Luigi Cannillo

Luigi Cannillo, poeta, saggista e traduttore, è nato e vive a Milano. Ha pubblicato le raccolte di poesia Transistor, Ed. Tempo Sensibile, Novara, 1985; Volo simulato, Campanotto, Udine, 1993; Sesto senso, Campanotto, Udine, 1999; Cielo Privato, Ed. Joker, Novi L.(AL), 2005;  Cieli di Roma, LietoColle, Faloppio (CO), 2006, e Galleria del vento, La Vita Felice, Milano, 2014. Singole poesie, scelte antologiche e interventi critici sono stati pubblicati su numerose riviste, raccolte di saggi e blog letterari. Ha collaborato alla redazione dell’Annuario Crocetti 2000 e di Sotto la Superficie - Letture di poeti italiani contemporanei, Bocca Ed., Milano, 2004. Ha curato con Gabriela Fantato La biblioteca delle voci – Interviste a 25 poeti italiani - ,Joker Ed, Novi Ligure (AL), 2006. Ha curato inoltre l'Antologia Il corpo segreto – Corpo ed Eros nella poesia maschile, LietoColle, Faloppio (Co), 2008, e, con Sebastiano Aglieco e Nino Iacovella, Passione Poesia – Letture di poesia contemporanea (1990-2015), Ed. CFR, Milano, 2016. Ê organizzatore culturale, collaboratore editoriale, socio dell'Associazione Culturale Milanocosa; è stato redattore e co-direttore della rivista La Mosca di Milano e redattore della collana Sguardi, de La Vita Felice. E' collaboratore della rivista internazionale Gradiva, New York/Firenze. Ha partecipato a performance e spettacoli teatrali e collabora con musicisti e artisti visivi. In collaborazione con questi ultimi sono  anche nate le pubblicazioni Il giudizio con carta di Francesco Merletti, Ed. Pulcinoelefante, Osnago (LC), 2000; la plaquette L'ordine della madre, Fiori di Torchio, Amici del Libro d'Artista, Seregno (MB), 2008; Foglia rossa con opera di Edgar León, Bice Bugatti Club, Merate (LC), 2017, e Corpi come alberi con opera di Elena Sala, Ed. Pulcinoelefante, Osnago (LC), 2018.

Foto Bezzecca Lab ottobre 2017

Tutti i cortili annunciano la sera
le porte aperte alle ringhiere
Vortica misto a voci
e stoviglie il fischio
del padre fiato tra gradini
musica della lontananza
Sopravvive la canzone alla fatica
l'usignolo reduce senza festa
nè batticuore al saluto
Se il figlio non ammette somiglianza
o si sottrae alla competizione
l'eredità si scosta in un angolo blindata
Ho scolpito da solo le mie pieghe e curve
tramando nostra paternità negata
Così quell'aria il fischio che la modula
si avvicina a scomparire come un treno
lampeggiante in transito

Da Cielo privato, Ed. Joker, Novi L.(AL), 2005

Non ritornate più, ospiti segreti
come radice che riaffiora a distanza
La vostra casa è altrove
L'epoca dell'assenza e il respiro
dei viventi non si annullano
circolano invece qui saldati
Non le care presenze, le reliquie
ma una rete di angeli ostili
a stordire le caviglie e il sogno
La sostanza sopravvive alle creature
nella visione, insiste a custodire
la specie estinta e la reincarna
Chiedevo a bassa voce padre
mostrami la cicatrice, la guerra
ma il panno non si è sollevato allora
la mano scostata dall'offesa
L'alleanza sta affiorando adesso
il segno incide fresco la mia pelle

Da Cielo privato, Ed. Joker, Novi L.(AL), 2005

Prima finestra che si moltiplica
spinge occhi su tetti e rotaie
associando nuvole ai passi
Ho abitato qui, vedete ancora
la lampada accendere le veglie
e affacciarsi l'ombra
Poche rampe di vertigine separano
il soffio dalla polvere
la materia è lontana solo un balzo
Di fronte un ragazzo suonava per ore
rendendomi lo sguardo e il corpo nudo
Si aprirono varchi alle visioni
ma i muri non mostrano pietà
per chi fugge e ricorda trattengono
i colpi di stoviglie le rinunce
la chitarra e tutte le sue note
Dai vetri pupille stelle fisse
ancora indagano i vagoni
innamorate del cielo e della strada
Anima, marchio, se ci sei fatti valere
Sporgendovi potreste
vedermi all'incrocio attraversare
diagonale le rotaie allontanarmi

