Lucia Rodler - Libri in viaggio tra biblioteca, scuole e università

Un progetto tra psicologia e letteratura

Nei mesi del pensiero unico, focalizzato sul male collettivo, due studentesse di un corso di “Letteratura, pregiudizi e stereotipi” del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento hanno desiderato ricordare il tirocinio svolto nel 2019 presso la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto.

Non è un caso: le biblioteche sono un luogo del pensiero plurale, di un dialogo che fa uscire dal pensiero unico e aiuta la formazione di una vita migliore. Anzitutto grazie ai libri, cioè alle parole.

Perché le parole rendono liberi, affermava Gianni Rodari: «Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo», nemmeno nelle emergenze più spaventose.

12 maggio 2020

Lucia Rodler

 

INDICE:

 

1. Sofia Rocchigiani e Chiara Sberna (Università di Torino e Università di Padova)

2. Nicoletta Silvestri (Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto, TN)

3. Olivia Olivo (Scuola Paritaria “G. Veronesi” di Rovereto)

4. Conclusione


1. Sofia Rocchigiani e Chiara Sberna, Libri in viaggio: verso il diverso

 

Siamo due studentesse magistrali di “Psicologia clinica dello sviluppo” a Padova e di “Psicologia clinica, salute e interventi nella comunità” a Torino; chiuse nelle nostre case, ci vediamo via Zoom. E condividiamo progetti e ricordi: lo scorso anno, ad esempio, proprio di questi tempi, frequentavamo insieme il Corso di Laurea Triennale in Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento (sede di Rovereto). Lì ci siamo conosciute; lì siamo diventate amiche; lì abbiamo svolto il tirocinio presso la Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto; lì abbiamo partecipato alla Edizione 2019 di Educa, il Festival dell’Educazione che l’Ateneo organizza insieme alla Provincia di Trento e al Comune di Rovereto (il tema era “Scuola-Famiglia. Un gioco di squadra”). Chissà quale è la proposta di quest’anno… leggiamo il call 2020 (purtroppo rinviato), e… sorpresa: si sono ricordati del nostro lavoro! Sì, il libro su cui abbiamo lavorato lo scorso anno ha ispirato la riflessione per il 2020: si tratta dell’albo illustrato I cinque Malfatti di Beatrice Alemagna, una delle letture che abbiamo proposto nelle scuole.[1] Che soddisfazione! Beh, in effetti, lo scorso anno il tirocinio è stato impegnativo, ma decisamente sorprendente, divertente, indimenticabile. E il laboratorio I Malfatti di Educa è riuscito bene, anche grazie all’aiuto della Responsabile della Sezione bambini e ragazzi della Biblioteca Civica di Rovereto, Nicoletta Silvestri, della Vice Sindaco di Rovereto, Cristina Azzolini, e di molti amici che hanno condiviso il nostro “viaggio” nella diversità; che bei ricordi e che belle persone abbiamo incontrato, anzitutto i bambini.

Ma cominciamo con ordine: nell’autunno del 2018, alla ricerca di un tirocinio, abbiamo pensato a un corso che ci è piaciuto, cioè “Letteratura, pregiudizi e stereotipi”; e in particolare alle due lezioni in biblioteca tenute da Nicoletta Silvestri, che ci ha presentato una serie di albi illustrati e romanzi che affrontano il tema delle “differenze” e che ha proposto una collaborazione: andare nelle scuole primarie e secondarie di primo grado con qualche libro e la voglia di raccontare. Ecco un’idea per il tirocinio! Abbiamo tante ore a disposizione[2] e dunque ci organizziamo con il Direttore della Biblioteca, Gianmario Baldi, che sostiene l’iniziativa e autorizza l’acquisto delle copie necessarie al progetto Libri in viaggio: verso il diverso.

Oggi ci ritorna in mente, anche perché siamo un po’ sospettose, causa emergenza sanitaria… tutti noi in questi giorni pensiamo come il narratore della filastrocca Ospite di Carlo Marconi:

 

Con tutta ‘sta gentaccia
chi mette il naso fuori?
Chi vuol vedere in faccia
questi barbari invasori?[3]

 

Ecco, è vero che leggere è importante: anche una filastrocca aiuta a comprendere la realtà. Proprio come abbiamo voluto raccontare a bambini e ragazzi lo scorso anno…

Leggere è necessario, sufficiente o inutile per conoscere le situazioni di emarginazione? E quale ruolo hanno la scuola, la famiglia e la biblioteca nella formazione dei giovanissimi?


