L’area di ricerca “Criminologia, devianza e controllo sociale” muove dall’analisi dei processi, delle strategie, delle istituzioni e delle teorie del controllo sociale così come sono andati sviluppandosi in Europa e negli Stati Uniti.
All’interno di tale contesto storico e concettuale, costituiscono oggetto di approfondimento le teorie della sociologia della devianza - in particolare, della devianza criminale - e le teorie della sociologia dei sistemi penale e punitivo, con riferimento specifico ai seguenti temi di ricerca:
Fulcro d’indagine è la questione dell’immigrazione, vista come banco di prova delle tematiche della devianza e del controllo sociale nell’Europa di oggi, con riferimento sia agli aspetti politico-economici sia agli aspetti socio-criminologici e culturali del fenomeno dell’immigrazione. Mantenendo sullo sfondo la costruzione dell’Unione Europea e l’obsolescenza degli stati nazionali, il tema implica la necessità di analisi dell’emergere di nuove immagini di devianza e di nuovi aspetti del controllo sociale, con particolare riferimento ai processi di criminalizzazione delle migrazioni messi in atto, a livello europeo e nei contesti nazionali, attraverso una produzione normativa specificamene rivolta agli immigrati (criminalizzazione primaria) e attraverso le prassi di attività degli operatori del sistema penale (criminalizzazione secondaria).
Il tema della sicurezza urbana rimanda alle pratiche di governo della criminalità e del disordine nei contesti urbani e si ricollega alle principali teoriche, elaborate nell’ambito delle scienze socio-criminologiche, in materia di prevenzione e controllo della criminalità, delle inciviltà e del degrado. Per quanto riguarda, in particolare, la realtà italiana, oggetto di ricerca sono: le dinamiche di regolamentazione dello spazio urbano, i dispositivi di controllo della devianza e le politiche locali di sicurezza, il potere dei sindaci di emanare ordinanze in materia di sicurezza, gli strumenti di segregazione spaziale degli immigrati e la gestione del fenomeno della prostituzione di strada.
L’area tematica muove da una ricostruzione di alcuni orientamenti critici maturati nell’ambito dell’analisi della penalità nella società capitalistica, facendo riferimento soprattutto alle tradizioni di pensiero che si sono sviluppate all’interno del dibattito criminologico a partire dai testi di Rusche e Kirchheimer e di Foucault. Filo conduttore delle ricerche sul tema è l’analisi del rapporto fra le trasformazioni economiche e i mutamenti dei sistemi punitivi, sotto un profilo sia storico sia
contemporaneo. Particolare attenzione viene riservata alla crisi della società industriale e ai suoi riflessi sulle politiche attuali di controllo della criminalità.
L’area tematica mira ad approfondire la conoscenza dei comportamenti devianti e criminali dei minorenni e ad individuarne ed analizzarne le cause all’interno del contesto familiare, scolastico e sociale, muovendo dalla principali teorie socio-criminologiche elaborate in materia di devianza giovanile da parte di studiosi sia americani che europei. Ulteriore oggetto di studio è costituito dalle istituzioni penali minorili - il Tribunale per i minorenni e gli Istituti penali minorili - di cui si intende seguire l’evoluzione storica e normativa oltre ad analizzarne e confrontarne il funzionamento quando tali istituzioni sono chiamate a decidere su fatti illeciti commessi da minori italiani e da minori di origine straniera.
Si mette, infatti, in rilievo come, in virtù della crescente presenza di minori di origine straniera sul territorio italiano e dell’aumento della percentuale di tali minori sul totale dei minorenni denunciati e/o condannati, la questione della criminalità minorile sia entrata a far parte dell’agenda politica e del discorso mediatico. Il tema ha, inoltre, costituito oggetto di rinnovato interesse delle ricerche socio-criminologiche. Diverse possono essere le interpretazioni dell’aumento dei minori di origine straniera tra i “clienti” del sistema della giustizia penale italiano; da un lato, si può ipotizzare che le statistiche ufficiali riflettano un’effettiva, maggiore, criminalità dei minori stranieri, dall’altro lato, invece, il dato può collegarsi ad un’attività selettiva - e particolarmente repressiva e punitiva - della giustizia quando interviene su fatti che coinvolgono minori di origine straniera. Le indagini empiriche aventi ad oggetto la verifica dell’una o dell’altra ipotesi, costituiscono l’oggetto principale di tale ambito di ricerca al cui interno si collocano gli studi di self-report (auto-confessione) realizzati nel contesto scolastico, le ricerche condotte presso le istituzioni penali minorili e le indagini volte a conoscere ed analizzare il fenomeno delle “bande giovanili di strada”.