A Luci Spente | Il caro bollette a Bologna

𝗔 𝗟𝘂𝗰𝗶 𝗦𝗽𝗲𝗻𝘁𝗲: un’inchiesta sul caro bollette a Bologna. Tra famiglie in difficoltà e imprese in crisi, esploriamo le conseguenze di un aumento che spegne la luce sulla vita quotidiana.

Pubblicato il 05 aprile 2023 | Podcast

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Il buio spaventa perché pone incognite, nascondendo le forme del mondo, e ci priva dell’arma con la quale esperiamo la realtà nella maniera più diretta possibile: la vista. Per questo, scoprire come produrre luce ha significato per la storia dell’uomo un passaggio epocale, che ha permesso un considerevole aumento della qualità della vita. Studiata fin dal XVI secolo, l’elettricità è diventata ormai fondamentale nella nostra quotidianità e, con la transizione digitale, sempre più necessaria per quasi ogni ambito sociale, economico e produttivo.
È proprio questa forte dipendenza dell’essere umano contemporaneo nei confronti dell’energia elettrica ad averla trasformata da strumento per lo sviluppo tecnologico a preoccupazione costante rispetto ai suoi costi. Questi, a causa delle diverse crisi mondiali che, senza sosta, si sono susseguite negli ultimi 3 anni, hanno raggiunto livelli tali da non essere più sostenibili.
Cifre spropositate e bollette troppo alte sono ormai diventate la normalità del singolo e la fonte principale di ansie e paure degli esercenti che fanno un grande uso di energia elettrica per le loro attività produttive.
Ed è proprio di loro che vogliamo raccontare, di chi piano piano sta soccombendo, di chi chiede aiuto per continuare a vivere.
A Luci Spente: il caro bollette a Bologna è un’inchiesta conoscitiva e un podcast di tre episodi nei quali, assieme alle voci dei diretti interessati, analizziamo la situazione economica, imprenditoriale e sociale della città di Bologna vessata dai costi spropositati dell’energia.

A Luci Spente: Ep. 1 – In Confartigianato
“Ansia e paura”. Sono le due semplici quanto pesanti parole che Maurizio Persiani, componente del Consiglio direttivo di Confartigianato Bologna, seleziona come risposta alla domanda di rito ai nostri intervistati: “Quali sono le tre parole che le vengono in mente pensando al caro bollette?”. Non ne serve una terza, nella loro lapidarietà sono sufficienti.
Ci è sembrato fin da subito impellente avere un contatto, oltre che con le attività in difficoltà, con le istituzioni. Volevamo avere la testimonianza diretta anche di chi è chiamato a rispondere “presente”, soprattutto quando i singoli privati a chiedere aiuto. Una testimonianza da chi sa perfettamente le dimensioni e ha ben in mente l’entità del problema perché dispone di dati e lavora per trovare risposte concrete.
Ma da una partenza così tragica, apprendiamo che non tutto è perduto: l’Emilia-Romagna è viva, intende resistere e Bologna vuole esserne la città trainante, lo stendardiere che al fronte tiene alto il vessillo. Il mondo dell’artigianato è mosso da una spinta forte, che spinge a rimboccarsi le maniche, cercando modi alternativi per arginare il problema. L’artigiano è proattivo e creativo e cerca di adattarsi, identificandosi con l’azienda. Artigiano e azienda sono un’unica entità che evolve e cerca di rimanere salda nei propri principi e valori, pur sapendo che dovrà compiere alcuni cambiamenti per poter sopravvivere.
“L’essere e il fare sono sullo stesso piano” ci illumina Persiani. L’artigiano non ha tempo per autocommiserarsi, per dannarsi. Deve agire, perché solo così può continuare ad essere. Una conversazione che affronta i temi dell’energia rinnovabile, il dialogo tra imprese e istituzioni, il sentimento artigiano e il concetto di “creatività” che tanto ne caratterizza l’essenza.
Ed è proprio la creatività a dare speranza agli artigiani per un futuro più roseo: “La creatività rischia di scomparire? No, è stato l’impulso per aggredire e reagire”.

