Il diritto all’istruzione per studenti rifugiati
Il diritto all’istruzione dovrebbe essere un diritto universale, ma non è così. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), chi fugge dal proprio paese per motivi politici o a causa di guerre raramente riesce a proseguire nel proprio percorso scolastico. Solo il 50% dei bambini rifugiati ha accesso alla scuola elementare e solo il 22% degli adolescenti frequenta la scuola superiore. Quando si parla di studi universitari la situazione è ancor più drammatica: meno dell’1% dei rifugiati frequenta l’Università.
Liberi di Studiare nasce dall’iniziativa di un gruppo di amici che ha preso a cuore la storia di Frezer, uno studente rifugiato eritreo. Fuggito a piedi dal suo paese (dove vige quella che dall’ONU viene definita una dittatura peggiore di quella nord-coreana), Frezer ha proseguito i suoi studi presso l’Università di Addis Abeba. Il suo sogno però era di poter completare gli studi universitari presso un’università europea. Come noto, la mobilità di studenti rifugiati eritrei verso l’Europa è praticamente impossibile per vie legali, ma la rete di persone, associazioni (Essere Pace) e istituzioni che si è mobilitata per Frezer ha reso possibile il suo arrivo in Italia con un regolare visto per motivi di studio. Attualmente Frezer sta frequentando il corso di Laurea Magistrale internazionale in Tourism, Economics and Management presso l’Università di Bologna (Campus di Rimini).
Scopi del progetto:
Come raggiungere questi obiettivi?
Tali attività, inoltre, insieme all’utilizzo dei social network, aiutano Liberi di Studiare nella disseminazione e sensibilizzazione della comunità locale a queste tematiche.