo si lega all'aderenza: i partecipanti non sono usciti dal progetto. E' davvero un ottimo risultato, dato che una delle difficoltà in ambito scientifico non è tanto raggiungere i partecipanti, ma far si che il programma sia efficace e che la partecipazione tenga. E' un fattore estremamente importante poi per l'attività fisica in relazione alla cronicità, dato che ci sono dei pattern che prevedono importanti cambiamenti. Questa rimane una questione complessa per gli adulti: deve infatti esserci volontà verso il cambiamernto per migliorare se stessi, dato che il cambiamento viene introdotto in una fase della vita dove vi sono routine e stili di vita consolidati, per cui puó essere difficile attivare un cambiamento e mantenerlo costante".
L'intervista completa è disponibile a questo link: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174934027?s=radio_ita
Nei giorni scorsi, il nostro progetto è stato presentato quale buona prassi alla seconda edizione di EU SPORT LAB, un evento internazionale dedicato alla sostenibilità dei progetti europei in ambito sportivo, intesa come proseguimento delle attività anche dopo la conclusione temporale del progetto (quando cioè si esaurisce il supporto finanziario offerto dalla Commissione Europea). E' stato organizzato da un'associazione sportiva lombarda chiamata L'Orma, hanno partecipato oltre 30 professionisti provenienti da oltre 20 nazioni.
In questo contesto, l'elemento chiave che caratterizza il nostro progetto è relativo alla costruzione strategica del consorzio e alla divisione delle attività. Le tre università infatti si occupano di sviluppare i modelli di allenamento per le persone che hanno il diabete, nonché di effettuare le attività di ricerca e di formazione, rivolta principalmente a studenti, insegnanti, allenatori e istruttori. Ci sono poi tre associazioni sportive che stanno testando sul campo i progetti pilota. Radio Capodistria si occupa invece di comunicazione e disseminazione.
Di conseguenza, gli enti accademici stanno acquisendo conoscenze scientifiche, le associazioni sportive stanno sviluppando competenze sull'inclusione delle persone diabetiche mentre Radio Capodistria ottiene contatti e approcci originali su un temi rilevanti per un ente radiotelevisivo pubblico, come la salute, il diabete e lo sport. Di conseguenza, il progetto avrà verosimilmente un impatto tangibile anche dopo la conclusione dei lavori, dato che la selezione dei partner e la divisione delle attività sono state effettuate con coerenza e logica.
Leonardo Businaro, tirocinante presso la UISP Bologna all’interno del progetto Be New, ha intervistato Valentina Bignami, dottoressa in scienze motorie e dietistica.
Una persona affetta da diabete è in grado di svolgere attività fisica?
"Certo, per la persona che soffre di diabete di tipo II è fondamentale l'attività fisica perché terapeutica, migliora il controllo glicemico e la sensibilità all'insulina. Nel diabete di tipo I è un discorso di modulazione dell'insulina e di spuntini glucidici per riuscire ad avere un buon controllo glicemico".
Esistono dei trend generali, in particolare nell'adolescenza, che mettono in relazione l'attività fisica e la nutrizione?
“Si, sicuramente sono presenti. Piuttosto che il diabete di tipo I, è bene concentrarsi sul diabete di tipo II dal momento che è una patologia correlata allo stile di vita. Coloro che ne soffrono, spesso sono sedentari e poco attivi, hanno una dieta sregolata, ipercalorica, ricca di grassi saturi e zuccheri semplici. È comune trovare un paziente sovrappeso o obeso con tutte le patologie correlate come problematiche osteo-articolari, con un rischio aumentato di infarto e ictus, dagli esami del sangue potremmo notare dislipidemie quindi trigliceridi, colesterolo, LDL, HDL ridotto a causa della loro sedentarietà. Quindi un profilo lipidico e glicemico alterato".
Per quanto riguarda un atleta diabetico adulto come deve adattare la propria alimentazione durante il corso della stagione?
