Campo Lenz. Paesaggi e passaggi nella poetica di Lenz Fondazione

Due giorni dedicati a Lenz, realtà tra le più originali nel teatro di ricerca italiano ed europeo, che riscrive in visioni segniche tensioni filosofiche e inquietudini estetiche della contemporaneità.

  • Data:

    12 OTTOBRE
    -
    13 OTTOBRE 2021
     dalle 21:00 alle 22:30
  • Luogo: DAMSLab/Teatro (piazzetta P. P. Pasolini, 5b - Bologna)

  • Tipo: La Soffitta

CAMPO LENZ

Paesaggi e passaggi nella poetica di Lenz Fondazione

 

Progetto a cura di: Silvia Mei

Promosso da: La Soffitta | DAMSLab - Dipartimento delle Arti

Lenz esprime una progettualità artistica riconosciuta come una delle più originali e rigorose nel teatro di ricerca italiano ed europeo. Nel corso del suo percorso creativo ha rielaborato i grandi testi classici, ritrascrivendone le pulsioni poetiche in visioni contemporanee, mentre recentemente ha portato al centro della poetica la ricerca visiva e plastica: l’azione teatrale si incunea tra la scrittura per immagini e la modellizzazione dello spazio, che vuole essere un’installazione artistica autonoma; l’azione performativa è esaltata dall’eccezionalità degli interpreti quali reagenti artistici del testo creativo. Büchner, Hölderlin, Lenz, Kleist, Rilke, Dostoevskij, Majakovskij, Shakespeare, Goethe, Grimm, Andersen, Calderón de la Barca, Genet, Lorca, Bacchini, Ovidio, Virgilio, Manzoni, d’Annunzio, Ariosto, Dante: questi gli autori che hanno segnato i progetti monografici e pluriennali di Lenz, a partire dalla sua fondazione, nel 1985, ad opera di Francesco Pititto, responsabile delle traduzioni, delle riscritture drammaturgiche e dell’imagoturgia, insieme a Maria Federica Maestri, che cura e crea le installazioni sceniche e i costumi, e con la quale firma la regia delle loro numerose produzioni. I progetti di creazione performativa contemporanea sono il risultato artistico di un approfondito lavoro di ricerca visiva, filmica, spaziale, drammaturgica e sonora. In una convergenza estetica tra fedeltà esegetica alla parola del testo, radicalità visiva della creazione filmica, originalità ed estremismo concettuale dell’installazione artistica, l’opera di Lenz riscrive in visioni segniche tensioni filosofiche e inquietudini estetiche della contemporaneità.

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Mercoledì 13 ottobre 2021, ore 11-13 e 14-16 | DAMSLab/Teatro
LENZ | UNA LINGUA DEL TEATRO
Seminario teorico-pratico condotto in presenza da Maria Federica Maestri | Co-docenza: Monica Barone e Barbara Voghera
Partecipazione gratuita riservata agli studenti dell’Università di Bologna | Ingresso libero per uditori | Per partecipare sono obbligatori il possesso della Certificazione verde Covid-19 (Green Pass) e l’utilizzo della mascherina

Il seminario, condotto dalla regista e direttrice artistica di Lenz Maria Federica Maestri, ha lo scopo di introdurre alla lettura delle creazioni della Fondazione, con specifici focus su aspetti formali considerati dominanti negli spettacoli proposti ed esemplari della lingua scenica di Lenz. Gli studenti partecipanti potranno sperimentare un frammento del processo creativo sul concetto di tragico nell’incontro scenico con le performer sensibili di Lenz Monica Barone e Barbara Voghera.

Modalità d’iscrizione
La candidatura si propone via email – mettendo nell’oggetto: Nome e Cognome/Seminario: LENZ | UNA LINGUA DEL TEATRO specificando nel testo numero di matricola, contatto telefonico e allegando alla mail lettera di presentazione e CV contenete eventuali esperienze artistiche pregresse. La mail dovrà pervenire all’indirizzo iscrizioni.dar@articolture.it entro e non oltre martedì 5 ottobre 2021. In base alle candidature ricevute verranno selezionati un massimo di 15 partecipanti. L’esito della selezione sarà comunicato entro il giorno venerdì 8 ottobre 2021.

