La quarantena come momento per riflettere e superare insieme i problemi di tutti i giorni. Gli studenti dell'Alma Mater Studiorum si sfidano in un hackaton per trovare soluzioni innovative capaci di aiutare ragazze e ragazzi affetti da disabilità intellettiva lieve in un periodo in cui l'emergenza sanitaria ha reso necessaria la chiusura dei Centri diurni.
#SocialMakersforCovid19 è la sfida che l'Università di Bologna, in collaborazione con l'Associazione Genitori Ragazzi Down, lancia a tutti i suoi studenti.
Dal 7 al 15 aprile, quattro squadre di studenti si sfideranno online, per ideare soluzioni e creare progetti ad alto impatto sociale destinati supportare le famiglie che vivono con ragazzi con la sindrome di Down o altre forme di disabilità intellettiva, in un periodo particolarmente difficile in cui non possono contare sull'aiuto quotidiano dei Centri diurni per i disabili.
"È un modo per valorizzare le competenze, generare idee innovative e avvicinare i nostri studenti a importanti temi sociali come la disabilità e le azioni di supporto", dice la professoressa Rosa Grimaldi, delegata all'imprenditorialità dell’Università di Bologna. "Tutto questo, in un momento particolarmente delicato, quando i più deboli rischiano di essere quelli più esposti e meno protetti: proprio per questo è necessario agire anche con l’aiuto di nuove idee e soluzioni".
L'iniziativa, che si svolgerà da remoto tramite la piattaforma Teams, diventerà così un vero e proprio percorso formativo e laboratoriale. Tramite la metodologia "learning by helping", e con il supporto di un tutor, gli studenti potranno affrontare un problema reale per trovare soluzioni operative nuove che possano essere di supporto per le famiglie dei ragazzi con disabilità intellettive lievi.
Grazie all’accesso mediato al makerspace AlmaLabor, tramite tecnici di laboratorio, potranno nascere anche dei prototipi delle soluzioni ideate dagli stessi studenti.