Stefano Vitale

Stefano Vitale (1958), nato a Palermo, vive a Torino.
Nel 2003 ha pubblicato (con Bertrand Chavaroche e Andy Kraft) la plaquette Double Face (Ed. Palais d’Hiver, Gradingnan, Francia; nel 2005 Viaggio in Sicilia (Libro Italiano, Ragusa), Semplici Esseri (Manni Editore, Lecce). Per le Edizione Joker ha pubblicato Le stagioni dell’istante (Prefazione di Mauro Ferrari, 2005) e La traversata della notte (Prefazione di Giorgio Luzzi).
Nel 2012 viene pubblicato Il retro delle cose per puntoacapo Edizioni (Prefazione di Gabriella Sica); nel 2013 per PaolaGribaudoEditore esce la raccolta di poesie Angeli con illustrazioni di Albertina Bollati. Nel 2015 ha curato (con Maria Antonietta Maccioccu) la raccolta di poesie Mal’amore no edito da SeNonOraQuando?. Per la mostra del pittore Ezio Gribaudo La figura a nudo, viene pubblicata una silloge di 24 poesie (in mostra e sul catalogo). Nel 2017 viene pubblicata presso l’editore La Vita Felice la raccolta La saggezza degli ubriachi e nel 2019 Incerto confine (con illustrazioni di Albertina Bollati) per PaolaGribaudo Editore. Nel 2022 viene pubblicata la sua raccolta Si resta sempre altrove (puntoacapo edizioni). Le sue poesie, oltre a ricevere riconoscimenti in numerosi premi, sono pubblicate in numerose riviste e antologie. Sue poesie tratte da “La saggezza degli ubriachi” e da “Incerto confine” sono tradotte in inglese sul “Journal of Italian Translation” (2019 e 2020) e sul sito Italian Poetry (2018) diretto da Paolo Ruffilli.
Appassionato esperto di musica (è Direttore Artistico dell’Ass.ne Amici Orchestra Sinfonica Nazionale Rai) e critico letterario scrive sul www.ilgiornalaccio.net occupandosi delle rubriche critiche dei libri di letteratura, cura la rubrica critica “Avvistamenti musicali” e quella dedicata alla poesia “Oggetti smarriti”.

Il mattino non ci aspetta


Il mattino non ci aspetta
e noi dietro a tentare
di guadagnare tempo
per nascondere quel che
abbiamo perduto
scoprire una radura
nel calmo ripiegare
dell’ora spesa a camminare
senza meta né memoria
a riordinare le carte
ed i libri come prima
d’una partenza
eppure siamo già in viaggio
sul klinamen del giorno
servito su di un piatto di nuvole
specchio della impercettibile
variazione di noi:
niente rinasce davvero
neppure il giorno
pura deformazione irreversibile
traversata dell’immobile divenire:
eleaticità è la regola
senza elasticità.
Intanto è chiaro che senza di noi
le nuvole non sognano.
 
Da La traversata della notte Edizioni Joker, 2007

Restiamo eterni dilettanti


Restiamo eterni dilettanti
dinnanzi alla vita
foresta di pini e
cupi larici
onde livide del mare
di serpente
cangianti mura
delle voci di città…
tutto ci accompagna e
ci soverchia
sguardo che sfiora
accarezza ma non colora
mano che stringe
e scalda ma non convince.
Resta a metà
persino la curiosità che
pure ci è sorella
ma noi vorremmo amante…
la nostra mente
è un profilo distante
a spasso per il mondo
non ricorda niente
e mangia polvere
su una corriera
che non si ferma neppure a sera.
 
Da La traversata della notte Edizioni Joker 2007

Qualcosa sfugge e si nasconde


Qualcosa sfugge e si nasconde
velo opaco che ricopre i tetti
delirio di certezze
nell’eroicità apparente del punto di vista
che trasforma il carnefice in una vittima
nell’ottuso bisogno di semplificazione
abbeverarsi a pozzi avvelenati
per poter di notte uscire
bava alla bocca e mazze ferrate
ubriachi di paura, figli dell’indifferenza
spingere sui treni nuovi neri deportati
innalzare vecchi padroni su poltrone di ossa e sassi
orda primitiva annegata
nello schermo al plasma
sangue della nostra inconsistenza
cose tra le cose
inebetiti dal silenzio nell’impalpabile disfatta.
Dove l’argine
a questo lento tracimare
di cadaveri e fango?
Ascoltare il suono sordo
delle piccole crepe nei muri…
spingere l'occhio oltre
i cocci rotti della nostra distrazione
nel nascosto retro delle cose
riemergere.
 
