R. Burnet, P.-E. Édouard, Presses Universitaires de France, Paris 2024.
Un libro che risale alle origini dell’idea di Apocalisse per meglio interpretare le sue rappresentazioni e i suoi usi contemporanei, ad esempio da parte della destra cristiana fondamentalista nordamericana. Dell’idea di fine-del-mondo, la cultura popolare ricorda soprattutto le parti più drammatiche e catastrofiche, lasciando da parte il fine ultimo, che è quello della ‘vittoria’ del Bene sul Male, cioè la discesa della Gerusalemme celeste come città santa in cui risplenderà la gloria di dio. Appare poco meno che ironica l’etimologia di Armageddon, ricostruita da alcuni saggi già nel XVI secolo a partire dal nome della città di Megiddo, piazzaforte non distante dal lago di Galilea, sito militare strategico di una terra ancora oggi attraversata da incessanti conflitti tra Siria, Egitto e Palestina/Israele. Il testo dedica considerevole spazio alla retorica apocalittica dell’ideologia conservatrice statunitense, attraverso le figure di Reagan, Bush e Trump, ma risalendo anche al «suicidio d’Europa» (R. Rolland), cioè la prima guerra mondiale, prima di ricoprire un senso più generico di crisi epocale nella cultura occidentale degli ultimi decenni.