Anno di partenza: 2007/2008
Seppur fossi già un bel po’ fuori corso, ho voluto fare lo stesso questa esperienza. Mi sono fiondata a Barcellona senza sapere nulla di spagnolo e questo potrebbe essere un disagio soprattutto se, quando arrivi lì ,devi cercarti casa perchè devi prendere appuntamento per telefono. Quindi, consiglio numero uno: anche se non si fa un vero e proprio corso, imparare prima parole come piso(appartamento), carrer (via), i numeri (che sono un pò particolari specie nell’ascolto), buscar(cercare), e se non vuoi morire di fame jamon (prosciutto)! ;). Barcellona è molto bella, un mix tra efficienza, arte e vida loca (vita pazza), colorata ed armoniosa. Però uno studente di veterinaria deve fare i conti con due fattori non trascurabili: 1) che la facoltà è fuori barcellona, saranno una ventina di minuti di ferrocarrels (una specie di treno-metropolitana), efficientissimo, ne parte uno ogni 10 min. E’ ovvio che sono pochi quelli che cercano casa al campus della facoltà e che la maggior parte vuole abitare a Barcellona, per ciò consiglio di cercarsi casa in centro oppure vicino alla metropolitana così c’è meno stress negli spostamenti ( ogni mattina e molti pomeriggi devi essere a lezione, anche se hai già le firme qui a bologna per una certa materia, se si vuol dare l’esame lì i programmi sono diversi e devi ri-seguire tutta la materia. Inoltre si fa davvero molta pratica il pomeriggio, interessante ma impegnativa). 2) la seconda lingua: il catalano. Quando sei in giro a fare shopping, o vai nei locali si parla castigliano e non ci sono problemi, ma i problemi possono insorgere a lezione. Ci sono alcuni professori indipendentisti che non si smuovono dal catalano e fanno lezione in questa lingua che è parecchio diversa dal castigliano (classico spagnolo) e piuttosto incomprensibile. Puoi arrivare ad odiarli seriamente perchè loro sanno benissimo che ci sono degli Erasmus che magari ignoravano l’esistenza di questa lingua che loro vorrebbero diventasse la prima lingua parlata in tutto il mondo. Altra cosa: non è vero che, o perlomeno non è più come una volta che si riusciva a dare tanti esami e che sono più semplici. Tra l’altro, bisogna contare anche il periodo di adattamento sia alle lingue, alla comprensione di quel che dicono a lezione e alla diversità di programmi ed insegnamenti. Ma l’integrazione con gli studenti spagnoli (soprattutto altri erasmus, seneca e ragazzi sudamericani è assicurata, sono eccezionali. Personalmente non posso dire la stessa cosa degli studenti catalani). Tra l’altro anche la gente comune che incontri per strada è affabile, solare e pazientosa all’inizio quando non mastichi bene la lingua, l’idioma! Per il resto il clima è bello, secco, e c’è da divertirsi.