A Luci Spente: Ep. 2 – In Piscina
“È una tragedia”. Con queste parole, nel secondo episodio, ci accoglie Donato Monaco, presidente dal 1992 della President Bologna, società di nuoto che ha come impianto di riferimento la Piscina dello Spiraglio. Il caro-bollette ha colpito anche il settore sportivo e chi, soprattutto, si trova a gestire e dover riscaldare grandi spazi come quelli natatori. Nella sua stanza all’interno della piscina tante coppe, medaglie, riconoscimenti, raggiunti e ottenuti durante la sua carriera da dirigente. Adesso però tutto questo rischia di cadere in frantumi, sotto il peso insostenibile dell’aumento dei costi di gas ed elettricità.
Davanti a lui un computer, ci mostra una cartella di file Excel dove tiene in modo certosino il conto di consumi e costi che la società di trova ad affrontare. Un’escalation che attraversa un ventennio, mai acuta come adesso. Ce lo dice con preoccupazione nella voce, per la sua società quanto per gli utenti che ogni giorno si recano alle porte della città per le varie attività che offre la President Bologna. Dai bambini agli adulti, dalle gestanti agli agonisti: l’ambiente piscina racchiude in sé tante categorie di
persone diverse. “Oltre ai grandi risultati che la Federnuoto e gli atleti azzurri hanno ottenuto ai recenti Europei a Roma, la cosa importante sono le 5 milioni di persone che nuotano. Le piscine sono fondamentali per la salute e il benessere pubblico. Se questo lo capiamo, allora non chiuderemo mai”. Sulla pelle una vita passata tra il cloro e l’acqua, negli occhi il timore di dover proteggere ciò a cui, senza troppi giri di parole, si è occupato per tutta la vita. Donato si e ci racconta la vita tra le corsie ai tempi del caro bollette, dove ogni bracciata verso la fine del tunnel sembra essere sempre più costosa e dispendiosa.

A Luci Spente: Ep. 3 – Al Forno
“Speculazione, speculazione, speculazione”. Tre parole, tre sentenze, tre coltellate che ci ripete Oberdan Cappa all’inizio dell’intervista. Lui è un personaggio curioso del mondo bolognese ed è anche il protagonista della nostra terza puntata. Qualche anno fa lo trovavamo sui palchi più importanti della musica italiana nella figura di direttore di produzione di una multinazionale, oggi è in Via XXI Aprile 1945 a Bologna, al suo Molino Urbano. Dallo spettacolo al pane, dalle migliaia di
euro alla lotta contro il caro bollette.
“Non tornerei indietro, continuo a lavorare e a lottare per progetto che mi ha cambiato la vita”, ce lo dice sicuro di sé, senza guardare indietro a una vita piena di impegni e stanchezza. Non che fare il panettiere sia un gioco, intendiamoci. Nasce tutto da un libro scoperto per caso in casa, su come fare il pane, e dalla voglia di cambiare del tutto. Da lì iniziano una serie di avventure anche in giro per il paese alla ricerca delle ricette più antiche. Oberdan è un novellino nel mondo del panificio, ha 54 anni
e nei suoi occhi c’è la determinazione, la passione e la curiosità di un giovanissimo.
Al di là dell’esperienza personale, c’è un Molino da portare avanti. Non è facile, ce lo dice lui. La farina è aumentata del triplo, l’energia elettrica segue di pari passo. “Non posso vendere il pane a 10-12 euro, non è un prodotto su cui puoi speculare. E in primis io non voglio farlo. Non è giusto far ricadere il peso sulle famiglie”. Una bella storia, da scoprire, tra forno e bancone.

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A cura di Carlo Ardondi, Elena Padua e Duccio Zambelli.