“Sicuramente un atleta che soffre di diabete di tipo I trova difficoltà nel mantenere un buon controllo glicemico sia per via degli allenamenti con attività fisica intensa che per le gare, che non solo sono provanti solo dal punto di vista fisico e mentale, ma anche per i viaggi. I viaggi sono infatti un elemento stressante: lo stress, assieme alle condizioni di malattia, fa alzare la glicemia. Durante la stagione bisogna calibrare gli spuntini, l’alimentazione e l'insulina, perché ci sono diversi fattori che concorrono a definire quello che è il fabbisogno di carboidrati.
Chiaramente il fabbisogno di carboidrati viene stimato guardando diversi fattori, innanzitutto il tipo di insulina che si somministra all'atleta, che dipende dal tipo di terapia. Poi dipende anche dalla durata dell’attività, che sia meno di mezz'ora, dai trenta ai sessanta minuti o più di sessanta, e anche dal tipo di attività, per esempio bassa e moderata piuttosto che di resistenza. Un altro fattore da considerare è sicuramente il momento della giornata e i livelli di glicemia di partenza”.
L'intervista completa è disponibile a questo link: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174874167?s=radio_ita
Nei giorni scorsi, i partner si sono ritrovati per il terzo incontro progettuale a Komotini, in Grecia, presso l'Università Democrito della Tracia. L'incontro si è svolto in concomitanza con il »30° Congresso internazionale di educazione fisica, scienza e sport« nel quale c'è stata anche una tavola rotonda sul progetto BE-NEW. Vari temi rilevanti sono stati discussi, come l'importanza dell'attività fisica per le persone diabetiche, i metodi per l'insegnamento di educazione fisica ai bambini diabetici e lo stile di vita sano: oltre 60 rappresentanti di scuole e organizzazioni sportive hanno partecipato all'evento.
I partner hanno anche fatto il punto sul progetto. In sostanza, i programmi di attività fisica e sportiva sono partiti in tutte le nazioni, con le università che si preparano a raccogliere i dati forniti dalle organizzazioni sportive per analizzarli. Le procedure di reclutamento di nuovi partecipanti sono sempre aperte presso tutti i partner.
"Siamo partiti da oltre sei mesi - spiega Alessandro Piras dell'Università di Bologna – con i test preliminari che abbiamo effettuato sui partecipanti all'inizio. Di seguito abbiamo offerto la possibilità di svolgere esercizio fisico in tre modi differenti: cammino, piscina oppure palestra. Alcuni partecipanti hanno risposto positivamente e stanno andando a camminare regolarmente, altri invece meno. Per cui, dopo sei mesi, abbiamo effettuato nuovamente i test. Nel frattempo, stiamo continuando a lavorare reclutando nuovi partecipanti".
L'intervista completa con Alessandro Piras è disponibile a questo link (si parla del progetto BE NEW a partire dal minuto 7:00): https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174876045?s=radio_ita
di Leonardo Businaro
Nelle scorse settimane abbiamo incontrato i rappresentanti di varie entità sportive (palestre, piscine, centri sportivi e club) all'interno dell'area metropolitana bolognese per capire se le persone diabetiche possono allenarsi assieme a tutti gli altri. In sostanza, a patto che ci sia un certificato idoneità sportiva rilasciato dal medico, non ci sono restrizioni di alcun tipo. Le società non sono tenute a conoscere i dettagli delle condizioni di salute dei propri iscritti, che talvolta non parlano apertamente della propria situazione.
“Abbiamo avuto dei bimbi al campo estivo con il diabete - spiega Simonetta Ludovisi, Vicepresidente della Polisportiva Energym - di conseguenza avevamo un protocollo da seguire nel caso in cui il bambino avesse cali glicemici: veniva giornalmente un infermiere per fare una puntura con il farmaco adeguato. Il ragazzo si auto-controllava seguito dall'insegnante, quando presumeva di avere un calo ipoglicemico, eseguiva il test: a seconda dell'esito, assumeva un biscotto o un cracker per ritornare alla situazione di normalità. Abbiamo avuto anche un caso in particolare dove il gruppo era composto dai compagni di scuola, già a conoscenza della patologia del bambino, per cui erano gli stessi ragazzi stessi ad aiutarlo in determinate situazioni. Talvolta sono i genitori a essere più preoccupati: di solito, con il passare del tempo, diventano tranquilli”.
