Pier Damiano Ori

Pier Damiano Ori, anche autore di romanzi e biografie, ha pubblicato due libri di poesia: ”Perso nel mio Paese" (Book, 2008) e “Atti  naturali” (Carta bianca, 2012).
E’ nato a Modena nel 1949, vive a Bologna.

Quaderno del gelo


(infanzia e giovinezza di Raimondo Montecuccoli)

Istruzioni

Il conte Raimondo Montecuccoli nacque nel castello diMontecuccolo nel Frignano, sull’Appennino modenese, il 2 febbraio 1609 e morì a Linz, in Austria, il 16 ottobre 1680.
Fu comandante supremo dell’esercito imperiale asburgico e nel 1663 sconfisse sul fiume Raab le truppe turche che assediavano Vienna. Soggiornò poi, a lungo, a Stoccolma; bloccato in qualche modo nel gelido nord lontano per assistere alla conversione al cattolicesimo della regina Cristina di Svezia.
Tutta una vita sotto il segno del gelo.
 
Cosa vuoi sapere del giovane Raimondo? Sai che c’è solo fantasia per i  suoi anni nel castello fra i calanchi. Avrai i tuoi motivi e io ti accontento .

Tu, intervieni quando vuoi nel racconto. Sai cosa penso: il racconto, il conto, conta meno del ricordo. E allora leggi ricorda e scrivi interrompendo, se vuoi.
 
UNO
Prima di tutto, il gelo del castello poi la tosse del padre, quasi calvo. Le finestre che incorniciano le forre e il silenzio in grigio su grigio sovrano tutto il giorno. Ha la voce come i rami nudi griglia dei miei 4-6 anni. E il destino è ciò che legge chi rimane e non ci ama. Il nobile Mondo aveva un’arma a quel tempo iniziale e terminale         la sua arma era dormire.
 
DUE
Una risata   un graffio sul marmo   il mangiadischi che sta per essere inventato      lo sforzo dell’inverno    il nome di famiglia    una pera una mela sul tavolo    il rumore dei piccoli tegami sbattuti in cucina    Con-Con dicevano gli oppressi.
 
TRE
Il piede      unagrande attenzione al piede      eall’arco che tende   al dolore   al gonfiore che arriva   all’arrossamento al rosso dolorante all’ammassarsi cauto del sangue e del dolore poi  alla loro esplosione     coppia che incrocia le paure.
 
La stanza buia   lepareti gelate moltiplicano il terrore di non muoversi più
 
Raffreddato   scontento    ghiacciatoesausto     non ancora diciottenne.
 
E il padre che pensa        presso i morti avrebbe più fortuna.
 
QUATTRO
Tutti intirizziti   la famiglia intera    alla finestra sul calanco    gli occhi cercano gli sterpi si spaventano di uno scalpiccio lontano o invece lo attendono      puzzo di un’auto che sfreccia nel centro proibito della città.        Vigile elettrico      vento. Mondo il giovane di sopra    al termine della scala a chiocciola    ha la febbre.
 
-Senti, era biondo?
-Sai, vero? Che lo conosciamo solo con la parrucca da generale…
-Ma prima, prima di essere un gran generale, secondo te, era solo un ragazzo morso dal gelo…
 
CINQUE
E’ giovedì, arriva il maestro. Mondo il giovane guarda lastrada, ecco è qui. Il maestro ha un filo di barba sotto il mento. Parla   immaginiamo adesso che io sia il fratelloche non hai   una lusinga della fantasia   qualcosa di tenue che un tempo fu forte. Immaginiamo il suo andare per i fossi      i motti le sentenze   la sua sete  la paura della notte  l’ignoranza  il cavallo l’abito bianco   il fiato pesante    la risata sguaiata    tutti i suoi guai. E adesso veniamo a noi   immaginiamo che stai bevendo in città un buon bicchiere di vino magari all’hotel Roma. Poi immaginiamo noi stessi a casa    dove non siamo. Adesso immaginiamo i suoi abitanti senza di noi  poi immaginiamo noi senza di loro. E’ la morte che ci sta davanti? O il futuro? O i due non sono che una coppia sterile?  Un cattivo fantasma   che immaginiamo tutto il giorno?      Immaginiamo che il tempo che passa è unasfalto assetato.
 
