Casus belli. La guerre avant l'État

Christophe Darmangeat, Le Decouverte 2025

È opinione diffusa che la guerra vera e propria sia nata solo nell'età del bronzo, periodo che si ritiene abbia segnato la comparsa dei combattenti professionisti e delle armi specificamente letali. Al contrario, una vasta corrente di pensiero sostiene che le sue origini siano molto più antiche. I suoi sostenitori, che inseriscono la questione nel lungo arco temporale dell'evoluzione dell'umanità, collegano la nostra indole bellicosa alle osservazioni effettuate su altri primati, in particolare gli scimpanzé. Al di là delle loro divergenze, questi approcci concordano sul fatto che la guerra è intimamente e necessariamente legata all'appropriazione delle risorse. È questa idea, ma anche l'assimilazione di ogni conflitto collettivo omicida alla guerra così come la definiscono le nostre società statali, che Christophe Darmangeat intende contestare, sulla base di molteplici dati storici ed etnografici, tra cui quelli relativi alle società di cacciatori-raccoglitori nomadi prive di qualsiasi disuguaglianza di ricchezza. La maggior parte di questi scontri sono condotti per motivi diversi dall'appropriazione di risorse territoriali, umane o materiali, che si tratti, tra l'altro, di giungere a una risoluzione giudiziaria, di vendicarsi o di acquisire sostanze corporee (teste, denti o scalpi) ritenute necessarie alla vita.  In un'ampia prospettiva comparativa, questo libro si propone di censire le diverse forme – quasi tutte cancellate dallo Stato – di questi scontri collettivi, di proporne una tipologia ragionata, di metterli in relazione con le strutture sociali e di trattare la loro (in)visibilità archeologica, al fine di chiarirne le logiche profonde.