Obiettivo dell’area è quello di indagare il rapporto tra il diritto e la società, approfondendo attraverso gli strumenti propri della ricerca sociologica (qualitativa e quantitativa) tematiche che afferiscono a settori distinti, seppur correlati quali la litigiosità processuale e la mediazione civile, il diritto di famiglia tra il dettato normativo e i comportamenti sociali, i processi economici e le dinamiche del mercato del lavoro, il diritto dell’immigrazione e l’integrazione degli stranieri, le società complesse e multiculturali, le discriminazioni a danno dei gruppi vulnerabili, le mafie in Italia ed all’estero, l’antimafia sociale e giuridica, le problematiche relative alla gestione dei beni confiscati alle mafie, l’etica applicata, nello specifico l’etica professionale.
Oltre ad essere al centro dell’attività di ricerca, e quindi in continuo aggiornamento e perfezionamento, queste tematiche costituiscono oggetto dei corsi tenuti annualmente dalla cattedra. L’interesse per questi ambiti prende avvio dall’attività didattica in aula e prosegue al di fuori di essa con gli elaborati di tesi ed altri lavori di approfondimento specifici svolti dagli studenti in collaborazione con la cattedra ed i suoi collaboratori.
La cattedra promuove inoltre iniziative di riflessione ed approfondimento a carattere seminariale, aperte sia agli studenti sia al pubblico, che si sviluppano lungo i temi fondamentali dell’attività di ricerca dell’area. In quest’ottica di partecipazione e condivisione la cattedra ha siglato una convenzione con l’associazione “Libera. Nomi e numeri contro le mafie”, che ha il fine di costruire percorsi di collaborazione e di studio finalizzati a diffondere la conoscenza del fenomeno mafioso ed a promuovere la “cultura della legalità”.
L’area sociologico-giuridica si articola nei seguenti settori
Stefania Pellegrini
La letteratura sul disputing e sul dispute processing costituisce da tempo uno degli ambiti consolidati della sociologia del diritto. Questo tema può essere affrontato da diverse prospettive: in primo luogo, si possono evidenziare, da un punto quantitativo, le macrovariabili che possono influire sulla litigiosità, intesa quest’ultima in un senso ampio, inclusivo non soltanto della litigiosità processuale, ma di tutti quei conflitti risolti prima del loro ingresso nel sistema giudiziario. In secondo luogo si propone la prospettiva qualitativa, mediante la quale si possono mettere in luce le diverse dinamiche che influiscono, questa volta a livello micro, sullo sviluppo di un conflitto, a partire dalla percezione di un’esperienza lesiva, passando per l’individuazione e la pubblica attribuzione della responsabilità, fino alle molteplici forme di trattamento che cercano di porre fine alla disputa con soluzioni dotate di diverso grado di istituzionalità e di coercibilità. Lo studio delle procedure per il trattamento delle dispute è notevolmente cresciuto negli ultimi trent’anni, in parallelo con la nascita e la diffusione della c.d. giustizia informale, che ha contribuito a diversificare la risposta istituzionale ai conflitti individuali e collettivi, proponendo forme di "giustizia dolce", quali la mediazione e la conciliazione, talvolta in grado di porre fine a una disputa senza terminare allo stesso tempo la relazione entro la quale essa si è sviluppata. Da questa prospettiva nasce l’approfondimento sul modus operandi degli operatori del diritto, sulle implicazioni di etica professionale e sulle diverse forme di giustizia informale (ADR).
Stefania Pellegrini
Le ricerche in questo ambito propongono una prospettiva sociologica dell’etica professionale. Il perno dell’indagine è rappresentata dal concetto di responsabilità sociale, quella che riveste il professionista che svolge un determinato ruolo e verso il quale la società nutre determinate aspettative. L’attenzione si concentra sulla responsabilità dei giuristi, in particolare avvocati e magistrati. Il loro ruolo nella gestione del sistema giustizia li rende responsabili per il buon funzionamento di quest’ultimo.
