Hermes Balducci

L. Orlandi, estratto da  Hermes Balducci pinxit. Ψηφιδωτά δάπεδα από την Κω - Pavimenti a mosaico da Coo - Mosaic pavements from Kos, Atene 2019.

Si ringrazia la famiglia Paparoni per le informazioni e per le immagini dell'ing. Balducci.

 

Balducci nasce a Fano il 27 ottobre del 1904, dall’architetto forlivese Giuseppe e da Elina Omiccioli, figlia di un proprietario terriero. Dopo la separazione dei genitori nel 1914, passa l’infanzia in collegio in Svizzera, prima di iscriversi all’indirizzo di Ingegneria presso l’Università di Pavia, dove si laurea in Chimica pura (1925) e successivamente in Chimica e Farmacia (1927). Nel 1925 si iscrive alla Scuola d’Applicazione per Ingegneria Civile, prima a Padova, quindi al Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1928, per poi acquisire le abilitazioni professionali.

Studente modello, già dai primi anni universitari eccelle nelle discipline connesse al disegno e alle costruzioni, come le geometrie, il disegno d’ornato, la mineralogia e la geologia. In particolare, il suo talento nel disegno è presto riconosciuto: già dal 1925, e quindi fino al 1933, è assistente del Prof. Sebastiano Giuseppe Locati per la cattedra di Disegno presso la Scuola di Ornato e Architettura dell’Università di Pavia. Presso la stessa Università prosegue poi tutta la sua carriera accademica: nel 1933 è professore incaricato di Applicazioni di Geometria descrittiva; nel 1934 ottiene l’abilitazione alla libera docenza in Ornato e Architettura e in Rilievo dei Monumenti, e l’anno successivo, a seguito del pensionamento di Locati, riceve l’incarico per l’insegnamento di Disegno presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, che conserva fino alla morte, improvvisa, il 13 febbraio 1938.

Alla docenza affianca un’intensa attività di ricerca e collaborazioni professionali nel campo dello studio e del restauro di monumenti, in particolare medievali e moderni. Gran parte dell’opera del Balducci ha come teatro la città di Pavia e il suo circondario: suoi i primi studi e rilievi di edifici medievali e bassomedievali quali l’Oratorio di San Giacomo alla Cerreta, l’Ospedaletto di San Lazzaro, gli approfondimenti sui monumenti longobardi della chiesa di Santa Maria alle Pertiche, della chiesa di S. Eusebio e del monastero di Bobbio, oggetto di una monografia, fino ad arrivare ai contributi più diretti alla città di Pavia, quali il progetto di restauro del Castello Visconteo, purtroppo attuato solo parzialmente, e la realizzazione dell’ossario monumentale ai caduti della I Guerra Mondiale. Poco prima di morire diventa inoltre direttore del neonato Istituto per l’Ornato e l’Architettura dell’Università, di cui avrebbe voluto fare un centro di studi e raccolta di materiale artistico e architettonico relativo alla città di Pavia.

È bene sottolineare però come tutta questa attività di ricerca, documentazione e progettazione in patria trovi probabilmente origine nell’esperienza e nella sensibilità maturata da Balducci nel Dodecaneso, dove risiede e lavora per lunghi periodi fra il 1930 e il 1937, in qualità di borsista e poi collaboratore del FERT, l’Istituto storico e archeologico di Rodi. In questi anni particolarmente fecondi, Balducci alterna collaborazioni nell’ambito dei più importanti progetti di indagine archeologica in corso a Rodi e Kos, dove è incaricato del rilievo documentario e ricostruttivo delle strutture portate in luce, e iniziative di ricerca autonome. Sotto la direzione di Giulio Iacopi, infatti, partecipa, fra 1930 e 1931, agli scavi sulla collina del Fileremo, antica acropoli di Ialiso, di cui studia e pubblica i resti della basilica protobizantina e della chiesa cavalleresca, succedutesi sul sito del tempio di Apollo (V-IV sec. a.C.). Fra il 1931 e il 1932 realizza i rilievi e i disegni ricostruttivi del tempio e del teatro dedicati ad Apollo Eretimio sull’acropoli di Rodi, e fra 1930 e 1933 documenta i rinvenimenti a Camiro, tra cui il santuario di Atena e Zeus Poliadi sull’acropoli, e parte della città bassa. Negli stessi anni, Balducci si dedica al patrimonio artistico e architettonico di Rodi in prospettiva più ampia e diacronica: studia gli influssi rinascimentali, in particolare italiani, sull’architettura cavalleresca, documentando in modo più approfondito esempi di edilizia civile (Casa dell’Ammiraglio Fra Costanzo Oporti) e religiosa (S. Maria del Borgo), ma allarga il suo interesse anche all’architettura ottomana locale, di cui realizza un primo studio di sintesi, e alle produzioni artigianali, come la neonata manifattura ceramica “Icaro”, promossa dal governo italiano.

