98122 - LA SOGGETTIVITA' NEL LINGUAGGIO TRA FILOSOFIA, LINGUISTICA E SCIENZE COGNITIVE

Anno Accademico 2021/2022

  • Docente Claudio Paolucci

  • Crediti formativi 1

  • SSD M-FIL/05

  • Lingua di insegnamento Italiano

  • Modalità di erogazione In presenza (Convenzionale)

Conoscenze e abilità da conseguire

Al termine del corso lo studente conoscerà cosa significa "io" o "soggetto" e in che modo questa nozione è espressa e costruita dal linguaggio e dalla cognizione. Riceveranno altresì una panoramica di come questa nozione è trattata in semiotica, linguistica, filosofia e scienze cognitive.

Programma/Contenuti

Che cos’è la soggettività? E come essa viene espressa nel linguaggio? Per la linguistica e la filosofia del Novecento le due cose erano legate. I bambini non nascono infatti con una soggettività, se con “soggettività” si intende l’io, e cioè quella capacità di autocoscienza che ci consente di riflettere su noi stessi e “sentire di sentire”, “sapere di sapere”, “percepire di percepire” etc. Al contrario, i bambini sviluppano questa capacità durante l’interazione coi caregiver e lo fanno molto dopo aver appreso altre facoltà cognitive di tipo molto diverso (sintonizzazione emotiva, capacità semiotica di indicare l’assenza, cognizione sociale, mindreading etc.). Dal momento che la soggettività pare svilupparsi nel bambino al termine della fase dell’intersoggettività secondaria, dopo i 18 mesi, si è potuto pensare che essa co-emergesse col linguaggio, o che, come sostenevano la linguistica e la filosofia del Novecento (Benveniste, Ricoeur, Greimas etc.), essa fosse una proprietà derivata del linguaggio, che nasceva con la capacità di “ego” di dire “ego”.

Tuttavia, recenti studi in scienze cognitive e psicologia dello sviluppo ci consentono di riprendere in mano la relazione tra soggettività e linguaggio e di pensare lo sviluppo dell’io in connessione con l’azione efficace, la capacità immaginativa di metterci in scena, pensandoci come un personaggio tra altri personaggi e la capacità semiotica di mentire, costruendo segni capaci di rappresentare una realtà inesistente e raccontare una storia che può essere creduta vera.

Nel seminario esploreremo le principali tesi linguistiche, filosofiche e cognitive sul rapporto tra soggettività e linguaggio, con particolare attenzione a quali categorie linguistiche sono capaci di esprimere la soggettività. Introducendo poi nuovi sviluppi in scienze cognitive (con particolare attenzione alle neuroscienze e alla psicologia dello sviluppo), lavoreremo sulla connessione tra soggetto, linguaggio, azione efficace, pensiero finzionale e capacità strategica di menzogna. L’io ci apparirà così come quella capacità di porre noi stessi a oggetto delle nostre riflessioni, che ci consente di pensarci come un personaggio tra gli altri personaggi in vista di un’azione efficace strategicamente costruita per i nostri scopi. Da qui una fondamentale implicazione "naturalistica" della nozione di soggetto: per quanto nasca in continuità con altre facoltà presenti in specie non-umane, l’io ci ha di fatto fornito un enorme vantaggio evolutivo.

Testi/Bibliografia

- C. Paolucci, Persona. Soggettività nel linguaggio e teoria dell'enunciazione, Milano, Bompiani.

- D. Dennett e D. Hofstadter, L'io della mente, Milano, Adelphi.

Metodi didattici

Il corso sarà attenuto in modalità mista, sia seminariale che attraverso lezioni frontali. Verranno anche analizzati dei testi significativi rispetto al modo in cui il linguaggio esprime e costruisce il soggetto.

Modalità di verifica dell'apprendimento

Gli studenti scriveranno un breve paper di approfondimento di uno dei temi oggetto del corso che hanno trovato maggiormente interessante.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Claudio Paolucci