Molte delle tendenze rilevate in realtà valgono per tutti: per esempio, si cerca sempre di includere i nuovi iscritti in gruppi già esistenti. Un altro importante tema trasversale è l’alimentazione, così come spiega Marco Nanetti, Direttore Generale del Savena Volley : “Due anni fa, dal momento che un giocatore della nostra prima squadra era nutrizionsita, siamo riusciti a organizzare degli incontri con i genitori su come alimentare i figli nella maniera adeguata, dato che abbiamo notato che nell'adolescenza sono presenti delle problematiche. Ci piacerebbe sviluppare di più questo discorso con personale qualificato, però servono dei fondi che al momento è complicato reperire”.
Il podcast è disponibile a questo indirizzo: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174868392?s=radio_ita
A rappresentare la Slovenia, oltre a Radio Capodistria che si occupa di disseminazione, c’è anche la ŠUS – Športna Unija Slovenije (Unione Sportiva della Slovenia), una rete di club sportivi locali attivi soprattutto a livello ricreativo.
“L’Unione Sportiva Slovena – spiega il vicepresidente Patrik Peroša - è responsabile per lo sviluppo dello sport per tutti in Slovenia con particolare attenzione alla consapevolezza dell’importanza vitale del movimento e di uno stile di vita sano. Con lo slogan “collegati in movimento” sottolineiamo l'importanza del movimento per la salute, il benessere e la qualità della vita. Lo sport per tutti è importante perch i nostri corpi nascono per muoversi, in quanto abbiamo all’incirca 650 muscoli e il sistema nervoso più ramificato dedicato al movimento. Quando alleniamo i muscoli alleniamo il cervello. I ricercatori hanno trovato uno stretto legame tra l'attività muscolare e il miglioramento della funzione cerebrale”.
Perché avete deciso di partecipare al progetto BE NEW?
“L'attività fisica regolare – risponde Peroša - ha molti benefici per la salute, anche per i diabetici. Tuttavia, prima di partecipare ad un'attività fisica o di condurre un'attività fisica organizzata, è necessario conoscere bene e tenere conto delle specificità dell'esercizio fisico nei diabetici. ŠUS ha aderito al progetto per conoscere meglio quest'area e per aiutare a sviluppare competenze in questo settore con la sua esperienza sul campo, in particolare nell’ambito della gestione dei programmi di formazione da parte delle associazioni sportive locali e degli operatori sportivi”, conclude Peroša.
Le attività sono pianificate nell’area di Novo Mesto, nella parte meridionale del paese.
A questo link, è disponibile un podcast con l'intervista completa: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174857404?s=radio_ita
I primi tredici mesi del progetto Be New sono stati sostanzialmente condizionati dalla pandemia: l'attività fisica e sportiva di base è uno dei settori maggiormente toccati dalle normative volte a limitare la diffusione del covid. Di conseguenza, diviene più complicato lanciare progetti innovativi come Be New. Per cui, in questa prima parte di progetto, ci si è concentrati prevalentemente sulle attività educative e formative.
In pratica, i partner si sono impegnati nello svolgimento di alcuni cicli di seminari tematici rivolti a studenti universitari italiani e greci. Di seguito, sono stati creati e tradotti dei moduli formativi rivolti agli insegnanti di educazione fisica e sportiva, che avranno luogo nei prossimi mesi. In queste settimane inoltre sui vari territori sta iniziando la recluta dei partecipanti a i programmi di attività fisica e sportiva che partiranno nel prossimo futuro. Per il territorio di Bologna si può far riferimento al Comitato UISP e all’Università, i contatti sono disponibili qui: https://site.unibo.it/benew/it/contenuto
Tra i partner italiani del progetto, c’è il Comitato di Bologna dell’Unione Italiana Sport Per tutti, che è sia un importante ente di promozione sportiva che un’associazione di promozione sociale. L’ente è particolarmente attivo nel promuovere l’attività motoria di base e la salute, quindi il benessere di individui di tutte le età. Teresa Di Stefano, responsabile dei servizi educativi del comitato UISP di Bologna ha accettato di rispondere ad alcune domande.
