Salve, sono Benedetta, laureata in Biotecnologie Animali presso l’Università degli studi di Bologna.
La mia attività di tirocinio ha avuto inizio nel mese di Febbraio 2016 e si è conclusa ad Aprile dello stesso anno per un impegno complessivo di 480 ore. Ho svolto questa attività formativa da neo-laureata nel Genome Damage and Stability Centre, presso l’Università del Sussex, a Brighton, in Inghilterra. Ho avuto una bella accoglienza da parte dell’Università e del mio gruppo di laboratorio, molto gentili e disponibili.
Prima di iniziare il periodo di tirocinio i tutor mi hanno presentato il progetto che sarei andata a svolgere e gli obiettivi: mi è stato così possibile contestualizzare in modo repentino il tipo di esperienza che avrei effettuato nei mesi successivi. Ho aderito con interesse ed entusiasmo al progetto e a tutte le singole attività che ne hanno costituito lo scheletro portante. Ho avuto così l’opportunità di imparare nuove tecniche di laboratorio e di fare pratica di quelle già note. Durante il periodo trascorso nella struttura ospitante ho avuto modo di relazionarmi con le diverse persone che coordinano le attività organizzative e di controllo della stessa, ma soprattutto con i colleghi, con i quali ho costruito un buon rapporto: mi è stata di grande aiuto la loro esperienza e la loro professionalità, che mi hanno aiutato lungo il mio percorso e nel raggiungimento del risultato finale. L’esperienza si è rivelata molto positiva perché mi ha consentito di lavorare in un gruppo e di prendere decisioni insieme agli altri mi ha aiutato a comprendere meglio la complessità di un progetto di ricerca, inoltre mi è sempre stata data l’opportunità di intervenire ed esprimere il mio parere. E’ stato motivante e interessante partecipare, seppur per un breve periodo, a contribuire ad un progetto di ricerca, soprattutto in un tale centro di eccellenza.
Complessivamente giudico la qualità dell’esperienza svolta più che soddisfacente e altamente formativa. Consiglio vivamente tale ente a futuri studenti interessati a trascorrere un’esperienza all’estero perché, oltre che essere un centro di eccellenza, è un luogo altamente professionale e motivante.
Per quanto riguarda il soggiorno estero, ho vissuto a Brighton, ospite di una famiglia composta dai genitori e 3 bimbi. Ho scelto apposta questa modalità di accomodation in quanto volevo vivere appieno l’esperienza, integrandomi in una vera famiglia inglese. Non è stato molto semplice trovare alloggio, in quanto non conoscevo la cittadina e ho portato avanti le ricerche dall’Italia; inoltre Brighton, pur essendo una città universitaria, è anche turistica, quindi non gode di un ottimo rapporto qualità/prezzo, e gli alloggi non sono molto economici. Per quanto riguarda gli alloggi, non bisogna aspettarsi la cura maniacale italiana, l’igiene e l’ordine talvolta lasciano a desiderare, ma io del mio non posso lamentarmi più di tanto, in quanto la mia camera era sempre pulita (tralasciando il disordine nel resto della casa). Per quanto riguarda i trasporti, la città è collegata bene: vi sono diverse linee di autobus da e verso varie destinazioni (università, altre cittadine, località turistiche ed attrazioni); anche qui, nonostante per gli studenti sia previsto un po’ di sconto, i prezzi non sono bassissimi, ma almeno gli autobus sono puntuali!
Per la lingua non ho avuto difficoltà, mi è sempre piaciuto l’inglese e l’ho sempre parlato. Non si può però dire di saperlo parlare davvero se non si ha a che fare ogni giorno con la lingua: prima dei 3 mesi ero convinta di saperlo parlare discretamente, ma una volta arrivata in “terra straniera”, obbligata a pensare e parlare quotidianamente un’altra lingua, mi sono resa conto che parlare inglese è una cosa, fare la turista un’altra (anche perché gli inglesi non sono molto favorevoli a parlare piano o ripetere le cose!).
Ho conosciuto diverse persone da (quasi) tutta Europa, tanti studenti e ragazzi (e tanti italiani!!), ed ho legato in particolar modo con una ragazza Ceca. Sono stati davvero 3 mesi indimenticabili (anche se sono volati!): mi sono serviti non solo per la lingua, ma anche dal punto di vista personale. Mi hanno fatto crescere, conoscere gente nuova e nuovi posti. Consiglio vivamente quest’esperienza a chiunque: viaggiare apre la mente, ma soprattutto bisogna mettersi alla prova. Credo che il periodo migliore per spostarsi sia quello che ho scelto io, ovvero da neo-laureata.