Progetto

L’Organizzazione mondiale del commercio quale protagonista dello sviluppo sostenibile nel rilancio del sistema multilaterale

Progetto UNIBO - MAECI

Il sistema multilaterale degli scambi rappresenta una delle principali espressioni del principio della cooperazione internazionale che ha caratterizzato la governance delle relazioni internazionali del secondo dopoguerra. Imperniato sull’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), esso costituisce un driver essenziale per la promozione dello sviluppo sostenibile nell’economia globale, come indicato dall’Agenda 2030 e ribadito dal Patto per il futuro adottato dall’ONU nel 2024, che ne sottolineano la struttura non discriminatoria, equa, aperta e basata sulla rule of law internazionale. Già nel suo preambolo, infatti, l’OMC promuove chiaramente un modello di sviluppo economico sostenibile, dove l’uso delle risorse naturali deve essere ottimale, e l’attenzione alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo occorre sia costante e puntuale, potendosi fondare su una serie di regole multilaterali volte a garantire il trattamento preferenziale di tali Paesi. Di portata universale, grazie ai suoi 166 Membri, l’Organizzazione ginevrina può contare su un apparato istituzionale articolato, ed è capace di attrarre ed aggregare dossier e know-how sui temi più impegnativi dell’economia globale. Nonostante la crisi che sta attraversando, a causa del blocco dell’Organo d’appello, delle difficoltà nel definire nuove regole per gli scambi internazionali e del sempre più complesso quadro geopolitico che genera e moltiplica gli aspetti problematici per l’OMC, il sistema multilaterale rimane comunque centrale per governare l’inarrestabile globalizzazione dell’economia con equilibrio, e affrontare con successo le sfide della crisi climatica, dell’inclusività, della salute, più in generale di una piena e diffusa condivisione dei benefici del progresso tecnologico.  

Nell’attuale, difficile, scenario internazionale, gravi instabilità, sfruttamento, continue litigiosità portano ad una frammentazione che nuoce ai soggetti più deboli, dà origine ad inaccettabili asimmetrie nell’accesso alle risorse e nella distribuzione della ricchezza prodotta, impoverisce fasce sociali che avevano raggiunto un relativo benessere economico, danneggia l’ambiente. Tale frammentazione crea un contesto ove non è semplice rilanciare il sistema multilaterale degli scambi: ma un commercio libero ed equo, e quindi, la presenza e la riforma dell’OMC sono parte della soluzione che la Comunità internazionale deve dare per smorzare le tensioni e superarle, garantendo stabilità e pace, e raggiungendo, così, lo sviluppo sostenibile.  

L’OMC è già protagonista indiscussa del dibattito per la riforma della governance dell’economia mondiale. Essa propone soluzioni di geometria variabile come le Joint Initiatives adottate alla Conferenza ministeriale di Buenos Aires su commercio elettronico, facilitazione degli investimenti, piccole e medie imprese, discipline nazionali sui servizi. Inoltre, il quadro istituzionale dell’OMC, sapientemente indirizzato e utilizzato, rappresenta il migliore contesto di incontro aperto e costruttivo -appunto, di information sharing- in cui studiare e dibattere i temi del commercio e delle sfide ambientali globali, del massiccio intervento pubblico in supporto di determinati settori industriali, dell’inclusività (che si vuole caratterizzi la membership all’OMC come pure la partecipazione alla discussione delle sue riforme), del continuo reskilling dei lavoratori richiesto dai nuovi modelli produttivi -le cd active labour market policies (ALMPs) interne che devono ora affiancare le tradizionali trade policies dei Membri dell’OMC. Infatti, dal 2020 hanno preso il via le discussioni strutturate in tema di commercio e sostenibilità ambientale (Trade and Environmental Sustainability Structured Discussions, TESDD), il dialogo informale sull’inquinamento da plastica e sulla sostenibilità ambientale del commercio di plastica, l’iniziativa sulla riforma dei sussidi governativi ai combustibili fossili, diversi gruppi informali, tra cui quello sulle questioni di genere e la promozione delle donne alla partecipazione al commercio globale, nonché il gruppo sulle piccole e medie imprese (Micro-, Small and Medium-sized Enterprises (MSMEs)). In diversi Comitati dell’OMC, convocati in formule ad hoc, si cerca poi di introdurre la trattazione sistematica delle varie carbon tax, dei temi energetici e dell’economia circolare.

Il sistema multilaterale ha anche promosso le riforme istituzionali per il funzionamento ottimale dell’OMC, dal sistema di risoluzione delle controversie (che include il confronto su giustiziabilità e portata delle clausole di eccezione sulla sicurezza nazionale), ai meccanismi decisionali (con la proposta di un responsible consensus), alla piena applicazione delle regole multilaterali già esistenti su trasparenza e monitoraggio.

Il 30° anniversario dell’OMC, in vigore del 1° gennaio 1995, offre l’occasione per rivedere e riconsiderare i progressi compiuti in passato, riflettere ed analizzare le tendenze attuali, e individuare il percorso da seguire per far funzionare il commercio per tutti. Un’impresa complessa, anche perché caratterizzata dalla necessità di rendere coerente la politica di liberalizzazione degli scambi con le numerose sfide “trade and” che connotano il nostro tempo.

Il presente Progetto, fondato sulla collaborazione dell’Ateneo di Bologna con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e cofinanziato dal MAECI, intende celebrare i 30 anni dell’OMC cogliendo tale, impegnativa, occasione. Avvalendosi di un gruppo di ricerca internazionale, e partendo dal prezioso “quartetto” di World Trade Reports elaborati dall’OMC dal 2021 ad oggi, il Progetto UNIBO-MAECI si prefigge di analizzare il complesso quadro appena esposto, in primo luogo evidenziando come sia già nel DNA del sistema multilaterale degli scambi la capacità di interpretare ed applicare in modo sostenibile le sue regole di liberalizzazione, per poi presentare un dossier di proposte, per la considerazione del Ministero degli affari esteri, con soluzioni che cercheranno di essere di equilibrio e capaci di apportare equità e tutela della diversità nell’economia globale ed un funzionamento ottimale dell’OMC.

Data la natura di competenza esclusiva della trade policy dell’Unione europea (UE), il gruppo di ricerca sarà guidato dalla costante attenzione ai meccanismi di interazione dell’Italia con le istituzioni europee per definire l’azione dell’UE nella gestione delle questioni multilaterali in seno all’OMC, non da ultimo anche in riferimento al coinvolgimento dei Paesi africani nell’ampio processo di riforma del sistema ginevrino, per una loro piena inclusione ai benefici della liberalizzazione sostenibile degli scambi. Continua, inoltre, sarà la considerazione delle modalità di coinvolgimento e partecipazione della società civile alle attività dell’Organizzazione mondiale del commercio.

 

 

Elisa Baroncini

Responsabile scientifico del Progetto UNIBO – MAECI