PROGETTI DI RICERCA
Come gestire lo smaltimento dei rifiuti in un campo profughi nel deserto? La risposta può essere la creazione di una discarica controllata, allestita in depressioni naturali del terreno, dove i rifiuti vengono compattati e stoccati in strati sovrapposti.
Il progetto del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna nasce per dare una risposta alla condizione di emergenza cronica in cui si trova il popolo Saharawi. Dopo l’occupazione del loro territorio da parte del Marocco, dal 1975 i Saharawi occupano una piccola porzione di Sahara occidentale, nei pressi di Tindouf, in Algeria. Un’area inospitale nella quale più di 250.000 persone vivono in campi profughi sostenuti dagli aiuti umanitari della comunità internazionale. I campi sono suddivisi in quattro distretti, chiamati “wilaya” (El Ayoun, Smara, Dahla and Auserd), a loro volta suddivisi in villaggi, chiamati “daira”, organizzati in quartieri.
Lo studio è stato sviluppato nella wilaya di Smara, che ospita 80.000 persone all’interno di 7 dairas. Per sopravvivere, gli abitanti mangiano i viveri che vengono inviati con gli aiuti umanitari. A causa degli imballaggi con cui sono trasportati e confezionati, questi generano però enormi quantità di rifiuti solidi: plastica, carta e cartone, legno, tessuti, metalli ferrosi e non ferrosi.
Prima dell’avvio del progetto, i rifiuti venivano raccolti da tre camion che, percorrendo le strade principali, si fermavano in punti prefissati negli orari stabiliti. I rifiuti erano poi stoccati in un deposito temporaneo a circa un chilometro di distanza dalla wilaya, per poi passare in una zona a circa tre chilometri, dove venivano bruciati. Una pratica che, stoccando i rifiuti in modo incontrollato e bruciandoli a cielo aperto, esponeva la popolazione a gravi rischi per la salute.
È nata quindi la necessità di riorganizzare la gestione dei rifiuti, riprogettando il sistema di raccolta e lo smaltimento nelle discariche. In particolare, utilizzando discariche controllate, realizzate in depressioni naturali del terreno. Qui i rifiuti vengono compattati, stoccati in strati sovrapposti e coperti giornalmente in modo adeguato. Una soluzione che ha migliorato le condizioni di vita degli abitanti e a cui si è arrivati coinvolgendo con una serie di interviste le donne della Union de las Mujeres Saharauis, rappresentanti politici, referenti del progetto rifiuti e altri tecnici locali.
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