 

Da Cielo privato, Ed. Joker, Novi L.(AL), 2005

Si dilegua il popolo invisibile
l'andirivieni il regno degli oggetti
cancellate la fruttiera e il cherosene
Un turbine dal ballatoio
li ha trascinati in altro vento
con il quartiere e la pianura, tutto
trasfigurato in una nebulosa
simmetrica al terrestre
Sono così vulnerabili gli eventi
rispetto alla parola che li avvolge
e sfida risalendo la corrente
Il luogo resta nudo a contenere
ogni fenomeno, in ogni tempo
la camera chiara dove scorriamo
le pareti o messi agli angoli
rincorsi e morsi dall'ossessione
È la parola che rianima lo spazio
fala ronda tra la scatola bianca
e le stelle parallele inchioda
l'agosto del Sessanta, l'eternità

 

Da Cielo privato, Ed. Joker, Novi L.(AL), 2005

IX

 

Tra l'armatura e il cielo
pesa intera la nostra gravità
frutto e grandine ogni evento
si strappa e precipita
invocando il suolo
La fronte deve spezzare la visiera
a inseguire la sorgente
nel vuoto da cui sgorgano
le stagioni e i gesti incompiuti
Fammi sentire la tua mano
fra pelle e armatura
seminare le carezze negate
Corpo di tutte le mani assenti
intreccia il cesto nutrimento
finché dalle ossa nasce
una chioma di vento e di sospiri
Come scirocco stordisce
e spossa le giunture
come fuochi d'artificio accende sogni

Da Cieli di Roma, Ed. LietoColle, Faloppio(CO), 2006

Al davanzale piomba
una foschia improvvisa
e questo tamburo
annuncia il tradimento
la terra compie il suo dovere
resituire al vuoto
Restano spalancate le lenzuola
e lo spazio del sentiero limpido
si dilata nelle future stanze
sulle terrazze aperte
Dove sai andando, così di corsa?
Non c'è voce umana a raggiungerla
né sguardo che la insegua
se una forza contraria alla vita
la convoca e spinge
come volando,
come freccia scoccata nella nebbia

 

Da Galleria del vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014

Gli oggetti della casa
anticipano il lutto
al giro della chiave estranea
ogni cesto inanimato si assesta
contiene il rancore delle cose:
l'elica del cucchiaio immobile
senza la mano padrona
lo sguardo che la spinge
Senza intenzione prima
tace la ragione  quotidiana
che genera vita nei ritratti
e matura le fruttiere
Ma noi non possiamo seguirla
in uno sciame di anime e di oggetti
che si ricomponga in ogni luogo
Qui ogni parete aspetta
di aprirsi al ritorno
Adesso intanto si difende rapida
confina un territorio, lo nasconde
e vedova si chiude nel dolore

 

Da Galleria del vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014

L'ordine della madre impronta
forme e limiti, ogni creta
e vetro in ogni armadio:
quanto accanto, quanto a distanza
mormorando il nome
Ha soffiato vento nelle spugne
acceso le luci necessarie
E i nomi scomposti così sussurrati
si definiscono attorno ai confini
conversano, è quel discorrere
l'ordine ad animare la casa
Il materno si dichiara al mondo
nella cura, la scriminatura
nel tesoro delle bocche
L'origine, lo spazio si dispongono
nelle valigie, così l'universo
viaggia con noi, stabilito
nei nostri gesti e nel sonno

Da Galleria del vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014

Anche il corpo allo stremo
continua a proteggerci figli
C'è ancora una mano
a medicare la ferita
a colorare il sogno della casa
A noi che torniamo indifesi
l'origine dei gesti innocenti
consegna in eredità l'uscita
Che sia un corridoio agile
e il viaggio in fortuna di vento
affidato a una vena pulsante
Il tempo adesso è tutto nostro peso
le ore firmano la fronte di chi resta

 

Da Galleria del vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014

Cerca il mio corpo sulla carta
come se il tempo veramente
si  fermasse sull'arco delle righe
L'alfabeto lascia traccia
di una forma naturale, la ritrae
ma il foglio non riflette a specchio
come curvano i gesti e le stagioni
Guarda, ora sono nel passo
che si avventura fuori, nel tocco
che ti sfiora e si disperde
Tutto è assegnato al corpo
pronto alla fuga, alla sua lingua
inquieta che si deposita e alimenta
perfino il suo esilio sulla pagina
L'essenza si rovescia sulla carta
ma brilla sul polso di chi scrive

 

Da Galleria del vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014