Maurizio Cucchi

Maurizio Cucchi è nato a Milano, dove vive, il 20 settembre 1945. Poeta, ha esordito nel ’76 con Il disperso (Mondadori, nuova ed. Guanda ‘94), poi compreso, con le successive raccolte (Le meraviglie dell’acqua, 1980, Glenn, ‘82, Donna del gioco, ’87, Poesia della fonte, 93, L’ultimo viaggio di Glenn,‘99) nel riassuntivo Poesie 1965- 2000 (Oscar Mondadori 2001). Ha poi pubblicato i versi per teatro Jeanne d’Arc e il suo doppio (Guanda 2008) e le raccolte Vite pulviscolari (Mondadori 2009) e Malaspina (id. 2013). È autore dei romanzi Il male è nelle cose (id. 2005), La maschera ritratto (id.2011), L’indifferenza dell’assassino (Guanda 2012), del volume di prose La traversata di Milano (Mondadori 2007), della raccolta di prose e versi sparsi Rebus macabro (edb, 2014). Tra i maggiori riconoscimenti si segnalano il Premio Viareggio (’83), il Premio Montale (’93) e il Premio Bagutta (2014). Ha pubblicato una raccolta di saggi e articoli: Cronache di poesia italiana (Gaffi, 2010). Ha curato, con Stefano Giovanardi,  l’antologia Poeti italiani del secondo Novecento, 1945-1995 (Mondadori 1996 e 2004) Collabora con “Il Giorno”, “la Stampa” e “Avvenire” .

(cammino verso l’impossibile)


[…] Cammino verso l’impossibile e se il dolore
      
       talvolta mi confonde credimi

       non ho mancato la mia vita.
      
- da Donna del gioco, ora in Poesie, Oscar Mondadori,

(poesia non è che un momento di suspense)

 

Poesia non è che un momento di suspense,
collegamento temerario tra la vita e la morte.

E la vita – chi non lo sa?
è congiunzione amorosa.

- Versi giovanili (1965-70), ora in Poesie (1965-2000), Oscar Mondadori, Milano, 2001

(ecco ad esempio, numeri)

Ecco ad esempio, numeri. Anni:
quarantacinque, cinquantasette,
settantuno, novantasette.
Misure: sette centimetri
dietro le coste, sette punti liquidi,
nell’occhio.
Anni sbagliati e calendari,
appuntamenti falliti
per un secondo o un secolo.

- Per un secolo o un secondo, Mondadori, Milano,2003

(perché tutto sia chiaro)

Perché tutto sia chiaro, quel che segue
sono io, il mio diario, la mia autobiografia.
Io, cioè un personaggio, un’identità
fittizia: Rutebeuf, Malone, Prufrock
o quel che resta di Icio, nato
e vissuto sei anni, al Cairo.

- Per un secolo o un secondo, Mondadori, Milano,2003

(non trattare i bambini da bambini)

Non trattare i bambini da bambini:
tratta i bambini come noi.
Sono esserini teneri e indiscreti,
non innocenti angeli, concreti
folletti misteriosi, lievi  e crudeli,
sensibili e fedeli, sempre disposti
al riso, al grido, al pianto.
Il loro tempo è veloce, rapinoso,
sono sereni e ombrosi, minuziosi,
non hanno disciplina, né ipocrita censura.
Sono come li vedi, sono natura.

- Per un secolo o un secondo, Mondadori, Milano,2003

(ho dissipato arte, talento, fantasia)

Ho dissipato arte, talento, fantasia,
indifferente all’azione, all’opera, al governo,
ho preferito la quiete orizzontale, l’attesa,
il dolce insorgere impagabile
dell’immagine nella rêverie
che va a spirale verso il fondo
o quel sopore galleggiante
su un mare increspato solo un soffio,
ondulando su ricci, stelle arancioni,
branchi lentissimi, rottami
di antiche guerre e bastimenti.
Ho dissipato, ma sono ancora qui,
innamorato e ignavo.

- Per un secolo o un secondo, Mondadori, Milano,2003

(vorrei ricondurre tutto)

Vorrei ricondurre tutto, ora,
alla nobile pulizia dei gesti,
delle parole e dei silenzi,
dei saluti, e delle confessioni,
tra noi, senza più sprechi,
né equivoci o falsi pudori,
senza la noia delle circostanze
o la sfiducia desolata nelle cose

- Vite pulviscolari, Mondadori, Milano, 2009

(a volte troviamo una salvezza)

A volte troviamo una salvezza
provvisoria, naturalmente, e breve,
nel quadro ricomposto a geometria,
che pure in sé comprende vaghe forme,
strappi sottili, allontanati,
nella quieta penombra negligente
che sfuma a ricrearci
nel mezzo sonno.


- Vite pulviscolari, Mondadori, Milano, 2009

(gli oggetti sono cambiati)

Gli oggetti sono cambiati, sono cambiato io.
Erano fatti per resistere, durare anche oltre noi;
costavano fatica, sangue, soldi,
erano carta assorbente opaca
che tramandava affetti e memorie.
Oggi sono lisci, lucenti, spettacolari
mucchi immensi di opulenza iniqua,
impermeabili, viscidi, io stesso
nel processo del tempo destinato
a questo oceano sgargiante di immondizia.

- Vite pulviscolari, Mondadori, Milano, 2009

(ho imparato a esprimere gli umori)

Ho imparato a esprimere gli umori –
anche gli umori forti –senza camuffarli.
senza infingimenti.

Mi godo brevi soste felici
di sospensione e improvvisa
adesione. Mi oriento
verso un mondo più affabile
e poroso.

- Malaspina, Mondadori, Milano, 2013

(ma cos’è Malaspina?)

Ma cos’è Malaspina? Una voce,
una strana parola, il laghetto
che passava fresco nella stanza buia,
per il ristoro verde di una gita area.

Lo rivedo adesso nel gelo, nel bianco
totale, in un estremo paesaggio ghiacciato,
siberiano, alla fantasia, che si compiace
di un’escursione che il tempo ha già ibernato.

- Malaspina, Mondadori, Milano, 2013

(l'aria d’intorno)

L’aria d’intorno chissà come
placata, e frizzante e la gente
a spasso sospesa, aerea,
lentissima, vacante

e indifferente a un traguardo,
all’azione, al profitto, ma
più vaga nel giorno, nel chiaro
mattino di luce e parte

persuasa infine del tutto diffuso,
in aperta adesione e armonia,
nel presente assoluto, animato
dalla pace normale dell’esserci

senza conflitti o sfide, senza
miserabile calcolo, ma
nella pace  e nella più normale
armonia discreta dell’esserci.

- Malaspina, Mondadori, Milano, 2013