A seguito del terremoto che colpisce il Dodecaneso il 23 aprile 1933, le ricerche archeologiche italiane si concentrano sull’isola di Kos: in particolare fra il 1935 e il 1937, sotto la direzione di Luigi Morricone, Balducci rileva e in alcuni casi studia le strutture portate in luce, fra cui le domus di epoca romana e tardoantica rinvenute nell’area sud-occidentale del capoluogo, le basiliche protobizantine del centro e del territorio, fra cui San Gabriele, Punta della Sabbia (Lampi), San Paolo, Santo Stefano e Kamares a Kephalos, le chiese tardobizantine e il castello cavalleresco di Nerantzia, che domina Città Murata nel centro urbano. La componente di maggiore impatto visivo di questa ricchissima documentazione, che di alcuni casi risulta essere l’unica testimonianza pervenutaci, è quella costituita dai rilievi e dagli acquerelli dei mosaici pavimentali, vere e proprie opere d’arte, tanto nella loro dimensione concreta quanto nella loro resa grafica. Questi documenti assumono un significato più complesso se letti in relazione con la dimensione, per così dire, interiore dell’esperienza maturata da Balducci nel Dodecaneso: di fronte al complesso basilicale di Santo Stefano a Kos, Balducci così si esprime: “(…) quando poi noi vediamo questi ruderi inquadrati nello sfondo così suggestivo e pittoresco della natura che li avvolge, con gli speciali riflessi lacei delle montagne vicine, con il cupo azzurro del mare che quasi circonda la roccia sulla quale essi si ergono, con l’isolotto di S. Nicola che sorge scosceso dal mare lì presso, allora noi che, oltre essere freddi rilevatori e anatomizzatori dei resti, dobbiamo elevarci al senso superiore del bello – dolce completamento della fatica scientifica -, allora dovremo riconoscer negli antichi architetti non solo i costruttori di un monumento ma gli esimi utilizzatori ed insieme creatori di una scenografia che per tutta la vita non potremo giammai dimenticare”.

 

Bibliografia di Hermes Balducci

  1. I raggi infrarossi e la loro applicazione nella difesa dal furto, estr. dal Bollettino Sindacato fascista Ingegneri – Pavia, 5/1, 1930
  2. Il sistema Bunau-Varilla, detto “Verdunisation” per la potabilizzazione delle acque sospette, estr. dal Bollettino Sindacato fascista Ingegneri – Pavia, 6/1, 1931.
  3. Il rilievo edilizio ed architettonico, Milano 1930.
  4. Industria artistica che risorge in Rodi: le ceramiche “di Lindo” della fabbrica Icaro, in L’Artista moderno, vol. 5, 1931, pp. 95-100.
  5. Orme del Rinascimento Italiano in Rodi al tempo dei Cavalieri, Pavia 1931.
  6. Il santuario di Nostra Signora di tutte le Grazie sul Fileremo presso Rodi (Pref. di G. Gerola), Rodi 1931.
  7. L’Oratorio di San Giacomo della Cerreta presso Belgioioso di Pavia (Pref. di P. Vaccari), Pavia 1932.
  8. Pianta del Teatro, frammenti e restituzione del Tempio di Apollo Eretimio (Rodi): dieci tavole con breve testo esplicativo, in G. Iacopi, Il Tempio e il Teatro di Apollo Eretimio, in Clara Rhodos, vol. II, 1932, pp. 77-116.
  9. Architettura Turca in Rodi (Pref. G. Jacopi), Milano 1932.
  10. Rilievo del modello in legno del Duomo di Vigevano, Pavia 1932.
  11. L’Oratorio e l’Ospedaletto di San Lazzaro presso Pavia, Pavia 1933.
  12. La casa dell’Ammiraglio fra Costanzo Oporti in Rodi, in Ticinum, vol. 11/2, 1932.
  13. Iconografia del Castello Visconteo di Pavia, in Ticinum, vol. 3-4, 1933.
  14. Rilievi dell’Acropoli di Camiro (Rodi), in G. Jacopi, Esplorazione archeologica di Camiro II, in Clara Rhodos, vol. VI-VII, parte I, 1932-33.
  15. La Chiesa di Santa Maria del Borgo in Rodi, fondata dal Gr. M. Hélion de Villeneuve – La cattedrale di Rodi – La Chiesa di Santa Caterina della Lingua d’Italia, Pavia 1933.
  16. Casa Turca in Rodi, in Ticinum, vol. 8, 1933.
  17. Due camini cinquecenteschi in Pavia, in Ticinum, vol. 9, 1933.
  18. I restauri del Castello Visconteo di Pavia, in occasione del 28 Ottobre 1939-XI Era Fascista, Pavia 1933.
  19. Storia dell’architettura del prof. ing. Attilio Muggia (rec.), in Ticinum, vol. 3, 1934.
  20. La Chiesa di S. Maria in Pertica a Pavia, in Ticinum, vol. 1, 1935.
  21. La Cripta di S. Eusebio in Pavia, in Ticinum, vol. 3, 1935.
  22. Il grande mosaico della chiesa di S. Colombano a Bobbio, in Ticinum, vol. 13, 1935.
  23. Basiliche protobizantine e bizantine a Coo (Egeo) - Conferenza tenuta per invito del Reale Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte in Roma, Palazzo Venezia, il 15 maggio 1936 - XIV, Pavia 1936.
  24. Primi risultati di uno studio storico-architettonico su la Chiesa ed il Monastero di San Colombano in Bobbio, Pavia 1936.
  25. Disegni vari riportati sulla monografia “Pavia ai Morti per la Patria”, illustrante l’Ossario pei Caduti progettato dall’Ing. Hermes Balducci.


