Afya Moja - Health Technology: From Capacity Building to Capacity Strengthening

  • Coordinatore: Università Campus Biomedico di Roma
  • Università partner: Politecnico di Bari, Università di Bologna, Università di Pisa, Università di Napoli “Federico II”
  • Area target: Africa Sub-sahariana, in particolare Benin, Etiopia, Ghana, Kenya, Malawi, Nigeria, Sudafrica, Uganda

Il progetto Afya Moja – che in swahili significa One Health – nasce con l’obiettivo di colmare il divario tra l’alta qualità della didattica nelle università africane e la limitata presenza di programmi focalizzati sulla ricerca. Questa mancanza ha un impatto diretto sulla partecipazione dell’Africa ai processi globali di innovazione e alla definizione degli standard internazionali in settori strategici come la salute e le tecnologie biomediche.

Per affrontare queste sfide, il progetto promuove una visione integrata di salute umana, animale e ambientale, fondata su etica, equità e fiducia reciproca. L’approccio si articola in quattro direttrici operative. La prima consiste nella creazione di nuovi programmi universitari basati sulla ricerca nelle università africane, tramite attività di tutoraggio e scambio rivolte a studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo. La seconda direttrice riguarda il rafforzamento delle competenze progettuali, con tre percorsi executive dedicati alla redazione, revisione e gestione di proposte europee, destinati a dottorandi, accademici e amministrativi africani. La terza linea d’azione prevede l’organizzazione di scuole brevi, in Italia e in Africa, per favorire uno scambio diretto di competenze e metodi formativi. Infine, il progetto promuove il coinvolgimento diretto di esperti africani nella definizione di norme e linee guida internazionali, attraverso l’integrazione in iniziative già avviate dai partner italiani insieme a ONG, OMS, Parlamento e Commissione Europea.

Il progetto si sviluppa su quattro ambiti interconnessi – medicina, medicina veterinaria e produzione animale, nutrizione e agricoltura, ingegneria biomedica – tutti in linea con la prospettiva One Health. Il passaggio da capacity building a capacity strengthening è centrale: non si tratta di “trasferire competenze”, ma di valorizzare quelle già esistenti nel continente africano, riconoscendone la qualità e affiancandole a standard e pratiche internazionali, in un’ottica di apprendimento tra pari.

Il consorzio italiano coinvolge 12 dipartimenti universitari afferenti a 10 diverse facoltà – tra cui ingegneria, medicina, scienze sociali, agrarie e biomediche – che offrono 41 corsi di laurea triennale, 56 lauree magistrali, oltre 30 scuole di specializzazione in ambito medico, 24 programmi di dottorato locali e contributi a 7 programmi di dottorato nazionali. In totale, circa mille docenti prenderanno parte alle attività di cooperazione.

Sul versante africano, il progetto si appoggia su una rete di 16 istituzioni partner, con 32 dipartimenti attivi nei settori di ingegneria, medicina, agricoltura, scienze ambientali, medicina veterinaria, scienze sociali e biomediche. Una collaborazione pensata per generare impatto duraturo, promuovendo autonomia scientifica, mobilità accademica e innovazione condivisa.