Il progetto è nato per dare una risposta a questi interrogativi. L’idea di base è che la lettura di libri “a tema” possa modificare la presenza di stereotipi e pregiudizi nei confronti della diversità.

Anzitutto ci siamo chieste che cosa s’intende per “stereotipo” e per “pregiudizio”. In questa sede lo ricordiamo in breve: uno stereotipo è un’immagine mentale, una rappresentazione della realtà semplificata e perciò utile alla comprensione immediata del reale. Lo stereotipo è la componente cognitiva del pregiudizio che, da parte sua, è un’attitudine responsiva, favorevole o sfavorevole, di fronte a determinate persone e situazioni.[4] Senza dubbio, ognuno ha numerosi pregiudizi, spesso inconsapevoli, dettati dalla cultura e dalla società di appartenenza, che guidano le azioni: recentemente i cinesi sono stati oggetto di un pregiudizio che, nel giro di qualche settimana, ha coinvolto anche gli italiani. Perché, spesso, “Chi la fa, l’aspetti!”…

 

Ma, per tornare al progetto Libri in viaggio: verso il diverso, esso ha riguardato il rapporto tra pregiudizio, diversità e lettura e si è posto tre obiettivi:

 

1.  indagare i pregiudizi sulla diversità in due classi di due scuole primarie e in due classi di una scuola secondaria di primo grado di Rovereto;


2. valutare il rapporto tra lettura, famiglia e scuola;


3. promuovere il fine educativo e sociale della lettura.

 

Grazie all’aiuto e alla supervisione di Nicoletta Silvestri è stato deciso il target di riferimento: seconda elementare, quarta elementare e seconda media, con relativi genitori e insegnanti. Per avere un campione significativo sono state selezionate due classi per fascia di età. Intanto, abbiamo scelto e letto albi, romanzi, racconti, fumetti sulla diversità in tutte le sue forme. E abbiamo creato dei questionari – “artigianali” e semplici – per ragazzi, genitori e insegnanti, da somministrare prima e dopo la lettura dei libri. I questionari pre-lettura hanno voluto indagare il rapporto dei ragazzi sia con la lettura sia con la diversità, e la presenza di eventuali pregiudizi. I questionari post-lettura, invece, hanno ricercato una eventuale (e auspicabile) trasformazione del pregiudizio.


Quanto al titolo Libri in viaggio: verso il diverso, esso sottolinea il percorso alla scoperta della diversità. E i libri hanno viaggiato davvero! Abbiamo infatti deciso di portare una pesante valigia nelle singole classi, e l’idea ha sorpreso e stimolato moltissimo la curiosità dei ragazzi. Con questo primo successo il viaggio è incominciato nel modo migliore! Eppure, entrate nelle aule, le gambe ci tremavano… non è facile passare dall’altra parte. Sì, perché i ragazzi ci hanno chiamato subito “maestra” e “prof.”: inutile dire che nessuna di noi due si è girata… o meglio, ci siamo girate anche noi in direzione delle maestre e delle insegnanti che ci avevano appena presentate agli studenti! Comunque sia, è andata: abbiamo chiesto ai presenti di compilare i questionari pre-lettura e presentato il progetto.

E poi siamo entrati nel vivo della ricerca sul campo con un breve gioco in cui ogni ragazzo avrebbe dovuto dire un pregio e un difetto del proprio compagno di banco. Nessuno si può offendere, tutti possono ridere. Conquistata la fiducia, abbiamo letto alcuni brani selezionati accuratamente per stimolare la curiosità e qualche riflessione sul tema. Infine, ogni studente ha scelto nella valigia un libro da leggere in un mese.

L’incontro si è concluso con un esercizio di brain storming: su un cartellone di grandi dimensioni ogni studente ha potuto scrivere commenti, sensazioni e pensieri sui momenti trascorsi insieme. Inoltre, al termine dell’incontro sono stati consegnati agli insegnanti i questionari post-lettura e quelli per i genitori. Il format dell’incontro è stato ripetuto uguale in ogni classe. A distanza di circa un mese, gli insegnanti hanno consegnato tutto il materiale (questionari, libri e cartellone), così da poter iniziare l’analisi e l’interpretazione dei dati.

