Veronica Tinnirello

Veronica Tinnirello  pubblica  Naira Gonzalez, La voce che disegna l’orizzonte, raccolta di interviste teatrali, (Editoria&Spettacolo, 2006, Roma ); Gli angeli vanno a dormire presto, raccolta di racconti, (Coniglio Editore, 2009, Roma), Ouroboros, all'interno di Dylan Dog Color Fest, (Bonelli editore, 8 agosto 2013, Milano). Polaroid stile impero è la sua prima raccolta di poesie, edita da Raffaelli editore nel 2013 (finalista al Premio Camaiore Opera Prima 2014,  segnalata al Premio Anna Osti 2013). Attualmente si occupa di una trasmissione radiofonica sulla poesia contemporanea italiana in onda su Radio Città del Capo di Bologna e presente sul sito www.ilrubino.it

(un corridoio rosso)


un corridoio rosso costrinse
a camminare tutta la vita 
il cielo neanche l’acqua 
dei santi lo lava via 


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(pelli del mattino)


pelli del mattino, liturgiche
isolano il fondo acustico alle ore
intanto che la vita ci disegna le scapole 
passa la roccia sugli occhi, arabeschi 
nervi ghirigori tanto rosso 
bianco, oro


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(fuori vengono avanti e indietro)

 

Fuori vengono avanti e indietro 
palme tagliate da veneziane d’hotel
questa è la nostra città : la grande bomboniera 
tutta linee rette e soldati matrioska 
                   - camicie stupide e attrezzature
                   soffuse verso il nero 
con il cielo fatto apposta per loro 
di pizzo


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(i lupi appendono le ultime grinze)


i lupi appendono le ultime grinze 
al buio secco delle gore, alveari miracolosi 
col cibo dipinto dietro le facciate 


l’operaio incide uno spartito 
telaio, casa, cassa e a metà 
punta un silenzio che interrompe la linea 


gli oracoli non avevano ossa 
per predire l’abbaglio indimenticabile


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

Pinyin nel Paese del rosso


Alice d'oriente: Pinyin
e i suoi passi in punta di piede
sull' antica via Pistoiese
                   
Il suo volto segato in tre parti 
sullo sfondo rosso della carta plastificata 
i tetti del villaggio orientale 


Lei, una cosa tanto bella
lì sul marciapiede a fare 
il barattolo vuoto, aspettando 
di catturare le api 


Torrida solitaria intrisa di linee 
arruolata al filo di una cabina 
vede passare limousines di sposi 
pagine di Renmin Huabao per aria 
 
Una scia di lana grezza 
Pinyin si volta e legge il futuro
nel volo sintetico degli uccelli 


I suoi pensieri parlano in corsivo 
folle, si riparano il dorso 
sotto le curve smaltate del bianco


(2013)

Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(è intorno a questa testa)


                                       A tutti i luoghi abbandonati 

è intorno a questa testa 
questa vena dipinta 
dalle stravaganze di un rossetto 
che i fantasmi costruiscono sul marmo 
un senso che rovina 
si somministra una reggia di vie vuote 


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(storce le gambe il nervo cattivo)


storce le gambe il nervo cattivo 
occupa e incrina tutti i confini verticali 
incrina i cavalli, il paese 
le criniere si spandono, restano immobili 
tracciano migliaia 
migliaia di righe bianche addosso 
al vento pastoso, le tracce 
sono geometria vinta in battaglia 
code di sposa in disordine 


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(il proiettile preme)


il proiettile preme 
sulla bocca, lì dove 
il vetro, con il filo nemico 
e gli occhi di retro dipinti 
s’incrina 


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(oltre il senso della riga)


Oltre il senso della riga il cavallo, 
l’oro l’orlo impazzito, 
il suono in chiave di fa separa 
i fondi del buio dal giorno: 
il cielo, sempre, dai crini ferrati 
col peso dei fiori addosso 
e rumore rosa per la testa 


sono iperboli minerarie da tramandare


Da Polaroid stile impero ( Raffaelli Editore, 2013 )

(sono ore queste spalancate)


sono ore queste spalancate

sull'improvviso mistero umano, le ombre 
inclinano le forme in tagli d'ala, incidono 
il blu dove si divarica e fa la spaccatura 
infinita, cosparsa      


l'orizzonte ci prende gli occhi, li traduce 
in voli: case cose operose operosi volti
tu splendi pacificata sulla linea del mare
e il disastro era ieri


Inedito (2014)


Le Polaroid erano abbagli indimenticabili. Si sviluppavano in casa, da sole e avevano la cornice bianca per scriverci sopra, forse. Questa serie di foto pensa a Prato, tra il 2011 e il 2013, alla sua misteriosa Chinatown, all'inutile ronda dei militari, alle carcasse industriali in abbandono fuori e dentro città, alla sua eco custodita nel Museo del Tessuto. Pensano a molto altro, a luoghi delle meraviglie anche quando non lo sono. Vedono una bambina nata negli anni '80, coinvolta nell'ambiguo progetto e incanto della sua specie.