Progetto di ricerca per la catalogazione, restauro, conservazione e valorizzazione dei cartoni musivi
Scuola Superiore di Studi sulla Città e il Territorio con Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali e Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali, Laboratorio Diagnostico di Microchimica e Microscopia dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna;
Accademia di Belle Arti di Ravenna;
Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico del Museo d’Arte della città di Ravenna;
Centro Provinciale di Formazione Professionale di Ravenna;
Istituto Statale d’Arte per il Mosaico "Gino Severini" di Ravenna;
Fondazione Flaminia di Ravenna;
RavennAntica, Fondazione Parco Archeologico di Classe;
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini.
Nell’antichità il "cartone" costituiva il tracciato del disegno a mosaico, che veniva poi riportato sulla parete o sul pavimento, ingrandendo le figure e i decori in base alla superficie da occupare.
Nella seconda metà dell’800, quando iniziarono le prime campagne di restauro dei monumenti ravennati e successivamente, nei primi decenni del ‘900, con Corrado Ricci che istituisce a Ravenna la prima Soprintendenza d’Italia, il cartone viene usato sia come mezzo di documentazione che come strumento di restauro. Le opere "storiche" di rilievo delle superfici musive appartengono ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga. Con loro nasce una qualificata esperienza ravennate di restauro musivo, che all’Accademia di Belle Arti diviene "Scuola di Mosaico" nel 1924 per volontà dell’allora Direttore Vittorio Guaccimanni. Nell’ambito di questa scuola e dei suoi successivi sviluppi, conoscenza della tradizione e pratica del restauro si coniugarono all’attività creativa, portando a rinascere l’antico linguaggio musivo con nuove esperienze legate al contemporaneo.
Nell’esecuzione dei restauri prima e successivamente nelle copie dei mosaici antichi, dagli anni ‘50 in poi, il rilievo grafico che riproduce esattamente l’originale tessera per tessera viene eseguito tramite l’impiego di una velina (foglio di carta semitrasparente) il quale viene appoggiato direttamente sul mosaico in modo da tracciare il contorno di ogni tessera. Il disegno in positivo così realizzato viene poi ricalcato ad inchiostro sul retro della velina in modo da ottenere un’immagine speculare all’originale. Il retro viene quindi fatto aderire allo strato legante per ottenere la stampa dell’immagine sulla superficie: rimossa la velina, il disegno in positivo risulta impresso ad inchiostro nella malta. L’allettamento delle tessere, ha così inizio, seguendo come modello il cartone, l’eliografia o il calco dell’originale musivo.
Alcuni anni fa l’Istituto Statale d’Arte per il Mosaico "Gino Severini", che è tra gli istituti che possiedono numerosi e preziosi cartoni musivi, ha iniziato un lavoro di catalogazione, in collaborazione con l’Università di Bologna. Da questa prima fase è scaturita l’opportunità di strutturare un ampio e significativo progetto di ricerca: individuare e quantificare il patrimonio per avviare il restauro e la conservazione di questi manufatti, preservandoli dall’erosione del tempo. Lo scopo finale è quello della valorizzazione di opere di elevata qualità artistica che rendono testimonianza non solo del patrimonio musivo di Ravenna, ma delle vicende legate alle tecniche e ai materiali di realizzazione degli originali e dei restauri eseguiti nel tempo, nonchè delle copie di enorme valore documentario, prodotte negli anni ‘50, con tessere e colori originali.
La prima fase del progetto prevede la compilazione di una scheda di catalogo che riporti in più campi tutte le possibili caratteristiche di ogni singolo cartone utili alla sua descrizione.
La scheda impiegata è quella che il Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico (CIDM-MAR), ha elaborato per i propri cartoni, sulla base della scheda OA (Opera d’Arte) e della scheda S (Stampe), standard ministeriali definiti dall’Istituto Centrale del Catalogo e Documentazione (ICCD).
A parte l’aspetto descrittivo dell’opera, che riguarderà il soggetto con la sua provenienza, i supporti, le tecniche e altro ancora, si andranno a registrare e localizzare le lacerazioni, le mancanze e annotare i diversi stati degenerativi del cartone (abrasioni, macchie ecc.), analizzati attraverso una accurata analisi macroscopica della superficie.
Queste procedure evidenzieranno anche delle specifiche riguardanti l’esistenza e il posizionamento della firma, dei timbri, delle date ed eventuale identificazione della provenienza del soggetto.
Infine verranno annotati anche restauri, eventuali presenze di nastri adesivi applicati per riconferire unità alla superficie cartacea.
Una successiva fase della ricerca riguarderà lo studio diagnostico del cartone, a partire dall’analisi materica dell’opera.