Il progetto ha coinvolto 195 partecipanti (70 genitori, 9 insegnanti, 40 studenti di seconda media, 37 di quarta elementare e 39 di seconda elementare). Nei questionari sono stati proposti due tipi di domande: alcune a scelta multipla e altre a risposta aperta. Per analizzare le prime abbiamo utilizzato dei grafici a barre e dei grafici a torta, mentre per le seconde abbiamo creato delle “nuvole di parole”, cercando di categorizzare le risposte per area tematica. All’interno delle nuvole abbiamo scritto i termini più ricorrenti con un font più grande. La tipologia e la struttura dei questionari è stata identica per tutte le classi, ma abbiamo adattato la terminologia alle fasce d’età.

Il confronto per fascia d’età dei questionari pre-lettura degli alunni ha mostrato che romanzi e racconti rappresentano il genere maggiormente letto; con l’aumentare dell’età cresce l’interesse per la divulgazione scientifica, a scapito della lettura di albi illustrati e di fumetti. Non a caso, nella scuola secondaria di primo grado la lettura assume prevalentemente uno scopo didattico: si legge perché si deve... Emerge comunque un ottimo rapporto con la biblioteca cittadina: tutti i partecipanti conoscono e frequentano il luogo; i più piccoli vengono spesso accompagnati da insegnanti, genitori o parenti; i più grandi si recano in autonomia in uno spazio che giudicano accogliente e stimolante, anche per la proposta regolare di conferenze, laboratori e dialoghi con personalità della cultura italiana.

Nelle classi della scuola primaria abbiamo chiesto di definire il termine “diversità” ed esso ha assunto un significato positivo: è il “Sapersi distinguere”, è “Una cosa bella, è “Una cosa speciale”, che avviene nella vita quotidiana, in casa, a scuola e anche nei libri. Sul medesimo argomento la scuola secondaria di primo grado ha riservato una sorpresa: abbiamo utilizzato la parola “marginalità”. Ebbene il 100% del campione non conosce il significato sociale di tale parola. Ci siamo dunque interrogate sul motivo di tale risultato: probabilmente il termine “marginalità” è ancora troppo vago e astratto per questa fascia di età, e perciò non viene associato alla diversità.

Nei questionari post-lettura abbiamo chiesto di individuare almeno tre parole-chiave a proposito del libro letto. In sede di analisi abbiamo capito che la maggioranza dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado valuta negativamente le varie forme di singolarità. Se, per esempio, nella scuola primaria abbiamo notato termini come “tesori”, “giocare insieme”, “comunicazione”, “fiducia”, nella scuola secondaria di primo grado emergono parole come “immigrati”, “paura”, “povertà”, “sangue”, ed espressioni come “dovete morire”, “trafficanti di uomini”.

È emerso inoltre che la lettura ha favorito lo sviluppo di nuove conoscenze sulla tematica affrontata, soprattutto nella seconda classe della scuola primaria. Riportiamo alcune frasi che ci hanno particolarmente colpito per la concretezza e il rispetto dell’altro: “Non si può cacciare via qualcuno solo perché ha un colore della pelle diverso”; “Essere diversi è un modo per scoprire il mondo”. Nella seconda classe della scuola secondaria di primo grado, invece, vanno sottolineate una consapevolezza maggiore dell’argomento e riflessioni più complesse sulla tematica dei diritti, dell’accettazione e dei pregiudizi, ad esempio: “Non bisogna giudicare dalle apparenze: spesso si hanno troppi pregiudizi verso l’altro”. Inoltre, è stato chiesto agli studenti se avevano letto altri libri sul tema “diversità/marginalità”.  La risposta è stata positiva in quarta primaria, negativa nella scuola secondaria di primo grado, probabilmente per una maggiore diffidenza nei confronti della lettura da parte dei “più grandi”.

Il progetto ha ricevuto una risposta positiva anche dai genitori che, interessati al tema e all’iniziativa, hanno dialogato in famiglia, notando particolare interesse da parte dei figli. Va precisato che i settanta genitori che hanno compilato il questionario hanno dichiarato di essere abituali frequentatori della biblioteca, con o senza i figli.