Fonti

Archivio Scuola Archeologica Italiana di Atene, Fototeca, Fondo Morricone

Archivio storico dell'Università degli Studi di Pavia (ASUPv), Fascicoli docenti, fascicolo di Hermes Balducci.

ASUPv, Fascicoli studenti, fascicolo di Hermes Balducci.

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corsi, b. 2239, fasc. 2 (registro delle lezioni di Applicazioni di Geometria Descrittiva di Hermes Balducci - anno accademico 1932-1933)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corsi, b. 2260, fasc. 7 (registro delle lezioni di Applicazioni di Geometria Descrittiva di Hermes Balducci - anno accademico 1933-1934)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corsi, b. 2239, fasc. 3 (registro delle lezioni di Applicazioni di Geometria Descrittiva di Hermes Balducci - anno accademico 1934-1935)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corsi, b. 358, fasc. 2 (registro delle lezioni di Disegno d'Ornato ed Architettura di Hermes Balducci - anno accademico 1935-1936)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corsi, b.  675, fasc. 7 (registro delle lezioni di Disegno di Hermes Balducci - anno accademico 1936-1937)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Verbali Consiglio, reg. 1324 (sedute dall'11 giugno 1923 al 25 luglio 1932)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Verbali Consiglio, reg. 3173 (sedute dal 25 ottobre 1932 al 25 novembre 1938)

ASUPv, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Verbali Consiglio, reg. 3174 (sedute dal 28 dicembre 1938 al 20 gennaio 1949).

Archivio Storico del Politecnico di Milano, R. Scuola di Ingegneria di Milano, H. Balducci – Fascicolo Personale.

S. G. Locati, Hermes Balducci, estr. dall’Annuario della R. Università di Pavia, a.a. 1937-38 (XVI), Pavia 1938.

A. Molina, Hermes Balducci, in Ticinum, vol. 2, 1938.

 

Bibliografia secondaria

I. Baldini, M. Livadiotti (a c.), Archeologia protobizantina a Kos: la basilica di San Gabriele, Bologna 2011, in partic. p. 80 e note.

V. Cantoni, A. Ferraresi (a c.), Ingegneri a Pavia tra formazione e professione. Per una storia della Facoltà di Ingegneria nel quarantesimo della rifondazione, Milano 2007, in partic. pp. 183, 604.

M. Livadiotti, Costruire l’immagine del Dodecaneso tra identità italiana e Oriente immaginifico, in A. Maglio, F. Mangone, A. Pizza (a c.), Immaginare il Mediterraneo. Architettura arti fotografia, Napoli 2017, pp. 143-156, in partic. p. 151 e note.

L. Orlandi, An Italian Pioneer on Ottoman architecture studies in the Dodecanese Islands: Hermes Balducci (1904-1938), in F. Hitzel (ed.), 14th International Congress of Turkish Art Proceedings (Paris, Collège de France, 19 - 21 September 2011), Paris 2013, pp. 531-541.

G. Rocco, M. Livadiotti (a c.), La presenza italiana nel Dodecaneso tra il 1912 e il 1948: la ricerca archeologica, la conservazione, le scelte progettuali, Catania 1996, in partic. pp. 40-42, 64, 67-68, 78, 81, 84, 94, 119, 141-144, 159-162, 240, 245.