Roberto Esposito. Einaudi editore, 2025
Nel cuore del Novecento l'onda nera del nazifascismo ha rischiato di sommergere l'intera società europea. E non si è ancora del tutto ritirata. La lotta contro di essa resta incerta perché quei linguaggi, quelle immagini, quelle pulsioni c'interpellano direttamente. Riguardano non solo «loro», i fascisti, ma anche «noi». Soltanto riconoscendone l'inquietante latenza nella nostra esperienza, anziché illuderci di esorcizzarla con stanchi rituali, potremo sperare di smontare la sua macchina metafisica. Per quanto in forma aberrante, il fascismo ha sfidato la tradizione filosofica europea sul suo stesso terreno, rovesciando il significato dell'esistenza umana, della vita e della morte. Perciò, prima ancora che sul piano politico, è su di esso che gli va data una risposta. Sulla scorta di un confronto con alcuni dei massimi esponenti del pensiero, della psicoanalisi e della letteratura, da Bataille a Lévinas, da Freud a Schmitt, da Pasolini a Littell, questo libro propone un'interpretazione filosofica dell'evento storico piú tragico dell'età contemporanea. Piú che un’ideologia, un movimento, un regime, il fascismo è stato una macchina pulsionale volta a generare consenso attraverso una miscela insolubile di terrore e fascinazione, imposizione ed eccitazione. Essa funziona suddividendo la realtà in due parti contrapposte e immettendo l’una all’interno dell’altra, dopo averle modificate entrambe. Ciò spiega perché incorpori caratteri apparentemente inconciliabili – rivoluzionari e reazionari, arcaici e innovativi, totalitari e anarchici. Non si tratta di una contraddizione inconsapevole, ma di una strategia volta a non concedere spazio agli avversari, occupando tutte le posizioni in campo. Da qui la ragione del suo temporaneo successo rispetto agli avversari democratici, incapaci di cogliere la forza dei simboli e la potenza del mito. Comprendere l’immaginario fascista è essenziale non solo per ristabilire un rapporto autentico col passato, ma anche per contrastare le pulsioni, mai del tutto sopite, che possono indurci a riattivarlo.