Agli insegnanti abbiamo somministrato due tipologie di questionari, uno all’inizio e uno alla fine del progetto. Il primo ha indagato quanto “la diversità” sia presente nella quotidianità del gruppo classe e in che modo viene vissuta. Otto insegnanti su nove hanno riportato casi di diversità/marginalità all’interno della classe; inoltre, l’intero campione di insegnanti ha svolto in precedenza attività di sensibilizzazione alla marginalità attraverso lettura di libri, visione di film e lavori di gruppo. In alcuni casi gli studenti sono stati sollecitati a riflettere su casi di disabilità e diversità etnica: ad esempio una scuola aveva già organizzato una serie di incontri per i ragazzi con un profugo nigeriano, Dennis, che abbiamo avuto l’onore di avere come nostro ospite anche durante il Laboratorio di Educa.

Il secondo questionario, invece, ci è stato utile per raccogliere feedback sul progetto e sulle modalità di svolgimento per potere eventualmente riproporre l’esperienza negli anni futuri.

In un primo tempo la conclusione del progetto di tirocinio prevedeva alcuni incontri di restituzione con tutti i partecipanti. Ma quando abbiamo scoperto che il call di Educa 2019 era “Scuola-famiglia. Un gioco di squadra”, ci siamo dette che quella poteva essere l’occasione per fare conoscere la nostra indagine alla città. Abbiamo allora inviato una proposta di Laboratorio che è stata accettata. Che emozione!
Entusiaste, abbiamo pensato a tutte le tappe di una attività interattiva e coinvolgente: il viaggio continua... Così è nato il laboratorio I malfatti di Educa: una lettura animata del best seller di Beatrice Alemagna I cinque malfatti, seguito da un momento creativo in cui ogni partecipante ha potuto costruire il “proprio malfatto” con materiale riciclato. Nei giorni precedenti il 12 aprile 2019 (giorno del nostro laboratorio) abbiamo raccolto bottiglie di plastica, giornali, fili di lana, pennarelli e colori, coinvolgendo vicini di casa, compagni di corso, negozianti, insomma chiunque abbia voluto e potuto darci una mano. Abbiamo anche preparato un attestato da consegnare ai bambini: «Complimenti! Sei uno studente/una studentessa senza pregiudizi»: così c’era scritto su un foglio colorato e reso ufficiale dai loghi della Biblioteca e del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Il laboratorio è stato rivolto ai bambini della scuola primaria e, soprattutto grazie all’aiuto di Cristina Azzolini, Olivia Olivo e Nicoletta Silvestri, ha ottenuto un notevole successo.

Al termine della mattinata, abbiamo anche potuto presentare alla comunità di Rovereto e ai destinatari del progetto l’analisi dei risultati raccolti dalla nostra indagine, in forma di conferenza e attraverso pannelli espositivi presenti in biblioteca. Ed è anche intervenuto Dennis, il profugo nigeriano a cui abbiamo già accennato, che ci ha permesso di ascoltare un’esperienza autentica e coinvolgente dell’essere diversi.

Il progetto Libri in viaggio: verso il diverso è stato davvero un viaggio, soprattutto per noi, inesperte ma con tanta voglia di metterci in gioco. È stato un percorso impegnativo che abbiamo superato con successo, anche grazie all’aiuto di docenti e bibliotecari, dirigenti, genitori e studenti. Alla fine ci siamo ritrovate con due valigie piene di sogni e risorse che ci hanno portato alla scoperta di nuove strade da percorrere. Il progetto è stato la prima tappa di un percorso che proseguiamo con una “valigia di esperienze” che desideriamo trasformare in una vera e propria “cassetta degli attrezzi” sulla diversità.

 

Note:

[1] B. Alemagna, I cinque Malfatti, Milano, Topipittori, 2014.

[2] Nel nostro percorso di studi l’attività di tirocinio non è obbligatoria: consiste nello svolgimento di 250 ore al massimo (10 CFU) di attività di ricerca o di laboratorio presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università degli studi di Trento che, a sua volta, collabora con una struttura del territorio (nel nostro caso la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto).

[3] C. Marconi, “Di qua di là dal mare, filastrocche migranti”, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2018, ad vocem.

[4] Cfr. almeno B. M. Mazzara, Stereotipi e pregiudizi, Bologna, il Mulino, 1997 (interessante analisi che muove da Walter Lippmann, giornalista statunitense che già un secolo fa rifletteva sul rapporto tra stereotipi e opinione pubblica); G. Antonelli (a cura di), Il pregiudizio universale. Un catalogo d’autore di pregiudizi e luoghi comuni, Roma-Bari, Laterza, 2016.



