La fiducia nel breve periodo è solo per gli albergatori del settore business
Milano: le nuove prospettive infondono fiducia nel breve periodo
L’entrata in zona gialla sembra avere trasmesso fiducia alle strutture alberghiere milanesi anche per il breve periodo. È evidente l’effetto della timida ma costante ripresa del turismo d’affari con gli indici a breve e brevissimo termine (AB=1_day, AB=14_days) che sembrano volere chiudere la forbice con quelli che misurano la percentuale di alberghi che offrono camere da marzo a fine giugno (AB=28_days, AB=56_days AB=140_days). Si tratta di una quota ormai consolidata attorno al 65-70%, ancora ampiamente sotto il 90% osservato nel periodo pre-Covid. Il piano di riapertura che coinvolge svariate categorie di attività (dai bar ai ristoranti, dalle palestre agli impianti sciistici, ecc.) può avere inciso sulla maggiore fiducia degli albergatori. Questo effetto di maggiore ottimismo potrà forse rafforzarsi nelle prossime settimane con l’attesa di numeri più contenuti di contagi e decessi giornalieri, con l’insediamento del nuovo Governo e con una maggiore definizione del piano vaccinale, la cui incertezza è ancora dettata dalla incontrollabile fornitura delle dosi di vaccino.
Venezia: si spengono i barlumi di speranza per il breve periodo
Anche l’avvicinarsi dell’evento più importante del calendario della Serenissima non sembra alleviare il pessimismo del comparto alberghiero. L’organizzazione integralmente in streaming del Carnevale di Venezia, nel suggerire un atteggiamento responsabile da parte degli appassionati, ha di fatto riconfermato le restrizioni alla mobilità. Solo poco più del 30% degli alberghi offre camere nell’immediato, a ridosso del Carnevale di Venezia (AB=1_day). La percentuale di alberghi con disponibilità a 14 giorni sale intorno al 45% (AB=14_days). Rimane sostanzialmente costante, intorno al 60-65%, la quota di alberghi che offrono camere dai primi di marzo a fine giugno (AB=28_days, AB=56_days AB=140_days). Ancora è molto alta la percentuale di alberghi che non offre camere sui portali online. Nonostante le attese di una maggiore copertura vaccinale a livello italiano e straniero e la speranza di una flessione della curva dei contagi a ridosso della stagione calda, questi dati fanno presagire una mancata fiducia sulla ripresa della mobilità dei flussi internazionali, che dipendono da fattori su cui il Paese non ha controllo. Con queste premesse la vera incognita è capire se il prolungato periodo di inattività porterà o meno le imprese del comparto turistico a cessare definitivamente la propria attività. Attendiamo fiduciosi la ripresa delle curve.