Come mai avete deciso di partecipare a questo progetto?
“Il progetto Be-New ci permette di lavorare sul benessere della cittadinanza, in particolare su quella fetta di cittadini che sono affetti dal diabete. Ll’idea è di normalizzare e normizzare l’attività motoria anche per coloro i quali hanno una patologia, che va affrontata in maniera tranquilla e serena”.
Quale contributo potete offrire?
“Sicuramente vogliamo condividere la nostra esperienza in questo progetto pilota e confrontarci con i vari partner per capire se le difficoltà o i punti di forza riscontrati da noi possono essere condivisi a livello internazionale con gli altri partner. Da anni lavoriamo sull’attività motoria di base come prevenzione per le patologie cronico-degenerative, non solo il diabete”.
Che opportunità può offrire il progetto Be New?
“Il progetto ci offre la possibilità di scardinare quella sorta di pregiudizio che ognuno di noi ha, ma che anche il paziente ha in questo caso, sulla partecipazione ai programmi di attività fisica, sulla possibilità di socializzare, in un momento molto complesso. Il paziente afflitto da diabete può essere un soggetto complicato con cui lavorare, così come pazienti affetti da altre patologia cronico degenerative. Però siamo fiduciosi che i protocolli messi in atto e le modalità con cui accogliamo i nostri soci, la serenità che riusciamo a infondere, possa dar loro il beneficio di ripartire, di socializzare, di aprirsi di nuovo al mondo dell’attività motoria e dello sport, in sicurezza”.
“Uno degli obiettivi chiave del progetto - conclude Teresa Di Stefano - è infatti quello di formare il più possibile il personale qualificato, in modo da avere una base sicura per accogliere i partecipanti, elemento che nasce proprio dalla consapevolezza di essere adeguatamente formati e preparati per gestire le attività”.
A questo link è disponibile il podcast con l'intervista completa: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174817394?s=radio_ita
La formazione di allenatori e insegnanti, la ricerca accademica e i primi passi dei programmi di attività fisica nei paesi partecipanti. Questi i principali punti all’ordine del giorno nel secondo incontro in presenza del progetto “BE-NEW”, ospitato dalla città di Bologna tra il 19 e il 21 Ottobre 2021: i partner hanno avuto modo di discutere una serie di dettagli e trovare un’intesa sui prossimi passi da compiere.
Nel programma sono state anche inserite una serie di interessanti visite, per esempio presso il Museo della Specola, Palazzo Poggi e il Museo delle cere anatomiche “Luigi Cattaneo”: i partecipanti hanno avuto modo di approfondire la storia della medicina, della scienza e dell’Università di Bologna, che ha organizzato l’incontro.
“Sono molto soddisfatto – commenta Andrea Meoni, tecnico del "Laboratorio dei Processi Percettivo-Motori" dell’Università di Bologna. Il progetto ha sia lo scopo di promuovere l'attività fisica nella popolazione diabetica sia di validare scientificamente un protocollo di esercizio specifico per soggetti con diabete. Tutti i partner sono entusiasti e lavorano con dedizione, penso che il progetto sarà un successo” conclude Meoni.
A questo link è disponibile il podcast di un'intervista su Radio Capodistria: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174817312?s=radio_ita
Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, nel Giugno 2021 molti partner sono riusciti a raggiungere Lubiana per il primo incontro off-line, integrato con zoom per i colleghi impossibilitati a viaggiare. Le attività educative sono state una componente importante dell'agenda, poiché sono già state avviate con successo. Durante le ultime settimane, i partner hanno condotto alcuni seminari online su diversi aspetti del progetto. I partecipanti erano gruppi di studenti universitari situati in Grecia e in Italia.
Gli studenti rappresentano un importante gruppo target, poiché possono potenzialmente utilizzare le competenze acquisite nell'ambito del progetto nella loro futura carriera. Nel prossimo futuro formeremo anche insegnanti di educazione fisica e allenatori/istruttori sportivi, poiché ricoprirono un ruolo rilevante, come coordinatori dei programmi di attività fisica per persone con diabete.
