Riuso delle acque reflue trattate a scopo agricolo nel distretto di Al-Mawasi – Governatorato di Rafah (Striscia di Gaza)

AICS/MAE

L'approccio generale del progetto è indirizzato al rafforzamento della resilienza comunitaria mediante azioni concrete in risposta alle crisi generate specialmente dal contesto (insufficienza idrica ed energetica) e da fattori esogeni (cambiamento climatico). Il progetto si propone di raggiungere un'agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare attraverso l'uso di nuove tecnologie in una logica di riuso e risparmio della risorsa idrica finalizzata a rivitalizzare il comparto agricolo, stimolando la diversificazione produttiva e l'accesso al mercato per i prodotti.

Il progetto, della durata di 30 mesi, opererà nella regione di Rafah, con l’obiettivo di contribuire al ripristino dello sviluppo economico del comparto agricolo nella Striscia di Gaza attraverso nuove sinergie tra il sistema della ricerca e gli organismi della società civile promuovendo in particolare il riuso delle acque reflue trattate a scopo agricolo e sistemi ad alta efficienza idrica per migliorare la resilienza del comparto agricolo di Gaza mediante l’apporto di tecnologie innovative e sostenibili.

A un anno dall’inizio del progetto “Riuso delle acque reflue trattate a scopo agricolo nel distretto di Al-Mawasi – Governatorato di Rafah – Striscia di Gaza” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, i cinque contadini selezionati come beneficiari del progetto pilota di agricoltura idroponica hanno iniziato a vedere risultati pratici. Selezionati in base alle loro competenze e capacità, i cinque destinatari hanno assistito alla riabilitazione e conversione di parte delle loro serre (circa 250 mq.) alla coltivazione idroponica.

I lavori hanno previsto: l’installazione di un sistema di raccolta delle acque piovane, la costruzione di otto moduli di tubi forati per il riciclo dell’acqua e il montaggio di due taniche destinate alla raccolta e al riuso della soluzione nutritiva per le piante. Inoltre, vista la scarsa disponibilità di energia giornaliera, è stato necessario costruire un piccolo impianto fotovoltaico per garantire una fornitura costante di elettricità.