SEI
La  veste    il burro che le sta accanto    l’odore di cucina conseguente   le buona maniere     la madre che piange    il padrone di casa cortese. Tuttofinito  in un motore spento    un buco qualunque sulla parete di fronte    un meccano slabbrato    un uomo con le ossa rotte ostinato nell’errore.      Arrivando.     Mondo apre la finestra il cerca di gelo  vero.
 
SETTE
Mondo fa una galoppata fino a Modena    per prova. Dove mi metto adesso?  Dove posso stare senza perdere la vista avendo da mangiare e nulla per pagare    chi mi vuole fuori dalla forra? Devo mettere gli annunci?   Chi mi stringerà la mano? I padroni sono nascosti per paura del mio bisogno.
 
OTTO
C’era una tribù. Certo c’era in via Contardo Ferriniperché soffia ancora. Viaggia da infanzia ad infanzia in tutto il mondo certo in provincia di Modena se devo stare alla mia esperienza. Fossi  sterpi rospi  galaverna   dita rosse e gelate. La mia catena di secondi aveva per pianeta una periferia ghiacciata.
 
Adesso ti saluto. Ho scritto ciò che ho immaginato, non ciò che ho veduto e tu hai  scritto ciò che hai saputo. Adesso ti saluto.

Sei cresciuto?
 
 

(da “ Atti naturali”, 2012).

Da “Effetto contro causa”


                                          
                                             (un posto non vale un altro)

C’è uno che riempie di urla l’aria e un altro nell’automobile a fianco lo indica. I taxisti si fermano e lo guardano, i clienti, chiusi dentro, protestano. Potrebbe esserci il mare ma non c’è, così nessuno può fare le equazioni. Devono tornare a casa e basta, in un modo o nell’altro.
 
                                                                                                                             (fratelli)

Prendi una lampadina ancora accesa e esplora la casa. Telefonami e dimmi se ancora c’è dentro tutta la noia in cui hanno vissuto. E’importante: sarebbe la loro unica eredità. Se c’è, non scacciarla, la noia, erano fatti così.   E questo è un fatto.  Se no chiudi la porta e non scordarti mai.
 
                                                                                                    (primo giorno del week end)

L’idea era  quella di dare un tè, al pomeriggio, poi se ne sarebbero andati    sera, niente   sera nostra al mare
Con tutto tornati in ordine.   Basta incontri  per oggi  solo tele e popcorn   Poi tutto èandato a rotoli perché fuori era davvero buio, la laguna non riluceva e, imparammo allora, il telefono era davvero troppo silenzioso. 

                                                                                                      (valdisambro)

Foto anziane di un bambino che si smarrirà. Lo sfondo è un paese di sassi   in montagna  luce secca della memoria   niente colori, una luce che annienta essendo quella degli anni ’50   il fotografo sarà stato un parente, saturo di paste domenicali.  Già annunciato.  Sospinto allo scatto dai cugini che dopo pranzo vorranno una cornice per quegli anni.
 
                                                                                                                            (lotta)

E’ stato molto tempo fa: ricorda il pacco di siringhe per l’artrite del cane di famiglia e un violento che affronta di persona, gli amici di famiglia    accadde nel garage  i poliziotti hanno vestiti grigi di fibra sintetica e lui è uno sceneggiatore che non si muove mai di casa.
 
                                                                                                         (delle due, l’una)

Essendo tutto alla rovescia   se tendi la corda si allenta   di conseguenza se guardi da lontano si avvicina e viceversa     così naturalmente camminare diventa indietreggiare  mangiare avere sete e bere avere voglia di camminare    un circuito di inizi dove i parenti sono immobilizzati   ma le corde si spezzano  a un tratto senza troppo rumore e soprattutto senza riguardi   magari senza più albe tramonti e ora del tè.