Le attività didattiche sono un pilastro importante di BE-NEW: una volta creati i modelli, saranno utilizzabili anche dopo la conclusione del progetto.
A questo link, il podcast del servizio di Radio Capodistria: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174784403?s=radio_ita
A questo link, il podcast di un'intervista alla coordinatrice del progetto Milena Raffi: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174785223?s=radio_ita
Il partner rumeno del progetto "BE-NEW" è l'Associazione “Sport For All” nel distretto di Suceava. Il presidente, il sig. Mihai Androhovici, ha accettato di rispondere ad alcune domande.
Perché hai deciso di aderire al progetto?
"Abbiamo accettato l'invito per diversi motivi e perché abbiamo maturato un'esperienza rilevante in questo tipo di progetti in passato. Abbiamo molti volontari e soci che lavorano nelle scuole, quindi anche con bambini affetti da diabete. Ci teniamo ad approfondire la nostra conoscenza in questo ambito, anche se in questo momento la situazione dello sport di base è confusa a causa della pandemia».
Il numero di persone in sovrappeso o obese aumenterà dopo la pandemia?
“Non credo che sovrappeso, obesità e diabete saranno i problemi principali in futuro, quando la pandemia sarà finita. Questi problemi esistevano anche prima del covid, le soluzioni sono sempre le stesse: cibo sano, stile di vita sano e un regolare esercizio fisico. Personalmente, credo che i problemi principali saranno l'ansia e la paura, ben presenti nell'animo di tante persone che "si chiudono" quando incontrano qualcuno. Un altro problema è organizzare correttamente la nostra vita, abitando nei nostri spazi ma interagendo con il resto della società. Dobbiamo trovare un modo per essere fisicamente attivi".
Quanto saranno importanti lo sport e l'attività fisica nel prossimo futuro?
“Saranno sempre più importanti poiché, geneticamente parlando, siamo programmati per spostarci e socializzare, soprattutto dopo tanto tempo passato in casa. Pertanto, lo sport e l'attività fisica saranno molto utili per mantenersi in salute e per avere una vita sociale regolare"
A questo link è disponibile il podcast con l'intervista completa: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174758674?s=radio_ita
Attraverso un interessante incontro online avvenuto a fine Gennaio 2021, ha preso il via il progetto BE-NEW. L'iniziativa cercherà di migliorare la salute delle persone affette da diabete attraverso un programma vario basato su camminata, nuoto ed esercizi indoor.
Il progetto è stato sostenuto dalla Commissione Europea attraverso il programma Erasmus+ Sport. La coordinatrice del progetto è Milena Raffi (Università di Bologna). Il consorzio comprende organizzazioni con profili diversi, nell'ambito dello sport, dell'accademia e della comunicazione. Semplificando, le Università monitoreranno e valuteranno il programma di attività fisica attuato dalle organizzazioni sportive, a diretto contatto con diverse fasce di età delle persone con diabete. Radio Capodistria sarà attiva nella comunicazione e sensibilizzazione. I partner saranno anche impegnati in attività educative, relative a diversi portatori di interesse.
“Il nostro lavoro sarà orientato a sensibilizzare maggiormente le persone con diabete sugli effetti benefici dell'esercizio fisico regolare - spiega Milena Raffi, coordinatrice del progetto - cercheremo anche di elevare il livello di attività fisica tra le persone con diabete, un segmento della popolazione spesso sedentaria”.
A questo link è disponibile il servizio di Radio Capodistria: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174748210?s=radio_ita
A questo link è disponibile il podcast di un'intervista ad Alessandro Piras dell'Università di Bologna: https://365.rtvslo.si/arhiv/calle-degli-orti-grandi/174748780
La Commissione Europea ha deciso di finanziare il progetto BE NEW attraverso il programma Erasmus+sport, nell'ambito delle "Big collaborative partnership". Maggiori informazioni sul programma sono disponibili seguendo questo link: https://ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/opportunities/sport_en