2. Nicoletta Silvestri, Libri in viaggio: dalla biblioteca alla scuola al Festival dell’Educazione 

 

La Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto (TN) ha costruito nel corso del tempo varie e proficue relazioni con le altre realtà culturali del territorio, in particolare con scuola e università. La collaborazione con il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, che ha sede a Rovereto, si declina in modi diversi: dalle conferenze ai progetti di tirocinio, dalle iniziative di formazione all’ ospitare  - nel suo storico edificio di Palazzo Annona  la biblioteca di Dipartimento.

Nell’anno accademico 2018/2019, nel nostro accogliente spazio bambini, ho presentato alcuni libri sui pregiudizi e gli stereotipi in due incontri con gli studenti del corso di “Letteratura, pregiudizi e stereotipi”.

Sono infatti la responsabile area ragazzi, didattica e promozione della Biblioteca. Ragionando insieme su come nasce l’idea e la percezione del “diverso” e in quale modo la letteratura possa risultare utile a superare pregiudizi e stereotipi, abbiamo convenuto di sottoporre ai giovani una selezione di albi illustrati che affrontano queste tematiche in modo metaforico, attraverso parole e immagini suggestive e a volte poetiche. L’interesse che le insolite “lezioni” hanno suscitato ci ha indotte a pensare ad un intervento di promozione della lettura da portare fuori dalle mura della Biblioteca, con l’indispensabile contributo di due giovani tirocinanti che avevano partecipato agli incontri.

Sofia Rocchigiani e Chiara Sberna hanno lavorato con grande professionalità, impegno ed entusiasmo, arricchendo il progetto di elementi creativi e brio giovanile.

Molti titoli sono stati vagliati dalle due ragazze, tra le numerose e aggiornate pubblicazioni possedute nella sezione ragazzi della nostra Biblioteca. Dopo intense letture e meditate scelte, sono state stilate tre diverse bibliografie sui temi della marginalità e delle differenze: una per le classi seconde della scuola primaria, una per le classi quarte e una per la scuola secondaria di primo grado (classi seconde). Tra le proposte sono stati inclusi testi di vario genere e livello, per andare incontro alle esigenze e ai gusti di tutti: albi illustrati, romanzi, racconti, filastrocche, poesie, fumetti, graphic novel e audiolibri. I 55 titoli selezionati si possono trovare sul sito della Biblioteca Tartarotti all’indirizzo: http://www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it/Eventi-e-attivita/Didattica/Progetti-speciali/Verso-il-Di-Verso.-Libri-in-viaggio.

Il dirigente della Biblioteca civica, Gianmario Baldi, ha autorizzato un finanziamento di circa 2.000 euro col quale abbiamo acquistato le copie necessarie alle 6 classi stabilite; questi volumi sono rimasti a disposizione degli alunni per circa 40 giorni nelle loro aule scolastiche. Per distinguere il materiale di proprietà della Tartarotti da altri libri, le tirocinanti hanno inventato un logo con la scritta “D==>verso” bustrofedica e l’hanno applicato su ogni copia depositata a scuola.

La docente del corso e io ci siamo occupate di contattare gli/le insegnanti, illustrare loro le varie fasi del progetto e il coinvolgimento richiesto, e presentare le tirocinanti in alcuni colloqui preliminari.

Hanno aderito con convinzione all’iniziativa la scuola Primaria Paritaria “G. Veronesi” di Rovereto, la Scuola Primaria “A. Rosmini” di Marco (Istituto Comprensivo Rovereto Sud) e la Scuola Secondaria di Primo Grado “Negrelli” di Rovereto (Istituto Comprensivo Rovereto Nord) che vogliamo qui ringraziare pubblicamente.

Chiara e Sofia hanno quindi predisposto i questionari secondo le linee di ricerca prefissate: diverse tipologie per ogni grado, da somministrare prima e dopo le letture, sia agli alunni che ai docenti, oltre ad un questionario per le famiglie dei bambini/ragazzi coinvolti.

Poi, in date e orari concordati, le studentesse si sono recate presso le scuole con i loro trolley carichi di libri; dopo essersi brevemente presentate hanno distribuito e fatto compilare il primo questionario. Poi si sono cimentate nella presentazione di titoli e in letture introduttive accattivanti, con l’obiettivo di stimolare la curiosità del loro giovane pubblico. Il successo degli incontri è documentato da una serie di vivaci cartelloni con i contributi degli alunni.

