Progetto Recovery

Il benessere di ciascuno di noi è tale in relazione con il contesto in cui viviamo, con le persone con cui condividiamo attività, progetti ed esperienze che si esprimono nei luoghi di vita: ecco perché, per fare salute mentale, ci vuole una città.

Fotografia con autorità: Fabio Lucchi, Luca Rizzo Nervo, Giovanni Molari, Paolo Bordon
Da sinistra: Fabio Lucchi (Direttore Dipartimento di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche ASL Bologna); Luca Rizzo Nervo (Assessore del Comune di Bologna al Welfare e salute, nuove cittadinanze, fragilità, anziani); Giovanni Molari (Magnifico Rettore dell'Università di Bologna); Paolo Bordon (Direttore Generale Azienda USL di Bologna)

Il contesto

La Commissione Europea ha indicato la necessità di un approccio globale alla salute mentale.

Durante il periodo pandemico si è registrato un aumento di tutti gli indici di disagio mentale con conseguenze che ancora sono attive in particolari gruppi sociali come i giovani e gli adolescenti e non ancora completamente comprese.

Per affrontarle, ci vogliono studio, ricerca per risposte multidisciplinari.

Nello stesso periodo i servizi di salute mentale sono stati sottoposti ad una sorta di “stress test” che sta portando ad una profonda riflessione sulle pratiche attuali anche attraverso il confronto con altre esperienze regionali, nazionali ed internazionali.

Servizi più efficaci, di prossimità, in grado di interagire con le persone e le comunità mettendo a disposizione competenze cliniche aggiornate e favorendo partecipazione e protagonismo degli utenti e dei famigliari degli stessi servizi sono l'obiettivo di un nuovo "disegno trasformativo". 

La pandemia ha suggerito l'importanza della dimensione locale per una reale efficacia degli interventi. Questo significa lavorare nei luoghi di vita, di studio e lavoro, fra servizi e comunità e, dove è possibile, fare sintesi delle risorse effettivamente disponibili in un territorio.

 

Su queste basi, a marzo 2022 Azienda USL di Bologna, Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, Comune e Città Metropolitana di Bologna avviano “La salute mentale come bene comune…Perché ci vuole una città”, un processo partecipativo, con l’obiettivo di configurare un Recovery college di Bologna.

Una strada innovativa per la salute del singolo e della comunità, fondata sulla valorizzazione delle opportunità sociali, culturali, relazionali, associative e sanitarie, in sinergia con il lavoro dei servizi sociali territoriali.

LE TAPPE

2022: nasce una rete di alleanze

Sono numerosi gli incontri (in aule universitarie, in sedi territoriali più istituzionali, in luoghi informali quali bar e scuole) nei quali si inizia ad immaginare e cercare di costruire un Recovery College bolognese, non solo per gli utenti dei nostri servizi, ma anche per ogni cittadino che desideri occuparsi della propria salute.

In questi incontri i Servizi incontrano la comunità, utenti del Servizio, operatori dei Servizi Sociali, accademici, cooperatori sociali e membri di varie associazioni e gettano le basi di questo nuovo progetto che potrebbe essere un prototipo per favorire un cambiamento più sistemico.

All’interno di questo percorso, una cospicua e variegata “delegazione“ bolognese, da tempo impegnata nella co-produzione di questo progetto, si è recata a Rovereto per conoscere l’esperienza di Futuro in Circolo, il recovery college locale.

Ottobre 2022: un processo partecipativo verso la recovery

Inizialmente si è costituito un primo gruppo di lavoro interessato a conoscere e sperimentare insieme diverse attività di recovery nel territorio bolognese, con il supporto metodologico e scientifico dell’Università di Bologna; successivamente si sono svolte una serie di iniziative ed incontri, a partire dalla Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022 che ha offerto l’occasione per avviare nella nostra realtà metropolitana una conversazione su questi temi, aperta non solo agli specialisti ma a tutti coloro che a vario titolo sono interessati e che soprattutto sono disponibili ad assumersi impegni, piccoli o grandi. L’idea di base era (ed è) che attraverso percorsi formativi di gruppo ciascuno di noi può essere “studente del proprio benessere”, e quindi maturare consapevolezza e svolgere in prima persona azioni concrete, utili nei singoli e diversi percorsi di vita di ciascuno.

Febbraio 2023: Perchè ci vuole una città: esperienze ed idee per un progetto futuro

Cosa significa oggi benessere individuale e collettivo nei nostri contesti di vita e quali sono le pratiche più efficaci per prendersene cura.

Maggio 2023: la città come sistema di opportunità

"L'8 maggio, in una giornata aperta che ha visto partecipare ospiti internazionali, professionisti, utenti e ricercatori, viene presentata l'offerta formativa: un insieme di corsi ed esperienze promossi da diverse associazioni che mettendo al centro la persona e le sue risorse, combattono lo stigma e la solitudine.

Ottobre 2023: la salute mentale è un diritto universale

In occasione della Giornata Mondiale per la Salute Mentale 2023, due giornate in tre fasi sinergiche:

- un incontro di scambio e confronto sulle pratiche comunitarie orientate alla recovery;
- un laboratorio aperto a tutti sulle 5 Vie del Benessere che consenta di sperimentare come "tutti possiamo essere studenti del nostro benessere" con la pratica del recovery college;
- un evento pubblico dedicato al benessere e alla salute mentale dei giovani rivolto principalmente alle scuole secondarie di primo grado.
L'evento ha contribuito a raccordare istituzioni, servizi, soggetti e persone interessate al tema della recovery e della salute mentale a livello di città metropolitana e ha favorito il confronto con altre realtà regionali, italiane ed internazionali.

L'incontro con le scuole medie è stato l'occasione per il lancio delle proposte di laboratori "Ci vuole una città: benessere a scuola": attività co-progettate con gli insegnanti per sostenere il benessere tra i più giovani.

“Perché ci vuole una città”  è un’opportunità aperta a tutti coloro che intendono mettersi in un gioco in una prospettiva di cambiamento: utenti dei servizi, operatori, cittadini ma anche organizzazioni e servizi stessi.

Un modo concreto per rinnovare i servizi della Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna, a fronte dei sempre nuovi bisogni espressi dagli utenti e delle risorse offerte dai contesti locali e distrettuali, attraverso la collaborazione con tutta la rete territoriale in un’ottica di integrazione socio-sanitaria e valorizzazione delle risorse della comunità, garantendo così una migliore efficacia in virtù del sostegno di una comunità aperta e solidale.