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Martedì 12 e mercoledì 13 ottobre 2021, ore 21 | DAMSLab/Teatro
IPHIGENIA IN TAURIDE
Ich bin stumm [Io sono muta]
Da Johann Wolfgang Goethe e Christoph Willibald Gluck | Testo e imagoturgia: Francesco Pititto | Installazione, regia, costumi: Maria Federica Maestri | Interprete: Monica Barone | Notazioni coreografiche: Davide Rocchi | Una produzione Lenz Fondazione con il patrocinio di Goethe-Institut Mailand 
INGRESSO GRATUITO | Per partecipare sono obbligatori il possesso della Certificazione verde Covid-19 (Green Pass), l’utilizzo della mascherina e la prenotazione on line (vedi box di prenotazione su questa pagina)

Al centro dell’area scenica, sospese tra i rami metallici di piante meccaniche, si stagliano le corna della cerva sacrificata al posto di Iphigenia, il giorno in cui il padre – Agamennone – per propiziare la partenza delle navi alla volta di Troia, aveva deciso di sgozzare la figlia. Sul fondo, pendente anch’essa da un tripode metallico, una colonna spezzata in due tronconi, memoria e presagio della rovina della casa paterna. Dal luogo delle funzioni sacre al luogo della vita intima. A lato nella stanza di Iphigenia un giradischi suona l’omonima opera di Gluck – Iphigénie en Tauride – in una versione incisa su vinile registrata negli anni Sessanta. Il cambio del disco scandisce il tracciato narrativo originario e il tempo poetico della vita di Iphigenia. Essa, con un rito intimo e segreto, implorerà gli dèi di ritornare libera e di essere felice poi, di fronte al loro silenzio, confusa e angosciata, decide di osare un’azione audace e conquistare una nuova patria-corpo libera da vincoli sociali e religiosi.

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Mercoledì 13 ottobre 2021, ore 16.30-18.30 | DAMSLab/Teatro
ORESTEA_video
Da Eschilo Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi | Traduzione, drammaturgia: Francesco Pititto | Installazione, regia, costumi: Maria Federica Maestri | Interpreti: Valentina Barbarini, Monica Barone, Lara Bonvini, Sandra Soncini, Carlotta Spaggiari, Barbara Voghera | Musica: Lillevan | Una produzione Lenz Fondazione 
INGRESSO GRATUITO | Per partecipare sono obbligatori il possesso della Certificazione verde Covid-19 (Green Pass), l’utilizzo della mascherina e la prenotazione on line (vedi box di prenotazione su questa pagina)

Le tragedie che compongono l’Orestea rappresentano un’unica storia familiare suddivisa in tre episodi, le cui radici affondano nella tradizione mitica dell’antica Grecia. Il progetto scenico diretto da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto si compone di tre creazioni: #1 Nidi dall’Agamennone, #2 Latte da Coefore e #3 Pupilla da Le Eumenidi. Costretti in meccaniche congiunzioni ereditarie, in forzate coniugazioni genetiche, padre, madre e figli sono determinati da sistemi psico-morali inconciliabili ed inevitabilmente destinati ad una irriducibile catena di compimenti distruttivi. I protagonisti della tragedia abitano paesaggi neo-mitologici, luoghi di coercizione morale e di detenzione affettiva in cui si stratificano matericamente paure, orrori, passioni che affamano e divorano il corpus familiare. L’òikos scenico abitato dalla Famiglia è uno spazio di soggezione sentimentale e di dissonanze etiche, in cui l'opposizione tra onore e amore, ubbidienza e disobbedienza, subordinazione e superiorità, può trovare risoluzione solo in un atto degenerativo. Uccisa la madre e distrutta la casa, Oreste tenta di sfuggire alla punizione per il suo crimine contro natura e si rifugia in un luogo di transito, anonimo e ostile, presidiato da figure multiple della madre. Neppure la presenza sedante delle divinità giuste può risarcire il danno, riparare il male; le vertebrate celesti possono solo virare dolore e rabbia verso l’ottundimento emotivo, verso un’eterna salvifica tristezza.

Dove siamo

DAMSLab (piazzetta P.P. Pasolini 5b - Bologna)