Agli/alle insegnanti spettava poi il compito di sostenere l'iniziativa promuovendo la lettura di almeno un libro per ogni bambino/ragazzo della classe e, dopo circa un mese, far compilare il secondo questionario.

Alla scadenza prevista, tutto il materiale è tornato in Biblioteca per l’elaborazione dei dati emersi dai questionari raccolti.

I risultati dell’indagine ci sono presto apparsi interessanti e la conferenza di presentazione del lavoro di ricerca è stata inserita nel programma di “Educa”, il festival roveretano dell’educazione di aprile (per il 2020 è stato rimandato in autunno a causa dell’emergenza Coronavirus).

Le slide con i dati esposti in quell’occasione le loro elaborazioni grafiche si possono trovare sul sito della Biblioteca all’indirizzo: http://www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it/Eventi-e-attivita/Didattica/Progetti-speciali/Verso-il-Di-Verso.-Libri-in-viaggio.

All’incontro hanno partecipato molte persone e Sofia Rocchigiani e Chiara Sberna hanno saputo valorizzare il ruolo della biblioteca come luogo di incontro tra insegnanti, genitori e studenti.

Nello stesso periodo, a metà aprile 2019, in biblioteca sono stati esposti alcuni libri selezionati dalle bibliografie e 9 pannelli con le riflessioni e i commenti di studenti, genitori e insegnanti che hanno partecipato al progetto “Libri in viaggio: verso il diverso”.

Forse un campione di 195 persone non può essere considerato davvero significativo dal punto di vista statistico, ma voglio sperare che sia stata un’esperienza comunque utile nella direzione del superamento di stereotipi e pregiudizi per quei bambini e ragazzi che – attraverso le pagine dei libri – hanno “viaggiato verso il diverso”.  


3. Olivia Olivo, Libri in viaggio: studenti, genitori, insegnanti


L’incontro è un principio di conoscenza che apre la mente e allarga il cuore.

Nella vita scolastica diamo perciò particolare attenzione a questa dimensione, che implica a pieno titolo anche la lettura.

La lettura, infatti, è una grande esperienza di incontro con gli altri, con la realtà, con se stessi: spalanca orizzonti e crea legami decisivi attraversando il tempo e lo spazio.

Ecco perché abbiamo aderito con molto piacere e con curiosità al progetto “Libri in viaggio: verso il diverso”.

Il titolo ci stimolava e le proponenti garantivano la qualità della proposta.

Ebbene, ne è valsa la pena!

Sofia Rocchigiani e Chiara Sberna, le due studentesse che hanno avuto l’idea luminosa di questo tema per il loro tirocinio, hanno coinvolto le nostre classi seconda e quarta primaria con passione, intelligenza e competenza.

I bambini hanno partecipato con gusto (come le insegnanti, del resto), coinvolgendo nel loro entusiasmo i genitori. La foltissima presenza di mamme e papà alla conferenza che ha illustrato i risultati del progetto, nel contesto di Educa 2019, ne è stata una riprova. Ed è stato bellissimo avere con noi, in quell’occasione, Dennis, l’amico nigeriano che è conferma vivente del valore dell’incontro con il “diverso”!

In conclusione…

Con il viaggio compiuto attraverso le storie proposte, che i bambini hanno messo in relazione con le loro esperienze, è cresciuta in loro (e in noi!) la consapevolezza che ognuno è unico, speciale, prezioso.

Il progetto ha dato così un contributo significativo al cammino in cui vogliamo accompagnare i nostri alunni; ci resta il desiderio di avere altre opportunità come questa! Grazie di cuore Chiara, Sofia, Nicoletta!


4. Conclusione


In questi mesi di lockdown i libri sono tornati importanti. Abbiamo letto di più, abbiamo spesso dialogato con i personaggi dei libri e abbiamo forse anche raccontato le nostre letture al telefono, congiunti dalla cultura.

Ci ha fatto bene.

Ce ne ricorderemo? Speriamo di sì.

Speriamo di diventare o continuare a essere frequentatori assidui delle biblioteche, luoghi magici, a disposizione di tutti, che offrono parole, pensieri, sogni, emozioni, insomma la cultura di un passato interpretato nel presente e dunque già pensato nel futuro.

Quale altro luogo custodisce ciò che eravamo, cura ciò che siamo e costruisce ciò che saremo?

Per ripartire bene abbiamo bisogno di viaggiare con i libri: verso un mondo diverso perché migliore.