GIORNATA DELLA MEMORIA "Akropolis" di Jerzy Grotowski. Ricominciare dai traumi

Presentazione del n. 1-2/2020 di "Prove di Drammaturgia" con il dossier "Akropolis nello sguardo di Serge Ouaknine"

  • Data: 27 GENNAIO 2021  dalle 16:00 alle 18:00

  • Luogo: Diretta streaming sulle pagine Facebook di DAMSLab/La Soffitta e dei CdL DAMS + Musica e Teatro

  • Tipo: La Soffitta

I disegni sono di Serge Ouaknine: Copyrights©SergeOuaknine2021

GIORNATA DELLA MEMORIA
"Akropolis" di Jerzy Grotowski. Ricominciare dai traumi

Presentazione del n. 1-2/2020 di "Prove di Drammaturgia" con il dossier Akropolis nello sguardo di Serge Ouaknine

A cura di Katarzyna Woźniak

In collaborazione con The Grotowski Institute

Partecipano Marco De Marinis, Gerardo Guccini, Katarzyna Woźniak | letture di Elena Bucci e Marco Sgrosso

 

Per la Giornata della Memoria verrà presentato il n.1-2/2020 di "Prove di Drammaturgia". Il numero della rivista riunisce studi su Akropolis di Grotowski e un dossier dedicato all'artista Serge Ouaknine che seguì, nel 1966-'67, la ripresa dello spettacolo potendo captare coi suoi schizzi l'evolversi delle azioni performative. Grotowski lo autorizzò a disegnare ogni giorno, spesso accanto a lui, riconoscendo che il suo lavoro era analogo a quello degli attori. Gli disse: "Tu percepisci, ascolti, capti e la tua mano ritrascrive. Tu non sei un osservatore che ruba la realtà. Tu dai una risposta fisica e psichica con tutto il tuo essere".

Gli studi su Akropolis e le immagini di Ouaknine consentono oggi di meglio precisare l'impatto esercitato dal ricordo e dalle visioni del lager sulla ricerca di Grotowski, che, dopo avere sovrapposto, in questo storico spettacolo, l'umanità lacerata degli internati alla rivisitazione dei miti classici condotta dall'omonimo testo di Stanisław Wyspianski, ha strettamente intrecciato la sua idea di teatro al paradigma sacrificale dell'attore. Dice in un'intervista del 1992: «Un gruppo di prigionieri si costruisce il forno crematorio, dove alla fine dello spettacolo sparirà in corteo. Sono loro che costruiscono. È questo il terrore, la violenza, la schiavitù straordinaria, lo sterminio finale». Per Grotowski, Auschwitz non è un’esperienza chiusa nella sua eccezionalità, ma costituisce, al contempo, un risultato prodotto dal lato oscuro della civiltà occidentale e un punto zero da cui ripartire trovando in se stessi anticorpi che ne neutralizzino l'orrore.

Ludwig Flaszen, dramaturg del Teatro delle 13 File ed essenziale ispiratore dei percorsi grotowskiani, ha scritto che «l'attraversare una situazione permanentemente traumatica [...] raggiunge l'inconscio dell'individuo e rende possibile il contatto con l'inconscio collettivo, la Madre degli Archetipi». È un messaggio che, ora come non mai, ci raggiunge e coinvolge, invitandoci a trovare nei traumi ragioni e spinte di ripartenza.

I disegni sono di Serge Ouaknine: Copyrights©SergeOuaknine2021