Michele Toriaco

Michele Toriaco (Torremaggiore, 1961), è un giornalista del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. Per la poesia, è presente in diverse antologie, tra cui: Roma, Città delle meraviglie (Centro di Poesia di Roma, Lepisma, 2013), L’amore ai tempi della collera (LietoColle, 2014), Una poesia per L'Aquila (digitale, Rai News, blog POESIA di Luigia Sorrentino, 2014), Confini (LietoColle, 2015), Campo di grano con volo di corvi (Lepisma, 2015), Fructus (digitale, Centro di Poesia di Roma, 2016), Novecento non più. Verso il realismo terminale (La Vita Felice, 2016), iPoet. Lunario in versi (LietoColle 2016), in quattro edizioni de Il segreto delle fragole (LietoColle, 2015, 2017, 2018 e 2019).


Ha vinto il premio "La Poesia ci salverà" (Centro Studi Campaniani «Enrico Consolini», Marradi, 2014) e il premio speciale della giuria al Premio letterario «Aurelia Josz» (La Casa della Poesia di Monza, 2015). È stato finalista al concorso "Ritratti di poesia.140" (Roma, 2013), selezionato al Premio internazionale di letteratura «Città di Como» (Como, 2015), menzione d'onore al premio Bari, "Città aperta" (Bari, 2016). Sue poesie sono apparse anche sulle riviste "Caffè Michelangiolo" (2014), "Atelier Poesia" (digitale, 2018) e in cinque numeri della rivista "POESIA" dell’editore Nicola Crocetti di Milano (dal 1991 al 2002).

Come una piccola viola

 

il male non ebbe ritegno
sul tuo corpo arreso
cercammo un guaritore
una mano sicura
ti diedero una luce
come lama tagliente
attraversò le metastasi
tentò la semina di stagioni feconde
nella disperazione delle cose
ignorammo il disegno
come una tempesta di lampi e pietre
ignora la piccola viola nel campo
il suo febile lamento
prima della fne.


da Agenda Annuario 2015, Fondazione TerraMia (San Severo), Fortezza Bastiani, 2014

Bologna 10 e 25

 

quando l’orologio si fermò alla stazione
qualcuno beveva un drink nel bar accanto
due poliziotti entrarono in sala
col senso del dovere appiccicato sulla pelle
come sudore d’agosto
una donna seduta con le belle gambe accavallate
assorta nei pensieri di Dio che quel giorno non era lì
uno straniero di passaggio non capiva bene
tutte le indicazioni
la studentessa innamorata
con le sue mani ricolme di futuro annotava sul quaderno
«mi piacerebbe venire a vivere con te
dopo che avrò finito l’università»
poi una luce infernale
trafisse i vetri e i corpi
come di cadaveri nati senza colpe addosso
nomi su nomi straziata visione
davanti a una pietra che agita il cuore della città.
Bologna, 2 Agosto 1980


da Antologia Concorso Guido Zucchi 2014, V Edizioni, Bologna, 2014

Quand'ero un soldato

 

Quand’ero un soldato
non c’era la guerra
i proiettili sparati al campo
non mi hanno ucciso
vedi
la mia generazione ha avuto il privilegio
di non aspettare la morte in trincea
ho amato molto
le città dove ho lasciato il mio passo di sentinella
perché oltre le loro mura
c’era sempre la mia terra
ho giurato fedeltà ad una bandiera nel sole
e riempito le mie mani delle cose
servite allo scopo di una dottrina
per dodici mesi
ho pesato ogni mio respiro
sulla bilancia del dovere
per legge
ho ubbidito a chi non era mio padre
ora il ricordo di quella storia
trascorre per la mia casa
come i versi di questa poesia: buona luce
come allora.


da iPoet. Lunario in versi (dodici poeti italiani), LietoColle, 2016

Meditazioni sulla realtà

 

C’è abbastanza luce a quest’ora della sera
anche se la città continua a gonfiarsi più del normale
oscurando i suoi lineamenti
vedo il cielo che soffia su terra bruciata
le strade come uteri in agonia
accogliere vite miserabili che cercano un abbraccio
sento le sirene che nessuno vuol sentire
e respiro l’aria carbonizzata del ventunesimo secolo
penso che sia doveroso
mettersi alla ricerca di nuove verità
e mi piacerebbe scrivere una canzone
per insegnare a mio figlio l’autodifesa
ma non ci sono spiragli tra gli uomini
e solo la pena di questo mondo non si consuma
dopocena due ragazze ai giardinetti messaggiano
sull’iPhone e senza dirlo sono felici che è ancora estate
in un sabato sera di sfiorata esistenza.


da iPoet. Lunario in versi (dodici poeti italiani), LietoColle, 2016

Su questa terra

 

Su questa terra
Hai tutto quello che serve a un essere umano
per vivere su questa terra:
la giusta dose di cinismo (per studiare il tuo avversario)
e gli anticorpi della cattiveria (per colpirlo senza pietà)
la tecnica è crudelmente collaudata
e difficilmente sarà abbandonata
dunque non puoi fallire
al momento opportuno la tirerai fuori
dovrai farlo per forza se vuoi salvare
il tuo piano d’azione che nessuno conosce
non ignorarlo mai:
tu sei di questa specie che dall’inizio dei tempi
porta nel cuore il vile metallo dell’odio
immunizzata dal vaccino di Caino.


da Agenda Annuario 2017, Fondazione TerraMia (San Severo), Fortezza Bastiani, 2017

Per mio figlio, nato morto

 

non è nella tomba il mio dolore
nella tomba vanno solo i corpi
il mio dolore riecheggia ai quattro venti
luminoso come un cristallo di sale.


da Atelier Poesia, digitale, 2018

Aprire l'ombra

 

Esserci nell’oscurità
non è camminare verso nessuna meta:
è l’inizio

il rivelarsi in sé

come una radice che apre
un orizzonte nella terra.


da Il Segreto delle Fragole. Agenda 2019, LietoColle, 2018

Di cosa parlo quando penso alla mia prima casa

 

mi siedo vicino alla porta della mia prima casa
mi guida la mano
verso le crepe sul legno
e osservo la polvere di passate gioie
tremare in un filo luminoso a mezz’aria
sul tavolo una bottiglia di vino
che ricorda mio padre
fuori la strada si apre su pietre logore
suoni di giochi lontani
cominciano a tornare indietro
i bambini stanno bruciando del cartone
dentro un cerchio
barcollano come pezzi di pane
in una tazza di latte
rimasta piena a metà
seguo con la mente
le fioriture care a mia madre
in un vaso rotto che non può servire

e ascolto

quando cominciano a parlare
tutti i miei fratelli
qui riuniti
per un’ora.


(inedita)

Questo è il gioco

 

quando inizia a forire
l’uomo nel giardino si ferma a guardare
le foglie gettano ombra
dalla strada arriva il suono dell’autunno
la giovinezza è un canto breve
l’uomo si gira e il giardino è vuoto
le foglie tremano già.


(inedita)

Questo autunno

 

cerchiamo una coperta più lunga
impigliata nelle lenzuola
la prima alba d’ottobre è già fredda

tu sei ancora stretta a me
per istinto di salvezza
ma i lividi sotto i nostri occhi
dicono tutto di noi
dei nostri anni così logori
di questa spossatezza
che forma un’attesa nuova

adesso che non possiamo più trasognare
confidando nel corpo e nell’età
né sappiamo quale capriccio oscilla là fuori
ci siamo solamente accorti
di essere fermi:
è l’autunno a venire da noi.


(inedita)