Da Il retro delle cose Puntoacapo Edizioni 2012

La lunga onda del mattino


La lunga onda del mattino
ci solleva oltre il muro dell’attesa
le sponde assenti del desiderio
riempiono l’orizzonte senz’alcuna resistenza
e non dimentico che nessuno è mai libero davvero:
nell’estrema costrizione della nostra apparizione
balenano rovine e macerie d'epoche felici
sfolgoranti sono i sogni
di gambe lunghe profumate e pelle liscia di seta
che ci afferrano per i capelli
trascinandomi senza sforzo
tra notti insonni e strade affollate
piazze lucide di pioggia e terrazze bianche di luce…
come sono cambiati i cieli di questa città
non più grigi ora tersi e trasparenti
regalano la perfetta prospettiva
d'una geometrica sorpresa
vista finalmente sgombra e consapevole
della sua memoria, brivido improvviso
ora esploso nell’istante felice.
Ogni cosa riappare
emergendo dalla distrazione
il mondo è come deve essere:
un serpente addormentato
da accarezzare, docile,
al nostro risveglio.

Da Il retro delle cose Puntoacapo Edizioni 2012

Ci muoviamo verso il fondo


Ci muoviamo verso il fondo
ignari archeologi di noi stessi
rovistiamo tra i detriti
cercando i fossili della speranza
sui banchi sgangherati dei mercati
stanno in silenzio i nostri discorsi
anticaglie arrugginite
del patetico dominio dell’essere
immolati sull’altare del tempo
restano i fiori impolverati
ricordo di stelle morenti.
 
Da La saggezza degli ubriachi Edizioni La Vita Felice 2017

Rubare i sogni delle piante


Rubare i sogni delle piante?
Pensa, è solo acqua e luce quel che desiderano
senza sosta né errori fanno la spola
tra la terra e il vento.
Sembra una contorsione
ma è un volo perfetto
contro ogni disperazione.
Rubare i sogni delle piante?
È quel che mi dico la mattina
guardando nello specchio
il volto consumato
dalla notte appena abbandonata
al suo destino.
 
Da La saggezza degli ubriachi Edizioni La Vita Felice 2017

Contro l'ingarbugliarsi delle cose


Contro l’ingarbugliarsi delle cose
vince la mente immobile
attenta a evitare trappole,
lacci, spilli e sabotaggi:
tacere è la verità della ragione
rende impermeabili allo sconnesso movimento
tiene al riparo dagli assalti del nemico
perché dentro di noi riposa
il senso dell’orientamento.
Gli occhi strizzati nel buio vedono
stelle evanescenti
perfette costellazioni di niente
nella nera calma che inonda il mondo.
 
Da La saggezza degli ubriachi Edizioni La Vita Felice 2017

Ridurre il campo visivo


Ridurre il campo visivo
alla coda dell’occhio
per meglio vedere ciò che resta nascosto
allo sguardo troppo sicuro.
Non si tratta di fare miracoli
bastano vecchie scatole di latta
ritagli di giornale, piccole conchiglie
vetri di bottiglia levigati dal mare.
Non c’è fretta di ripartire
ora che il tempo è venuto qui a morire
nell’immobilità felice dello sguardo finalmente a tempo
giusto o sbagliato sono accidenti del Caso.
C’è un forte vento che sale
nella stanza a ripulire l’orizzonte
così mi giro dall’altra parte del mondo
e canto, sottovoce, canto.
 
Da La saggezza degli ubriachi Edizioni La Vita Felice 2017

 

Il tempo di una rosa
quello di una vita

improvviso fiorire
lento disfarsi

nel profumo dell’erba
ricamato di luce

nell’istante del disastro
di petali precipitati

cercare la salvezza
nel taglio estremo

c’è il calore del corpo
dimora in cammino

verso l’altro capo delle cose.

 

Da Si resta sempre altrove (puntoacapo edizioni 2022)

                                                                                                         E’ un mondo immeritato.
                                                                                                                   Occorre gratitudine.

                                                                     Nanni Cagnone, XIV, da “Le cose innegabili”

 

Passare oltre
la perdita di noi
sciolti tutti i legami
rami senza peso

soglia che si confonde
nell’imparare il senso
della grazia ricevuta
senza merito d’esserci

non più domandare
soltanto stormire
arresi, laceri nella gioia
di questo sostare

              e non morire.

 

Da Si resta sempre altrove (puntoacapo edizioni, 2022)

 

Compensazione

Bello pensare che siamo di più
di quel che perdiamo,
di più di quel che per caso incontriamo.

Il silenzio talvolta protegge
altre volte la gioia ci sfugge
inseguendo ombre di nebbia

Nell’oscillare d fragili fili
sta il riposo che ancòra cerchiamo
riparo d’errore, ritaglio di luce.

Così si riparte da zero
più allegri e distratti e non importa
se l’ultimo tram è appena passato.

 

Da Si resta sempre altrove (puntoacapo edizioni 2022)