Erica Donzella

Erica Donzella lavora nel mondo dell’editoria come editor freelance ed è docente di Elementi di editoria presso l’Accademia delle Editorie (Catania). Ha esperienze editoriali nella pubblicazione di poesie, racconti, saggi e romanzi: Pyro (Prova d’Autore, 2012); Lucky Strike (Prova d’Autore, 2015); Io sono Altrove. Cercando Alda Merini (Villaggio Maori Edizioni 2016); Buon compleanno Barbie (Villaggio Maori Edizioni, 2019); Quando cadranno i rumori (Scatole parlanti, 2019); Labyrinthos. Un modello di scrittura (Villaggio Maori Edizioni, 2021).
È direttrice didattica di Aleph - Scuola di scrittura. Si occupa di formazione per l’editoria e la scrittura.

 

*
La cifra non mi arrotonda più per eccesso,
a destra della virgola divento millesimale,
polvere di anni.
Mi moltiplico in lontananza.

 


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Sia fatta la volontà del corpo,
venga il sangue e la sua ruggine intorno al tuo coltello.
Venga il buio e il corso inevitabile di semafori rossi,
la tua bocca sospesa a baciare dicembre,
ancora la terra di questa città coperta d’asfalto.
Sia fatta la tua partenza,
sia questa ferita scritta nel tuo nome.

 


*
Io mi ricordo
di quando facevamo l’amore con tutte le ossa del mondo,
contro le anime di tutte le cose,
insieme a tutte le voci che venivano su dalle strade.
Nell’altitudine verticale dei sospiri dettavi la tua legge.
Spero che l’amore non abbia ucciso anche te.

 


*
Tra pieno e vuoto,
bicchiere d’acqua con la tua impronta.
Che serva
- prima o poi - tutto questo niente.

 


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A chi scrive ai margini
con piccoli pensieri incendiari
con la rivoluzione degli abbracci
e cuori molotov
ché non importa altro che il
pulsare
stupido
tuonante
urlo
dell’essere soli.
A noi dico
che ci ritroveranno schiacciati per terra
ad ascoltare chi ci è passato
dentro.

 


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Parlo in minuscolo
con le virgole a riposo
e i punti fermi invece liberi
di perdersi in tutti i discorsi che siamo
perché sillabi
confusa la mia parola
e si riempia il tuo inciso
di congiunzioni
contro la grammatica del mondo.

 


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Che tu sia dritta
perpendicolare a questo stare.
Che la tua mano sia leva per cose gravi
e i tuoi occhi cadano dove più nessuno
ha osato vedere.
Che si senta
la potenza di questo salto
il tuo piombare di ossa
nel mondo.
Ci resta il dubbio
il calore
dello spazio tra le parole.

 

da Quando cadranno i rumori (Casa Editrice Scatole Parlanti - Viterbo, 2019)

 

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La verità è nelle foglie
Nel tappeto ruggine finalmente caduto
Ai margini.
Bisogna credere al sole quando tace.
Starsene come le bestie
Dentro tane di bosco.
Fare della fame una preghiera.

(Inedito)

 


*
Mio padre seduto sulla porta di casa
Ammira costruzioni abusive
Di una città che mi ha portata via dalla sua mano.
Annusa l'aria marcia e mi guarda con occhi stanchi.
Dice il vero
Senza dire niente.
Mi chiede perché
A cosa è servita questa lotta.
A mia madre afferro la mano su una strada arrabbiata
Ho paura che si stiri il tempo
E che non basti a dire casa.
Vita di grembo dilatato
Proteggi la loro dolcezza senza ritorno
La loro misura è l'amore.

(Inedito)

 


*
L'albero sa il peso del respiro
Dentro fuori
Per essere ossigeno a portata di tutti
Di chi passa
E non si accorge della sua ferita.

(Inedito)