Stefania Pellegrini, Stefania Spada
La prospettiva sociologico-giuridica è finalizzata a porre in rilievo le fondamentali valenze sociali che il lavoro riveste all’interno delle società contemporanee. Gli ambiti di ricerca si riferiscono allo studio del mercato del lavoro del nostro paese con i processi evolutivi che lo hanno caratterizzato e con tutti gli elementi che lo contraddistinguono: dalla terziarizzazione, alla specializzazione e settorializzazione, dalla flessibilità alla precarizzazione, dalla disoccupazione giovanile a quella intellettuale. L’interesse è rivolto inoltre verso lo studio delle dinamiche interne con il fine precipuo di analizzare le figure sociali in esso coinvolte: la donna dinnanzi alla questione delle pari opportunità e della cosiddetta “doppia presenza”; gli immigrati e la delicata funzione a cui assolve la loro disponibilità al lavoro; i giovani dinanzi ad un inserimento problematico e precario.
Sono infine oggetto d’analisi le problematiche relative alle pratiche irregolari ed illegali, quali il “lavoro nero”, il fenomeno del “doppio lavoro”, lo sfruttamento del lavoro minorile.
Stefania Pellegrini
Lo studio delle mafie, della normativa di contrasto e dei movimenti sociali che si sono opposti e/o vi si oppongono è condotto attraverso un approccio multidisciplinare in grado di porre in rilievo le molteplici dimensioni coinvolte dalla diffusione di questo fenomeno sia in Italia che all'estero. In particolare l’attività formativa Mafie e Antimafia consente agli studenti di approfondire queste tematiche attraverso la testimonianza diretta dei protagonisti dell’antimafia sociale e giudiziaria. Il corso costituisce una vera e propria fucina per l’attività di ricerca in quanto preludio allo sviluppo di strumenti teorici, connessioni e conoscenze sul fenomeno mafioso che confluiscono nella redazione annuale del Dossier sulle Mafie in Emilia-Romagna.
Stefania Pellegrini, Stefania di Buccio
La riflessione sul fenomeno e sulle possibili forme di contrasto si estende inoltre su di un piano strettamente operativo attraverso il Master in “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie”, intitolato a Pio La Torre. Il Master si prefigge di formare professionisti nella gestione dei beni confiscati partendo dal presupposto della specificità del bene di provenienza mafiosa, e con l’obiettivo finale di produrre una conoscenza strumentale a restituire alla società la ricchezza illecitamente sottratta.
Stefania Spada
Fra i temi di ricerca dell’area vi sono le discriminazioni a danno dei migranti e di altri gruppi vulnerabili, indagate attraverso strumenti teorici che permettono di comprendere la genesi e lo sviluppo delle categorizzazioni sociali, dallo stereotipo al pregiudizio. Inoltre le migrazioni internazionali verso l’Unione europea sono oggetto di ricerca ed approfondimento, sia in prospettiva macro come fenomeno sociale multifattoriale, sia come vicenda di carattere individuale che coinvolge la “persona-immigrato” nella sua vita materiale a contatto con le istituzioni della società d’accoglienza. L’atto migratorio è indagato e analizzato quindi nella sua totalità, a partire dalle politiche migratorie sviluppate all’interno del continente europeo, passando per le forme giuridiche del controllo frontaliero e per le leggi che regolano la posizione giuridica dello straniero, fino alla lotta del migrante e degli immigrati per l’accesso ai diritti, al lavoro, e contro le discriminazioni latenti o manifeste.
Prof.ssa Stefania Pellegrini
È professore associato confermato in Sociologia del diritto presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
È titolare degli insegnamenti in Sociologia del diritto, Mafie e Antimafia, Sociologia dei processi economici e dinamiche del lavoro, Etica delle professioni (modulo all’interno del corso Etica applicata: Bioetica e etica delle professioni), Discriminazioni e Diritto (seminario).
Principali interessi di ricerca: Il processo civile, la mediazione, la mafia come fenomeno sociale, l’etica di ruolo per le professioni giuridiche.
È responsabile della Formazione di Libera Emilia-Romagna.
È autrice delle seguenti monografie:
Dott.ssa Stefania Spada
La dott.ssa Spada collabora con la cattedra di Sociologia del diritto. Laureata in Antropologia, e specializzata in antropologia medica, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Diritto e Nuove Tecnologie presso Scuola di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dott.ssa Stefania Di Buccio
La dott.ssa Di Buccio collabora con la cattedra di Sociologia del diritto. Laureata in Giurisprudenza, e diplomata alla Scuola Superiore per le professioni legali, è attualmente avvocato penalista del Foro di Bologna e coordinatore scientifico del Master in Gestione e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Pio La Torre.