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Donazione del corpo post mortem alla scienza: Unibo e Regione insieme per sensibilizzare i cittadini

Parte la campagna di comunicazione realizzata dall'Alma Mater e dalla Regione ER per informare la comunità sull'utilizzo del corpo umano e dei tessuti dopo la morte, a fini di studio e di ricerca scientifica. Una scelta di alto valore etico oggi ancora poco nota e diffusa in Italia, ma che risulta strumentale per il progresso dello studio e della ricerca finalizzati alla tutela della salute pubblica

Dopo l’approvazione della legge nazionale, l’Amministrazione regionale e l'Università di Bologna hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per realizzare una campagna di comunicazione e informazione sulla donazione del corpo post mortem alla scienza. Una possibilità contemplata dalla legge numero 10 del 10 febbraio 2022 che, per la prima volta, disciplina questo tipo di donazione, con modalità analoghe a quelle definite per il testamento biologico.

L'Emilia-Romagna sarà la prima in Italia a partire e, grazie alla collaborazione Unibo-Regione, il Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'Alma Mater è stato riconosciuto come Centro di riferimento nazionale per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti.

“La donazione del corpo alla scienza - spiega la prof.ssa Lucia Manzoli, responsabile del Centro di riferimento nazionale di Unibo e direttrice del Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie - è un gesto nobile che deriva da una profonda motivazione interiore, raggiunta solo attraverso la conoscenza del significato che tale azione riveste. Si tratta di un atto di generosità nei confronti della collettività, che ha ricadute positive sulla salute pubblica attraverso l’avanzamento della conoscenza, la formazione medica di eccellenza e il miglioramento della sicurezza mediante la sperimentazione e lo sviluppo di tecniche e tecnologie di ultima generazione e la simulazione di procedure ad alta complessità prima di applicarle al paziente. L’Alma Mater, forte della propria storia, ha compreso, prima in Italia, l’importanza strategica che, anche in un’epoca caratterizzata dal rapidissimo sviluppo scientifico e tecnologico, riveste lo studio anatomico sul cadavere e ha investito risorse su un progetto lungimirante che ha portato all’edificazione di due moderne sale settorie all’interno dello storico Istituto di anatomia umana, dove è sorto il Centro di riferimento nazionale di Unibo”.


Maggiori informazioni sul sito del Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare Unibo