Le indagini saranno effettuate sia mediante strumentazioni che consentono di realizzare diagnosi di tipo non distruttivo, utilizzando un sistema multispettrale e la fluorescenza a raggi X, sia con tecniche micro-distruttive al fine di uno studio stratigrafico, attraverso microscopia ottica, dei materiali artistici utilizzati e delle forme di alterazione evidenziate con le indagini strumentali.
Sarà così possibile ottenere informazioni sulla tecnica esecutiva propria di ogni singolo autore (disegni preparatori, pentimenti dell’artista, ecc.), oltre che ricavare indicazioni, dalla natura dei materiali e dal loro degrado (micro sollevamenti, lacune, ridipinture, vecchi interventi di restauro, ecc.), per effettuare il successivo restauro dell’opera.
Sarà così possibile disporre di un’ampia ed estesa documentazione di tutte le opere, completata anche dall’acquisizione di immagini digitali di elevata risoluzione per la futura archiviazione.
La programmazione degli interventi raccolti nelle prime fasi del progetto mira ad includere tutti i fattori che causano o favoriscono processi di alterazione al fine di proporre interventi di prevenzione, manutenzione e restauro che preservino e rendono trasmissibile al futuro, le opere d’arte. Tale processo, avviato con i cartoni dell’Istituto Statale d’Arte, verrà poi esteso a tutte le raccolte dei cartoni che appartengono ad altri istituti pubblici e soggetti privati quali: l’Accademia di Belle Arti, il Dipartimento di Archeologia, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, la Cooperativa Mosaicisti, il Centro Provinciale di Formazione Professionale di Ravenna e altri ancora.
Concluso il restauro, il progetto dovrà poi occuparsi della conservazione e della fruizione dei materiali. Uno dei problemi da risolvere, in ordine alla conservazione dei cartoni, è la loro forte componente funzionale, il continuo uso didattico, come quello attuale, è una delle principali componenti dell’indebolimento e della consunzione dei materiali costituenti. Dovranno essere formulate ipotesi che salvaguardino le varie istanze, tenendo conto della elevata criticità del tema.
La conservazione e la contemporanea fruizione di un bene cartaceo è infatti operazione piuttosto complessa, in quanto il supporto cartaceo è, per sua natura, molto fragile e deperibile e richiede una manualità esperta e altamente professionale. Occorrerà stabilire delle priorità e in base a valutazioni critiche, classificare i materiali.
Il progetto si dovrà occupare anche del luogo o dei luoghi di conservazione ma soprattutto di individuare le modalità di fruizione dei materiali.
L’obiettivo finale del progetto è quello di valorizzare la collezione dei cartoni dei mosaici antichi di Ravenna: un’occasione straordinaria pensare a questa raccolta come ad un veicolo di diffusione della conoscenza sui fatti artistici che investono la Ravenna storica (i mosaici delle basiliche bizantine e quella contemporanea (dal Ricci ad oggi una storia e una competenza sul restauro e la conservazione, una tradizione operante attraverso le scuole e le istituzioni).
L’importanza di questo progetto sta proprio nel conservare la testimonianza storica di queste fedeli riproduzioni insieme alla valorizzazione della testimonianza grafica e cromatica che può essere messa a disposizione di studenti, studiosi, esperti e anche visitatori per eventi culturali itineranti.
Una prima ipotesi è che questi cartoni possono accompagnare – se non sostituire – la collezione delle copie dei mosaici antichi che da anni viaggia per il mondo, con difficoltà dovute sia all’ingombro e pesantezza dei pezzi che alla loro conservazione, per la quale, sempre più frequentemente si deve intervenire con restauri e integrazioni. Ciò che verrebbe mostrato al mondo, di Ravenna, sarebbe un’opera originale di indiscusso valore artistico, realizzando il connubio cultura e turismo, in una direzione, dunque, dove la conservazione non è museificazione.
Il comitato scientifico del progetto è costituto da:
Marcello Landi (Presidente)
Dirigente scolastico del Liceo Artistico e dell’ Istituto d'Arte per il Mosaico Ravenna
Maria Rita Bentini
Coordinatrice didattica dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna
Massimiliano Casavecchia
Direttore della Scuola Superiore di studi sulla città e il territorio dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Fabrizio Corbara
RavennAntica, Fondazione Parco Archeologico di Classe
Cesare Fiori
Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Giovanni Gardini
Istituto d'Arte per il Mosaico Ravenna
Linda Kniffitz
Curatore Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico del Museo d’Arte della città di Ravenna
Raffaella Mazza
Dirigente Servizio Politiche per l’Università e Formazione Superiore del Comune di Ravenna
Rocco Mazzeo
Presidente del Corso di Laurea in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Maria Concetta Muscolino
Direttore della Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna
Paolo Racagni
RavennAntica, Fondazione Parco Archeologico di Classe