Unire le persone attraverso la condivisione del cibo. È un’idea tanto semplice quanto ad alto impatto sociale, quella alla base del progetto ‘Il Mondo a Tavola’, ideato da un gruppo di cinque studenti della laurea triennale in Scienze e Tecniche psicologiche del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna. Un’idea che è valsa a Adele Miniati, Chiara Neri, Laura Bruhn, Leonardo Serafini e Pier Matteo Fabbri il premio per il miglior progetto ERASMUS Plus "Peacemakers", nato per sviluppare attività di didattica internazionale utile a promuovere attività di pace e inclusione sociale.
Secondo il panel composto dai responsabili delle unità del progetto delle università Humboldt (Berlino), Erasmus (Rotterdam), Koch (Istambul), Gaziantiep (Turchia) e Aberta (Lisbona), il progetto dei nostri studenti ha saputo rispondere nel modo più efficace alla sfida assegnata: mettere a punto un progetto di integrazione che coinvolgesse gli studenti universitari e quante più entità sociali ed istituzionali dedite all'integrazione sociale.
Il ‘Il Mondo a Tavola’ è nato da una discussione sull'idea che il pane, la piadina, la pizza, la pitta e altri prodotti da forno sono elementi alimentari di base dell'area mediterranea che accolgono una svariata gamma di cibi, dimostrando così versatilità e disposizione all'integrazione di elementi differenti. Scientificamente, l'idea è radicata nell'ipotesi di contatto di Allport (1954), che spiega come il contatto con i membri di un gruppo esterno, se caratterizzato da condizioni positive, può ridurre il pregiudizio e aumentare un sentimento di empatia verso l'intero gruppo esterno. E così, sotto la guida della Professoressa di Psicologia Sociale Monica Rubini, si è passati dal cibo... ai gruppi umani.
Durante l’ideazione del progetto, gli studenti hanno individuato un aspetto critico della società in cui viviamo: la nostra narrazione sulla migrazione si costruisce attraverso il confronto con altri italiani, mentre le comunità di migranti tendono a "ghettizzarsi" per trovare sicurezza nella loro identità culturale.
“Abbiamo deciso che il nostro progetto doveva avere l'obiettivo di creare un legame tra le diverse comunità di migranti e locali, e allo stesso tempo rendere disponibili luoghi in cui è possibile avere esperienza diretta della conoscenza e confrontarsi con la diversità,” raccontano gli studenti coinvolti nel progetto. “Solo in questo modo, sia i migranti che i locali possono aggiornare e modificare le opinioni e le rappresentazioni del fenomeno migratorio e dell'altro gruppo, avendo come criterio il legame diretto con le diverse comunità al fine di sviluppare una narrazione che si basi il più possibile sulla realtà.”
Il risultato di questa riflessione si è concretizzato il 26 novembre del 2019, nella sede di Auser Primavera 3 a Cesena, dove 100 ragazzi provenienti da Modena, Faenza, Castelfranco Emilia, Camerun, Benin, Marocco, Senegal e Costa d’Avorio, hanno avuto modo di condividere la tavola e la loro visione del mondo. Il progetto ha coinvolto il Comune di Cesena, testate giornalistiche, associazioni di migranti e, tra gli altri, anche il Rotary Club di Cesena, il progetto VALUES (un progetto dell'UE che mira a condividere politiche e pratiche di integrazione tra varie città) e il network di associazioni Comunità Accogliente.
Un altro importante obiettivo raggiunto è stato la creazione di un tavolo permanente in cui le associazioni di migranti e il Comune di Cesena possano incontrare e discutere i problemi e ideare soluzioni. "La speranza è che questa rete possa contribuire alla creazione di progetti e interventi significativi e di impatto, che attuino a loro volta atteggiamenti positivi e migliorino gli scambi culturali e il benessere sociale," aggiunge la Prof. Rubini.
Dopo il successo del primo evento, il gruppo di studenti di "Il Mondo a Tavola" mira a organizzare presto nuove cene ed eventi in cui la comunità locale e migrante, assieme agli studenti, possano rafforzare il legame che hanno già creato.
(In inglese)